Perugia - L'omicidio di Meredith Kercher - Parlano in Corte d'Assise i genitori e, la sorella - la madre: "è terribile mandare una figlia a studiare e non vederla ritornare più

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angelo7878
view post Posted on 16/11/2007, 16:55




16 novembre 2007

Retroscena

Tracce «ripulite»: la colf parla al pm

Tre testimonianze si sono rivelate decisive per smentire le bugie di Amanda e Raffaele


ROMA

Tre donne per la svolta. Tre testimonianze che si sono rivelate decisive per smentire le bugie di Amanda e Raffaele. E per trovare il coltello che avrebbe ucciso Meredith. Ora però c'è molto altro da scoprire. Perché quella stanza dove è avvenuto il delitto è piena di tracce. E perché, se sarà dimostrata l'ipotesi fatta in queste ore dagli investigatori, quello della giovane inglese potrebbe anche essere un omicidio premeditato.

LA VARECHINA

La prima a fornire un elemento prezioso è la domestica che va a fare le pulizie a casa di Raffaele Sollecito. Durante la perquisizione compiuta al momento del fermo del ragazzo disposto dal pubblico ministero, nel piccolo appartamento del giovane vengono trovate due bottiglie di varechina vuote. Viene così convocata la donna che però nega di aver mai utilizzato quel prodotto. I poliziotti della Scientifica accertano che i locali sono stati accuratamente lavati. E ciò rafforza il sospetto che a farlo siano stati i due fidanzati per cancellare tracce compromettenti. Del resto la stessa Amanda, prima di ammettere di essere stata nella sua abitazione mentre Meredith veniva assassinata, aveva detto di aver portato uno spazzolone per lavare la camera di Raffaele. Una dichiarazione che adesso sembra mostrare la volontà di precostituirsi una giustificazione.

LE AMICHE

Sono due i coltelli a serramanico che Sollecito porta con sé. «È una passione - dice durante l'udienza di convalida davanti al giudice - lo faccio da quando avevo 13 anni perché incido gli alberi». Spiega che li cambia «secondo gli abiti che indosso». Il primo gli viene sequestrato durante l'interrogatorio che precede la decisione di fermarlo e trasferirlo in carcere. L'altro viene trovato nella sua casa. Ma non sono quelli giusti. È il terzo quello che appare decisivo per l'inchiesta. I poliziotti della squadra mobile e dello Sco, il servizio centrale operativo, lo prelevano da un cassetto della cucina. Ha una lama liscia di 17 centimetri, un'impugnatura di 14 centimetri. Lo chiudono in una busta e lo mostrano all'indagato. Lui non nega che sia suo. Lo portano via per i test. Ma prima lo fanno vedere a Filomena Romanelli e Laura Mezzetti, le due ragazze italiane che vivono nella casa dove è stata uccisa Meredith. Loro non mostrano dubbi: "Quel coltello non è nostro - affermano -, non è mai stato in quest'appartamento".

IL MOVENTE

Sinora si è sempre ritenuto che quello di Meredith Kercher fosse un delitto d'impeto. Lo stesso giudice, nella sua ordinanza di convalida dei fermi, arriva ad ipotizzare che la ragazza «si appartava nella sua camera con Patrick, dopodiché qualcosa andava male, nel senso che con probabilità interveniva Sollecito e i due iniziavano a pretendere una qualche prestazione alla quale la ragazza opponeva un rifiuto. La stessa veniva così minacciata con un coltello, coltello che Sollecito era solito avere sempre con sé e con il quale Meredith veniva poi colpita al collo». I test della Scientifica fanno emergere un'altra La villetta La casa vicino al centro di Perugia dove la sera del primo novembre scorso è stata uccisa Meredith Kercher, 22 anni, studentessa inglese a Perugia con il Progetto Erasmus. Con lei viveva anche Amanda Knox possibilità. Se l'arma è davvero quel coltello da cucina lungo 31 centimetri, si può supporre che chi è entrato a casa di Meredith avesse l'intenzione di ucciderla, avendo portato con sé un simile arnese. In questo caso non ci sarebbe dunque alcuna casualità: l'omicidio potrebbe essere stato premeditato e poi «mascherato » con il tentativo di stupro compiuto da estranei. Così si spiegano il vetro della finestra rotto e le stanze messe in disordine come a voler simulare l'ingresso di persone estranee. Le amiche hanno raccontato che nei giorni precedenti Meredith e Amanda avevano litigato. L'inglese contestava alla coinquilina di portare troppi uomini nella villetta. Ma può bastare questo per spiegare il delitto? Molti tasselli devono ancora essere messi a posto. Anche per rivelare se ci siano davvero altre persone coinvolte nell'omicidio.
Fiorenza Sarzanini
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estratto da qui
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16/11/2007 ore 10:54

Inglese uccisa: difesa Sollecito presenta ricorso a riesame

Legali ribadiscono l'estraneita' del giovane al delitto

(ANSA)

PERUGIA

I difensori di Raffaele Sollecito hanno presentato stamani ricorso al Tribunale del Riesame contro il fermo dello studente.Il gip di Perugia lo aveva convalidato, confermando le accuse per concorso in omicidio e violenza sessuale nei confronti di Meredith Kercher. Gli avvocati Brusco e Mauri hanno ribadito l'estraneita' del loro assistito all'uccisione della studentessa inglese. I legali hanno quindi detto di attendere fiduciosi l'esito delle altre verifiche ancora in corso.
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estratto da qui
 
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angelo7878
view post Posted on 19/11/2007, 15:49





19 novembre 2007

Le analisi: sue le tracce trovate sulla vittima

Meredith, a Milano le tracce del sospetto

L'ivoriano ricercato ha 21 anni e un'ossessione per le ragazze anglosassoni. I testi: spesso ubriaco

DAL NOSTRO INVIATO

PERUGIA

L'ultima volta il suo cellulare ha squillato una settimana fa. La chiamata è rimasta senza risposta, ma il tabulato ha svelato che si trovava a Milano. È lì che adesso si cerca R.H., l'ivoriano accusato di concorso nell'omicidio di Meredith Kercher. Gli amici interrogati in questi giorni hanno raccontato che lui aveva annunciato la partenza il 2 novembre: «Vado su a ballare». La sera prima, sostiene l'accusa, R.H. era a casa di Meredith. Secondo le analisi della Scientifica, con lei «ha avuto un rapporto sessuale. L'impronta del suo pollice è rimasta impressa sul cuscino macchiato del sangue della vittima. Le sue feci erano nel water ».

Per i bagni l'ivoriano di 21 anni sembra avere quasi un'ossessione. Come per le giovani straniere. «È fissato con inglesi e americane», hanno spiegato i testimoni. È in Italia da quando era piccolo, a Lodi vivono alcuni parenti. Nessuno l'ha visto, ma la convinzione di chi indaga è che sia ancora in Italia. A lui gli uomini della squadra mobile e dello Sco, il servizio centrale operativo, sono risaliti esaminando i verbali riempiti dai giovani che a Perugia frequentavano le due straniere. In particolare gli inquilini del piano di sotto. Uno di loro, Stefano Bonassi, il 4 novembre dichiara: «Frequentava la nostra casa un ragazzo soprannominato il barone, palestrato, di origine sudafricana. Una sera l'ho trovato a casa mia con i miei amici. Era molto ubriaco e ha dormito sul water. Aveva un'attrazione fisica per Amanda».

Cominciano controlli più accurati. Si scopre che gioca a basket nel campetto di piazza Grimana, dove Amanda dice di aver incontrato Patrik Lumumba la sera del delitto. Si decide allora di confrontare l'impronta sul cuscino con quelle archiviate dall'ufficio stranieri di Perugia dove il giovane è registrato come regolare. E arriva il riscontro positivo. Combacia anche con la traccia trovata sulla carta igienica. Non solo. Il cromosoma «y» trovato nei residui organici è compatibile con le tracce rilevate negli organi genitali di Meredith. E questo convince gli investigatori che sia stato proprio lui a costringerla ad un rapporto sessuale. Quando il quadro accusatorio è delineato vengono messi sotto controllo i suoi due cellulari. L'ultima chiamata la riceve a Milano, poi più nulla. Nessun contatto e questo fa presumere che li abbia buttati. Con Amanda si erano conosciuti alla discoteca «Domus», qualche volta si sarebbero incontrati anche a «Le Chic», il pub di Patrik. Ma nessun legame è emerso, al momento, tra i due uomini.

Il movente dell'omicidio rimane misterioso, come la dinamica. Non si sa che cosa avvenne in quella casa, né chi c'era. Raffaele Sollecito ha negato di essere entrato, ma sul suo coltello c'era il Dna di Meredith e quello di Amanda. «Sono stato tutta la sera al computer», ha affermato. I primi accertamenti lo smentiscono: la connessione Wi-fi era attivata, ma il programma Safari che consente la navigazione in Internet sugli Apple non sarebbe stato acceso.
Fiorenza Sarzanini
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19 novembre 2007 ore 14.41

Meredith, caccia al quarto uomo

Mandato di cattura internazionale per Rudy Hermann Guede, 21 anni, di origine ivoriana ma cresciuto in Italia

image


ROMA

Si chiama Rudy Hermann Guede, ha 21 anni ed è di origine ivoriana, il cosidetto quarto uomo che sarebbe stato nella casa del delitto la notte in cui è stata uccisa Meredith. Il giovane, secondo quanto trapelato, sarebbe ricercato da alcuni giorni, da quando l'impronta insanguinata raccolta sul cuscino della ragazza assassinata sarebbe risultata coincidente con quelle del ragazzo.
La fotocopia della carta d'identità di Rudy Ermann Guede, 21 anni di origine ivoriana, il presunto quarto uomo del delitto Meredith (Ansa)

Rudy Ermann, sempre secondo indiscrezioni, sarebbe venuto in Italia da piccolo e sarebbe cresciuto in una famiglia perugina, che ha però lasciato da qualche tempo interrompendo ogni rapporto. Alcune indiscrezioni segnalano che alla fine di ottobre sarebbe stato a Milano, dove sarebbe anche stato denunciato per un furto; secondo altre, la sua presenza a Milano sarebbe invece nei giorni immediatamente seguenti il delitto e sarebbe legata ad un'idenficazione fatta per il possesso di una piccola quantità di stupefacente. Nei suoi confronti - è stato confermato dagli inquirenti - c'è un mandato di cattura internazionale.

ono iniziati questa mattina, presso gli uffici del Servizio Centrale della Polizia Postale di Roma, gli accertamenti irripetibili sui telefonini del congolese Patrick Diya Lumumba e della studentessa americana Amanda Knox, accusati, insieme al pugliese Raffaele Sollecito, dell'omicidio della studentessa inglese Meredith Kercher.
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estratto da qui
 
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Baba Yaga
view post Posted on 20/11/2007, 14:25




lo hanno preso ! , farò richiesta di averlo tra le mie mani quel pezzo di mer.a !

catturato in Germania ...


http://canali.libero.it/affaritaliani/cron...eredith2011.htm
 
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angelo7878
view post Posted on 20/11/2007, 16:15




Delitto Perugia, arrestato in Germania ivoriano ricercato

martedì, 20 novembre 2007 14.13


ROMA

(Reuters)

L'Interpol ha arrestato stamattina in Germania Rudy Hermann Guede, il 21enne originario della Costa d'Avorio ricercato per l'uccisione a Perugia di Meredith Kercher. Lo riferisce il Dipartimento di pubblica sicurezza di Roma.

"Stamattina l'Interpol ha arrestato il giovane in Germania, vicino a Wiesbaden. Sono in corso verifiche", ha detto al telefono un'addetta stampa.

E la conferma arriva anche dalla polizia tedesca che ha riferito che il 21enne è stato arrestato nella, o vicino alla, cittadina tedesca di Magonza. Magonza e Wiesbaden sono due città vicine che si trovano nella zona occidentale del Paese.

Per Guede, ricercato nell'ambito delle indagini sull'uccisione della giovane britannica avvenuta nella notte tra l'1 e il 2 novembre, era stato emesso un mandato di cattura internazionale.

La coinquilina di Meredith, Amanda Knox, si trova attualmente in carcere, come il suo ex fidanzato Raffaele Sollecito e a Patrick Lumumba, gestore di un pub. Tutti e tre sono indagati per l'omicidio della ragazza.

L'impronta del pollice del 21enne ivoriano è rimasta impressa sul cuscino macchiato del sangue della vittima e le sue feci erano nel water di casa di Meredith, secondo quanto riferito dai media.

Secondo i media, il 21enne ivoriano avrebbe ricevuto l'ultima chiamata al cellulare a Milano.

La scorsa settimana Dna compatibili con quelli di Meredith e di Amanda sono stati rinvenuti su un coltello sequestrato a Sollecito.

Meredith è stata trovata con la gola tagliata nella sua camera, chiusa a chiave, nell'abitazione di via Sant'Antonio, nel centro della città, nei pressi dell'università per stranieri.
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estratto da qui
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OMICIDIO PERUGIA: INQUIRENTI IN CASA RUDY PER SOPRALLUOGO

(AGI)

Perugia

20 novembre 2007

Non basteranno tre o quattro ore.
Questo il tempo indicato dagli uomini della polizia scientifica di Perugia e dagli Esperti rilevamento tracce di Roma per completare il sopraluogo nel monolocale di Rudy Hermann Guede (anche il PM Giuliano Mignini si e' recato sul posto, trattenendosi non piu' di un quarto d'ora). Allo stato, sembra sia il 21enne ivoriano il piu' probabile esecutore materiale dell'omicidio di Meredith Kercher, lo fa pensare l'accusa di omicidio aggravato formulata nei suoi confronti, sebbene sul coltello da cucina identificato (ma gli inquirenti non hanno mai detto ufficialmente che lo sia) come l'arma del delitto sia stato riscontrato solo il Dna di Amanda e di Meredith. Il lavoro degli investigatori nel miniappartamento dovra' essere accuratissimo, andranno repertate tutte le impronte, qualunque residuo da poter poi comparare ulteriormente con le tracce rinvenute nella casa degli orrori (le impronte papillari e gli elementi organici sulla carta igienica e nel water) ed analizzate nei laboratori di Roma. (AGI)
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estratto da qui

Edited by angelo7878 - 20/11/2007, 19:02
 
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angelo7878
view post Posted on 20/11/2007, 19:05






(...)

LUMUMBA LIBERO


Il pubblico ministero Giuliano Mignini titolare delle indagini sull'omicidio della studentessa inglese Meredith Kercher ha depositato al gip, nella tarda mattinata di martedì, la richiesta di revoca della custodia cautelare in carcere nei confronti di Patrick Dija Lumumba, il musicista congolese arrestato il 6 novembre scorso con l'accusa di concorso in omicidio e violenza sessuale. L'istanza di scarcerazione nei confronti di patrick Lumumba Diya sarebbe stata firmata dal gip del tribunale di Perugia Claudia Matteini. ''Sono contento di tornare a casa. Ringrazio Dio'' ha dichiarato Lumumba appena uscito dal carcere. Con lui gli avvocati Giuseppe Sereni e Carlo Pacelli.
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estratto da qui
 
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angelo7878
view post Posted on 21/11/2007, 14:48





21 novembre 2007

Delitto di Perugia L’ivoriano Rudy Guede arrestato in Germania

«Sono stato in quella casa ma non la sera dell’omicidio»
Rudy «agganciato» attraverso un amico su Internet


PERUGIA

«Se continui a scappare penseranno che sei colpevole. Devi tornare in Italia. Io ti aspetto a Milano». La trappola per Rudy Hermann Guede scatta lunedì sera. Un suo amico di Perugia accetta di collaborare con la polizia per convincerlo a rientrare. Lo aggancia attraverso il blog, poi gli parla con Skype, il sistema di telefonia via Internet. Rudy giura di essere innocente: «Non ero lì quella sera. Se hanno trovato le mie impronte, vuol dire che le ho lasciate prima. Sono stato in quella casa, ma il giorno del delitto non ci sono entrato. Conoscevo Amanda e conoscevo Meredith, però non l’ho uccisa io». Parlano per ore, staccano e poi riprendono la conversazione. Rudy non sa che accanto al ragazzo ci sono il capo della squadra mobile di Perugia Giacinto Profazio e il funzionario dello Sco Fabio Giobbi. E rivela di essere a Düsseldorf. La trattativa si fa a tratti estenuante. Alla fine, accetta: «Va bene prendo il treno, ci vediamo lì».

L’Interpol ha già allertato gli investigatori tedeschi, così come quelli di tutti gli altri Stati europei. L’ordine di cattura internazionale è inserito nel sistema Schengen. L’arrivo del treno a Milano è previsto alle 14,35. Mentre i poliziotti italiani partono con l’amico per andare ad aspettarlo, l’ivoriano sale in carrozza. Sono le 2 della notte. La tratta prevede tre cambi: Colonia, Francoforte, Olten. Ma a metà del viaggio Rudy sceglie un’altra linea e prende il trenino che collega Coblenza a Magonza. Forse ha deciso che la sua fuga non è ancora finita. Non ha il biglietto. Un controllore lo ferma, gli chiede i documenti. Lui dà prima una falsa generalità, poi cede: «Gli italiani mi stanno cercando per la storia di una ragazza ». Una verifica al terminale consente di scoprire che è ricercato per ordine della magistratura umbra. Qualcuno dice che in passato sia stato «segnalato» anche in Germania. Alle 7,15, quando arriva alla stazione di polizia per l’identificazione, il ragazzo cerca aiuto in chi lo aveva accolto qualche anno prima a Perugia: «Avvertite la famiglia Caporali».

Era sparito il 2 novembre Rudy, il giorno dopo l’omicidio di Meredith. «Vado a Milano», aveva detto. Gli accertamenti effettuati in seguito confermano che è stato in città. Il 3 novembre entra in un Internet point, contatta alcuni amici. Racconta di essere in Svezia. Lascia tracce, ma in quel momento nessuno lo ha collegato al delitto della giovane inglese perché le indagini sono concentrate sul ruolo di Amanda, Raffaele e Patrick. In Lombardia il ragazzo conosce molte persone. Le evita, forse temendo che siano già sotto controllo. L’11 novembre il suo telefonino squilla e aggancia una cella di Milano. La chiamata rimane senza risposta. Rudy è già lontano: da quel momento i cellulari non trasmettono più alcun segnale. Il 12 novembre arriva in Germania, si collega nuovamente a Internet. Quattro giorni dopo le analisi della polizia Scientifica dicono che è stato lui a lasciare sul cuscino insanguinato l’impronta di un pollice. La notizia fa il giro del mondo. Rudy capisce di essere braccato. Gli investigatori concentrano le indagini sui suoi amici, cercano attraverso loro di capire dove sia. Tre di loro lo hanno contattato in chat. Temono di essere coinvolti e così forniscono informazioni utili. Uno, alla fine accetta di fare da esca. È quel esca. È quello che con Rudy ha un legame più stretto. Domenica gli lascia un messaggio: «Dove sei?». La mattina dopo arriva la risposta: l’ivoriano è in un Internet point di Düsseldorf. Comincia a raccontare di sé. Dice che non ha soldi e a Milano ha dormito nei treni fermi in stazione. «Ora dormo in un barcone ancorato sul Reno», aggiunge. Spiega di avere paura, giura di essere innocente. Poi torna goliardico: «Sai perché mi chiamano il barone? Perché assomiglio a Byron, il campione di basket». Stacca, poi si ricollega. In alcuni momenti dice di essere disperato. L’amico comincia la trattativa per farlo rientrare. Lui rifiuta. Si decide allora di provare a convincerlo parlando direttamente. I poliziotti avviano il collegamento Skype. Rudy adesso appare più tranquillo. E alla fine accetta di salire sul treno. Cinque ore dopo è in manette nella stazione di polizia di Magonza.
Fiorenza Sarzanini
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estratto da qui
 
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angelo7878
view post Posted on 21/11/2007, 17:00





21 novembre 2007

Il padre del ragazzo arrestato in Germania: «non c'entra con la morte di meredith»

Rudy accetta l'estradizione

Sì al procedimento semplificato: entro due settimane dovrebbe essere in Italia


PERUGIA

Rudy Hermann Guede, il quarto uomo implicato nell’assassinio della studentessa inglese Meredith Kercher a Perugia, ha accettato il procedimento semplificato di estradizione verso l’Italia davanti al tribunale di prima istanza di Coblenza (ovest della Germania). Questo accelera la procedura di consegna dell’uomo ai pm di Perugia che stanno indagando sul caso. Secondo la procura tedesca, l’estradizione dovrebbe essere completata in dieci-quattordici giorni, a meno che non emergano ostacoli, come per esempio reati commessi in passato da Guede in Germania. La procura presenterà la richiesta di conferma dell’arresto di Guede all’Oberlandesgericht (il tribunale regionale superiore). In questo momento Guede si trova in carcere a Coblenza.

IL PADRE NATURALE: «E' INNOCENTE»

È fortemente scosso e rattristato il padre naturale di Rudy Hermann Guede, l'ivoriano arrestato in Germania per l'omicidio di Meredith Kercher e che si è dichiarato totalmente estraneao al delitto. È però d'altra parte sereno perché convinto dell'innocenza del figlio. L'uomo, insieme alla comunità della Costa d'Avorio a Perugia, ha incaricato gli avvocati Nicodemo Gentile e Walter Biscotti di difendere il figlio. La decisione è stata presa - hanno riferito i legali - d'intesa con l'ambasciata del Paese africano a Roma.

C'ERANO SOLO CONTATTI TELEFONICI

L'uomo, un trentanovenne che lavora nell'edilizia, non viveva più con il figlio da diverso tempo. Manteneva però con lui contatti telefonici. Ai legali incaricati ha detto di essere convinto che il figlio riuscirà a dimostrare la sua innocenza. Dell'arresto ha saputo dai mezzi d'informazione ma non ha avuto finora alcun contatto con lui. «Attendiamo di poter esaminare gli atti dell'inchiesta - ha detto l'avvocato Gentile - e poi valuteremo meglio la posizione del nostro assistito. Siamo comunque convinti che sia estraneo ai fatti contestati».
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estratto da qui
 
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angelo7878
view post Posted on 22/11/2007, 12:41






ECCO IL RACCONTO SCRITTO DALL'AMERICANA PER LA POLIZIA LA SERA PRIMA DI ENTRARE IN CARCERE

«Che cosa ha Raffaele da nascondere?»

Il memoriale di Amanda: «Il mio ragazzo mi accusa di aver detto cose che io so che non sono vere»

PERUGIA

Dopo l'arresto del quarto uomo, ora spunta un memoriale per mettere nero su bianco la sua ennesima versione su quanto accadde la notte in cui Meredith Kercher, la studentessa inglese sgozzata a Perugia all'inizio del mese, è stata uccisa. Il suo racconto, tre pagine e mezza scritte in inglese e poi tradotte in italiano, Amanda Knox, compagna di casa della vittima, lo fa la sera del 6 novembre, in questura, subito dopo aver saputo del fermo per omicidio, prima di entrare in carcere. Chiedendo poi che tutti i poliziotti leggano quanto ha da dire. Un racconto a volte confuso, contraddittorio rispetto alle versioni fornite precedentemente, in cui più volte la studentessa americana dice di essere «molto confusa», di ricordare poco e male. «A questo punto - scrive - la mia testa è piena di idee contrastanti e mi dispiace di essere incapace di gestirle». Dopo aver pianto e gridato per due ore, e anche cantato alcune canzoni dei Beatles, Amanda scrive: «C'è una cosa che dentro di me penso sia vera, ma c'è anche un'altra possibilità che potrebbe essere vera e, onestamente, non posso dire con certezza quale sia quella giusta. Sto cercando veramente di farlo perché ho paura per me stessa. So di non aver ucciso Meredith. Questo è quello che so per certo».

L'ASSASSINO

«Chi è il vero assassino? Questo è particolarmente importante perché non credo che io possa essere usata, in questo caso, come testimone che condanna». Quasi alla fine del suo memoriale, 3 pagine e mezza scritte in inglese e poi tradotte in italiano dagli inquirenti, Amanda Knox pone cinque domande agli investigatori prima di essere portata in carcere. «Nei flashback che sto avendo - scrive - vedo Patrick come l'assassino, ma il modo in cui la verità appare nella mia mente non c'è modo per me di appurarla, perché non ricordo con certezza se io fossi a casa mia quella notte». Poi cambia argomento e dice: «le domande che necessitano di una risposta, almeno per quello che penso io, sono molte. Perché Raffaele ha mentito (oppure, per voi) Raffaele ha mentito?; Perché penso a Patrick?; è affidabile la prova che io mi trovavo a quell'ora nel luogo del crimine? Se così è, che cosa dire dei miei ricordi? Sono affidabili?; Ci sono prove che condannano Patrick o un'altra persona?». E poi l'ultima: «Chi è il vero assassino?».

IL FIDANZATO

«Il mio ragazzo mi accusa di aver detto cose che io so che non sono vere. So di avergli detto che non dovevo lavorare quella notte. Ricordo quel momento molto chiaramente. Non gli ho mai chiesto di mentire per me. Questa è veramente una bugia». Così Amanda, nel suo memoriale, parla di Raffaele Sollecito, che tuttavia lei «non crede» abbia ucciso Meredith. «Ciò che non comprendo - scrive - è perché Raffaele, che è stato sempre così premuroso e gentile con me, dovrebbe mentire riguardo a questo. Che cosa ha Raffaele da nascondere? Non penso che abbia ucciso Meredith, ma penso che sia spaventato come me. Si è trovato in una situazione in cui non avrebbe mai pensato di trovarsi e forse sta tentando di trovare una via d'uscita prendendo le distante da me. Onestamente capisco che questa sia una situazione spaventosa». Amanda Knox ricostruisce poi ancora una volta la giornata del 1 novembre, cambiando nuovamente versione, almeno su alcuni particolari. Ad esempio quando parla della cena con il suo fidanzato. «Una delle cose di cui sono sicura che sono accadute la notte in cui Meredith è stata uccisa è che io e Raffaele abbiamo mangiato abbastanza tardi, penso circa alle 11, anche se non posso esserne certa perché non ho guardato l'orologio». E a proposito di quella sera aggiunge: «Dopo cena ho notato un po' di sangue sulla mano di Raffaele, ma ho avuto l'impressione che si trattasse di sangue proveniente dal pesce».

LA SERA DEL DELITTO

La sera dell'omicidio di Meredith sostiene Amanda nel memoriale, di essere stata a casa di Raffaele Sollecito ma non ricorda a fare cosa: «forse ho controllato la mia e mail, forse ho letto o studiato o forse ho fatto l'amore con lui», scrive nel suo memoriale, considerato dagli inquirenti alla stregua di 'dichiarazioni spontaneè. Nel documento Amanda dice di aver visto Meredith «giovedì 1 novembre per l'ultima volta a casa mia quando è uscita intorno alle 3 o le 4 del pomeriggio. Raffaele era con me in quel momento. Noi, io e Raffaele, siamo rimasti a casa un pò più a lungo e, verso le 5 di pomeriggio, siamo usciti per andare a vedere il film «Amelie» a casa sua. Dopo il film ho ricevuto un messaggio da Patrick (Lumumba - ndr), per il quale lavoro al pub "Le Chic'" Nel messaggio mi diceva che non era necessario che andassi a lavorare quella sera perchè non c'era nessuno. Adesso ricordo anche di avergli risposto con il messaggio: 'i vediamo. Buona serata!", e questo per me non significa che lo avrei incontrato immediatamente. In modo particolare perchè ho detto: "buona serata"».

CON RAFFAELE

«Ciò che è successo dopo non concorda con ciò che dice Raffaele, ma questo è quel che ricordo», prosegue la Knox. La studentessa americana, infatti, aggiunge: «Ho detto a Raffaele che non dovevo andare a lavorare e che potevo restare a casa la sera. Dopo questo credo che ci siamo un pò rilassati insieme nella sua stanza, forse ho controllato la mia e mail, forse ho letto o studiato o forse ho fatto l'amore con Raffaele. Infatti penso di aver fatto l'amore con lui». «Tuttavia ammetto - scrive ancora Amanda - che in questo lasso di tempo è tutto piuttosto strano perchè non sono del tutto sicura. Ho fumato della marijuana con lui e potrei essermi addormentata. Di queste cose non sono sicura e so che sono importanti sia per il caso che per aiutare me stessa ma, in realtà, non penso di aver fatto molto». «Una cosa che ricordo - continua - è che ho fatto la doccia con Raffaele, e questo potrebbe spiegare come abbiamo trascorso il tempo. In realtà non ricordo esattamente che giorno fosse, ma ricordo che abbiamo fatto la doccia e ci siamo lavati per parecchio tempo. Lui mi ha pulito le orecchie, mi ha asciugato e spazzolato i capelli». Nel memoriale Amanda aggiunge di essere sicura di aver cenato con Raffaele «abbastanza tardi, circa alle 11», e che «dopo aver mangiato Raffaele ha lavato i piatti, ma i tubi sotto il lavandino si sono rotti e l'acqua ha allagato il pavimento. Ma siccome non aveva un mocio ho detto che avremmo potuto pulirlo il giorno dopo perchè noi (Meredith, Laura, Filomena e io) abbiamo un mocio in casa. Ricordo che fosse abbastanza tardi perchè eravamo entrambi molto stanchi (sebbene non possa dire l'ora). La cosa successiva di cui mi ricordo è quando mi sono svegliata la mattina di venerdì 2 novembre attorno alle 10 e ho preso una busta di plastica per riportare i vestiti sporchi a casa mia. È stato allora che io sono arrivata a casa da sola e ho trovato la porta di casa spalancata e tutto questo ha avuto inizio».

LA CONFESSIONE

«Per quanto riguarda la "confessione"che io ho reso la scorsa notte, voglio chiarire che ho seri dubbi sulla verità delle mie dichiarazioni, perchè sono state rese sotto la pressione di stress, choc e perchè ero esausta» scrive ancora Amanda affermando anche che «non solo mi era stato detto che sarei stata arrestata e messa in prigione per 30 anni, ma sono stata anche colpita in testa quando non ricordavo correttamente un fatto». Secondo la studentessa americana dunque, «è stata proprio questa pressione, e dopo tutte le ore di confusione, che dalla mia mente sono venute fuori queste risposte». «Nella mia mente - dice - ho avuto dei flash in cui vedo Patrick in immagini confuse. Lo ho visto vicino al campetto di basket. Lo ho visto vicino alla porta di casa. Mi sono vista rannicchiata in cucina con le mani sopra le orecchie perchè nella mia testa ho sentito Meredith gridare, ma ho detto questo molte volte in modo da chiarirlo a me stessa». Tutte cose che, aggiunge, «mi sembrano irreali, come un sogno, e non sono sicura se siano realmente successe o siano soltanto dei sogni che la mia mente ha creato per tentare di rispondere alle domande che avevo in testa e alle domande che mi sono state poste». «Ma la verità - conclude - è che non sono certa della verità».
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estratto da qui
 
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angelo7878
view post Posted on 23/11/2007, 17:53




Nota mia:

E' INSORTA UNA DIFFICOLTA' NELLA PROCEDURA D'ESECUZIONE DEL MANDATO D'ARRESTO EUROPEO DI RUDY HERMANN GUEDE

IL TRIBUNALE DI PRIMO GRADO DI COBLENZA IN GERMANIA AVANZA LA RICHIESTA ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI PERUGIA DI SPECIFICARE SE IL NOSTRO ORDINAMENO PREVEDE - IN CASO DI CONDANNA ALL'ERGASTOLO - LA REVISIONE DELLA PENA SU RICHIESTA DEL CONDANNATO E, IN OGNI CASO, DOPO VENT'ANNI DI ESECUZIONE DELLA PENA O SE PREVEDE L'APPLICAZIONE DI MISURE DI CLEMENZA AFFINCHE' TALE CONDANNA NON SIA INTERAMENTE ESEGUITA.

In questo post, più sopra, s'è scritto di "procedimento semplificato d'estradizione"

è più preciso che il riferimento sia al "Mandato d'arresto europeo" e alla sua esecuzione da parte dello Stato aderente UE e responsabile dell'esecuzione

il Mandato d'Arresto Europeo (MAE) istituito da una Decisione Quadro del Consiglio Europeo del 2002 è stato recepito nel nostro ordinamento da una legge del 2005

richiede fra altri requisiti che l'autorità giudiziaria emittente del MAE specifichi in esso la detta previsione di revisione della pena

per il caso di Rudy Hermann Guede manca questa specificazione ora richiesta esplicitamente dal tribunale di primo grado di Coblenza chiamato a convalidare il MAE di Perugia

si resta in attesa, la procedura d'esecuzione del MAE è sospesa

considerazione e previsione mia:

il nostro codice di procedura penale non prevede la possibilità di una revisione della pena nel senso specificato dalla Decisione Quadro del Consiglio Europeo istitutiva del MAE né su richiesta del condannato all'ergastolo né per un automatismo allo scadere dei vent'anni di esecuzione della pena

si può prevedere che la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Perugia comunicherà al Tribunale di primo grado di Coblenza che nel corso dell'esecuzione della pena qualora fosse l'ergastolo verranno adottati uno o più provvedimenti di clemenza consentiti dalle leggi - ma non obbligatori - grazie ai quali l'eventuale ergastolo non sarà ergastolo di fatto ma una sua applicazione che ridurrà a venti-trenta gli anni effettivi di carcere

si può prevedere che la controparte tedesca tenga per buona e valida questa comunicazione dando seguito positivo all'esecuzione dal MAE contro Rudy Hermann Guede



 
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angelo7878
view post Posted on 24/11/2007, 18:36





Meredith uccisa con due coltelli
Gli inquirenti: in tre sulla scena del delitto


PERUGIA

24 novembre 2007

Meredith Kercher potrebbe esere stata uccisa con due coltelli. Svolta nei rilievi dell'autopsia eseguita sul corpo della ragazza inglese di 22 anni assassinata a Perugia il primo novembe scorso. Intanto spunta anche una ipotesi sul movente dell'omicidio nella chat di Rudy Guede, l'ivoriano arrestato in Germania: sarebbero scomparsi dei soldi dal cassetto della studentessa uccisa. Dall'autopsia eseguita sul corpo della ragazza è emerso che "le ferite non combaciano" e che quindi Mez potrebbe essere stata "uccisa con due coltelli".

In tre sulla scena del delitto. Colloca Amanda Knox, Raffaele Sollecito e Guede, tutti sulla scena del delitto quando è stata uccisa Meredith, la ricostruzione fatta finora degli inquirenti perugini che indagano sull'omicidio. Il ruolo di ciascuno è però ancora da chiarire, mentre più defilata viene considerata la posizione di Patrick Lumumbra Diya, l'unico degli indagati tornato in libertà. Un quadro che sarà ulteriormente definito sulla base dei risultati degli esami della polizia scientifica attesi nei prossimi giorni.

Da quelli consegnati finora al pm Giuliano Mignini emerge che su un fazzoletto di carta trovato all'esterno dell'abitazione dove è stata uccisa la studentessa sono state trovate tracce di Dna di persone risultate totalmente estranee all'omicidio. Accertamenti medico legali sono invece ancora in corso per stabilire se la Kercher abbia subito un tentativo di strangolamento prima di essere uccisa.

L'ipotesi che Meredith possa avere subito un tentativo di soffocamento prima di essere uccisa con una coltellata al collo è stata formulata dopo che sull'osso ioide del collo è stata trovata una lesione. Non è però escluso che questa possa essere stata provocata dalla stessa lama. I risultati finali degli accertamenti medico legali devono essere ancora depositati. Le cause e l'orario della morte di Meredith saranno inoltre al centro di un incidente probatorio in programma da lunedì prossimo davanti al gip di Perugia. I periti nominati dal giudice dovranno tra l'altro decidere se svolgere o meno una nuova autopsia.

Consulente Sollecito: pc attivo la notte del delitto. Secondo il consulente della difesa di Sollecito, la notte in cui è stata uccisa Meredith sul computer dello studente «c'è stata attività umana, anche verso internet, dalle 18 del primo novembre fino alle 5 del mattino successivo». I risultati sono contenuti in una relazione consegnata stamani in procura. Intanto appare sempre più probabile che potrebbe slittare a dopo l'udienza del tribunale del riesame, in programma venerdì prossimo, l'interrogatorio di Sollecito da parte del pubblico ministero Mignini. È stato lo stesso studente pugliese a chiedere di essere sentito.
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estratto da qui
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Rudy inchiodato dal Dna: violentò Meredith
Lui nega e insiste: «L'ha uccisa un italiano»


Nel tampone vaginale della ragazza tracce biologiche dell'ivoriano Meredith Kercher

PERUGIA

22 novembre 2007

Colpo di scena in serata nell'inchiesta sull'assassinio di Meredith Kercher: la prova del Dna ha confermato che Rudy Hermann Guede ha violentato Meredith la sera in cui la studentessa inglese è stata uccisa. ll Dna di Rudy Guede è stato raccolto dagli specialisti della polizia scientifica dallo spazzolino da denti del giovane ivoriano durante la perquisizione compiuta ieri l'altro nella sua abitazione di Perugia. Nel tardo pomeriggio di oggi è arrivata la risposta della comparazione tra il Dna del ragazzo e quel Dna parziale che era già stato rilevato nel corso dell'autopsia di Meredith e sul luogo del delitto. Precisamente, quel Dna parziale, che già si sapeva essere di un uomo e non corrispondere a Raffele Sollecito né a Patrick, era stato raccolto con un tampone vaginale.

Testimoniava un rapporto sessuale che era stato non completo e violento. Lo stesso Dna era sulla carta igienica del bagno. Ora è dunque confermato che Rudy costrinse quella sera ad un rapporto sessuale la giovane inglese prima della sua morte. L'impronta della sua mano insanguinata sul cuscino aveva già confermato la sua presenza nella stanza dopo la morte di Meredith.

Rudy nega: è stato un italiano. L'ivoriano ha finora negato qualunque responsabilità nella morte di Meredith. «C'era un italiano che non conosco che ha aggredito la ragazza, l'ha accoltellata e poi è scappato». Sono le parole che Rudy Hermann Guede avrebbe detto al giudice di Coblenza per sostenere di non aver ucciso Meredith Kercher la sera del 1 novembre nella casa di via della Pergola a Perugia. E' il racconto che il giovane ivoriano arrestato due giorni fa avrebbe fatto nel corso dell'udienza che doveva accertare formalmente la sua identità e che proprio per questo motivo non sarebbe stato verbalizzato.

Il giovane avrebbe comunque confermato di essere stato a casa della studentessa inglese la notte dell'omicidio. «Sono andato a casa di Meredith e siamo entrati insieme - avrebbe detto -. Appena entrato però mi è preso un attacco di mal di pancia e mentre ero in bagno ho sentito gridare». «C'era un giovane italiano che non conosco - avrebbe aggiunto - che ha aggredito la ragazza, l'ha accoltellata ed è scappato». Rudy avrebbe poi riferito di aver fatto un tentativo di salvare la studentessa inglese. «L'ho presa in braccio, ho cercato di rianimarla ma poi - conclude - preso dal panico sono scappato».

Un racconto simile l'ivoriano - anche se in alcuni particolari vi sarebbero delle contraddizioni - l'avrebbe fatto anche la notte prima dell'arresto, chattando con il suo amico che era negli uffici della squadra mobile perugina assieme agli investigatori che cercano di dare un volto all'assassino di Mez. Ma anche in quell'occasione Rudy avrebbe fornito almeno tre diverse versioni di quella notte. Dunque gli investigatori attendono di poterlo interrogare per avere un quadro più chiaro.

Era ossessionato dalle ragazze straniere E dall’Italia arriva un ritratto di Rudy: un ragazzo sregolato, dai modi gentili ma ossessionato dalle ragazze straniere. Lo racconta Roberto F., studente fuori sede all’università di Perugia che ha frequentato Rudy negli ultimi mesi. Fino alla notte dell’omicidio di Meredith. «Quel giorno si è presentato a casa mia alle cinque di mattina - racconta -. Credo che indossasse una maglia nera con il cappuccio. Era molto scosso. Chiedeva soldi, diceva che era questione di vita o morte. Gli ho dato dieci euro ma non ha voluto dirmi cosa fosse successo. Da quel momento è sparito, senza più rispondermi al cellulare». Roberto non ricorda se “la mattina dell’omicidio” sia quella precedente al ritrovamento del cadavere o quella seguente ma ricorda bene quel particolare inquietante. «Era ossessionato dalle donne. Cercava ragazze straniere, ci provava con tutte ma non rimorchiava mai - continua - era un po’ depresso, diceva che si sentiva diverso. Soffriva molto per questa situazione, così tanto che voleva andare in Svezia perché era convinto che lì sarebbe stato molto più facile trovarne una disponibile. Recentemente, mi aveva telefonato per dirmi che aveva dormito con una ragazza e che avevano sniffato insieme».

La decisione del giudice tedesco «Se il parere del giudice arriverà entro oggi - ha detto il portavoce Thomas Gruenewaldn - il procedimento Guede andrà all'ufficio del procuratore generale di Coblenza per la decisione finale sulla consegna all'Italia». La decisione del giudice, una donna, sul passo procedurale per arrivare alla vera e propria estradizione potrebbe essere già comunicata entro il primo pomeriggio. Intanto gli avvocati difensori hanno depositato l'istanza per chiedere un colloquio urgente con il giovane in carcere in Germania. Dovrà ora essere il tribunale tedesco a decidere se concederlo o meno. Se la risposta fosse affermativa partirebbe anche il padre del ragazzo.

Lumumba: «Non perdonerò mai Amanda» «Non penso che riuscirò mai a perdonare Amanda - ha detto Patrick Lumumba dopo la scarcerazione - Perché mi ha tirato dentro a questa storia? Non sono mai entrato nella casa di Meredith». Secondo il congolese, Amanda decise di implicarlo quando lui la incontrò un giorno prima che per lei e il suo ragazzo scattassero le manette. Patrick dice che incontrò la ragazza americana davanti all'università dopo che un professore gli aveva chiesto se conosceva una persona bilingue che potesse gestire le richieste di informazioni della stampa anglosassone giunta in forze a Perugia. «Le chiesi se fosse interessata. Lei disse no, sorridendo, e se ne andò per la sua strada», ha spiegato Lumumba.

Manifesti abusivi contro la droga Le foto di Amanda Konx e Rudy Guede sono comparsi su manifesti abusivi contro la droga firmati da Forza Nuova. I vigili urbani hanno provveduto alla rimozione.

Il cappellano: Amanda è triste «Non vede televisione e non legge giornali che parlano di lei, continua a scendere per l'ora d'aria, anche se in un orario diverso da quello delle altre ragazze, non è che stia barricata in cella sotto le coperte...». Lo ha raccontato il cappellano della sezione femminile del carcere di Perugia, don Saulo Scarabattoli, in un'intervista rilasciata a Repubblica Radio Tv. «Quando le ho parlato non mi sembrava arrabbiata - prosegue don Scarabattoli - semmai triste in alcuni momenti. Ma sulla prova decisiva del dna sul coltello mi ha detto "Va bene, però io sono innocente", quindi sarà compito della polizia dimostrare come sono avvenuti realmente i fatti».
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estratto da qui
 
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angelo7878
view post Posted on 25/11/2007, 15:51






25 novembre 2007

IL GIALLO DI PERUGIA

Ora anche i legali di Rudy si contraddicono

L'avvocato Gentile: «Con Meredith rapporto sessuale non violento». Il collega Biscotti: «Nessun rapporto sessuale»


PERUGIA

Dopo la girandola di testimonianze discordanti e di reciproche smentite tra i principali accusati dell'omicidio di Meredith, ora a contraddirsi sono anche i legali del cosiddetto «quarto uomo», l'ivoriano Rudy Hermann Guede.

La notte in cui Meredith è stata uccisa, Rudy ha avuto con lei un rapporto sessuale completo non violento, assicura l'avvocato Nicodemo Gentile nelle dichiarazioni raccolte domenica mattina dalle agenzie di stampa. Ma sempre domenica mattina, Walter Biscotti, il secondo dei tre legali arruolati dal padre naturale dell'ivoriano, di ritorno dal carcere tedesco in cui è rinchiuso il suo cliente, dà una versione esattamente opposta: tra Meredith e Rudy «non c'è stato alcun rapporto sessuale» racconta categorico ai microfoni di Agr (ascolta) in Germania.

Ma i punti di divergenza tra i due legali non si fermano qui. Nicodemo riferisce che Rudi «è in grado di riconoscere chi lo ha aggredito» la sera del delitto in casa della studentessa inglese, incastrandolo, e quindi «può fornire elementi per la sua identificazione». Di diverso avviso il collega Biscotti. Alla domanda: «E' vero che può riconoscere chi lo ha aggredito e poi è fuggito?», ha risposto: «Questo diventa complicato, lui ha visto una persona».
(a.mu.)
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estratto da qui
 
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angelo7878
view post Posted on 26/11/2007, 13:09






26/11/2007

Perugia: oggi
l'incidente probatorio


Rudy: «Riconoscerò
chi ha ucciso Mez»


Dovranno stabilire cause e circostanze della morte di Meredith Kercher, nonchè l'ora alla quale la studentessa inglese [...]

[...] ha cessato di vivere, i periti scelti dal gip di Perugia Claudia Matteini per l'incidente probatorio che comincerà questa mattina. L'esame medico legale si svolgerà in contraddittorio tra le parti e i risultati avranno il valore di prova in un eventuale processo. Gli esperti, Anna Aprile e Mariano Cingolani, oggi assumeranno formalmente l'incarico. Dovranno quindi stabilire se gli accertamenti possano essere svolti sulla base «degli atti e degli elementi» rilevati durante l'autopsia svolta il 4 novembre scorso o se sia necessario esaminare di nuovo la salma che si trova in Inghilterra. Per questo la famiglia di Meredith ha scelto di non procedere alla sepoltura per evitare una eventuale riesumazione.
All'udienza davanti al gip parteciperanno i legali di tutti gli indagati: Raffaele Sollecito, Amanda Knox, Rudy Hermann Guede e Patrick Lumumba Diya. Erano stati proprio i difensori del musicista congolese, l'unico tornato in libertà, a chiedere l'accertamento tecnico. Alla richiesta di incidente probatorio - nel quale si dovrà tra l'altro accertare anche quanto tempo sia passato tra il ferimento della giovane al collo e la morte - aveva espresso parere negativo il pm.
Attraverso il suo avvocato, intanto, l'ivoriano Rudy Hermann Guende, ha ammesso che la notte in cui Meredith è stata uccisa, ha avuto con lei un rapporto sessuale completo. Ha però negato qualsiasi violenza sessuale. Dopo avere trovato Meredith Kercher in camera sua accoltellata alla gola, Rudy non chiamò i soccorsi «perchè si trovava in una situazione disperata», con la giovane «in braccio, morente». «Circostanze esterne - ha spiegato il legale Walter Biscotti - lo hanno indotto a fuggire immediatamente». Guede, che dovrebbe essere estradato dalla Germania, dove è stato arrestato, avrebbe visto fuggire da casa di Mez un italiano, «un ragazzo più basso di lui». «Avere raccolto forse l'ultima parola di Meredith - ha detto ancora Biscotti - diventa il cuore e il centro della nostra strategia difensiva». Ma c'è di più Rudy avrebbe detto di poter riconoscere l'assassino di Mez, non lo conosce ma potrebbe identificarlo.
Nel frattempo Lumumba ha rivelato al Mail on Sunday e al Sunday Mirror: Amanda Fox era gelosa della popolarità di chiunque insidiasse il suo primato di ape regina «e questo valeva anche nei confronti di Meredith», mentre la decisione di licenziarla dal posto di cameriera del bar Le Chic spiega perché, a suo avviso, la giovane americana abbia deciso di coinvolgerlo nella morte della studentessa inglese. La decisione di licenziare Amanda fu presa perchè Knox lavorava poco e faceva avances ai clienti: «Ce l'aveva e voleva vendicarsi. Mi odiava. Ma non penso sia malvagia, per esserlo, hai bisogno di un'anima. Amanda non ce l'ha. È vuota. È un'attrice, cambia le sue emozioni in un istante».
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estratto da qui
 
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angelo7878
view post Posted on 30/11/2007, 12:45







In corso l'udienza di Raffaele Sollecito

Omicidio Meredith, Amanda: ''sono innocente''

Si difende così la studentessa americana accusata del delitto di Perugia. Il tribunale del riesame ogggi deciderà sul ricorso alla convalida del fermo presentato dai tre indagati. Inamissibile quello di Lumunba essendo tornato in libertà da 15 giorni

Perugia

30 novembre 2007 ore 11,30

(Adnkronos)

''Sono innocente''. Amanda Knox si difende così davanti ai giudici del tribunale del Riesame che oggi dovranno decidere sui ricorsi presentati dai suoi difensori e da quelli di Raffaele Sollecito e Patrick Dija Lumumba contro l'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip di Perugia Claudia Matteini.

La studentessa statunitense accusata dell'omicidio della coinquilina inglese Meredith Kercher, tranquilla davanti ai giudici, ha ribadito la sua estraneità al delitto e nell'arco di tempo in cui è stata in aula non ha incontrato il suo ex fidanzato Raffaele Sollecito di cui è ora in corso l'udienza.

Lo studente pugliese e l'ex fidanzata, reclusi nel carcere perugino di Capanne dal 6 novembre scorso, sono arrivati a Palazzo di Giustizia a bordo di due diversi furgoni della polizia penitenziaria.

Il tribunale del riesame intanto ha già giudicato inamissibile l'istanza presentata dai legali di Lumuba, dato che il congolese proprietario del pub 'Le Chic' è già tornato libero da una quindicina di giorni su richiesta dello stesso pubblico ministero titolare delle indagini, Giuliano Mignini. Gli avvocati Carlo Pacelli e Giuseppe Sereni hanno comunque depositato una memoria nella quale chiedono al pm l'archiviazione dell'indagine per il congolese che, sin dal primo momento, si è sempre dichiarato estraneo ai fatti e ha affermato di aver trascorso la sera del delitto all'interno del suo pub nel centro storico di Perugia.
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estratto da qui
 
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angelo7878
view post Posted on 1/12/2007, 16:30






01/12/2007 ore 12:12


Amanda e Raffaele restano in carcere

PERUGIA

Restano in carcere Raffaele Sollecito e Amanda Knox, entrambi arrestati per l'omicidio di Meredith Kercher. Lo ha deciso il tribunale del riesame di Perugia. La decisione del Tribunale del riesame e' stata depositata in cancelleria pochi minuti fa. I giudici l'hanno resa nota con un dispositivo di poche righe nel quale si legge che si rigettano i ricorsi presentati dai difensori di Raffaele Sollecito e Amanda Knox contro il provvedimento del Gip con il quale e' stata disposta la custodia cautelare in carcere nei confronti dei due. E' stata cosi' accolta la richiesta del pubblico ministero Giuliano Mignini. Le motivazioni saranno depositate nei prossimi giorni.

Il tribunale del riesame ''ha accolto completamente le richieste della Procura della Repubblica'': lo ha detto il pubblico ministero Giuliano Mignini lasciando il palazzo di Giustizia di Perugia. Il magistrato, che sta coordinando le indagini della polizia sull'omicidio di Meredith Kercher, ha definito quello di oggi un passaggio difficile. ''Siamo sereni - ha aggiunto Mignini - e ora possiamo continuare a lavorare con serenita'''. Il Pm ha quindi sottolineato la validita' del lavoro svolto dalla squadra mobile di Perugia, dalla Polizia postale e dalla scientifica. Il magistrato ha atteso il deposito del provvedimento del riesame nel suo ufficio della Procura di Perugia insieme agli inquirenti.

AMANDA IN DIARIO CELLA TIRA IN BALLO RAFFAELE

In cella dal 6 novembre scorso, Amanda Knox ha riempito pagine e pagine di appunti su una cinquantina di fogli grandi a righe, alternando ricordi, poesie e testi di canzoni. Una sorta di diario al quale ha dato un titolo in italiano (''la mia prigione'') e in cui la studentessa americana avanza dubbi sul fidanzato Raffaele Sollecito, arrestato assieme a lei per l'omicidio di Meredith Kercher. Amanda - secondo quanto si e' appreso - scrive di essere innocente: la sera del delitto l'avrebbe passata a casa di Raffaele dove avrebbe fumato marijuana e si sarebbe addormentata. Afferma dunque di non ricordare nulla, a meno che - ed e' questa l'ipotesi accusatoria avanzata dalla studentessa americana - non sia stato Sollecito, mentre lei dormiva, ad andare a casa di Meredith, a violentarla e ad ucciderla. Poi - ipotizza sempre Amanda nel suo diario in cella - Raffaele potrebbe esser tornato indietro con il coltello su cui non e' escluso che abbia impresso le impronte di Amanda mentre lei dormiva, lo abbia lavato e poi rimesso al suo posto. Ma se cosi' fosse - scrive ancora la giovane - non si capisce perche' Raffaele l'abbia fatto.
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estratto da qui
 
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angelo7878
view post Posted on 3/12/2007, 17:15






Forse il 21enne sarà in Italia già alla fine della settimana

Omicidio Meredith, autorizzata l'estradizione di Guede


Il via libera delle autorità tedesche è arrivato dopo il sì della magistratura di Perugia alla concessione della libertà condizionata dopo 20 anni di carcere in caso di una sua condanna all'ergastolo. Domani l'ivoriano incontrerà il padre nel penitenziario di Schifferstadt dove è detenuto


Berlino

3 dicembre 2007

(Adnkronos/Ign)

Le autorità tedesche hanno autorizzato l'estradizione di Rudy Hermann Guede, accusato dalla magistratura di Perugia di essere coinvolto con l'omicidio di Meredith Kercher.

Il procuratore di Coblenza ha reso nota l'autorizzazione all'estradizione di Guede condizionata all'impegno delle autorità italiane alla concessione della libertà condizionata dopo 20 anni di carcere in caso di una sua condanna all'ergastolo. Secondo quanto precisa l'agenzia di stampa tedesca 'Dpa', citando il procuratore tedesco Norbert Weise, la magistratura di Perugia ha acconsentito a questa richiesta.

Guede, che dal 20 novembre è detenuto nel carcere minorile di Schifferstadt e ha sempre negato di aver assassinato Meredith, potrebbe arrivare in Italia già alla fine di questa settimana.

Il 20enne ivoriano incontrerà domani il padre, Roger Guede, e uno sei suoi legali, l'avvocato Nicodemo Gentile, partiti oggi pomeriggio per la Germania. L'avvocato Gentile ha comunicato che ''non saranno rilasciate dichiarazioni in merito al contenuto del colloquio'' e ha annunciato la volontà di chiedere il silenzio stampa ''per rispetto della funzione dei difensori ma soprattutto della vicenda, nonché di tutti i soggetti coinvolti''. In merito all'incontro con il suo assistito, il legale terrà un incontro con la stampa mercoledì mattina alle 12.00, presso il suo studio di Perugia.
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estratto da qui
 
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62 replies since 5/11/2007, 12:35   1277 views
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