Perugia - L'omicidio di Meredith Kercher - Parlano in Corte d'Assise i genitori e, la sorella - la madre: "è terribile mandare una figlia a studiare e non vederla ritornare più

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angelo7878
view post Posted on 7/12/2007, 15:56






7/12/2007 ore 14:9

IL GIALLO DI PERUGIA

Perugia, Rudy racconta la sua verità

Particolari importanti sul delitto di Meredith potrebbero emergere
dal racconto del giovane ivoriano


PERUGIA

È cominciato intorno alle 10 l’interrogatorio di Rudy Hermann Guede, l’ivoriano estradato dalla Germania e a conoscenza di molti particolari che potrebbero offrire una svolta all’enigma che avvolge le ultime ore di Meredith. Intorno alle 13 il Pm Giuliano Mignini ha lasciato il carcere di Capanne su un’auto della Polizia di Stato condotta dal capo della squadra mobile, Domenico Giacinto Profazio.

Ma è probabile che l’interrogatorio dell’ivoriano continui nel pomeriggio dal momento che il gip Claudia Matteini non si allontanato dall’ istituto penitenziario. Questa mattina il padre di Raffaele Sollecito, Franco, si è intanto recato in visita al figlio. Prima di entrare si è fermato a parlare con i giornalisti spiegando di attendere con fiducia le dichiarazioni dell’ivoriano e di non temere alcuna ripercussione sulla posizione del figlio.

Nel ribadire che «Raffaele legge, scrive e sta pensando alla sua tesi» il padre del giovane laureando barese, in carcere dal 6 novembre scorso, ha evidenziato che il figlio ieri «non ha parlato con il Pm perchè quello che aveva da dire lo ha già detto al Tribunale del Riesame». «Quello che è importante ora - ha aggiunto - è farlo laureare a gennaio e stiamo aspettando l’autorizzazione dell’università affinchè ciò possa avvenire».
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estratto da qui
 
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angelo7878
view post Posted on 9/12/2007, 16:16






ESCLUSIVO / IL GIALLO DI PERUGIA

"Io, Amanda e Meredith"

Ecco il diario di Sollecito

Pubblichiamo per intero il memoriale che Raffaele Sollecito ha scritto in cella dal giorno dell'arresto. "Di Aamanda non mi fido più: mente, anzi forse mi ha messo le corna...". "Le facce mi fissano: assassino!"

NEL GIORNO in cui il giallo di Meredith poteva uscire dalle nebbie, con le otto ore di interrogatorio di Rudy Guede, il nostro giornale propone in esclusiva l’intero memoriale che Raffaele Sollecito ha scritto in carcere. Lo studente, che s’è sempre proclamato innocente, è in cella dal 6 novembre con l’accusa di aver violentato e ucciso Mez assieme alla fidanzata Amanda Knox e al cestista ivoriano. Raffaele inizia a scrivere il giorno dopo l’arresto, ancora in cella di isolamento. Riempie 40 fogli di un quaderno a righe. Sulla prima pagina annota Carcere di Perugia, appunti di viaggio: un viaggio «all’inferno», dirà. Nella prima parte ricostruisce gli spostamenti suoi e di Amanda la sera del delitto, riproponendo tutti i «non ricordo» che avevano già caratterizzato gli interrogatori in questura. Poi, pian piano, inizia a commentare le novità investigative che emergono. Ipotizza, per esempio, che l’ex fidanzata di Seattle sia andata la mattina dopo il delitto con un amico argentino in una lavanderia per lavare delle Nike (all’inizio si era pensato che in lavanderia potesse essere andato l’assassino). I suoi dubbi si fanno più acuti quando dalle indagini emerge che sul suo coltello da cucina sono stati trovati i Dna di Amanda e Mez. Così azzarda che le tracce vi siano finite quando aveva ‘punto’ la studentessa inglese mentre cucinava (ma lei non è mai andata a casa di Raffaele). Oppure «che Amanda mi abbia fregato il coltello per darlo a chi ha ammazzato Meredith». Nel diario, Raffaele commenta le lettere degli amici, i colloqui con gli agenti di polizia penitenziaria e i contatti con altri detenuti. E alla fine si interroga sulla sinistra celebrità che sta vivendo: «Diventare famoso per una tragedia. È molto triste».

Erika Pontini

7-11-2007

Caro papà e sorellona principalmente e a tutti quelli che leggeranno queste righe.
Ti scrivo da una cella d’isolamento umida e fredda, ci sono spioncini in ogni angolo da dove gli agenti possono guardare anche mentre fai i bisogni nel bagno. Il letto è fatto di spugna industriale, la televisione non si può utilizzare, il bagno è sporchissimo e sto facendo richiesta che lo vengano a pulire. Oggi ho avuto una coperta in più e quindi, almeno quando dormo, sto al caldo. Fuori dalla finestra c’è un burrone di cemento armato e dopo uno spiazzo enorme completamente vuoto c’è la guardia armata sulla torre di avvistamento. In mezzo a questo triste e deprimente panorama globale, sull’orizzonte si vede una casetta montanara. Bene, quella casetta lontana in mezzo alla pianura mi strappa un timido sorriso di speranza.


Non so se è giusto che debba pagare così tanto per non riuscire a focalizzare i momenti nel tempo durante il 1° novembre, ma dopo questa esperienza, credimi, non toccherò mai più canna in vita mia. Mentre ti scrivo c’è un duetto di marocchini (presumibilmente) che parlano una lingua incomprensibile e bussano sul muro della mia cella. Continuano a lamentarsi anche perché hanno bisogno di una dose di eroina. Non voglio rispondergli, non ci tengo.


In questura mi hanno torturato psicologicamente, mi hanno messo in manette e mi hanno fatto denudare davanti alla scientifica, ero persino scalzo. Non gli posso nemmeno dare colpa, data la mia coglionaggine, Per il fatto che fumo cannabis dimentico persino quello che ho mangiato e anche perché mi porto dietro un coltello per segnare i tavoli e gli alberi e lo porto talmente spesso che me lo porto anche in questura.


Ti scrivo la ricostruzione dei fatti. Partiamo dal 31 ottobre, giorno in cui sono andato alla laurea di Francesco (...) e sono stato a casa di Paolo (...) e successivamente mi sono incontrato con Amanda. Ho passato la giornata con lei cenando e poi lei è andata in centro dipingendosi la faccia da gattina. Io sono uscito successivamente dipingendomi la faccia facendo una figura astratta. Ho fatto una passeggiata in centro e dopo mi sono incontrato nuovamente con Amanda. Da lì siamo tornati a casa subito e abbiamo passato la notte a guardare un film.
La mattina ci siamo alzati intorno alle 10-11 e io volevo dormire ancora, così Amanda è andata a casa sua dicendo che mi avrebbe aspettato per pranzare. Io l’ho raggiunta intorno alle 14 e lì c’era anche Meredith, quella povera ragazza, che aveva detto che aveva già mangiato. Quindi ho preparato il pranzo per entrambi, lei si è messa a suonare la chitarra e intanto Meredith si preparava per uscire.

La cosa simpatica che ricordo è che Meredith indossava un paio di jeans da uomo che erano del suo ex ragazzo in Inghilterra. Uscì frettolosamente verso le 16 non dicendo dove andava. Intanto io e Amanda ci siamo trattenuti lì fino alle 18 circa e abbiamo cominciato a fumare cannabis.


Da questo momento vengono i miei problemi, perché ho ricordi confusi. Per prima cosa io e Amanda siamo andati in centro da piazza Grimana a corso Vannucci passando da dietro l’università per stranieri e finendo in piazza Morlacchi (facciamo sempre quella strada), poi non ricordo ma presumibilmente abbiamo fatto la spesa. Siamo tornati a casa mia intorno alle 20-20,30 e lì io ho fatto un’altra canna e visto che era festa mi sono preso tutto con estrema tranquillità, senza la minima intenzione di uscire visto che fuori faceva freddo.


Non mi ricordo praticamente a che ora ho mangiato, ma sicuramente ho mangiato e Amanda ha mangiato con me. Le domande degli agenti della squadra mobile mi hanno fatto ricordare che quel giorno il tubo dell’acqua sotto al lavello si era sganciato e la cosa mi insospettisce molto, visto che non è possibile che si stacchi da solo, comunque sta di fatto che mi ha allagato mezza casa.


Mi ricordo che ho navigato in internet per un po’, forse ho visto un film e poi che tu mi hai chiamato a casa o che comunque mi hai mandato un messaggio di buonanotte. Mi ricordo che era giovedì, quindi Amanda doveva andare al pub dove lavora di solito, ma non mi ricordo quanto tempo si è assentata e ricordo che successivamente mi aveva detto che il pub era chiuso (ho dei forti dubbi riguardo al fatto che si sia assentata). Mi sto sforzando di ricordare altri particolari ma sono tutti confusi. Un’altra cosa di cui posso essere certo è che Amanda quella notte ha dormito con me.


La mattina Amanda si è svegliata prima di me e io non ce la facevo ad alzarmi, quindi sono rimasto a dormire mentre lei è andata a farsi una doccia a casa sua. Non mi ricordo se ho fatto colazione prima o dopo che Amanda è tornata a casa mia. Non mi ricordo come era vestita il giorno 1, ma sono certo che lei si fosse cambiata e che aveva messo la gonna bianca e le sue solite scarpe nere da trekking. Era pulita e mi aveva portato un mocio Vileda per aiutarmi ad asciugare per terra vicino al lavandino. La sera prima avevo messo solo delle pezze per terra e non bastavano. Dopo che ho pulito per terra e forse ho fatto colazione intorno alle 11,30-12 mi sono cambiato e siamo usciti.


Lei intanto mi aveva parlato del fatto che aveva trovato qualcosa di strano a casa sua. cioè che aveva trovato la porta di ingresso aperta, delle feci nel bagno delle ragazze italiane e del sangue nel bagno loro. Mentre scendevamo da corso Garibaldi mi aveva espressamente richiesto di andare a vedere in casa sua cosa succedeva. Gli investigatori mi hanno chiesto se lei mi aveva detto di riferire qualcosa ma (purtroppo. dico adesso) non è così: tutto quello che ho detto l’ho fatto di mia spontanea volontà.


Appena arrivati in casa ho riposto il mocio nell’ingresso e mi sono diretto nelle altre stanze per vedere che diavolo era successo. Quei momenti li ricordo bene perché ero agitato e allarmato. Mi sembra di aver visto che Amanda prendeva il secchio del mocio e lo portava in un’altra stanza (dal testo non si evince, ma evidentemente il mocio è stato riportato a casa di Meredith e Amanda). Per prima cosa ho notato che la camera di Filomena (chiamata Molli) aveva la porta spalancata. Ah, dimenticavo, Amanda ha aperto la casa con le chiavi (cosa che mi hanno ripetutamente chiesto visto che lei mi aveva detto che aveva trovato la porta di ingresso spalancata quando era entrata).


Dicevamo che la camera di Filomena era completamente in disordine: vetri rotti per terra e la camera sottosopra, c’era un casino assurdo. La finestra era rotta sul lato sinistro ed era aperta. Andando avanti ho notato che la camera di Meredith era chiusa a chiave e che nel bagno c’erano macchie di sangue sul lavello e per terra sul tappetino e il resto del bagno era pulito. Le macchie sul tappetino erano diluite da acqua. Tornando indietro ho pensato di accedere alla camera di Meredith dalla finestra e cercavo dove fosse; dopo ho scoperto che l’unico accesso alla finestra aveva un’altezza improponibile e così ci ho ripensato. Intanto Amanda stava cercando di accedere alla finestra scavalcando la ringhiera e io l’ho fermata, siccome lei fa climbing voleva provare a fare qualcosa che secondo me è assurdo. Lei poi ha cercato di bussare ripetutamente alla porta gridando il nome di Meredith (la porta della camera, ovviamente) perché pensava che Meredith stava dormendo.


Intanto gironzolavo per la casa e consigliavo ad Amanda di chiamare le amiche, Filomena, Laura, Meredith. Così lei, dopo che lo fece, mi disse che Laura era a Viterbo, Filomena era con il ragazzo e sarebbe arrivata più tardi e infine Meredith non rispondeva. Facciamo un giro in casa e Amanda si spaventa e mi salta addosso perché mi dice che nel cesso la cacca non c’era più in quanto presumibilmente prima, quando era a farsi la doccia, aveva visto che nel bagno c’era una cacca e nessuno aveva tirato l’acqua. Io mi affaccio e intravedo il riflesso dell’acqua sporgendomi e non vedendo la cacca do per buono quello che mi diceva Amanda.


Alla fine penso che l’unica cosa da fare era sfondare la porta della stanza di Meredith. Ci provo, ma non ci riesco, allora chiamo al cellulare mia sorella e lei mi dice di chiamare il 112. Lo chiamo e lascio il nominativo di Amanda più i suoi recapiti e tento di spiegare sommariamente la situazione. Dicono che mi avrebbero richiamato. Ci fermiamo ad aspettare fuori e improvvisamente si presentano due tipi e ci dicono di essere la polizia postale che cercava Filomena, in quanto avevano trovato due cellulari e uno dei numeri apparteneva a Filomena. Ad Amanda viene in mente che quei cellulari erano di Meredith e io prego il poliziotto di sfondare la porta.


Inizialmente il poliziotto si rifiuta per violazione alla privacy, ma dopo che sono arrivati Filomena, il ragazzo e i rispettivi amici, si è convinto a sfondare la porta. Mentre erano lì che guardavano che cosa c’era lì dentro cominciano a urlare: «Oddio! Un piede! Sangue!». E si girano terrorizzati. A quel punto mi allontano e prendo Amanda e la porto via. Ci fermiamo fuori e di lì il casino.


Oggi mi ha interrogato il giudice e diceva che ho dato tre dichiarazioni differenti, ma l’unica differenza che trovo è che ho detto che Amanda mi ha indotto a dire cazzate nella seconda versione e che quella era uscita per andare al bar dove lavorava, Le Chic. Ma non mi ricordo esattamente se sia uscita o meno per andare a quel pub e di conseguenza non mi ricordo quanto tempo si sia assentata. Qual è tutto ’sto problema? Non mi ricordo questo per loro importante particolare, quindi non mi rompessero e facessero le indagini su di lei. Ho cercato di aiutarli nelle indagini cercando di ricordare e adesso me la prendo in quel posto, meglio se non facevo nulla e mi limitavo a dire che era rimasta a casa mia e mi sarei risparmiato tante agitazioni. Parliamo di altro che è meglio...
Forse domani ti vedrò, almeno così ha detto Tiziano (Tedeschi, l’avvocato, ndr) che ho visto oggi e che mi ha difeso di fronte al giudice. Sono contento almeno per questo. Oggi mi hanno tolto la totale censura e quindi posso guardare la tv... almeno il tempo passa visto che non posso fare praticamente niente. Ma, a parte i soliti cartoni, mi annoia. In questo momento penso a Vanessa (la sorella, ndr), vorrei che leggesse anche lei questa lettera. Mi dispiace molto per tutto questo casino e aver coinvolto anche lei indirettamente per la sua carica (è sottotenente dei carabinieri, ndr): non riesco a immaginare che cosa sta passando adesso. Mi dispiace tanto, Vane, non volevo che ti trovavi in questa situazione, ti prego perdonami. Ti voglio tanto bene. Adesso posso dire che ho capito che significa farsi una passeggiata all’inferno e prego Dio che non mi accada più, anzi spero nel buon cuore del giudice. Quelli della squadra mobile, che Dio li fulmini!... No, scherzo, ma è difficile essere comprensivo dopo tutto quello che mi hanno fatto passare: mi vogliono dipingere come il genio informatico del crimine... Ma, ah ah ah, certo un genio che si fa trovare in questura con le scarpe con cui ha commesso il crimine e con il coltello con cui ha sgozzato la vittima in tasca... un genio!!! Non c’è che dire un vero Einstein! (Raffaele impreca contro la polizia). E dovrei sforzarmi di aiutarli? Basta, meglio stare calmi. Adesso vado a dormire, spero di rivedervi presto. Un abbraccio forte forte.


11/11/2007

Mi sono svegliato da poco. Ieri ho visto papà, zio Giuseppe e Mara. Sono contento che papà mi è vicino e anche zio non me lo aspettavo che sarebbe venuto, mi ha fatto molto piacere. Mi hanno dato la roba pulita e mi hanno fatto capire che lì fuori sono tutti dalla mia parte. Tutto ciò mi dà molta forza. Piuttosto ho avuto informazioni sul fatto che la mattina di venerdì, quando sono rimasto a dormire e Amanda è andata a farsi la doccia a casa sua, lei sia andata anche con un tipo argentino, (...) suppongo, in una lavanderia e che questo qui ha infilato nella lavatrice della roba tra cui delle scarpe Nike color blu...


Tutto ciò mi fa perdere totalmente la fiducia in Amanda dopo che continua a mentire... Voglio dire, io la conosco poco, ma anche se non mi sembra affatto capace di ammazzare qualcuno può essere capace di mentire per nascondere il fatto che lei è in rapporti con gente poco raccomandabile. Anzi comincio a pensare che mi ha cornificato e mi ha nascosto l’impossibile. Ma chi se ne frega, io sono sincero e non farò mai una cosa simile perché non mi abbasso a certe meschinità; se sto con una persona vuol dire che mi piace e se non mi va più di starci, cambio. Non c’è bisogno di scappatelle; non mi piace mentire, né a me stesso né agli altri.


Ho fatto amicizia con un rumeno simpatico che mi ha aiutato i primi giorni in quanto non ho sapone, buste per l’immondizia, ecc. Un bravo ragazzo, direi, vista la disponibilità. Poi sento che ha tentato di fare una rapina e aveva un giro di prostituzione. E rifletto di come un uomo possa fare certe cazzate assurde e magari cambiare, forse, spero. Poi l’altro giorno una guardia, mentre mi riaccompagnava in cella, mi chiede: «Ti piace la vita in carcere?». E io mi giro con rabbia nel cuore, che non ho manifestato se non con il mio sguardo, e nella mia mente pensavo: «Questo ha voglia di prendermi per i fondelli». Così gli rispondo «sì, certo, il c...!!!» per dirgli di smetterla. Ma lui rimane in silenzio e poi mi dice: «Allora per te non è male la vita qui». E io: «Guarda che intendevo il contrario. Ma tu veramente vorresti dire che esiste qualcuno a cui piace la vita in carcere?». E lui «Sì, certamente».

A quel punto tutte le mie certezze e i pensieri crollano come una piramide di carta fatta male e mi viene in mente che esistono persone che non hanno nemmeno una casa e del cibo. E gli rispondo: «Ma intendi gente che non aveva una casa?». E lui: «Sì». E io: «Scusami tanto». E lui: «No, figurati, sono io che non mi sono spiegato bene, non volevo sfotterti».


Questa breve discussione mi ha aperto gli occhi. Io sono abituato ad avere la casa sempre pulita, il termosifone caldissimo quando fa freddo, un letto caldissimo, una automobile da favola, mangiare il meglio del meglio, avere il computer più performato del mercato e una famiglia che mi ama... C’è gente che non ha niente. E un letto di spugna sudicio, un bagno piccolissimo con l’acqua calda, un termosifone che funziona solo poche ore al giorno, due coperte, una televisione da 13’’ e qualcosa da mangiare, può essere davvero oro che cola...


Ho cercato e cerco di ripagare la mia vita di quello che mi ha dato, ma mi accorgo che non è mai abbastanza e dovrò lavorare ancora sodo per far qualcosa per gli altri e per me stesso. Per il momento passo il tempo a cercare di parlare con medici, psicologi, educatori, guardie, capitani, persino con la psichiatra (una tipa niente male) e poi guardo la televisione e scrivo, vorrei cominciare a leggere... vorrei un computer... magari... il massimo sarebbe una playstation portable o un nintendo... Sì, certo, se mi lasciano usare una cosa del genere in carcere vuol dire che l’Italia è alla frutta!!!


Questi giorni ero parecchio ansioso e nervoso, ma vedere mio padre che mi dice «non ti preoccupare, ti tiriamo fuori» mi fa stare meglio. Le mie effettive preoccupazioni adesso sono due: una deriva dal fatto che, se Amanda quella notte è rimasta tutta la notte con me potremmo (ed è un’ipotesi molto remota) aver fatto l’amore tutta la sera e la notte ed esserci fermati solo per mangiare... sarebbe un bel casino perché non ci sarebbero collegamenti a server in quelle ore da parte del mio computer... La seconda è che Amanda mi abbia fregato il coltello per darglielo al figlio di puttana che ha ammazzato Meredith... anche questa ipotesi è un po’ da fantascienza, ma possibile, quindi non sto tranquillo... Mi dici che sul coltello non ci sono tracce di sangue, quindi sto molto più tranquillo... Non vedo l’ora che escano i risultati della scientifica di Roma.

12/11/2007

I fatti stanno prendendo il loro corso e pian piano mi sto accorgendo che secondo il fatto per cui tu, papà, quella notte mi hai mandato un messaggio di buonanotte e anche per il fatto che la prima dichiarazione fatta da me dicevo che Amanda era stata tutta la notte con me, devo dire che al 90% ho detto la grossa cavolata nella mia seconda dichiarazione. E cioè:
1 il fatto che Amanda mi ha indotto a dire qualcosa è una cazzata e l’ho ribadito più e più volte sia al giudice che alla squadra mobile;
2 ricostruendo mi sto rendendo conto che effettivamente Amanda è molto probabile che è stata tutta la notte con me, non assentandosi mai. E io di certo non sarò quello che mente per aiutare nelle indagini e mette gratuitamente nei guai tutti. Anzi, per me sarebbe favoloso se Amanda non ha fatto nulla, in quanto diventa impossibile che trovino qualsiasi traccia sulla mia scarpa e sul mio coltello e questa storia andrà a lieto fine per me e per voi...


Voi direte che non è un lieto fine per Meredith. Ma in questi momenti mi viene di essere un po’ egoista in quanto l’errore non è mio, ma il problema è che non si trova ancora una soluzione al caso... Mi rendo conto che se siamo finiti tutti in carcere è anche colpa della mia leggerezza riguardo ai fatti di quella sera e anche che ci siamo fumati (io e Amanda) parecchi spinelli. E mi dispiace tanto. Appena sarò fuori vorrei fare le mie scuse più grosse e sentite ai genitori di Amanda, che sono totalmente distrutti e sconvolti. Mi dispiace tantissimo per tutto ciò, perdonami papà e perdonami Vanessa, ho vissuto con estrema leggerezza una situazione che non potevo credere reale, mai l’avrei creduto e non posso perdonarmelo.


Sto cercando di ammazzare il tempo e intanto sento le voci e le grida dei galeotti che giocano a biliardino, suppongo, anche se non l’ho mai visto. Ascolto e penso, penso intensamente a tutto ciò che mi è capitato e che mi circonda... Il mio cervello in questi giorni mi sembra una macchina inarrestabile che cerca di ricollegare e immaginare... Poi mi fermo per non impazzire e penso ai miei amici che sono là fuori e a quello che pensano...
Penso ai miei fratelli di Giovinazzo che si staranno preoccupando e penso a Vito (...) che starà soffrendo molto, penso poi agli amici del collegio che staranno pensando «quel pazzo si è ficcato in una storia assurda»; penso ai miei compagni di università, Tozzo, Urte, Riccardo, Lucio, in particolare i primi due diranno «chissà che avrà detto per ritrovarsi in un casino simile».

Penso ai miei compagni degli allenamenti che saranno tutti sconvolti... Penso e mi sento in colpa... Sto pagando per la mia superficialità. Questa volta vorrà dire che pagherò fino all’ultimo centesimo.


13/11/2007

Oggi è martedì e ho visto papà e Mara. Tu, sorellona, so che stai avendo parecchi problemi a esporti e mi dispiace davvero tantissimo. Intanto oggi mi ha rincuorato il fatto che ho tantissimi amici che sono tutti con me. Sono lusingato e soprattutto sento nel cuore che i miei fratelli sono con me più di chiunque altro. Ho una fortuna immensa ad avere amici cioè fratelli come loro. Penso prima di tutto a te, Francè, ho saputo che hai dichiarato che sei mio fratello e voglio dirti che lo sento quello che provi e quello che provano anche gli altri: Corrado, Raffaele, Saverio, Gianfranco (vabbè, lui lo immagino abbastanza passivo come sempre), Mariano (che sta a Shangai), Milko (che sicuramente starà pensando che certe cose capitano solo a me), Claudia, Valeria (non pensare che la tua vita è meno interessante della mia che appena torno ti tiro una testata che svieni)... Ma che c’è?! Ho detto qualcosa che non va? Volete analizzare la mia attitudine criminale da questa frase?
FATEVI UN CLISTERE!!!
Basta! Avete rivoltato il mio blog come un calzino per niente!


Dicevo... penso a Paolo che sta a Milano a pensare chissà che succede e si sta, anzi, si è già laureato. Vorrei esserlo anch’io, Paolo, e festeggiare con te questi momenti idilliaci. Penso anche a Erica croccantino e gioia mia Francesca, Clelia e tutta Piazza Porta. Le magnum di Piazza Porta... Penso ad Angela, Micaela, Annamaria e tutti i compagni delle medie e del liceo, tutti scioccati. Penso anche ad Ana e Marta che staranno morendo di crepacuore poverine ed anche a Fabri, Fili, Boc, Veronica, Valentina, Chiara 1, Chiara 2, il mitico Pasquale (non ti sballare troppo, vedi che succede), Guido di Roma, Guido di Pisa (stavolta mi hanno messo in gabbia), Robertino, Alessandra, Enrico e il nostro ingegnere aerospaziale) e tutti gli amici dell’Erasmus che hanno visto e mi sono vicini, che mi hanno conosciuto e sanno che una caratteristica mia, che qualche volta può essere un difetto, è la mia totale incapacità di fare del male.

Ed è proprio qui che si creano i vari livelli della mia personalità, che cerca in tutti i modi di difendersi portando un coltello in tasca e sacrificandosi tanti anni a imparare e a rischiare in uno sport come il kickboxing.
La mia personalità è un insieme di tanti pesi e misure, adottato per trovare la tranquillità e la pace nella vita di tutti i giorni fatta di battaglie e piccole conquiste. In questi giorni, ed anche settimane fa, mi sono accorto che sia la vicinanza continua di Amanda e sia la (...) del carcere mi hanno fatto perdere totalmente la mia dedizione giornaliera alla preghiera, cosa che, anche se qualche volta l’ho fatto in questo periodo, non è stato così (...) come al solito... Il problema non è che ho perso la fede, ma che una (...) di fatti e cambiamenti hanno preso d’assalto la mia vita e mi sono trovato totalmente impreparato e perso in un contesto che reputo fuori dalla realtà.

La realtà è che la mia vita, adesso, è cambiata per sempre e non c’è modo per tornare indietro: posso solo raccogliere i pezzi smarriti, reincollarli e fare un puzzle... In fondo, non tutti i mali vengono per nuocere, bisogna cogliere la parte buona di ogni cosa altrimenti vivere diventa impossibile.


16/11/2007

Ieri sera in televisione ho visto che il coltello che avevo in casa (quello da cucina) ha tracce di Meredith e Amanda (latenti)... Mi è salito il cuore in gola ed ero anche in panico totale perché pensavo che Amanda avesse ucciso Meredith o avesse comunque aiutato qualcuno nell’impresa. Ma oggi ho visto Tiziano che mi ha tranquilizzato: mi ha detto che quel coltello non può essere stata l’arma del delitto secondo il medico legale, quindi non c’entra niente in quanto Amanda poteva prenderlo e portarlo da casa mia a casa sua perché le ragazze non avevano un coltello così, stanno facendo un polverone per nulla... Mi sembra di vivere in un reality show da incubo, il ‘nightmare reality show’. Incredibile!


Sto cominciando ad avere continui attacchi di panico e batticuore dovuti alla (...) per l’attesa di questi esami della scientifica che sparano frecciate inquietanti di questo tipo... Oddio, non è colpa loro ma degli (...) che prendono di tutto per poter immischiare in questa storia.
Vorrei pensare ad altro, penso ai miei amici che mi sono vicini e penso a papi che in questi momenti starà malissimo e sarà preoccuoato; mi dispiace tanto. Non so cosa fare. Prego Gesù che mi dia la forza e la ragione per affrontare questa situazione e lo prego per sostenere anche papà che sta sostenendo una situazione assurda.


18/11/2007

Mi stanno tenendo in carcere perché c’è il coltello da cucina con una traccia del dna di Meredith. Sembra un film horror... Ripensando e ricordando mi è venuto in mente che quella notte papà mi ha inviato un messaggio sms di buonanotte per essere indiscreto (sapendo che ero con Amanda), poi il giorno dopo Amanda mi ripeteva che se non fosse stata con me a quest’ora sarebbe morta. Ripensando e ricostruendo, mi sembra che sia rimasta sempre con me; l’unica cosa che non ricordo esattamente è se si sia allontanata in prima serata per qualche minuto.


Sono convinto che non può aver ammazzato Meredith per poi ritornare a casa. Il fatto che c’è del Dna di Meredith sul coltello da cucina è perché una volta mentre cucinavamo insieme, io, spostandomi in casa maneggiando il coltello, l’ho punta sulla mano, e subito dopo le ho chiesto scusa ma lei non si era fatta niente. Quindi l’unica vera spiegazione a quel coltello da cucina è questa.


Non sono tranquillo perché se hanno trovato una traccia così irrisoria possono trovarne altrettante altre sugli stracci e quant’altro... Da incubo! Dovrebbero prima di tutto dimostrare che effettivamente quel coltello è l’arma del delitto: lama, tipo di taglio, tracce evidenti sulla lama, ecc. Poi se vogliono trovare tracce invisibili di Meredith in casa mia, ne trovano a fiumi di questo passo! Ci deve essere una giustizia divina a tutto questo! Continuo a svegliarmi la mattina con facce accusatorie che mi fissano come un assassino...

Che storia assurda, tutti pronti a puntare il dito quando non si sa ancora nulla. Spero che papà stia bene e anche tutti quelli che guardano questa vicenda assurda. Spero che la verità vera venga a galla. Nessuno dei tre c’entra!!! Ho letto sui giornali che questa storia sta prendendo una dimensione mediatica enorme e tutto ciò mi spaventa tantissimo, perché se questi non hanno il colpo di scena diventa impossibile placarli... la delusione della massa, i soldi che verranno risarciti a Patrick, a me e ad Amanda...

Oddio, oddio, che casino! Non si capisce nulla! Chi è che mi ha infilato in questa storia? Un po’ ci ho messo del mio, ma adesso è troppo.
Mi chiamano dall’infermeria e leggo sulla cartella clinica che mi hanno diagnosticato qualche giorno fa attacchi di panico e mi dovevo far rivedere. Sia Amanda che Patrick sono tranquilli, quindi questo mi tranquillizza: se nessuno dei due ha fatto niente figurati io!!! Quindi bisogna avere pazienza. Mi fa molto piacere parlare con le dottoresse o le assistenti sociali o il parroco o la psicologa, sono molto gentili e disponibili a parlare, tutto ciò mi conforta molto. Non mi è piaciuto parlare con il vice comandante perché continua a investigare e a mostrarmi che cosa può succedere se non dico la verità. Non ci parlerò mai più.

Continuo a guardare la tv e la mattina, quando mi sveglio, faccio esercizi per tenermi in forma. Che altro posso fare?... Scrivo... C’è una tipa in Francia che ha ammazzato un tipo conosciuto una sera ispirandosi alla tragedia di Perugia: la gente sta impazzendo. Siamo tutti matti! Qui mi sembra di vivere in una commedy-reality-horror-show scopiazzata dal Grande Fratello. Cioè il peggio del peggio!! Le guardie sono gentili, almeno alcuni, non tutti, già è impossibile farli ricredere tutti...


19/11/2007

Oggi ho fatto esercizi come sempre, mi tengo in forma per non accasciarmi e smollarmi fisicamente; già il cibo fa schifo e sto perdendo un po’ l’appetito, ma spero che la verità venga presto a galla e io possa uscire dal carcere. Ho parlato con l’educatrice e c’era una tirocinante niente male: :) Forse non dovrei pensarci visto che mi stanno accusando di essere complice di stupro+omicidio... Ma a qualcosa di carino devo pur pensare, scusate! Ha un bel sorriso con dei capelli ricci biondi; mi faceva molto piacere che sorrideva a ogni battuta che facevo.

Mi sembrava di ricevere ventate di aria di primavera in un’enorme stanza buia e fredda. Già il carcere non è una bella esperienza, soprattutto perché i primi tempi mi sbattevano in cella di isolamento chiuso a chiave con un filo di luce che passava attraverso la finestra, per ore senza avere il minimo segno che qualcuno potesse sapere che tu sei lì, non un suono, non un sibilo, solo lo stridere delle tue scarpe su un pavimento pieno di polvere e scarafaggi e tu che passi il tempo passeggiando su e giù impaurito e pensi, pensi per tanto e tanto tempo, ti siedi, guardi attraverso le fessure della finestra e preghi che la verità venga fuori, cercando di ricordare...

Mi hanno infilato in carcere perché non ricordo esattamente i fatti di quel giorno, ho ricordi confusi. Intanto fuori guardo le nuvole e comincio a far finta di disegnare il cielo cercando una risposta a me, a questa vita, al destino, sembra tutto così misterioso, impercettibile; come un punto di luce intensa in un tunnel completamente oscuro... Seguo la luce, la speranza; no, quella non la perdo mai; la mia vita non finisce qui; il mio destino lo seguirò fino in fondo... Lì su c’è qualcuno che mi guarda e muove i fili di un destino determinato dalle mie scelte.

C’è mamma, c’è Gesù; che mondo pazzo qui sulla terra, tu che dici Gesù? Sei stato crocefisso perché hai fatto molto di più di quello che dovevi per gli altri; beh, sai come la penso io? Meglio dare un po’ di meno ma sopravvivere... vabbé scusami per te il discorso è diverso visto che ci hai salvato dal peccato, ma qualche volta mi chiedo se ne è valsa la pena. Ho ricevuto lettere da Corrado e famiglia e mi ha fatto molto piacere anche un’altra di Mimmo e Paola. Mi sostengono molto da vicino, sono molto contento. Adesso tutti i carcerati mi salutano con un sorriso; non so se sia perché hanno capito che non ho fatto niente o perché io abbia fiducia di loro.


20/11/2007

(Raffaele apre la pagina del diario del 20 novembre con una convinzione per lui decisiva) Oggi finalmente hanno preso il vero assassino di questa storia che ha dell’incredibile. È un ivoriano di 22 anni, l’hanno trovato in Germania. Papà l’ho visto contento e sorridente, ma io per il momento non sono tranquillo al 100% in quanto ho paura che questo si inventa cose strane. C’è il cuoco della mensa che è nero e mi ha chiesto gentilmente perché io non sono stato ancora scarcerato. Beh il motivo è semplice: ci sono impronte mie per la casa e quindi da questa storia possono uscire sempre colpi di scena: non li sopporto! Come quello del Dna di Meredith sul coltello da cucina di casa mia. Mi viene la tachicardia e sto male. Mi fa piacere che ho tanti sostenitori dappertutto. Aspetto con pazienza il mio futuro; a volte mi spaventa, si sa in effetti chi poteva aspettarsi tutto ciò. La vita è una strada lunga e buia (a volte), ma la speranza non la perdo. Dopo la tempesta c’è l’arcobaleno. Forza Raf! Uno dei giovinazzesi; uno di loro, uno di loro!


23/11/2007

Oggi mi hanno cambiato di cella. Ho passato molto tempo a pulirla da cima a fondo e mi sono anche un po’ schifato delle condizioni in cui la avevano lasciata. Ho reincontrato il poliziotto che mi fece quel discorso sul fatto se mi piaceva la vita in carcere e abbiamo scherzato un po’ sul fatto che ci sono gli spioncini delle celle che hanno un coperchio e io mi chiedevo il perché. Poi lui con aria della serie «Chi se lo è mai chiesto», mi dice: «Non ne ho la più pallida idea; che me ne frega!».

E io ci penso un po’ e trovo la soluzione! Non vogliono che gli altri carcerati passando guardino attraverso lo spioncino. Di conseguenza glielo dico sorridendo: «Possibile che ti devo dire io a cosa serve?». E lui: «Non mi interessa affatto». Intanto gli chiedo: «Se mi dici il tuo nome ti cito, visto che ho già parlato del nostro discorso e diventi famoso». E lui «No, assolutamente non mi interessa proprio, non ci tengo». E io ho continuato a pensare: «Beh in effetti, se io divento famoso non è per un fatto piacevole, anzi, per una tragedia e questo è molto triste». Già perché essere famosi? Tutti ti guardano e ti giudicano e rivoltano la tua vita come un calzino al contrario e ti accusano anche se respiri troppo lentamente. Meglio lasciar perdere, non guardare al successo, ai soldi, al denaro, ma passare una vita tranquilla senza stress e sofferenza; per me non ne vale proprio la pena.
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angelo7878
view post Posted on 14/12/2007, 12:59





14 dicembre 2007

Il delitto di Mez Il racconto di una vicina: erano almeno in due

Perugia, nuova teste: «Ho sentito gli assassini»

«Un grido, poi la fuga». Il pm: da Rudy solo bugie

DAL NOSTRO INVIATO

PERUGIA

Oggi il Tribunale del riesame dovrà decidere se accogliere la richiesta di scarcerazione dell'ivoriano. C'è una nuova testimone nell'inchiesta sul delitto di Meredith Kercher. È una signora che abita di fronte alla villetta dove la ragazza inglese è stata assassinata. La polizia l'ha interrogata alla fine di novembre. E questa mattina il suo verbale sarà uno degli elementi che l'accusa cercherà di far valere davanti al Tribunale del riesame chiamato a decidere se Rudy Hermann Guede possa tornare in libertà. Perché la donna dice di aver sentito «un grido provenire dalla casa e poco dopo almeno due persone che fuggivano in direzioni diverse». Il suo racconto, secondo gli inquirenti, serve a dimostrare come dopo il delitto gli assassini andarono via insieme e quindi a smentire il racconto dell'ivoriano che dice di essere rimasto all'interno mentre Meredith era agonizzante.

Omicidio e violenza sessuale sono i reati contestati a Rudy in concorso con Amanda Knox e Raffaele Sollecito. Il giovane — che nella casa ha lasciato numerose tracce — ha sostenuto che il primo novembre andò da Meredith perché la sera precedente avevano trascorso insieme la festa di Halloween e lei gli aveva dato un appuntamento. «Ero lì — ha dichiarato — ma non l'ho uccisa. Mentre ero in bagno è entrato un italiano che l'ha colpita alla gola con un coltello. Io ho lottato con lui, ma poi è scappato. Ho cercato di aiutare Mez, però ho avuto paura e sono fuggito anche io». «La versione fornita dal Guede nel corso del suo interrogatorio — scrive il pubblico ministero Giuliano Mignini nella relazione depositata ieri — è inverosimile e contraddetta dai fatti. Maschera l'azione criminosa commessa dallo stesso indagato nei confronti del quale deve essere confermata la custodia cautelare in carcere». Il magistrato elenca le «bugie», sottolinea come Rudy abbia fornito orari e dettagli sui suoi spostamenti «che non trovano riscontro ».

Poi si sofferma sul ricordo delle amiche di Meredith che con lei andarono alla festa della «notte delle streghe » e trascorsero il pomeriggio prima che venisse uccisa. Nessuna di loro fa alcun cenno a Rudy, anzi escludono che la giovane potesse aver deciso di vederlo. La novità, rispetto a quanto era emerso sinora, è nel verbale della signora che abita di fronte: «Sono andata a dormire tra le 21 e le 21.30 e sono stata svegliata da un urlo che proveniva dalla villetta. Poi ho sentito una persona che correva sulle scalette che portano al parcheggio e almeno un'altra che andava verso l'università per stranieri». Non ha dubbi sul fatto che fossero usciti dalla casa dove è avvenuto il delitto, ma non sa essere precisa sull'orario. «Non ho guardato l'orologio, ma credo di aver dormito un paio d'ore». La difesa guidata dall'avvocato Walter Biscotti punterà invece sulla mancanza dei presupposti per la custodia in carcere ed escluderà in particolare il pericolo di fuga «perché lo stesso Rudy, già durante la conversazione avuta via internet con il suo amico e guidata dalla polizia, aveva detto di volersi consegnare». Questa mattina, mentre a Perugia le parti si daranno battaglia, la famiglia potrà finalmente celebrare i funerali di Meredith. Vittima Meredith Kercher, la studentessa inglese uccisa a Perugia lo scorso primo novembre, fotografata la sera prima per la festa di Halloween
Fiorenza Sarzanini
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angelo7878
view post Posted on 15/12/2007, 17:18






15 dicembre 2007

Guede resta in carcere. Ieri a Londra i funerali

Rudy rivela: «C’erano altre due persone»

Il suo Dna sul reggiseno di Meredith: «L’ha violentata». Il Tribunale del Riesame nega la scarcerazione

PERUGIA

C’erano almeno tre persone quando Meredith Kercher è stata uccisa. A confermarlo è stato lo stesso Rudy Hermann Guede, anche se ha negato che gli altri fossero Amanda Knox e Raffaele Sollecito. Resta in carcere il giovane ivoriano. Inchiodato dalle bugie che ha raccontato durante l’interrogatorio che si è svolto il 7 dicembre scorso, subito dopo il suo arrivo in Italia. E dagli esami della polizia Scientifica che ieri hanno aggiunto un nuovo, importante tassello al quadro delineato dall’accusa: il suo Dna è anche sulla bretellina del reggiseno strappato alla vittima. Questo risultato, secondo gli specialisti guidati da Alberto Intini, avvalora ulteriormente l’ipotesi che sia stato proprio lui a compiere la violenza sessuale. I giudici del tribunale del Riesame accolgono le richieste del pubblicoministero Giuliano Mignini. E confermano un punto ritenuto fondamentale dall’accusa per ricostruire che cosa avvenne la sera del delitto: il primo novembre Meredith e Rudy non avevano alcun appuntamento, non è vero che la giovane ebbe con lui un rapporto consenziente.

Le contraddizioni del ragazzo emergono proprio dalla lettura del suo verbale. «Il giorno della festa di Halloween — dichiara Rudy — io e Meredith ci siamo visti in casa di alcuni amici spagnoli. Era circa mezzanotte. Ci siamomessi a parlare, ci siamo baciati e poi le ho espresso il desiderio se era possibile rivederla il giorno dopo. Lei ha detto va bene e ricordo che l'appuntamento era per il giorno dopo alle 20,30». Il giudice Claudia Matteini lo incalza, gli contesta la testimonianza delle amiche di Meredith che raccontano come non siano mai entrate in quell'appartamento anche perché a quell’ora erano già in un locale a ballare. Poi gli chiede di descrivere la casa. Lui cade più volte in contraddizione. E alla fine il giudice sbotta: «Lei capisce che questo non è credibile?». È una domanda che gli rivolge più volte, anche quando Rudy ricostruisce quello che avvenne il primo novembre nella villetta di via della Pergola. Quando parla dell'assassino che «portava una cuffia bianca con una striscia rossa e intorno si intravedevano i capelli castani », quando dice che ha lottato con lui «e poi gli ho tirato anche una sedia», quando giura di aver «cercato di fermare il sangue di Meredith con alcuni asciugamani e lei mi ha preso anche la mano come per dire non lasciarmi».

E ancora: «Mi stava davanti per aggredirmi, ma non l'ho visto in faccia perché aveva spento le luci», salvo poi smentirsi poco dopo quando afferma: «Posso fare un identikit». Mente Rudy, ma fornisce elementi utili per l'accusa. Perché sulla scena del delitto colloca, oltre a se stesso, altre due persone. Ricordando il momento in cui il misterioso assassino andò via dopo averlo chiamato «negro», afferma infatti che si rivolse ad un'altra persona e gli disse: «Andiamo». «Poi — aggiunge— li ho sentiti che dialogavano a voce bassa». Il giudice gli chiede ripetutamente di dire la verità e dunque chi ci fosse nella casa. Ma Rudy non cede. Nega comunque che siano Amanda e Raffaele. E ripete quello che aveva detto al suo amico la notte tra il 17 e il 18 novembre, quando era in fuga e fu contattato attraverso Internet: «Mi ha chiesto dove sei e io all’inizio ho tentennato, poi gli ho detto sono in Germania, a Düsseldorf. Ricordo che mi chiese subito se conoscevo Lumumba, Amanda, Raffaele. Io ricordo che gli dissi guarda che Raffaele non so chi sia, Amanda in quella casa non l’ho vista, Lumumba neanche».

E rivolgendosi al giudice aggiunge: «Non sapevo neanche che Amanda avesse un fidanzato italiano». «Lui non lo conosco», ribadisce. Lei invece sì, «era affascinante, però non mi sono mai rivolto a lei dicendole guarda mi piaci. Una volta ero dai suoi amici che abitano di sotto e c'era anche lei. Ad un certo punto andò a casa e noi cominciammo a fare apprezzamenti. C'era chi se la immaginava a letto, chi diceva che se la sarebbe fatta così... Eravamo sei ragazzi...». Parla anche degli spinelli: «Gli ho chiesto se fumava e loro mi dissero che spesso andava da loro a fumare». Il giudice gli chiede se abbia toccato il reggiseno di Meredith, Rudy risponde che lo ha fatto «quando da sotto ho messo la mano». Il suo Dna è rimasto però sulla parte posteriore, proprio dove la biancheria è stata strappata. «Suggestivo—commenta lapidario il difensore Walter Biscotti—ma non cambia nulla».
Fiorenza Sarzanini
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angelo7878
view post Posted on 17/12/2007, 17:03





17 dicembre 2007

L'americana lo ha ribadito interrogata in carcere dal pm

Amanda insiste: «Sono innocente»

Perugia, anche gli avvocati di Rudy hanno incontrato il loro assistito ma non hanno rilasciato dichiarazioni

PERUGIA

Amanda Knox, in carcere dal 6 novembre scorso con l'accusa di concorso in omicidio e violenza su Meredith Kercher, ha ribadito la propria innocenza al pubblico ministero Giuliano Mignini durante l'interrogatorio durato sei ore nel carcere di Capanne alla presenza dei suoi difensori. «Siamo molto sereni», hanno detto i legali della studentessa americana all'uscita dal carcere, «Ora attendiamo l'esito dell'attività investigativa. Amanda ha fornito una piena collaborazione». Nulla è stato precisato dagli avvocati sui particolari della versione di Amanda. «Per sei ore ha fornito la sua versione dei fatti, confermando quella già resa», ha rivelato l'avv. Costa. «Ha quindi fornito una piena collaborazione. Siamo assolutamente fiduciosi». Il legale non ha però voluto entrare nel merito di quanto detto dalla Knox. «C'è una persona innocente che sta in carcere», ha concluso l'avv.Costa.

IN LACRIME

Amanda ha risposto alle domande del magistrato per l'intera mattinata. Poi però è improvvisamente scoppiata in lacrime e il confronto è stato interrotto per diversi minuti. Alla ripresa, la Knox non avrebbe più voluto rispondere alle domande degli inquirenti. Nel corso dell'interrogatorio ha comunque confermato che la notte del delitto lei era a casa del fidanzato Raffaele Sollecito.

RUDY

Gli avvocati difensori di Rudy Hermann Guede avevano invece lasciato in mattinata l'istituto penitenziario senza rilasciare dichiarazioni. L'incontro con il loro assistito faceva parte della normale attività difensiva, alla luce sia del nuovo sopraluogo degli investigatori nella casa del delitto previsto martedì, sia per il ricorso in Cassazione dopo che il tribunale del riesame venerdì scorso ha respinto l'istanza di scarcerazione dell'ivoriano.

CONFESSIONE

Finora Amanda ha sempre respinto ogni responsabilità nell'omicidio, ma ha anche cambiato versione tre volte: dapprima affermando di non essere stata presente in casa la sera dell'omicidio (1° novembre), poi ha detto che c'era, infine è tornata alla prima versione. I suoi legali nei giorni scorsi avvano annunciato l'intenzione della ragazza di rivelare tutto.
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angelo7878
view post Posted on 19/12/2007, 17:36





19 dicembre 2007

Le motivazioni del Tribunale del riesame contro la scarcerazione dell'ivoriano

Delitto di Perugia: «Rudy è inattendibile»

«La sua ricostruzione in contrasto con le risultanze del procedimento». Agirono tutti ma manca il movente

PERUGIA

La ricostruzione di Rudy Guede della sera in cui venne assassinata Meredith Kercher è «assolutamente inattendibile, in quanto contrastante con risultanze obiettive del procedimento, oltre che con considerazione di ordine logico». Lo ha scritto il Tribunale del riesame di Perugia nelle motivazioni con le quali ha respinto il ricorso presentato dai legali dell'ivoriano contro l'ordinanza di custodia cautelare in carcere.

FALSITÀ - Il tribunale elenca poi i punti dai quali emergono «le più eclatanti e significative falsità» da parte di Guede, accusato di concorso in omicidio e in violenza sessuale nei confronti della studentessa inglese. Rudy, nella sua ricostruzione della serata del 31 ottobre, afferma di aver concordato con la vittima l'appuntamento per il giorno seguente. Versione, secondo i giudici, che «contrasta totalmente» con il fatto che Meredith trascorse la sera prima dell'omicidio «con le amiche inglesi, dapprima cenando a casa di una di loro, poi verso le 0,30 recandosi al Merlin e dopo al Domus».

NON FLIRTAVA CON LUI - «Presso il Domus», si legge nelle motivazioni, «lo stesso Rudy dichiara di non aver visto Meredith. Le ragazze spagnole amiche di Rudy confermano di essere uscite con lui quella sera e di essere andate nelle case di due amici spagnoli, ma escludono di aver mai visto o conosciuto Meredith, la quale non risulta in alcun modo collegata a quelle frequentazioni». Secondo il tribunale, quindi, la serata trascorsa il 31 ottobre da Meredith «non contempla alcun passaggio che la metta in contatto con Rudy, tanto meno come ragazza che flirtava e si baciava con lui». I giudici, quindi, fanno un lungo elenco delle incongruenze del racconto definendole in più punti totalmente inverosimili e sottolineano che «emerge con evidenza che la versione difensiva dell'indagato è minata da decisive falsità che impediscono di valorizzarla anche come minimo e parziale racconto di quanto accaduto».

PIÙ PERSONE - Dai riscontri investigativi e dalle analisi dei vari reperti, è ormai chiara, per i giudici del Riesame, «la presenza di più persone» nella casa del delitto «nel momento in cui Meredith veniva uccisa e la fuga di tutti subito dopo. Una partecipazione di gruppo alla efferata azione criminale che non appare ipotizzabile in termini passivi per nessuno dei presenti. Parla il corpo straziato di Meredith, l'accertata impossibilità che gli autori siano entrati in casa furtivamente e per uno scopo delittuoso diverso, i segni della violenza carnale, le tracce di Dna di Amanda e della vittima sullo stesso coltello, l'essere questo custodito nella casa di Raffaele, l'impronta riferibile a una scarpa di costui nella stanza del delitto, le tracce ematiche della Knox in un bagno e i segni inequivoci della presenza in contemporanea nell'altro bagno di Rudy, l'impronta di quest'ultimo sul cuscino e il suo materiale biologico nel tampone vaginale di Meredith».

MOVENTE - I giudici però ammettono che nella ricostruzione manca ancora il movente dell'omicidio: «È inaccettabile che senza una ragione di forte attrito o una situazione di estrema alterazione, giovani coetanei della vittima abbiano portato la loro sconsideratezza fino al limite estremo del cruento delitto».
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estratto da qui

 
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angelo7878
view post Posted on 11/1/2008, 15:20





10 gennaio 2008 (ultima modifica: 11 gennaio 2008)

Svolta nelle indagini sul delitto di Perugia

Dna di Sollecito sul reggiseno di Meredith


Trovate tracce del codice genetico del fidanzato di Amanda sulla scena del delitto


PERUGIA

Il Dna di Raffaele Sollecito è stato trovato dalla polizia scientifica sul reggiseno di Meredith Kercher, la studentessa inglese uccisa nell'abitazione di via della Pergola a Perugia lo scorso 1 novembre.

SULLA SCENA DEL DELITTO

La presenza del Dna del giovane barese sul reggiseno, in carcere con l'accusa di omicidio e violenza sessuale assieme all'americana Amanda Knox e l'ivoriano Rudy Hermann Guede, toglie ogni dubbio, di fatto, alla presenza del giovane barese sulla scena dell'omicidio. Gli elementi biologici sono stato infatti isolati dagli uomini della Polizia Scientifica di Roma su un frammento del reggiseno di Meredityh Kercher, in corrispondenza dei ganci metallici. L'indumento era stato tagliato con una lama, secondo la ricostruzione fatta dagli inquirenti.

NESSUN COMMENTO DALLA DIFESA

I legali di Raffaele Sollecito hanno preferito non fare commenti circa il ritrovamento del Dna di Raffaele Sollecito sul reggiseno della ragazza barbaramente uccisa due mesi fa. Gli avvocati Marco Brusco e Luca Maori si sono limitati a spiegare di essere in attesa di sapere dove siano state esattamente individuate le tracce riscontrate dalla Scientifica.

GLI INQUIRENTI

Per gli inquirenti si tratta di un elemento di grande importanza, che colloca Raffaele Sollecito sulla scena del delitto: fino ad ora c'era soltanto un'impronta impressa da una suola nel sangue, ritenuta compatibile con quella di una scarpa da tennis che apparteneva allo studente.

TRACCE DI RUDY

Nei laboratori della scientifica sono state isolate anche altre due tracce di Dna di Rudy Guede: la prima sulla borsetta di Meredith, rinvenuta nella stanza dell'omicidio, l'altra sulla manica del giubbotto di una tuta sporca di sangue, sempre appartenente alla vittima. Rudy sarebbe comunque incastrato da diversi elementi: il cromosoma Y individuato sul tampone vaginale effettuato su Meredith che coincide con quello estratto da un frammento di carta igienica nel water dell'abitazione, l'impronta insanguinata di una mano sul cuscino che era sotto il cadavere della studentessa e il dna trovato sul reggiseno.

AMANDA

Contro Amanda pesano invece le macchie di sangue trovate nel bagno: due in in particolare, che presentano entrambe tracce di dna misto della ragazza americana e di quella inglese. Una trovata all'interno del lavandino, vicino allo scarico, e l'altra su una scatola di cotton fioc appoggiata sul bordo dello stesso lavabo. La presenza del dna misto delle ragazze, è l'ipotesi investigativa, conferma se non la partecipazione diretta di Amanda all'omicidio almeno la sua presenza sulla scena del delitto e, soprattutto, non può far escludere che l'americana avesse le mani sporche del sangue della vittima e se le sia andate a lavare nel lavandino.

RAFFAELE

Quanto a Raffaele, fino ad oggi gli elementi a disposizione degli inquirenti erano il coltello da cucina trovato a casa sua sul quale è stato isolato sia il dna di Amanda (sul manico) sia di Meredith (lungo la lama) e, soprattutto, le numerose versioni raccontate agli inquirenti e smentite dalle indagini..

GANCETTO

Il pezzetto del reggiseno, forse un gancio, sul quale è stato trovato il dna del ragazzo era stato recuperato nel secondo sopralluogo effettuato nella casa di via della Pergola un mese dopo l'omicidio. Dal reggiseno infatti - dove la scientifica aveva già individuato il Dna di Rudy Hermann Guede - manca un pezzetto di stoffa, vicino ai gancetti della chiusura, che non era stato trovato nei primi rilievi. Gli esperti, inoltre, hanno accertato che il pezzo di stoffa non è stato strappato, ma tagliato con un coltello. E il Dna è stato trovato proprio vicino al taglio.

IL PADRE

«La spiegazione più plausibile è che quell'indumento sia stato indossato anche da Amanda e quindi Raffaele lo abbia toccato quando lo indossava lei». Così Francesco Sollecito, il padre dello studente pugliese, ha commentato gli ultimi accertamenti della polizia.
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estratto da qui

 
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angelo7878
view post Posted on 24/1/2008, 12:39




Il sospetto degli investigatori: si erano incontrati per uccidere Mez

Delitto Perugia, superteste accusa Amanda

Il racconto di un albanese: «La sera prima dell'omicidio di Meredith aveva un coltello, era con Raffaele e Rudy»

24 gennaio 2008

ROMA

Si è presentato una settimana fa davanti al magistrato. E ha raccontato un episodio che potrebbe aggravare la posizione dei tre ragazzi accusati di aver ucciso Meredith Kercher la sera del primo novembre scorso. Il nuovo testimone dell’inchiesta di Perugia è un uomo albanese che vive in Italia con regolare permesso. In Procura è arrivato con un avvocato. «Avevo paura - ha spiegato -, mi sono consultato prima di venire qui, ma alla fine ho capito che poteva essere importante ». Il pubblico ministero ha ritenuto attendibili le sue dichiarazioni, anche perché nella descrizione dei fatti ha fornito dettagli che hanno già trovato riscontro. «La sera del 31 ottobre - mette a verbale il teste - sono arrivato nei pressi della villetta di via della Pergola. Mentre parcheggiavo ho urtato con l’auto i bidoni della spazzatura. In quel momento ho visto due ragazzi che erano lì dietro e hanno cominciato a urlare. Abbiamo iniziato a litigare e all’improvviso la ragazza ha tirato fuori un coltello. Gridava e intanto me lo puntava contro. Sono sicuro: era Amanda Knox. Con lei c’era Raffaele Sollecito».

Mentre ricorda quei momenti l’uomo non mostra esitazione. C’è il dubbio che stia inventando la storia e dunque gli vengono chiesti ulteriori particolari. Lui appare sicuro. Riferisce che quella sera pioveva, ed è una circostanza che viene subito accertata e confermata. Fornisce la descrizione dei luoghi che combacia perfettamente con la realtà. Si decide così di andare avanti con l’interrogatorio e a questo punto il testimone aggiunge un elemento che potrebbe rivelarsi determinante per l’inchiesta: «Mentre litigavamo - afferma - dal buio è uscito un altro ragazzo. Era Rudy. I tre stavano insieme». È il dettaglio che smentisce in maniera netta il racconto dei ragazzi. Perché finora Sollecito e Guede hanno negato di conoscersi, hanno addirittura giurato di non essersi mai visti. Non solo. Il fatto che Amanda abbia brandito un coltello dimostra che aveva dimestichezza con quell’arma, che già la sera prima del delitto la portava con sé. E invece la giovane statunitense ha sempre detto di non aver mai usato un’arma. Di fronte a queste nuove circostanze gli inquirenti stanno valutando l’eventualità che già la sera del 31 ottobre i tre fossero lì per uccidere. E ciò avvalora il sospetto che il delitto di Meredith fosse stato pianificato, che si tratti di un omicidio premeditato proprio come avevano ipotizzato i giudici del tribunale del Riesame quando avevano negato la scarcerazione ad Amanda e Raffaele.

Qualcosa potrebbe aver fatto saltare il piano, rinviato così al giorno successivo. Il magistrato non mostra dubbi sulla genuinità della nuova testimonianza, anche se alcuni interrogativi rimangono. L’albanese sostiene infatti di aver temuto di essere coinvolto nella vicenda, ma oltre due mesi sono un tempo davvero lungo per decidere di rivelare un episodio che potrebbe aiutare la ricerca della verità sull’omicidio. Si tratta di un adulto che non ha mai avuto alcun problema con la giustizia, che ha un permesso di soggiorno e un lavoro. Dunque, che cosa temeva? «La vicenda ha avuto tanto clamore - avrebbe spiegato - e io sono straniero. Soltanto quando ho parlato con l’avvocato mi sono convinto». Nelle prossime settimane gli esperti consegneranno al giudice per le indagini preliminari la relazione che deve fissare l’ora e le cause della morte di Meredith. Secondo alcune indiscrezioni i periti ritengono che la ragazza sia stata uccisa verso mezzanotte e non alle 22,30 come si è ritenuto finora. A provocare il decesso, sarebbe stata l’emorragia causata dalla coltellata al collo. Questo vuol dire che Meredith è stata in agonia. Ma vuol dire soprattutto che, se fosse stata subito soccorsa, poteva essere salvata.
Fiorenza Sarzanini
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estratto da qui

Edited by angelo7878 - 24/1/2008, 13:11
 
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angelo7878
view post Posted on 25/1/2008, 11:19






25/1/2008 ore 7:44

IL CASO DI PERUGIA DOPO L'ULTIMO COLPO DI SCENA

Raffaele dal carcere "Vogliono incastrarmi"

«Pronto al confronto con il teste che mi accusa»

ALESSANDRA CRISTOFANI

PERUGIA

«No e poi no. Ma come volete che ve lo ripeta? Io Rudy Hermann Guede non lo conosco». Raffaele Sollecito la notizia del supertestimone della Procura l'ha appresa ieri mattina dal suo legale, l'avvocato Marco Brusco, che è andato a trovarlo in carcere e al quale ha ripetuto il solito refrain. «Non c'entro niente, io. Un albanese giura di avermi visto? Impossibile». Lo studente barese che il 14 febbraio, tra meno di tre settimane, discuterà la tesi in informatica su cui avrebbe dovuto relazionare la scorsa sessione di laurea, non cede nemmeno di un millimetro. Si interrompe, prende fiato e poi riattacca: «Un confronto? Sono pronto a qualsiasi faccia a faccia».

Ha i nervi saldi, il giovanotto pugliese. Chi non ce la fa davvero più è invece la sua famiglia che da quasi tre mesi combatte una strenua battaglia difensiva per dimostrare la sua innocenza. Per loro, i Sollecito, nota e stimata famiglia della provincia barese, il tempo si è fermato il 6 novembre, quando Raffaele viene formalmente indagato per la morte della giovane londinese Meredith Kercher. «Con oggi sono ottantuno giorni di carcere», dice l'ex fidanzatino di Amanda.

L’avvocato Luca Maori, co-difensore del laureando, non esita a definire perlomeno «fantasiosa» la testimonianza resa dallo straniero, colpito, dopo quasi tre mesi dai fatti, da un improvviso scrupolo di coscienza che lo ha indotto a vuotare il sacco in Procura e raccontare dell'incontro fortuito con i tre presunti assassini proprio il giorno prima del delitto.

«Un millantatore», taglia corto l'avvocato Maori non nascondendo il proposito di querelare l'albanese e sfoderando l'asso nella manica dei contro-testimoni. Cinque persone, di cui per ora non ha voluto rivelare l'identità, pronte a giurare che quella sera Raffaele era con loro.

Stesso copione, con poche variazioni sul tema, per l'ivoriano accusato di concorso di violenza sessuale e omicidio volontario in concorso che, a sentire il suo legale, l'avvocato perugino Walter Biscotti, il 31 ottobre si trovava a cena con degli amici spagnoli. Quanto al superteste della Procura, lui, dopo aver messo a verbale il suo j'accuse, sembra essere scomparso nel nulla. Non si lascia trovare, l'automobilista straniero che il 31 ottobre si sarebbe imbattuto nel terzetto Rudy-Raffaele-Amanda, tutti presumibilmente affaccendati intorno alla casetta gialla di via della Pergola.

«Ma che senso ha? Che senso ha, dico io, fare un sopralluogo lì dove si ha il libero accesso? Amanda, nella casa del delitto, ci viveva. Di perlustrazioni preventive non c'era, mi creda, nessuna necessità». Non vuole commentare oltre, l'avvocato Tiziano Tedeschi, legale e amico di famiglia dei Sollecito, che respinge in toto la teoria della premeditazione. Chi invece spera in un effetto-domino è l'avvocato fiorentino Francesco Maresca, che assiste la famiglia Kercher: «Chi sa qualcosa, parli. Non c'è niente da temere, a dire la verità. Gli amici e i conoscenti dei tre indagati non possono non averli visti insieme almeno una volta. Sempre che, naturalmente, i tre si conoscessero».
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estratto da qui
 
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angelo7878
view post Posted on 13/2/2008, 15:01






Meredith, il medico legale:

"Non è stata violentata"


di Redazione - mercoledì 13 febbraio 2008 ore 10,49

Perugia

Un'autopsia da incubo per gli investigatori. Meredith Kercher ha avuto un rapporto sessuale prima di essere uccisa, ma con gli elementi a disposizione non è possibile stabilire se è avvenuto la sera in cui la studentessa inglese è stata ammazzata - il 1 novembre - o il giorno precedente. E la morte della giovane sarebbe avvenuta in un range di tempo più ampio di quello inizialmente indicato. Quanto alla violenza sessuale, inoltre, non ci sono sul corpo elementi che possano confermarla, anche se non è possibile escluderla del tutto. Sarebbero queste - secondo quanto si è appreso - le conclusioni alle quali è arrivato il medico legale Luca Lalli, nominato dal pubblico ministero Giuliano Mignini nell’ambito delle indagini sulla morte della studentessa inglese uccisa nella villetta di via della Pergola a Perugia. Lalli dovrebbe depositare la sua relazione tra oggi e domani.

Gli accusati

In carcere, accusati di concorso in omicidio e in violenza sessuale, ci sono lo studente pugliese, Raffaele Sollecito (che sabato prossimo discuterà la sua tesi di laurea in ingegneria informatica), la coinquilina di Mez, Amanda Knox e l’ivoriano Rudy Hermann Guede. In particolare, sarebbe la tesi sostenuta nella perizia, sulla vittima sarebbero state riscontrate delle ecchimosi che possono far pensare a un rapporto sessuale. Non c’è certezza, però, sul fatto che questo sia stato consumato contestualmente all’omicidio o comunque, in una situazione di costrizione. In base agli elementi a sua disposizione, quindi, Lalli tende a escludere che la giovane abbia subito violenza sessuale. Ipotesi che comunque non può essere del tutto scartata (circostanza ancora al vaglio degli investigatori impegnati nella ricostruzione delle modalità dell’omicidio) perché Meredith potrebbe essere stata costretta a un rapporto sessuale contro la sua volontà.

I primi risultati

Il dottor Lalli, inoltre, già l’8 novembre scorso aveva presentato una pre-relazione nella quale sosteneva che Meredith era morta per uno shock metaemorragico da lesione al collo inferta con uno strumento vulnerante. Sulla base dei rilievi relativi alla digestione, inoltre, era possibile indicare che la morte si era verificata alle 23, con uno scarto minimo e massimo di un’ora. In base agli ultimi elementi invece, anche se l’orario rimane compatibile con quello dato inizialmente, il range della morte indicato sarebbe più ampio e anticipato di qualche ora. Maggiori chiarimenti in merito alla causa della morte della studentessa inglese sarebbero arrivati anche dagli elementi forniti dai dati istologici e tossicologici a disposizione del consulente del pm. Una volta depositata, la relazione potrà essere messa a disposizione anche dei periti nominati dal gip, Claudia Matteini, nell’ambito dell’incidente probatorio fissato per il 19 aprile prossimo.
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angelo7878
view post Posted on 14/3/2008, 14:59






Meredith, nuovo sopralluogo nella casa del delitto:
portati via una borsa e il libro di Harry Potter


PERUGIA

14 marzo 2008

Si torna a cercare nella casa di Meredith. L'appartamento dove la giovane studentessa inglese è stata uccisa la notte tra il 1 e il 2 novembre a Perugia è stata nuovamente ispezionata dagli agenti della squadra mobile della questura che hanno fatto un sopralluogo stamani con i difensori dei quattro indagati. Il sopralluogo è durato una quarantina di minuti. Dalla casa sono portati via due chitarre, una di Amanda Knox e l'altra di una coinquilina italiana, una borsa di Mez e un libro di Harry Potter che era nella camera della studentessa americana, accusata di concorso nel delitto.

Gli investigatori hanno inoltre prelevato alcuni indumenti in vari locali dell'abitazione. Secondo una prima ipotesi sulla borsa appartenuta a Meredith ci sarebbe una piccola macchia, forse di sangue. Tutto il materiale sarà comunque ora esaminato dagli inquirenti.

L'avvocato Marco Brusco, difensore di Raffaele Sollecito, ha spiegato che il decreto di perquisizione è stato notificato alle parti «mezz'ora prima della sua esecuzione». «A nostro avviso - ha aggiunto - non c' erano però rilievi da fare con questa urgenza. Abbiamo poi evidenziato agli investigatori il rischio di una possibile contaminazione dei reperti».

Il legale ha infatti spiegato che la casa dove è stata uccisa Meredith Kercher è ormai in condizioni di degrado. Di «normale attività d'indagine» hanno parlato i difensori di Rudy Guede, gli avvocati Valter Biscotti e Nicodemo Gentile. «Non sapendo quale fosse l'oggetto della ricerca - hanno aggiunto - vedremo gli atti e poi faremo i nostri commenti». Alla perquisizione hanno assistito anche gli avvocati Luciano Ghirga e Giuseppe Sereni, difensori di Amanda Knox e Patrick Lumumba Diya (quest'ultimo unico degli indagati tornato in libertà). Entrambi non hanno fatto commenti sulla perquisizione.
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angelo7878
view post Posted on 27/3/2008, 16:27








"Crea sconcerto la strana 'soddisfazione' espressa dagli inquirenti"

Omicidio Meredith, "da Guede dichiarazioni infondate"

All'indomani dell'interrogatorio dell'ivoriano, la famiglia Sollecito commenta le indiscrezioni della stampa: "Se confermate, le sue dichirazioni risultano inattendibili". I legali difensori attendono di leggere i verbali


Perugia

27 marzo 2008

(Adnkronos/Ign)

Dichiarazioni ''infondate'' e ''inattendibili''. Così la famiglia di Raffaele Sollecito (nella foto con Amanda Knox) sulle indiscrezioni relative al contenuto dell'interrogatorio di ieri di Rudy Hermann Guede, l'ivoriano accusato con Sollecito e Amanda Knox dell'omicidio della studentessa Meredith Kercher.

''E' ancora una volta attraverso la stampa - si legge nella nota - che la famiglia di Raffaele Sollecito viene a conoscenza di dichiarazioni, definite secretate, rese dal sig. Herman Guede, dichiarazioni che, se confermate, risultano essere evidentemente infondate e inattendibili sia per la intempestività rispetto al momento dell'arresto e alle dichiarazioni precedentemente rese dallo stesso Guede, sia per la chiara tempestività in ordine ai prossimi appuntamenti processuali''.

''Nel contempo - prosegue la nota della famiglia di Raffaele - crea sconcerto e meraviglia apprendere, sempre dagli organi di stampa, di una strana 'soddisfazione' espressa dagli inquirenti e dalla procura rispetto alle dichiarazioni rese nel corso di un interrogatorio già determinato e concordato. Ci si riserva ogni opportuna azione''.

Cauti i legali di Raffaele Sollecito. ''Fino a quando non avremo letto il verbale non possiamo commentare nulla. Quello che ad oggi sappiamo sono le indiscrezioni lette sulla stampa e che noi non conosciamo'', spiega l'avvocato Luca Maori in merito alle dichiaraziani di Guede fatte al pubblico ministero Giuliano Mignini.

Comunque, se quanto riportato dagli organi di informazione risultasse vero, secondo il legale si tratterebbe ''indubbiamente di un atto commesso da un soggetto disperato, che ha detto cose assolutamente infondate e che crea un sacco di problemi a se stesso e agli altri''. Attende di leggere il verbale anche l'avvocato Marco Brusco, secondo il quale ''le indiscrezioni di stampa, se fossero confermate, rappresenterebbero il racconto inverosimile di una persona inattendibile''.
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angelo7878
view post Posted on 2/4/2008, 11:10






Roma | 1 aprile 2008

Delitto di Perugia, Cassazione: restano in carcere Amanda, Raffaele e Rudy

Amanda Knox, Raffaele Sollecito e Rudy Hermann Guede, accusati dell'omicidio di Meredith Kercher avvenuto a Perugia la sera del 1 novembre, restano in carcere. Lo ha deciso la prima sezione penale della Cassazione, che ha respinto i ricorsi presentati dagli avvocati dei tre indagati.

I legali avevano chiesto l'annullamento dell'ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip di Perugia mentre il procuratore generale aveva chiesto il rigetto del ricorso e la riconferma del carcere per i tre giovani.

Attualmente Raffaele Sollecito si trova nel carcere di Terni, mentre Amanda Knox e Rudy Guede sono detenuti nel carcere di Perugia.
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angelo7878
view post Posted on 4/4/2008, 14:37




4/4/2008

Meredith, spunta un supertestimone

Vicino accuserebbe Amanda e Raffaele

Colpo di scena nel delitto di Meredith Kercher, la giovane studentessa inglese uccisa a Perugia. Secondo quanto raccontato da il Giornale dell'Umbria, infatti, ci sarebbe un nuovo testimone che accusa Amanda Knox e Raffaele Sollecito. Per il quotidiano, il "supertestimone" è un vicino di casa che avrebbe visto qualcosa la sera del delitto.

Stando al giornale umbro, il supertestimone sarebbe un uomo di circa 60 anni, che prima di deporre avrebbe chiamato il Giornale dell'Umbria. Il suo racconto è rimasto blindato per due mesi.

"Da piazza Grimana erano partiti gli ultimi autobus diretti in discoteca, erano passate le 23. La notte di Ognissanti ho visto Amanda e Raffaele nei pressi del campetto di basket. Si abbracciavano, parlottavano e di tanto in tanto guardavano di sotto, in direzione della villetta di via della Pergola. Sembrava quasi che controllassero l'abitazione", ha raccontato.

Mostrate le immagini girate a casa di Raffaele e Meredith

Intanto, sono state mostrate le immagini girate dalla polizia scientifica durante il secondo sopralluogo nella casa di via Garibaldi dovev viveva Raffaele Sollecito. Si vedono uno scontrino, due spugnette, una azzurra e una gialla, due flaconi di candeggina, e il portaposate di plastica in cui è stato trovato il coltello da cucina considerato l'arma del delitto.

Inoltre, si può osservare la stanza un po' disordinata di Sollecito poiché era già stata perquisita dagli investigatori. Si tratta della stanza di una ragazzo come molti altri, ripiani in legno e una lampada per studiare. Su un tavolo un libro di Harry Potter in tedesco che Amanda leggeva sempre a Raffaele, dizionari e fumetti giapponesi.

C'è anche un video del sopralluogo in via della Pergola, dove è stata uccisa Meredith. Si vede il gancetto del reggiseno su cui sarebbero state trovate tracce di Sollecito. Si tratta di un lembo di stoffa strappato che si trova accanto al letto, secondo quanto si vede nel filmato girato durante il primo sopralluogo. Ancora dal video è possibile vedere l'orma di una scarpa, che in un primo momento era sembrata con la suola di Sollecito, ma che è poi risultata compatibile con un modello sequestrato a casa di Rudy Guede, anche lui indagato per l'omicidio.

nota: il neretto a fine notizia è mio
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estratto da qui
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Perugia | 3 aprile 2008

Panorama: Meredith in precoma etilico

Quando e' morta Meredith Kercher, la studentessa inglese uccisa a Perugia nel novembre scorso, era in uno stato di precoma etilico. E' quanto emergerebbe dalle nuove analisi sul corpo della vittima disposte dal gip di Perugia Claudia Matteini. Lo rivela il settimanale Panorama nel numero in edicola domani. La perizia sara' consegnata nelle prossime settimane.

I risultati dell'esame chimico-tossicologico hanno evidenziato nel sangue della studentessa inglese - e' detto un comunicato del settimanale che anticipa i contenuti dell'articolo - una concentrazione di 2,3 grammi di alcol per litro: quasi il sestuplo rispetto a quanto rilevato inizialmente.

Secondo le analisi svolte nei giorni successivi al delitto, questo valore era infatti di 0,43 grammi per libro. "Panorama" svela inoltre che l'impronta insanguinata trovata nella camera di Meredith, inizialmente attribuita a Raffaele Sollecito, potrebbe in realta' essere di Rudy Guede.

Nell'appartamento dell'ivoriano e' stata trovata una scatola vuota di scarpe Nike, modello "Outbreak 2". Secondo i consulenti tecnici della difesa di Raffaele Sollecito, l'impronta e' stata lasciata dalla scarpa di Guede. La polizia scientifica, che sta analizzando la suola, presto - afferma il settinale - potrebbe confermare la compatibilita'.

nota: i neretti a inizio e a fine notizia sono miei
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estratto da qui

Edited by angelo7878 - 4/4/2008, 15:57
 
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angelo7878
view post Posted on 7/4/2008, 16:53






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estratto da qui

07 aprile 2008

Perugia La relazione dei tecnici nominati dal giudice sarà discussa il 19 aprile

Mistero sull'ora della morte di Meredith

I periti riaprono il caso


Dalla violenza al coltello, le nuove verità dopo gli accertamenti

ROMA

Meredith Kercher ha avuto una lunga agonia, ma l'esame dei reperti non consente di stabilire l'ora della sua morte. Dalle 21, quando la giovane tornò a casa, potrebbe essere accaduto anche dopo dieci ore. La conclusione dei periti nominati dal giudice di Perugia rischia di rimettere in discussione le indagini svolte sinora sull'omicidio della studentessa inglese. Anche perché ci sono altri elementi, ritenuti determinanti dall'accusa, che non trovano conferma nei nuovi accertamenti. Arma, ferite, dinamica del delitto: il collegio dei consulenti non avvalora, anzi in alcuni casi smentisce, i risultati raggiunti dal professor Luca Lalli, il medico legale che per primo esaminò il cadavere e poi svolse l'autopsia. E soprattutto lascia aperti numerosi interrogativi su quanto accadde la notte tra il primo e il 2 novembre nella villetta di via della Pergola 7. La relazione sarà consegnata e discussa durante l'udienza fissata per il 19 aprile.

Le analisi sono però terminate e la maggior parte dei quesiti posti dal giudice ha già una risposta. Secondo gli specialisti, Meredith è stata colpita con cinque/sei coltellate; due sono quelle definite «importanti». La più piccola è quella che avrebbe provocato una forte emorragia, ma non la morte della giovane. E questo avrebbe spinto il suo assassino a stringerle il collo fino all'asfissia. Nuovi esami potranno forse accertare quanto tempo sia passato tra una coltellata e l'altra, si ritiene comunque che dal primo colpo al decesso possa essere trascorsa almeno mezz'ora.

Dubbi forti riguardano l'arma del delitto.

Il coltello trovato a casa di Sollecito con il Dna misto di Meredith e Amanda sulla punta, viene ritenuto soltanto «compatibile», mentre non si può escludere che le lame utilizzate fossero più di una. Le accuse contro Rudy Hermann Guede, Amanda Knox e Raffaele Sollecito sono l'omicidio volontario e la violenza sessuale. Come già dichiarato dal dottor Lalli, i nuovi periti non confermano che Meredith sia stata stuprata. Parlano di un rapporto non completo - del resto ammesso dallo stesso Rudy - ma non sono in grado di dire se sia stata costretta a subirlo. Anche perché - a differenza di quanto era stato stabilito in sede di autopsia - sono convinti che la giovane fosse completamente ubriaca. La discrepanza tra i risultati dei test è altissima: 0,4 grammi di alcol per litro secondo la prima analisi, 2,4 per la seconda. Il collegio peritale ha analizzato i reperti prelevati durante l'esame del cadavere che erano stati congelati e poi scongelati. Nella relazione non si esclude la contaminazione, sia pure con una probabilità bassissima. Le amiche che trascorsero il pomeriggio con Meredith negano che avesse bevuto. «Abbiamo cenato verso le 18.30 - raccontano - e poco prima delle 21 siamo andate a casa. Eravamo stanche perché la sera prima avevamo festeggiato Halloween ». Possibile che la giovane si sia ubriacata con il suo assassino o con i suoi assassini? O forse è stata obbligata a bere? Esaminando le ferite inferte e tenendo conto del tempo trascorso fino al decesso, i periti hanno avuto la sensazione che la ragazza abbia dovuto subire altre imposizioni, un vero e proprio accanimento. Ma perché? Rudy ha ammesso di essere stato con Meredith mentre veniva uccisa, ma ha negato di essere l'assassino. Due settimane fa ha dichiarato che quella sera c'era anche Amanda «insieme al giovane con il coltello». La stessa Amanda aveva inizialmente raccontato di essere stata nella villetta al momento del delitto, accusando Patrick Lumumba di averla accoltellata. Le analisi compiute dalla Scientifica confermano che entrambi erano lì. Ma che cosa sia davvero accaduto in quella villetta cinque mesi fa, rimane ancora un mistero.
Fiorenza Sarzanini
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estratto da qui
 
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62 replies since 5/11/2007, 12:35   1277 views
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