Garlasco - Pavia - Omicidio di Chiara Poggi - L'accusa ha chiesto trent'anni di pena, Aggiornamenti per Alberto Stasi - il GUP ha deciso per nuove perizie prima della sentenza

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view post Posted on 24/2/2009, 12:55
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CITAZIONE (angelo7878 @ 24/2/2009, 12:45)
24 febbraio 2009

GARLASCO: UDIENZA AGGIORNATA AL 7 MARZO


(AGI)

Vigevano

E' stata aggiornata al 7 marzo prossimo l'udienza preliminare in cui Alberto Stasi e' accusato dell'omicidio di Chiara Poggi. I familiari di Chiara Poggi hanno lasciato il tribunale di Vigevano. A seguire anche l'udienza in cui Alberto Stasi e' accusato di detenzione e divulgazione di materiale pedopornografico, 'parallela' a quella che lo vede imputato per l'omicidio di Chiara Poggi, e' stata rinviata al 7 marzo prossimo. Secondo la Procura di Vigevano il giovane avrebbe scaricato dal suo pc decine di immagini ose' che ritraggono minori.
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estratto da qui

Finalmente una buona notizia.
 
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angelo7878
view post Posted on 30/3/2009, 14:39






30 marzo 2009

La relazione dell'accusa «L'imputato ha una propensione maniacale per la pornografia»

Stasi, il movente del film hard

Il pm: Chiara forse uccisa perché rifiutò le riprese

DAL NOSTRO INVIATO

VIGEVANO

La premessa: fu «un'esplosione di violenza e un accanimento che trovano spiegazione solo in virtù di un coinvolgimento personale diretto e non certo occasionale che doveva legare vittima e colpevole». La conclusione: è stato «un omicidio d'impeto ed estremamente efferato» e «il movente è certamente da collocarsi all'interno della dinamica di coppia, nel rapporto interpersonale tra Alberto e Chiara». Poi la «possibile ricostruzione del delitto sulla base degli elementi emersi dalle indagini ». Eccola, la ricostruzione del «caso Garlasco» nelle parole che il pubblico ministero Rosa Muscio ha pronunciato davanti al giudice delle udienze preliminari Stefano Vitelli. La dottoressa Muscio parla del fatto che Alberto Stasi, da sempre unico indagato per l'omicidio di Chiara Poggi, la mattina stessa del delitto (il 13 agosto del 2007) visionò sul suo computer immagini pornografiche: «Appare chiaro che Stasi non fosse in quel contesto di tempo concentrato esclusivamente sulla tesi, come invece ha ostinatamente cercato di far credere nelle sue dichiarazioni, nascondendo e tacendo questo aspetto di quanto fatto la mattina.

La corrispondenza fra il contenuto delle immagini visionate da Stasi e i regali (erotici, ndr) da lui portati alla ragazza non può far escludere che lo stesso Stasi abbia potuto richiedere, come aveva fatto in passato, la realizzazione di immagini riproducenti quelle visionate o che abbia preteso da Chiara qualcosa di più o di più particolare rispetto ai loro rapporti intimi, soprattutto in relazione alla volontà di effettuare ulteriori riprese filmate dei loro rapporti. Stasi testualmente ha riferito sulle precedenti riprese. "Chiara non voleva, ma se io glielo chiedevo lo faceva"». Ipotizza, il pubblico ministero, che è possibile che «questa volta Chiara si sia opposta categoricamente, scatenando la reazione violenta e feroce di Alberto Stasi. È possibile quindi che, a fronte di questo rifiuto, Stasi abbia perso il controllo ed abbia ripetutamente colpito la ragazza, l'abbia trascinata e buttata nel vano scala dello scantinato, si sia poi lavato nel bagno del piano terra (dove risultano impronte sue miste a dna di Chiara, ndr) e si sia quindi allontanato con la bicicletta marca "Umberto da Milano", sui cui pedali ha lasciato il sangue della vittima.

Dopo essersi disfatto dell'arma, delle scarpe sporche di sangue, s'è presentato alla caserma dei Carabinieri di Garlasco inscenando il finto ritrovamento del cadavere della ragazza e la telefonata al 118». E ancora: «Tenuto conto che non vi è traccia informatica sul suo computer portatile della presenza di un operatore che interagisce con la macchina dopo le 10.17, Stasi ha avuto tutto il tempo per commettere l'omicidio, per cancellare ogni traccia direttamente a lui riconducibile e per costruire il ritrovamento casuale del cadavere. Non esiste un'ipotesi ricostruttiva dei fatti compatibile con tutte le emergenze probatorie diversa da questa». Rosa Muscio ha parlato per più di quattro ore e a tratti era così commossa da far dire alla mamma della vittima, Rita, che «mi ha toccato il cuore, ha parlato di Chiara come se stesse parlando di sua figlia». I suoi «gravi indizi di colpevolezza » sono raccolti in 209 pagine e una parte consistente della relazione riguarda la personalità di Alberto, in particolare la sua la «propensione maniacale per la pornografia e la sua ossessiva sensibilità per il tema della sessualità», argomento al quale il pm lega, appunto, il possibile movente del delitto. «Disse di aver lavorato alla tesi per accreditare un'immagine di sé stesso tranquillizzante come studente modello », accusa Rosa Muscio. La dichiarata vergogna di lui per giustificare di aver taciuto quel dettaglio non la convince: «Non si trattava di un fatto che potesse considerarsi particolarmente riprovevole a confronto con l'uccisione di Chiara, salvo ritenere che sin dal primo momento Stasi fosse più preoccupato dell'immagine di sé e della propria rispettabilità invece che della morte della fidanzata, fatto che però già porterebbe a guardare ai sentimenti di Alberto verso Chiara in tutt'altra ottica».
Giusi Fasano
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estratto da qui
 
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angelo7878
view post Posted on 9/4/2009, 12:38






giovedì 9 aprile 2009 ore 11:54


Omicidio Garlasco, pm chiedono 30 anni di carcere per Stasi


VIGEVANO

(Reuters)

I pm di Vigevano Rosa Muscio e Claudio Michelucci hanno chiesto oggi, durante il processo con rito abbreviato, 30 anni di carcere per Alberto Stasi, unico accusato per la morte della fidanzata Chiara Poggi, uccisa nell'agosto 2007.

I magistrati ritengono inoltre che non debbano essere riconosciute all'imputato le attenuanti generiche.

Lo scorso 28 marzo, i legali di Stasi avevano chiesto che il giovane venisse giudicato con il rito abbreviato, che consente di evitare il dibattimento e di arrivare a sentenza nell'udienza preliminare. Alla pena viene applicata la riduzione di un terzo e vi sono dei limiti alla possibilità di proporre appello.

Chiara Poggi è stata uccisa nella casa di famiglia a Garlasco il 13 agosto 2007.

Stasi, che venne iscritto nel registro degli indagati pochi giorni dopo l'omicidio, si è sempre proclamato innocente, nel settembre 2007 fu fermato e restò in carcere per qualche giorno.
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estratto da qui
 
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angelo7878
view post Posted on 29/4/2009, 12:33






Roma | 28 aprile 2009

Omicidio di Garlasco, il pm replica alla difesa: Alberto Stasi ha detto falsità

Alberto Stasi ha detto "falsita"' a proposito del ritrovamento del cadavere di Chiara. E' uno dei passaggi delle repliche fatte oggi dal pm di Vigevano Rosa Muscio, nel corso del processo con rito abbreviato nei confronti di Alberto Stasi, il giovane accusato dell' omicidio della sua fidanzata, Chiara Poggi.

Il pm ha impiegato cinque ore per ribadire che il giovane ha predisposto "una messa in scena" per cercare di far "apparire come casuale il ritrovamento del cadavere di Chiara". Inoltre, la pubblica accusa ha di nuovo sostenuto che la mattina del delitto Stasi non ha assolutamente lavorato alla tesi: sul suo computer non e' stata trovata alcuna traccia che possa confermare che sia stato a casa a scrivere.

Il pm e' di nuovo ritornato a parlare del dispenser del sapone che si trovava sul lavandino del bagno della villetta di Garlasco e sul quale a suo avviso ci sono tracce di dna riconducibili al sangue di Chiara vicine a una impronta digitale di Alberto e ha ancora ribadito l'impossibilita' che Stasi al momento della scoperta del cadavere della fidanzata non si sia sporcato le scarpe.

La rappresentante dell'accusa ha ribattuto punto per punto a quanto detto dagli avvocati della difesa, guidati dal professor Angelo Giarda. Ora ha preso la parola il legale di parte civile, Gianluigi Tizzoni, che ribadira' la richiesta di risarcimento di 10 milioni di euro per conto della famiglia Poggi. In aula sono presenti la mamma di Chiara e il fratello, ma non il padre.
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estratto da qui
 
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angelo7878
view post Posted on 4/5/2009, 17:07





01/0572009


La ricostruzione degli investigatori non convince

Omicidio di Garlasco, sentenza rinviata

Sentenza rinviata. La ricostruzione degli investigatori non convince: troppi vuoti. Il gup di Vigevano ha chiesto sette superperizie. Il processo riprenderà il 13 maggio con gli incarichi ai periti.

La sentenza di assoluzione o di condanna non è arrivata ieri. Se lo aspettavano in molti e il gup Stefano Vitelli ha confermato la sensazione: ha scelto la strada della prudenza, non ritenendo ancora sufficiente il quadro indiziario. Per renderlo più credibile (e definitivo) ha chiesto sette nuove superperizie sui punti più controversi della ricostruzione fatta dagli investigatori. E, sul loro operato, il gup scrive nell'ordinanza una frase che pesa come un macigno a proposito degli accertamenti fatti sul computer portatile di Alberto Stasi da parte della polizia giudiziaria (effettuati prima dell'intervento dei Ris).

Ebbene, secondo Vitelli sono stati messi «in essere secondo una metodologia sicuramente scorretta, disattendendo i protocolli già invalsi in materia, venendo quindi a costituire... una causa di potenziale alterazione e dispersione del contenuto del documento informatico». Alberto esce dal tribunale di Vigevano e si dirige verso casa nell'auto dei suoi legali, il volto imperturbabile come sempre, anche se questa volta a stento nasconde la tensione. Gli avvocati gli spiegano e rispiegano che non è una sconfitta la decisione del gup di disporre ulteriori perizie. Anzi. Lui annuisce, stringe i pugni. «Speravo che oggi (ieri, n.d.r.) sarebbe finito tutto - sussurra - ma a me interessa arrivare alla verità». «Aspetteremo, vogliamo il vero colpevole, mai voluta una giustizia veloce - hanno mormorato i genitori di Chiara, Giuseppe e Rita Poggi, uscendo dal tribunale - . Non possiamo dire null'altro, continueremo ad aspettare sperando nella giustizia per nostra figlia». Insomma, dopo cinque ore di camera di consiglio, il gup di Vigevano per adesso «ha deciso di non decidere» sulla colpevolezza o sull'innocenza di Alberto Stasi: di sicuro, il suo dispositivo è molto critico sull'andamento delle indagini («emergono incompletezze d'indagine») e dispone anche audizioni di testi.

Dunque, venti mesi di indagini non sono stati sufficienti secondo il giudice per fare chiarezza su un delitto per il quale il pm Rosa Muscio aveva chiesto invece una condanna a 30 anni per l'ex studente della Bocconi, laureatosi nel frattempo in Economia e diventato praticante nello studio dei suoi difensori. Sono sette i periti nominati dal gup che, a partire dal 13 maggio prossimo, cercheranno di sciogliere i «rompicapo». Due professionisti dovranno redigere una perizia informatica sul pc sequestrato a Stasi, tre periti si occuperanno dello studio medico-legale (sull'orario della morte, sulle presunte tracce di sangue di Chiara trovate sui pedali della biciclette di Alberto, sulle presunte tracce di Dna trovate sul dispenser del sapone nel bagno dell'abitazione di Chiara Poggi e sulle tracce di sangue di Chiara sulle scarpe di Alberto), un perito lavorerà sulla perizia chimico-sperimentale e un altro su quelli che il giudice definisce gli «esperimenti semi-virtuali».

Questi ultimi si riferiscono alla possibilità di Stasi di non calpestare tracce di sangue di Chiara presenti sul pavimento della villetta. Quanto agli studi chimico-sperimentali, dovranno vertere «sulla capacità delle scarpe di acquisire e trattenere tracce ematiche», anche con riferimento alle «forme di custodia delle scarpe dal momento del sequestro fino all'inizio delle operazioni dei periti e dei trattamenti chimici ai quali siano state soggette in questo lasso temperale per ragioni investigative».
Marino Collacciani
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estratto da qui
 
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