Perugia - L'omicidio di Meredith Kercher - Parlano in Corte d'Assise i genitori e, la sorella - la madre: "è terribile mandare una figlia a studiare e non vederla ritornare più

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angelo7878
view post Posted on 5/11/2007, 12:35






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(nota mia) Meredith Kercher la ragazza uccisa a Perugia nella notte tra giovedì 1 novembre e venerdì 2 novembre. Studentessa dell'Università inglese di Leeds, al terzo anno del corso di laurea in Studi Europei, da agosto frequentava a Perugia alcuni corsi universitari, Storia moderna, Cinema, Scienze Politiche nell'ambito del programma europeo Erasmus. Sarebbe rimasta per un anno, un anno che terribilmente, purtroppo per lei, è durato soltanto tre mesi, troppo poco...



5/11/2007 ore 7:59

Ombre su un amico di Meredith

L’autopsia ha confermato la violenza sessuale prima dell’omicidio

ALESSANDRA CRISTOFANI


PERUGIA


Li chiama «elementi interessanti». Il perito legale Luca Lalli, nominato dalla Procura, all'uscita dell'istituto di medicina legale, ha il volto tirato. Ci sono volute sette ore per l'autopsia su Meredith Kercher, la studentessa inglese sgozzata dall'amico cui ha aperto la porta di casa e che nella notte di venerdì, tra le due e le quattro, l'ha prima stuprata e poi uccisa. Elementi interessanti, dunque, quelli emersi dall'esame necroscopico, che portano dritti dritti al civico sette di viale sant'Antonio, nella villetta dell'orrore con i muri tinteggiati di giallo, dove gli inquirenti sono tornati subito dopo l'esame. Si sono dati appuntamento lì il medico legale, gli investigatori della squadra mobile perugina e il sostituto procuratore Giuliano Mignini, che coordina le indagini. L'impressione è che l'indagine sia a una svolta: l'autopsia confermerebbe sia la violenza carnale sia la colluttazione, fornendo altri raccapriccianti dettagli su cui per ora il fronte investigativo alza un muro di riserbo.

Non solo: gli inquirenti sono in possesso delle impronte digitali del killer. Le orme lasciate dalla tomaia delle sue scarpe sul pavimento insanguinato. E ancora: l'uomo, dopo avere ucciso la ragazza, ha chiuso la porta della camera da letto e ha tentato di cancellare le tracce di quella notte di violenza. E' andato in bagno e si è lavato le mani, lasciando tracce ematiche sia sul lavabo sia sul water. Ma è nel portatile di Meredith che si nasconde la chiave del giallo. Informazioni decisive giungeranno dall'analisi dei files, che potrebbero addirittura contenere il nome e cognome del killer, e dall'esito dei tabulati telefonici dei due cellulari della vittima. C'è poi un super-testimone, sebbene non oculare. Sophie Purton, l'amica del cuore di Meredith, che durante l'interrogatorio-fiume cui è stata sottoposta avrebbe rilasciato dichiarazioni determinanti.

Sembra chiaro, insomma, che il cerchio intorno all'assassino della giovane studentessa londinese si stia stringendo. Nella lista dei sospettati c'è un nordafricano, conosciuto di recente. Quanto alle ombre sull'omicidio della londinese innamorata dell'Italia e della sua lingua, di Perugia e del suo cioccolato, anche di quelle ce n'è più d'una. Poco credibile la tesi dell'agguato da parte di un drogato, anche se la zona di Sant'Antonio, nei pressi del vicinissimo parcheggio automatizzato, viene descritta come la roccaforte dello spaccio. Altrettanto inverosimile la pista della rapina finita nel sangue, visto che degli effetti personali di Meredith, computer e gioielli, non manca nulla. C'è poi un ultimo buco nero, in questo delitto che ha distrutto una famiglia e annientato una città. Il movente, la ragione di tanta furia.

Verrebbe da pensare a un raptus omicida dopo uno stupro, con l'intenzione, più o meno consapevole, di tappare la bocca a Meredith. Che qualcuno, ieri pomeriggio, ha oltraggiato ancora una volta, apponendo sul portone dell'Università per Stranieri un macabro foglietto, sequestrato dalla Digos, contenente l'annuncio di una camera sfitta, proprio in viale Sant'Antonio, disponibile da novembre per inquilini di preferenza inglesi e inseriti nel programma Erasmus. Segue la firma, Gianfranco, e il numero di telefono, costituito dal prefisso perugino e dalla data dell'omicidio. Un ultimo sfregio alla ragazza inglese che ha avuto il solo torto di fidarsi troppo. Troppo e della persona sbagliata.
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estratto da qui
 
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angelo7878
view post Posted on 5/11/2007, 14:37






Perugia, Procura: non avrebbe subito violenza la ragazza uccisa

lunedì, 5 novembre 2007 ore 13.30


ROMA

Non sarebbe stata violentata la ragazza britannica trovata con la gola tagliata nella sua camera da letto a Perugia, riferisce oggi la Procura perugina in seguito all'autopsia, eseguita ieri.

"Allo stato, la rilevazione medico legale non fa emergere elementi per ipotizzare una violenza sessuale", dice una nota firmata dal procuratore della Repubblica Nicola Miriano.

"I primi, incompleti accertamenti medico-legali fanno ritenere che le cause della morte della cittadina britannica (Meredith Susanna Cara Kercher) vadano ricollegate a una emorragia conseguita a profonda lesione al collo, dovuta verosimilmente all'azione di uno strumento da punta e taglio", aggiunge la nota.

La ragazza, 21 anni, è stata trovata venerdì nella sua camera, chiusa a chiave, nell'abitazione che condivideva con altre studentesse in via Sant'Antonio, nel centro di Perugia, nei pressi dell'Università per stranieri.

La Procura dice che le indagini per trovare chi ha ucciso la ragazza nella notte tra giovedì e venerdì "proseguono in ogni direzione e con ogni mezzo", e sottolinea l'esigenza di attenersi al più stretto riserbo per "non compromettere o ritardare i risultati dell'inchiesta ed evitare sgradevoli, inutili spettacolarizzazioni o isteriche morbosità".
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estratto da qui
 
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angelo7878
view post Posted on 6/11/2007, 13:20






06/11/2007 ore 08:47

Inglese uccisa: alcune persone portate in Questura Perugia


Sul posto il pm che segue il caso, massimo riserbo

(ANSA)

PERUGIA

Alcune persone sono state portate in Questura a Perugia nell'ambito delle indagini sull'omicidio di Meredith Kercher. In Questura si trova anche il sostituto procuratore della Repubblica Giuliano Mignini che coordina l'indagine della polizia sull'omicidio. Il magistrato non ha voluto fornire alcuna indicazione sugli accertamenti in corso. Davanti alla Questura si stanno radunando i tanti giornalisti, fotografi e teleoperatori che stanno seguendo il caso.
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estratto da qui
 
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angelo7878
view post Posted on 6/11/2007, 18:23






Omicidio Meredith: tre fermi, genitori a Perugia

martedì, 6 novembre 2007 ore 17.17

ROMA

(Reuters)

Per l'omicidio della ragazza britannica trovata venerdì a Perugia con la gola tagliata sono state fermate tre persone, tra cui una delle coinquiline, con l'accusa di concorso in omicidio volontario e concorso in violenza sessuale. Lo riferisce la Questura perugina.

"E' probabile il movente sessuale", ha detto al telefono a Reuters il questore di Perugia, Arturo De Felice, che ha definito la 21enne Meredith Susanna Cara Kercher "moralmente integerrima".

Di movente sessuale ha parlato anche il ministro dell'Interno Giuliano Amato, nel corso di una conferenza stampa a Roma: "(E') una brutta vicenda in cui persone che (Meredith) aveva in casa, persone amiche, hanno tentato di forzarla a rapporti che lei non voleva avere".

I fermati sono una ragazza statunitense di 20 anni che abitava con la vittima, e che seguiva un corso di italiano all'Università per stranieri; il fidanzato, un italiano di 24 anni, laureando all'Università statale; un cittadino congolese di 37 anni, regolarmente in Italia dal 1988 e che gestisce un piccolo esercizio commerciale nel centro della città umbra.

Meredith è stata uccisa tra giovedì e venerdì ed è stata trovata nella sua camera, chiusa a chiave, nell'abitazione di via Sant'Antonio, nel centro di Perugia, nei pressi dell'Università per stranieri.

"Non possiamo sbilanciarci, i fermi devono essere ancora convalidati dal gip", ha spiegato De Felice, precisando però che "ci sono riscontri assolutamente inconfutabili".

Dopo che ieri la Procura ha fatto sapere che dall'autopsia non sono emersi elementi che facciano pensare a una violenza sessuale, De Felice ha confermato che la ragazza ha avuto un rapporto sessuale prima di morire: "Certo, nel caso in cui si abbia un coltello puntato alla gola la violenza si può subire senza fare resistenza...".

Meredith, comunque, a un certo punto "si è ribellata" agli aggressori, ha spiegato il questore.

Nel pomeriggio, intanto, sono arrivati a Perugia i genitori e la sorella di Meredith, che sono già stati all'obitorio, ha confermato il questore.

La famiglia ha annunciato che alle 19 terrà una conferenza stampa all'Hotel Sangallo.
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estratto da qui
 
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angelo7878
view post Posted on 8/11/2007, 13:11






Perugia | 8 novembre 2007 ore 12.41

Davanti ai magistrati i sospetti assassini di Meredith, la Procura apre un'inchiesta sulla fuga di notizie

E' il nuovo 'caso' sul quale i riflettori dei media si sono accesi negli ultimi giorni, con tesi a volte audaci sui motivi ed i dettagli dell'omicidio della giovane inglese uccisa a Perugia, Meredith Kercher. Questa mattina contro quello che ha definito "il voyeurismo di certa informazione" si è scagliato uno dei legali di Raffaele Sollecito, mentre nel carcere di Perugia era in corso l'udienza per la convalida dei tre fermi per l'omicidio di Meredith. L'avvocato di Amanda Knox, la giovane americana accusata per l'omicidio con il fidanzato e il musicista congolese Diya Lumumba, chiede "ulteriori approfondimenti".

La procura della Repubblica di Perugia, intanto, ha aperto un'indagine sulla fuga di notizie sull'inchiesta, in relazione alla pubblicazione di atti e verbali di interrogatori. "In data odierna - è detto in un comunicato firmato dal procuratore, Nicola Miriano - la Procura della Repubblica di Perugia ha preso atto con grande disappunto che talune fonti di informazione (vedi, tra gli altri, 'Il Corriere della Sera') hanno pubblicato atti processuali relativi alle indagini sulla morte di Meredith Kercher, destinati a rimanere coperti dal segreto investigativo.

Tale pubblicazione, alla quale è del tutto estranea questa Procura - continua il comunicato - viola i piu' elementari principi di civilta' e di rispetto degli altrui sentimenti, alimenta il deplorevole, morboso spettacolarismo che viene attribuito a taluni fatti di cronaca, costituisce informazione di caratteristiche assai modeste e, ciò che è più grave, reca notevole pregiudizio al successo delle indagini in corso. Sul fatto menzionato vengono svolte indagini preliminari a carico di persone ignote.

Lo stato e la natura delle investigazioni non consentono la segnalazione di notizie diverse e ulteriori. Al presente comunicato - conclude il procuratore - si farà seguito solo in presenza di effettivi, sostanziali mutamenti del quadro processuale".
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estratto da qui
 
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angelo7878
view post Posted on 8/11/2007, 16:23




OMICIDIO DI MEREDITH KERCHER

STRALCI DAI VERBALI D'INTERROGATORIO DI DIVERSE PERSONE
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I VERBALI

Perugia, la verità di Amanda:
lei era con Patrick e gridava


«Ero spaventata e mi sono tappata le orecchie»

PERUGIA

7/11/2007

«Patrick e Meredith si sono appartati nella stanza di Meredith, mentre io mi pare che sono rimasta in cucina. Non riesco a ricordare quanto tempo siano rimasti insieme nella camera ma posso solo dire che a un certo punto ho sentito delle grida di Meredith e io spaventata mi sono tappata le orecchie. Poi non ricordo più nulla, ho una grande confusione in testa. Non ricordo se Meredith gridava e se sentivo anche dei tonfi perché ero sconvolta, ma immaginavo cosa potesse essere successo».

È l'alba di ieri. Amanda Knox, l'amica americana di Meredith che con lei condivideva l'appartamento, racconta di aver assistito all'omicidio. Cede di fronte alle contestazioni dei poliziotti che l'accusano di aver mentito quando ha raccontato di essere uscita di casa alle 17 del primo novembre e di essere tornata soltanto la mattina dopo, quando è stato trovato il corpo straziato di Meredith. Il suo fidanzato Raffaele Sollecito è stato sentito qualche ora prima e ha già ammesso che quell'alibi è falso, pur negando di aver partecipato al delitto. Amanda capisce di non avere via d'uscita, però si ritaglia un ruolo marginale. Accusa Patrick Lumumba Diya di essere l'assassino. Il suo racconto è confuso, si capisce che la ragazza non dice tutta la verità. Ma il pm ritiene che le sue dichiarazioni siano comunque sufficienti per anche nei confronti dei due uomini.

I «non ricordo» di Amanda

Il racconto della giovane statunitense comincia alle 5.45 di ieri mattina. «Voglio riferire spontaneamente quello che è successo perché questa vicenda mi ha turbata profondamente e ho molta paura di Patrick, il ragazzo africano proprietario del pub Le Chic dove lavoro saltuariamente. L'ho incontrato la sera del primo novembre dopo avergli mandato un messaggio di risposta al suo, con le parole "ci vediamo". Ci siamo incontrati intorno alle 21 al campetto di basket di piazza Grimana e siamo andati a casa mia. Non ricordo se la mia amica Meredith fosse già a casa o se è giunta dopo. Quello che posso dire è che si sono appartati». Entra nei dettagli, descrive il momento della violenza. Poi aggiunge: «Ho incontrato Patrick questa mattina (il 5 novembre ndr) davanti all'università per Stranieri e mi ha fatto alcune domande. Voleva sapere che domande mi erano state fatte dalla polizia. Penso che mi abbia anche chiesto se volevo incontrare i giornalisti, forse al fine di capire se sapevo qualcosa della morte di Meredith». Poi parla del fidanzato: «Non sono sicura se fosse presente anche Raffaele quella sera, ma ricordo bene di essermi svegliata a casa del mio ragazzo, nel suo letto, e che sono tornata al mattino nella mia abitazione dove ho trovato la porta aperta». I poliziotti della squadra mobile e dello Sco, il servizio centrale operativo, danno atto al termine del verbale che «la Knox si porta ripetutamente le mani alla testa e la scuote». Scrive il pm nel provvedimento di fermo: «Il rapporto sessuale tra Meredith e Patrick deve ritenersi di natura violenta, considerato il contesto particolarmente intimidatorio nel quale si è svolto e nel quale la Knox deve ritenersi abbia dato comunque un contributo al Diya».

Le bugie del fidanzato

I tabulati telefonici esaminati dalla polizia postale si sono rivelati fondamentali per ricostruire gli spostamenti dei ragazzi. E per smentire quanto avevano sino ad allora affermato. Il primo ad ammettere di aver «raccontato un sacco di cazzate» è Sollecito. Il giovane viene convocato in questura alle 22.40 del 5 novembre, due sere fa. Dopo la scoperta del cadavere di Meredith era già stato interrogato, ma aveva detto di non sapere che cosa fosse accaduto: «Ero fuori con Amanda», si era giustificato. Ora capisce che la situazione è cambiata. E così decide di modificare anche la propria versione. Il verbale di Raffaele Sollecito comincia alle 22.40 di martedì. «Conosco Amanda da due settimane. Dalla sera in cui l'ho conosciuta lei ha cominciato a dormire a casa mia. Il primo novembre mi sono svegliato verso le 11, ho fatto colazione con Amanda, poi lei è uscita e io sono tornato a letto. L'ho raggiunta a casa sua verso le 13-14. C'era anche Meredith che è uscita frettolosamente verso le 16 senza dire dove andasse. Io e Amanda siamo andati in centro verso le 18 ma non ricordo che cosa abbiamo fatto. Siamo rimasti in centro fino alle 20.30 o 21. Io alle 21 sono andato da solo a casa mia, mentre Amanda ha detto che sarebbe andata al pub Le Chic perché voleva incontrare dei suoi amici. A questo punto ci siamo salutati. Sono andato a casa, mi sono fatto una canna, ho cenato, ma non ricordo che cosa ho mangiato. Verso le 23 mi ha chiamato sull'utenza fissa di casa mio padre. Ricordo che Amanda non era ancora tornata. Ho navigato al computer per altre due ore dopo la telefonata di mio padre e ho smesso solo quando Amanda è rientrata, presumibilmente verso l'1. Non ricordo bene come fosse vestita e se era vestita allo stesso modo di quando ci siamo salutati prima di cena. Non ricordo se quella sera abbiamo consumato un rapporto sessuale. La mattina successiva ci siamo svegliati verso le 10 e lei mi ha detto che voleva andare a casa a farsi una doccia e cambiarsi gli abiti. Infatti è uscita verso le 10.30 e io mi sono rimesso a dormire. Quando è uscita Amanda ha preso anche una busta vuota, dicendomi che le sarebbe servita per metterci i panni sporchi. Verso le 11.30 è ritornata a casa e ricordo che si era cambiata i vestiti. Aveva con sé la solita borsa». È a questo punto che, secondo Sollecito, Amanda gli avrebbe detto di essere preoccupata. «Mi ha raccontato — sostiene il giovane — che quando è arrivata a casa sua ha trovato la porta d'ingresso spalancata e tracce di sangue nel bagno piccolo. Mi ha chiesto se la cosa mi sembrava strana. Io gli ho risposto di sì e le ho consigliato di telefonare alle sue amiche. Lei mi ha detto di aver telefonato a Filomena (un'altra ragazza che abita nella casa dell'omicidio ndr), mentre ha detto che Meredith non rispondeva».

Il ritorno a casa

I due vanno insieme nell'appartamento. E così Sollecito ricostruisce quei momenti: «Lei ha aperto la porta con le chiavi e sono entrato. Ho notato che la porta di Filomena era spalancata con dei vetri per terra e la camera tutta in disordine. La porta di Amanda era aperta e invece era tutto in ordine. Poi sono andato verso la porta di Meredith e ho visto che era chiusa a chiave. Prima ho guardato se fosse vero quello che mi aveva detto Amanda sul sangue nel bagno e ho notato gocce di sangue sul lavandino, mentre sul tappetino c'era qualcosa di strano, una sorta di mista acqua e sangue, mentre il resto del bagno era pulito.... Il resto era in ordine. In quel mentre Amanda entrava nel bagno grande e usciva spaventata e mi abbracciava forte dicendomi che prima, quando aveva fatto la doccia, aveva visto delle feci nel water che invece adesso era pulito. Mi sono chiesto che cosa stesse succedendo e sono uscito per vedere se riuscivo ad arrampicarmi sulla finestra di Meredith... Ho cercato di sfondare la porta ma non ci sono riuscito e a quel punto ho deciso di chiamare mia sorella e mi sono consigliato con lei perché è un tenente dei carabinieri. Mi ha detto di chiamare il 112, ma nel frattempo è arrivata la polizia postale. Nel precedente verbale vi ho riferito un sacco di cazzate perché lei mi aveva convinto della sua versione dei fatti e non ho pensato alle incongruenze».
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estratto da qui
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I VERBALI DELL'INCHIESTA

Delitto di Perugia, Meredith mi disse:
«Tipi strani, troppi uomini in casa»


Daniel, Spyros e gli altri nella casa di Meredith


DA UNO DEI NOSTRI INVIATI

PERUGIA

8/11/2007

«Vorrei riferire alcune cose che Meredith mi ha detto di Amanda. Penso che siano importanti. Meredith mi ha detto che Amanda avrebbe portato alcune volte degli uomini nella loro casa, non so quanti fossero stati. Meredith mi ha parlato in particolare di un uomo che abita in un Internet Café. È il posto in cui Amanda lo avrebbe conosciuto. Meredith pensava che quest'uomo fosse strano. Nella circostanza non mi ha specificato altro. Non so indicare l'età di quest'uomo ma posso dire che almeno un altro uomo era stato sicuramente portato nella loro casa anche se non so indicare la nazionalità di queste persone». È il 3 novembre scorso, sono le 23.10. Negli uffici della questura di Perugia viene interrogata Sophie Purton, 20 anni, amica della giovane inglese assassinata la sera del primo novembre. È lei la prima a rivelare che nella casa del delitto c'è sempre stato un gran viavai. I poliziotti decidono così di convocare Amanda Knox, la ragazza statunitense adesso accusata di aver partecipato al delitto.

VIA VAI DI RAGAZZI

Viene interrogata alle 14.45 del 4 novembre. E non nega. «Questo giovane che frequenta un Internet Café è argentino e si chiama Juve. È venuto a casa mia almeno cinque volte, l'ultima il 31 ottobre. Conosce anche Meredith perché l'ha conosciuta al bar con me. Juve non ha mai provato a stare con me, ha come modo di fare il vizio di abbracciare e toccare anche quando non è ubriaco... Gli altri uomini che ho portato a casa sono un certo Spyros solo una volta nel mese di ottobre e in quell'occasione ha conosciuto Meredith; Daniele, di Roma, di cui non conosco il numero telefonico, è venuto a casa due volte, la seconda ha parlato con Meredith salutandola ». Il resto lo aggiunge neanche due ore proprio uno dei ragazzi che abitano al piano terra, Stefano Bonassi: «Un paio di volte sono venuti a casa nostra tre amici di Roma, uno di questi si chiama Daniel De Luna. Quest'ultimo, nella seconda occasione che è venuto a casa, ha avuto un rapporto sessuale con Amanda». Sono tante le persone che frequentavano le studentesse. E la loro presenza, che adesso affolla l'indagine, alimenta dubbi sulla versione fornita da Amanda Knox. Chi c'era davvero nell'appartamento quando Meredith è stata assassinata? E che ruolo ha avuto lei? «La sera del primo novembre Patrick e Meredith hanno avuto un rapporto sessuale. Mi pare che io ero in cucina. A un certo punto ho sentito le grida di Meredith e io spaventata mi sono tappata le orecchie. Poi non ricordo più nulla», ha affermato Amanda. È una versione che non regge. L'accusa ritiene che fosse presente al momento della violenza e «abbia dato un contributo a Patrick Diya». Se anche così non fosse, sembra impossibile che dopo aver sentito le grida dell'amica non sia corsa in camera. E soprattutto, se davvero è stato Patrick ad uccidere Meredith, che cosa hanno fatto dopo? Qualcuno ha certamente tentato di pulire il sangue. Qualcuno ha rotto il vetro di una finestra nel tentativo di simulare un furto commesso da estranei. Ma chi? Possibile che nessuno di loro si sia sporcato? Che fine hanno fatto i vestiti?

LAVANDERIA

Agli atti dell'inchiesta è allegata la testimonianza di due ragazzi che si sono presentati il 3 novembre. «Ieri nel primo pomeriggio — hanno raccontato — siamo andati alla lavanderia a gettoni di via Fabretti per lavare gli indumenti. Erano circa le 13.30. Ci siamo allontanati per qualche minuto e quando siamo tornati all'interno della lavanderia abbiamo notato una ragazza e un cittadino straniero. Quest'ultimo usciva al nostro arrivo. Con la ragazza presente abbiamo commentato il comportamento strano dello straniero. Infatti la stessa riferiva che poco prima era giunto lo straniero alla lavanderia barcollando, metteva degli indumenti nella lavatrice, comprese le scarpe marca Nike di colore blu. Poco dopo usciva e rimaneva incastrato nella porta d'ingresso ma liberandosi subito. Poco dopo è rientrato e abbiamo notato che spostava gli indumenti dalla lavatrice all'asciugatrice. La ragazza ci ha detto che l'aveva visto rovistare nel cassonetto insieme ad un connazionale. È alto circa 1,75, ha la carnagione olivastra, sicuramente è magrebino». Non si sa chi sia questo ragazzo né se questo comportamento «strano» abbia a che fare con il delitto. Ma gli investigatori ritengono che in questa fase nessun particolare possa essere tralasciato per scoprire se altre persone possano avere avuto un ruolo nella vicenda

HASHISH E FESTE

Il quadro che emerge dai verbali dei giovani che frequentavano Meredith e le sue amiche è quello di un «gruppo allargato». Ragazzi che si sono trasferiti a Perugia per studiare, che vivono lontano dalle famiglie e non sembrano avere regole. Ragazzi che vivono la notte, che vagano di festa in festa, che spesso si ubriacano e fumano spinelli fino a stordirsi. Lo racconta anche Giacomo Silenzi, che con Meredith stava insieme da circa tre settimane. La sera dell'omicidio era a casa dei genitori a Porto San Giorgio. «Nonostante mi piaceva molto — dice — non provavo alcuna gelosia nei suoi confronti... Insieme ai miei amici faccio spesso uso di hashish e marijuana, ma non di altre droghe. Anche Meredith faceva uso di hashish e spesso l'assumevamo insieme, o noi due da soli o insieme ai ragazzi del condominio. In genere prendevamo la droga nel centro di Perugia, sulle scale di fronte alla chiesa di piazza 9 Novembre, ma non conosco i nomi degli spacciatori. Ogni volta che ci serviva, uscivamo e andavamo in piazza per rifornirci. Non ricordo che le ragazze avessero mai avuto la droga, in genere la fornivamo noi ragazzi». Canne, ma anche alcol. Accadeva spesso che le ragazze tornassero ubriache. Una sera fu Hicham Khiri, marocchino ventottenne, a riaccompagnarle a casa. Lo ha raccontato lui stesso il 3 novembre: «Eravamo al Gradisca. Era sabato e io ero con un mio amico che si chiama Abdel. All'interno del locale ho visto che c'era tutto lo staff del Merlin e molte studentesse straniere per le quali ogni sabato viene organizzato un pullman. A fine serata, uscendo dal parcheggio, abbiamo incontrato Meredith e Sophie, quest'ultima ubriaca, e un'altra ragazza che non conosco. Meredith mi chiese se, viste le condizioni di Sophie, potevamo riaccompagnarle a casa».

Fiorenza Sarzanini
estratto da qui
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08 novembre 2007

LE DECISIONI DEL GIP

per l'omicidio della studentessa inglese Meredith Kercher

Delitto di Perugia, il gip rinvia la decisione

Il giudice si è riservato di decidere in merito alla richiesta di convalida degli arresti dei tre imputati

PERUGIA

Il giudice per le indagini preliminari di Perugia si è riservato di decidere in merito alla richiesta di convalida del pubblico ministero del fermo per la studentessa americana Amanda Knox. La decisione sarà depositata venerdì mattina, così come per gli altri due indagati per l'omicidio di Meredith Kercher. Lo ha riferito uno dei difensori della Knox uscendo dal carcere. Il sostituto procuratore Giuliano Mignini ha chiesto per la Knox la convalida del fermo e la custodia cautelare in carcere. I suoi difensori hanno invece sollecitato la non convalida del provvedimento e la remissione in libertà della loro assistita, sostenendo che è estranea alle accuse contestate. L'udienza prosegue per esaminare la richiesta di convalida per gli altri due fermati.

«STUDENTI SIANO SERENI» - «Serenità, tranquillità, sicurezza: Perugia resta una città vivibile, anche dopo l'omicidio di Meredith». Lo hanno ribadito il rettore dell'università di Perugia, Francesco Bistoni, e il questore del capoluogo umbro, Arturo De Felice, nell'incontro al rettorato con un centinaio di studenti stranieri del programma Erasmus. Il questore ha voluto ribadire che l'omicidio della studentessa inglese «resta un episodio» e che, «nonostante le esasperazioni gratuite di alcuni mezzi d'informazione sulla situazione della città, Perugia era e resta una città vivibile e sicura dove lo Stato funziona, come dimostra anche il fatto che in pochi giorni il caso è stato risolto».
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estratto da qui
 
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Baba Yaga
view post Posted on 8/11/2007, 16:38




CITAZIONE (angelo7878 @ 6/11/2007, 18:23)
Meredith, comunque, a un certo punto "si è ribellata" agli aggressori, ha spiegato il questore.

a volte " è meno doloroso " subire ...
 
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angelo7878
view post Posted on 8/11/2007, 16:45






sì, è così certamente, come scrive Baba, subire potrebbe evitare una quota
di dolore

e non bisogna entrare nel merito, non si deve e non si può valutare la "scelta di subire"

può essere dovuta a ciò che dice Baba ma anche ad altri motivi

come, ad esempio, una reazione psichica di provvisorio e condizionato assoggettamento all'aggressore, quasi un automatismo
 
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Baba Yaga
view post Posted on 8/11/2007, 17:08




non tutte reagiscono alla stessa maniera nel momento della violenza , qualcuna perde la testa e qualcuna con l'adrenalina a 1000 riesce a capire che non deve in nessuno modo provocare di più l'aggressore , chiudere gli occhi e subire augurandosi di poterli riaprire...
 
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angelo7878
view post Posted on 8/11/2007, 17:12





08 novembre 2007

Sono 30 mila, anche dell'Erasmus. Invadono ogni notte il centro

Perugia, l'Ibiza degli studenti stranieri

Dall'integrazione tra palestinesi e israeliani degli anni 70 alle notti di trasgressioni

DA UNO DEI NOSTRI INVIATI

PERUGIA

«Tanto stasera andiamo tutti da Susan. Tutti chi? Boh. Tutti. A che ora? Boh. A fare che? Boh. Che poi, ecco, magari questo ti può interessare... perché ci scriverai un articolo, no? Beh, Susan abita vicino alla casa dove hanno ammazzato quella... com'è che si chiamava?». Cinici, distanti, senza cuore. E adesso non fate quelli che vogliono sapere il nome e il cognome degli intervistati. Questi pretendono di restare anonimi. I genitori, sparsi in mezzo pianeta, si immaginano i propri pargoli con le occhiaie profonde per le notti perse sui libri e invece qui abbiamo faccine tenere, lisce, pulite, perché le vacanze sono vacanze, e la regola è che bisogna dormire a lungo. Infatti hai solo un paio d'ore, diciamo dalle quattro alle sei del pomeriggio, per provare a imbastire un ragionamento. Come a Ibiza. Perché Perugia sembra Ibiza. Però con un tasso di trasgressione molto più cupo, buio, violento. Hai due ore, per capire chi sono e cosa pensano, questi studenti.

HASCHISH E VODKA

Poi, a centinaia, dopo essersi destati dallo stordimento della notte precedente, iniziano a rifarsi di hashish e di altri miscugli micidiali. Soprattutto, si fanno di vodka. Adorano la vodka. Ci mettono a mollo il cervello. Eppure questa era un città magnifica, per chi volesse studiare. Agli inizi degli anni Settanta, si scriveva: è la città dell'integrazione studentesca, con l'Università statale e quella per gli stranieri, con i palestinesi che si laureavano in Giurisprudenza insieme agli israeliani, e poi con i ragazzi che fuggivano dal regine di Khomeini, e con i francesi e gli spagnoli, i tedeschi e gli inglesi: ora le ragazze inglesi come Meredith le uccidono e però non ci sono, a quanto sembra, altre ragioni che quelle sordide e ormai piuttosto note: alcol, sesso, tu con me e poi con lui, e poi con tutti e due. Aspettiamo l'alba. Come ti chiami? A vent'anni. «In fondo — riflette Andrea Capaccioni, storico funzionario dell'Università per stranieri, la stessa frequentata da Meredith e da due dei suoi presunti assassini, la coinquilina Amanda Knox e Diya Lumumba, detto Patrick, ai tempi in cui l'ateneo era attraversato da ben altre atmosfere — qui a Perugia accade ciò che accade in buona parte del pianeta cosiddetto civile: i giovani sballano con droghe di vario tipo, abusano con l'alcol e sguazzano nella melma dei valori. Perché mai questa piccola città di provincia dovrebbe fare eccezione? ». È un interrogativo da andare a girare in questura. Ma trovi funzionari che ti guardano, e ti dicono: «Qui, in un centro storico medievale di modeste proporzioni, vivono, bivaccano e si divertono, sia pure a modo loro, non meno di trentamila studenti, tra italiani e stranieri. Come si fa a imporre la legge? Lei provi a farsi un giretto, al tramonto...».

LA MAPPA DELLE STRADE A RISCHIO

Vicoli, piazzette, scalinate. Lasciamo stare i profilattici usati, e le bottiglie di birra, e l'odore forte di urina. Ciò che maggiormente colpisce è il muoversi agile degli spacciatori. Di portone in portone, e poi dentro gli androni, e infine dietro alle macchine. L'altra cosa che colpisce è il passo — svelto, nervoso, preoccupato — dei perugini. Tutti conoscono il pericolo delle aggressioni. La mappa delle strade a rischio è nota: «Via della Viola, via Imbriani, parcheggi Pellini, e poi le scale mobili, via Garibaldi, i parcheggi Europa, Tre Archi, Porta Pesa...». I perugini affrettano il passo, ma se gli chiedi com'è la situazione dell'ordine in città, abbassano la testa, la scuotono, allargano le braccia, sospirano. Molto diplomatici. La ragione potete immaginarla: l'enorme folla di studenti che vive a Perugia rappresenta, per migliaia di famiglie, un autentico affare. Quelli che affittano appartamenti, camere, sottoscala. Quelli che gestiscono bar, tavole calde, pub. «Guardi che voi giornalisti, con questo genere di ragionamenti, fornite un pessimo servizio all'informazione democratica». Andrea Cernicchi, 35 anni, Partito democratico, è l'assessore comunale alle Politiche e culture giovanili. «L'omicidio accaduto in via Sant'Antonio sarebbe potuto accadere in qualsiasi altra città del mondo. Ma, siccome è accaduto qui, state trasformando Perugia in una dependance dell'inferno... Eppure questa è una città dove ci sono circoli letterari, rassegne culturali e dove...». Dove Assuntina Marresi giunse, da matricola, 25 anni fa, e dove è rimasta, «stregata dalla bellezza». Ora, all'Università statale, è docente di Chimica Fisica. «E posso testimoniare di aver assistito a un cambiamento profondo. La perversione, tra gli studenti, ha preso il posto della goliardia, l'abuso quello della rettitudine». Viene il buio e arriva la notizia che sul sagrato del Duomo, in cima a corso Vannucci, continuano a portare dei lumini. Sarebbe una bella immagine con cui chiudere una corrispondenza. Ma nei vicoli altri studenti già barcollano gonfi di alcol. Ti guardano e ti abbracciano e puzzano che fanno pena.
Fabrizio Roncone
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estratto da qui
 
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angelo7878
view post Posted on 9/11/2007, 09:58





09 novembre 2007

L'INCHIESTA E I DUBBI SUL DELITTO DI PERUGIA

«Nella stanza di Meredith nessuna traccia del musicista»

I primi risultati delle analisi della Scientifica fanno vacillare la versione di Amanda Knox

DA UNO DEI NOSTRI INVIATI

PERUGIA

Nella stanza dove è stata uccisa Meredith Kercher non ci sono impronte di Patrick. I primi risultati delle analisi svolte dagli specialisti della polizia Scientifica fanno vacillare la versione di Amanda Knox. Non c'è soltanto la difesa dei due uomini che lei ha trascinato nell'inchiesta — oltre a Patrick Lumumba Diya, il fidanzato Raffaele Sollecito — a smentire il suo racconto. Adesso i dubbi vengono alimentati dai rilievi tecnici e dalle contraddizioni che emergono dai verbali da lei riempiti in questi giorni. Perché la giovane statunitense ha fornito dei dettagli che appaiono incongruenti e che potrebbero nascondere la presenza di altre persone sulla scena del delitto.

LA MAPPA DELLE TRACCE

Ci sono 120 tracce utili trovate dagli specialisti dell'Ert in quella camera. Segni impressi dai polpastrelli e in alcuni casi anche dal palmo delle mani. Una quarantina sono già state attribuite ma non appaiono utili per le indagini perché lasciate da persone che vivevano nell'appartamento o comunque lo frequentavano abitualmente. Altre ottanta non sono state ancora identificate perché «appartenenti a sconosciuti ». Nessuna è di Patrick. Amanda lo accusa di essere l'assassino. Dice che era in camera con Meredith quando lei ha sentito le urla dell'amica. «Ricordo confusamente che l'ha uccisa lui», aggiunge. Non spiega che cosa accade dopo, non dice che cosa fa lei e che cosa fa Patrick «perché non ricordo nulla, ero sconvolta». In realtà, questo è il sospetto, nasconde la verità. Anche perché il sopralluogo effettuato nella stanza sembra escludere che chi ha ucciso non abbia lasciato tracce. Il corpo di Meredith è riverso in terra a pancia in giù. La ragazza è nuda, ha soltanto la maglietta tirata su a coprirle il volto. È nascosta sotto due asciugamani, il lenzuolo e, da ultimo, un piumone. Quando gli agenti sfondano la porta ed entrano si vede soltanto un piede sbucare dalla coperta imbottita. Per terra c'è molto sangue. L'autopsia ha stabilito che Meredith ha avuto un rapporto sessuale prima di morire, ma i «tamponi» effettuati alla ricerca di sostanze biologiche di estranei hanno fornito esito negativo. Nei prossimi giorni tutti i reperti saranno analizzati alla ricerca di tracce da cui estrarre il Dna ed è possibile che arrivino nuovi elementi per confermare il quadro accusatorio sin qui delineato dal pubblico ministero. Ma al momento non ci sono indizi che portino a Patrick. Eppure l'assassino, che ha colpito Meredith perforandole il collo, deve essersi appoggiato da qualche parte. Chi c'era dunque in quella stanza assieme alla giovane inglese?

LE BUGIE SUGLI SPOSTAMENTI

Impressa nel sangue è invece rimasta l'orma di una scarpa Nike che, dice la Scientifica, «combacia perfettamente» con quelle indossate da Sollecito. Ma la relazione è stata fatta in base alle fotografie scattate sulla scena del delitto. Soltanto le analisi di laboratorio potranno fornire una prova verificando che sulla suola ci siano residui ematici. Del resto Raffaele ha sempre giurato di essere rimasto a casa propria dalle 21 del primo novembre, cioè quando Meredith fu uccisa, sino alla mattina dopo. Dice la verità? Quando ad Amanda viene chiesto se il fidanzato era con lei, risponde: «Non me lo ricordo». Ma sui suoi spostamenti della notte e del giorno successivo fornisce versioni differenti e si contraddice anche rispetto a quanto afferma Sollecito. Il 2 novembre Amanda afferma: «Il primo novembre sono uscita da casa con Raffaele verso le 17 e sono andata a casa di quest'ultimo dove sono rimasta tutta la sera e anche la notte. Questa mattina, intorno alle 10, 11 mi sono recata a casa mia da sola per farmi una doccia e cambiarmi. La porta d'ingresso dell'appartamento era spalancata, mentre le camere all'interno erano chiuse, ma non ho verificato se fossero chiuse a chiave». Aggiunge il 5 novembre: «Mentre ero a casa di Raffaele, Patrick mi ha mandato un messaggino per dirmi di non andare al lavoro. Io ho risposto che ci saremmo visti subito e sono uscita». Raffaele la smentisce poche ore dopo: «Sono rimasto in centro con Amanda fino alle 21. Io poi sono andato a casa mia da solo, mentre lei mi ha detto che sarebbe andata al pub Le Chic per vedere i suoi amici. È rientrata verso l'una di notte».

LO SPAZZOLONE

Altra contraddizione. Dice Amanda nel verbale del 2 novembre: «Verso le 11,30 di questa mattina, dopo essere tornata a casa per lavarmi e cambiarmi, ho preso il lavapavimenti situato dentro un ripostiglio e sono uscita per andare a casa del mio ragazzo e pulirgli la camera perché la sera precedente l'avevamo sporcata. Siamo rimasti a casa circa un'ora, il tempo di pulire la cucina e fare colazione». Afferma Raffaele il 5 novembre: «Ricordo che siamo andati subito in cucina, ci siamo seduti e abbiamo parlato per un po'. Forse abbiamo fatto colazione». Non fa alcun cenno alle pulizie. L'ipotesi è che Amanda abbia buttato lo spazzolone dopo aver cercato di nascondere le tracce dal suo appartamento.

Fiorenza Sarzanini
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angelo7878
view post Posted on 9/11/2007, 11:41






Omicidio Meredith, gip convalida fermi per i tre sospettati


venerdì, 9 novembre 2007 ore 10.57


ROMA

(Reuters)

Il gip di Perugia Claudia Matteini ha confermato oggi il fermo per i tre sospettati dell'omicidio della studentessa britannica trovata venerdì a Perugia con la gola tagliata. Lo hanno riferito fonti investigative.

Per l'uccisione delle 21enne Meredith Susanna Cara Kercher sono stati fermato la coinquilina americana di 20 anni, Amanda Knox, che seguiva a Perugia un corso di italiano all'Università per stranieri, il suo fidanzato di 24 anni, Raffaele Sollecito, laureando all'Università statale, e Patrick Lumumba, un cittadino congolese di 37 anni, regolarmente in Italia dal 1988 e che gestisce un piccolo esercizio commerciale nel centro della città umbra.

Meredith è stata uccisa tra giovedì e venerdì della scorsa settimana ed è stata trovata nella sua camera, chiusa a chiave, nell'abitazione di via Sant'Antonio, nel centro della città, nei pressi dell'Università per stranieri.
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estratto da qui
 
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angelo7878
view post Posted on 9/11/2007, 16:53






09/11/2007 ore 16:01

Ecco cosa successe quella notte, secondo il gip

PERUGIA

Una ricostruzione di quanto successo la sera del primo novembre scorso nell'abitazione di via della Pergola dove è stata uccisa Meredith Kercher è contenuta nel provvedimento di convalida del fermo dei tre indagati da parte del gip di Perugia, Claudia Matteini.

Raffaele Sollecito e Amanda Knox hanno passato il pomeriggio insieme fumando hascisc, quindi verso le 20.30, la studentessa statunitense, mentre si trovava in casa del fidanzato pugliese, ha ricevuto un messaggio di Lumumba Diya, detto Patrick, che le avrebbe confermato un appuntamento per la sera stessa. Secondo il gip, Amanda si sarebbe offerta di fare avere al musicista dell'ex Zaire un incontro con la sua amica e coinquilina Meredith della quale si era invaghito. Sollecito - annoiato e alla ricerca di "emozioni forti", ipotizzano gli inquirenti - e la Knox hanno quindi incontrato Lumumba in piazza Grimana intorno alle 21 e insieme si sono recati nell'appartamento di via della Pergola dove le due studentesse straniere vivevano.

In base alla ricostruzione della polizia proprio a quell'ora il pugliese e la statunitense hanno spento i loro cellulari, di nuovo accesi la mattina successiva. In base alla ricostruzione contenuta nelle motivazioni della convalida del fermo, poco dopo rientrava Meredith o la stessa poteva già trovarsi lì. L'ipotesi è che la studentessa inglese si sia appartata con Patrick. Dopo di che "qualcosa andava male", è detto nel provvedimento. Probabilmente è intervenuto anche Sollecito e i due hanno iniziato a pretendere qualcosa dalla giovane inglese che però si è rifiutata. Veniva così minacciata con un coltello che Sollecito era solito avere sempre con sé e con il quale Meredith è stata colpita al collo.

Secondo il gip i tre, resisi conto di quanto accaduto, se ne sono andati frettolosamente dalla casa creando confusione. Cercando di simulare un furto ma anche sporcando dovunque con il sangue nel tentativo di pulirsi. Il corpo di Meredith è stato trovato il 2 novembre intorno alle 13.30. Martedì mattina i fermi di squadra mobile e Sco. Ieri l'udienza di convalida dei fermi.
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estratto da qui
 
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angelo7878
view post Posted on 12/11/2007, 11:44




12 novembre 2007

Alla madre la ragazza aveva detto di voler negare la sua presenza nell'abitazione

Amanda filmata, a casa prima del delitto

Un nuovo indizio accusa la ragazza: ripresa dalle telecamere di un parcheggio mentre rientra alle 20,45

PERUGIA

La sera del primo novembre Amanda Knox rientrò a casa alle 20.43. Il suo ingresso fu registrato dalla telecamera che si trova nel parcheggio antistante. Le immagini sono abbastanza nitide, catturano i dettagli. Si vede la giovane varcare la porta. Indossa abiti chiari, ha la gonna. È sola. I fotogrammi fissano dunque una circostanza fondamentale per l'inchiesta: mentre Meredith Kercher veniva uccisa, la studentessa statunitense era nell'appartamento.

Due giorni fa la ragazza ha detto alla madre che era andata a trovarla in carcere di voler modificare nuovamente il proprio racconto: «Mi sono confusa, ho sbagliato e spero di poterlo dimostrare. È vera la prima versione, quella in cui sostenevo che io non ero lì, quella sera». Il video conferma invece le dichiarazioni rese la sera del 5 novembre quando ha ammesso di essere lì mentre la sua amica veniva assassinata. Nessuna ritrattazione a questo punto sembra dunque sufficiente a smentire quella che al momento appare l'unica certezza dell'indagine e cioè la sua presenza. «Con me c'era Patrick», ha aggiunto in quell'interrogatorio — l'ultimo che ha reso — la studentessa americana.

Nel filmato il giovane non si vede, né è stato registrato il passaggio di altre persone. Questo naturalmente non vuol dire che non siano entrate, perché — come hanno accertato gli investigatori effettuando una serie di simulazioni — le riprese al buio potrebbero non aver catturato il movimento di chi era vestito di scuro. Per questo si continua a verificare i racconti, a incrociare alibi e orari, a tentare di ricostruire minuto per minuto la scena dell'omicidio. Ma anche quanto accaduto dopo. Nei giorni scorsi in questura a Perugia si è presentato un uomo che ha raccontato di essere passato di fronte alla villetta verso le due della notte. «Ho sentito una persona che parlava ad alta voce», ha dichiarato senza però essere in grado di poter fornire altri elementi utili. La sua affermazione sembra comunque sufficiente a dimostrare che a quell'ora nell'appartamento c'era ancora qualcuno.

Gli inquirenti ritengono si tratti di Amanda e sospettano che Raffaele Sollecito fosse con lei. «Non sono sicura se fosse presente anche Raffaele quella sera — ha affermato la giovane — ma ricordo bene di essermi svegliata a casa del mio ragazzo, nel suo letto e che sono tornata al mattino nella mia abitazione dove ho trovato la porta aperta». «Ero a casa e ho navigato al computer per circa due ore — ha detto il fidanzato —, Amanda è tornata verso l'una». Poi, durante l'udienza di convalida, ha modificato questa versione: «Non ricordo se Amanda è uscita». Sono proprio queste contraddizioni ad aver alimentato il sospetto che fossero entrambi nella casa del delitto e abbiano tentato di simulare l'ingresso di estranei. Il vetro di una finestra è stato sfondato, ma gli accertamenti della Scientifica hanno dimostrato che è stato rotto dall'interno con una delle pietre raccolte nel giardino poco distante.

La stanza di Amanda potrebbe essere stata ripulita: non è stata rilevata neanche una sua impronta, particolare strano visto che ci abitava dagli inizi di settembre. Decine di tracce sono invece nella camera di Meredith. E una, quella che viene ritenuta la più importante, è l'orma di una scarpa misura 42 impressa nel sangue della vittima, proprio accanto al corpo. «Combacia perfettamente con la suola delle Nike verdi e marroni sequestrate a Raffaele Sollecito», hanno dichiarato gli esperti dopo aver effettuato una comparazione sulle fotografie.

Adesso dovranno però verificare l'eventuale presenza di tracce ematiche per poter affermare con certezza che si tratti delle stesse scarpe. Il resto delle analisi riguarderà i tre coltelli che Sollecito aveva, ma anche il piumone e il lenzuolo che coprivano il corpo di Meredith per scoprire se ci siano residui organici che possano fornire il profilo genetico dell'assassino. Agli esami di laboratorio saranno sottoposti gli indumenti dei tre indagati. A casa di Sollecito i poliziotti della squadra mobile e dello Sco, il servizio centrale operativo, hanno sequestrato tra l'altro una gonna e una maglietta chiare. Potrebbero essere proprio gli abiti che Amanda indossava al momento del delitto. Quando deciderà di rispondere alle domande dei magistrati, alla giovane sarà mostrato il video che la ritrae mentre entra in casa. Gli investigatori sperano che questo la convinca a dire tutta la verità, a svelare chi e perché uccise la sua amica Meredith.
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estratto da qui
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12 novembre 2007

Gli inquirenti avrebbero riscontrato diverse imprecisioni nel suo racconto


Il testimone svizzero non convince

Perugia: sentito il docente di Zurigo che afferma di aver visto Lumumba la sera del delitto di Meredith

PERUGIA

Una testimonianza che non scagiona Patrick Lumumba, il musicista africano accusato insieme agli studenti Raffaele Sollecito e Amanda Knox di aver assassinato a Perugia il primo novembre scorso la studentessa britannica Meredith Kercher.

VERIFICA ALIBI

Ha riferito agli investigatori di avere visto Patrick Lumumba nel suo pub la sera dell'omicidio di Meredith il docente universitario svizzero sentito la notte scorsa a Perugia. Una ricostruzione ancora però al vaglio degli inquirenti che avrebbero riscontrato diverse imprecisioni. Gli accertamenti sull'alibi del musicista congolese sono quindi ancora in corso. Il docente universitario di Zurigo è stato sentito fino all'una di questa notte dal personale della squadra mobile e dal sostituto procuratore Giuliano Mignini, che coordina l'inchiesta. L'uomo era giunto domenica a Perugia e subito condotto in questura nella massima riservatezza.
Patrick Lumumba, il giorno dell'arresto (Ansa)
La sua deposizione sarebbe cominciata verso le 19 proseguendo fino a notte inoltrata. Agli inquirenti il docente ha confermato di essere stato con alcuni studenti nel locale di Patrick, ora posto sotto sequestro. Ora la polizia sta vagliando con attenzione la sua deposizione, per stabilire se effettivamente Lumumba fosse nel locale mentre la Kercher veniva uccisa. Vi sono infatti altre testimonianze che contraddirebbero quanto detto dal docente svizzero, oltre la fatto che la cellula vicino alla casa di Meredith ha agganciato il telefonino di Lumumba alle 20.38 della sera del delitto. La deposizione sembra quindi non avere convinto gli inquirenti dell'estraneità dell'indagato alla vicenda. La squadra mobile di Perugia continua a verificare l'alibi di Lumumba. È possibile che nelle prossime ore vengano sentiti anche molti altri testimoni.
Intanto si aggrava anche la posizione di Amanda che una telecamera avrebbe ripreso mentre tornava nella casa che divideva con Meredith la sera del delitto alle 20.43.
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estratto da qui

Edited by angelo7878 - 13/11/2007, 16:02
 
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angelo7878
view post Posted on 13/11/2007, 16:05






Lo afferma il difensore del giovane dopo i primi rilievi scientifici

Non c'è sangue su coltello e scarpe di Sollecito

«Il condizionale è d’obbligo: chieste altre 24 ore per la perizia tecnica, ma i primi test sembrano negativi»

PERUGIA

Non ci sarebbero tracce di sangue sul coltello e sulle scarpe di Raffaele Sollecito, sequestrate allo studente dopo il delitto dell'inglese Meredith Kercher a Perugia. Lo affferma Tiziano Tedeschi, uno dei suoi avvocati difensori, dopo i primi test elaborati dalla polizia scientifica. «Il condizionale è ancora d’obbligo, ci hanno chiesto altre 24 ore per redigere la perizia tecnica, ma i primi test sembrerebero negativi», precisa il legale. «Non risulterebbero tracce di sangue né sulle scarpe né sul coltello sequestrati a Raffaele».

SERENO

L’avvocato ha confermato che tra martedì e mercoledì gli esperti setacceranno con il luminol la casa di Raffaele in corso Garibaldi a Perugia per scoprire tracce di sangue. Per giovedì sono attesi gli esiti degli esami scientifici. «Raffaele, pur nel suo dolore, è tranquillo», ha aggiunto Tedeschi. «Sta vivendo un’esperienza terrificante. Si è reso conto della gravità dell’accaduto, ma è sereno. Il padre gli è molto vicino, è la sua ombra spirituale». Anche sull’ipotesi della presenza di un quarto uomo sulla scena del delitto, l’avvocato non si sbilancia: «È una questione che riguarda gli inquirenti. Quello che interessa dimostrare alla difesa è che Raffaele Sollecito era in casa sua prima e dopo il delitto. Sono sempre stato convinto della sua innocenza. Abbiamo assistito a un battage enorme. Adesso vogliamo essere cauti e aspettare che i periti abbiamo terminato il loro lavoro prima di esprimere eventuali critiche agli organi inquirenti. Prima di dire se la procura ha commesso un errore grossolano aspetto le prove scientifiche».

«RIDATEMI MIO MARITO»

«Ridatemi mio marito: io e il mio bambino lo aspettiamo a casa». Si è appellata al giudice Alexandra Beata, moglie di Patrick Lumumba - sospettato insieme a Sollecito e alla studentessa americana Amanda Knox dell'omicidio di Meredith - all'uscita dal carcere perugino di Capanne dove ha potuto incontrare il marito per la prima volta dopo l'arresto. «Patrick sta bene, ma gli mancano gli amici, la sua famiglia e il suo lavoro. Con quanto è successo non c'entra proprio niente e lui crede molto nella giustizia. Spero che tutto questo finisca presto».
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estratto da qui
 
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62 replies since 5/11/2007, 12:35   1277 views
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