Marco Pantani , È stato uno dei migliori scalatori di sempre, nonché un formidabile atleta per corse a tappe

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†MurderouS_AngeL†
view post Posted on 14/1/2008, 09:26




Marco Pantani



« Marco, perché vai così forte in salita anche quando non serve?
Per abbreviare la mia agonia »
(da un'intervista a Marco Pantani)


Marco Pantani - soprannominato il Pirata - (Cesena, 13 gennaio 1970 – Rimini, 14 febbraio 2004) è stato un ciclista italiano.

È stato uno dei migliori scalatori di sempre, nonché un formidabile atleta per corse a tappe.
Raggiunse il vertice della carriera nel 1998, quando vinse sia il Giro d'Italia sia il Tour de France, un'accoppiata riuscita solo a pochi grandi campioni. Il soprannome che lo accompagnò nei primi anni di carriera fu L'elefantino; successivamente, la bandana che spesso indossava e il suo modo di attaccare gli avversari sulle salite gli valsero il soprannome di Il Pirata.
La sua carriera subì un brusco e drammatico stop durante il Giro del 1999, quando dopo la tappa di Madonna di Campiglio un'analisi del sangue rivelò un livello di ematocrito al di sopra del consentito, causandone l'immediata esclusione dalla gara.

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Marco Pantani
(Dati biografici)

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Nome: Marco Pantani
Soprannome: il Pirata
Nato: 13 Gennaio 1970 - Cesena
Paese:Italia
Morto: 14 Febbraio 2004 - Rimini

(Dati Agonistici)

Disciplina: Ciclismo
Specialità: Scalatore

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Nato "grimpeur"

Alto 172 cm, per 54 kg di peso, Pantani era il classico grimpeur.

Dopo essere stato giocatore di calcio, un giorno ricevette in regalo una bicicletta da suo nonno Sotero. Decise di tesserarsi nel G.C. Fausto Coppi di Cesenatico e mostrò subito indubbie doti di grande scalatore, vincendo molte gare. Nel 1990 è terzo al Giro d'Italia dilettanti, nel 1991 secondo e nel 1992 primo davanti di circa cinque minuti a Francesco Casagrande e Wladimir Belli. Nel 1993 partecipa al primo Giro d'Italia per professionisti, ritirandosi dopo poche tappe per una tendinite.

La sua esplosione come ciclista professionista avvenne al Giro del 1994 con le vittorie di tappa di Merano e Aprica (con il durissimo Mortirolo) e con il secondo posto in classifica generale. Al suo debutto nel Tour del 1994 finì terzo in classifica generale dietro a Miguel Indurain e Piotr Ugrumov, vincendo la maglia bianca come miglior giovane, pur senza riportare alcun successo di tappa.

L'anno successivo, arrivarono i primi successi di tappa al Tour, nella leggendaria Alpe d'Huez e nella tappa pirenaica di Guzet Neige. Pur classificandosi fuori dai dieci (tredicesimo) Marco rivinse la maglia bianca. Nel Campionato Mondiale disputatosi in Colombia quell'anno, Marco si classificò terzo dietro Abraham Olano e Miguel Indurain. Proprio quando sembrava agli inizi di una formidabile carriera, Pantani venne investito da un'automobile durante la Milano-Torino, incidente che gli provocò la frattura in due punti di una gamba e il rischio di una prematura interruzione dell'attività agonistica.

Pantani ritornò a correre nel 1997, ma al Giro d'Italia subì un nuovo incidente, nella discesa dal passo del Chiunzi, a causa di un gatto che attraversò la strada al passaggio del gruppo, e fu costretto al ritiro. Questa volta recuperò velocemente e ritornò in sella al Tour dello stesso anno, dove lottò a lungo per la maglia gialla, riportando altri due successi parziali ancora all'Alpe d'Huez (dove stabilì il record di tempo di scalata) e a Morzine. Grazie alla sua struttura fisica e alla sua facilità di scatto, Pantani era quasi imbattibile sulle salite delle Alpi e dei Pirenei, ma il più robusto e potente Jan Ullrich mostrò la sua determinazione e riuscì a recuperare il tempo perso nei confronti di Pantani grazie alle tappe a cronometro, nelle quali era più forte, portando la maglia gialla fino a Parigi; Pantani si piazzò al terzo posto della classifica finale dietro anche a Richard Virenque.

Per ricordare le sue doti di grimpeur, dal 2004 il Giro d'Italia assegna ogni anno ad una salita (la più "rappresentativa") il titolo Montagna Pantani, onore concesso fino allora solo al Campionissimo Fausto Coppi, con la Cima Coppi (il passo più alto percorso dal Giro). Nel 2004 la salita è stata il Mortirolo, nel 2005 il Passo delle Erbe, nel 2006 di nuovo il Mortirolo, nel 2007 la salita che giunge al Santuario di Oropa, dove Pantani vinse al Giro del 1999.

L'azione tipica di Pantani, caratterizzata da diversi scatti ripetuti ad intervalli regolari con conseguente mantenimento di un'elevata velocità, rendevano il pirata particolarmente adatto alle pendenze più estreme, dove l'atleta romagnolo era in grado di staccare non solo i passisti-scalatori, ma anche gli altri scalatori puri.


Il Giro e il Tour nel 1998

Nel 1998 Marco Pantani si impose al Giro d'Italia, nonostante il percorso non facilitasse le sue caratteristiche con poche montagne e molti chilometri a cronometro. Rivaleggiando con gli specialisti della lotta contro il tempo, come Alex Zuelle, Pantani attaccò ripetutamente sulle montagne e fu in grado di guadagnarsi un margine abbastanza grande da compensare la sua debolezza a cronometro, raggiungendo la vittoria finale e numerosi successi di tappa.Memorabile fu la tappa di Plan di Montecampione quando Pantani, con Zuelle ormai in crisi (finì il giro quattordicesimo), attaccò ripetutamente il tenace Pavel Tonkov che alla fine, dopo un entusiasmante duello cedette. Marco vinse la tappa e guadagnò quel minutino che gli diede un buon margine di sicurezza per la successiva cronometro e per la conquista del giro.

Nel Tour dello stesso anno, Pantani fu finalmente in grado di battere Ullrich, staccandolo di quasi nove minuti nella celebre tappa di montagna conclusa a Les-Deux-Alpes. Anche se Ullrich mostrò il suo carattere andando all'attacco nella tappa successiva, il distacco era ormai troppo ampio, e Pantani divenne il primo italiano a vincere il Tour dopo Felice Gimondi nel 1965.

Pantani è tuttora l'ultimo corridore ad aver centrato nello stesso anno la doppietta Giro-Tour, riuscita finora solo ad altri sei ciclisti: Fausto Coppi, Jacques Anquetil, Eddy Merckx, Bernard Hinault, Stephen Roche e Miguel Indurain.

La sua vittoria fu ancor più notevole se si considera che per molti anni il Tour era stato dominato da passisti molto forti nelle prove a cronometro come Miguel Indurain, Jan Ullrich e Bjarne Riis. Era dai tempi di Lucien Van Impe che uno scalatore "puro" non vinceva, e il suo trionfo fece risorgere la leggenda dello specialista della montagna che s'imponeva staccando tutti sulle salite più ripide.

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Meridiana marmorea dedicata a Pantani ad Aulla (MS)

Madonna di Campiglio

Le cose cambiarono per Pantani al Giro del 1999: la mattina del 5 giugno del 1999 a Madonna di Campiglio, quando era al comando con parecchi minuti di vantaggio sul secondo in classifica e con ben quattro tappe già vinte, vennero resi pubblici i risultati dei controlli del giorno precedente, dai quali risultava nel sangue di Pantani un livello di globuli rossi superiore al consentito. Pantani venne sospeso per 15 giorni, il che comportava l'esclusione dalla corsa. Il Pirata spaccò un vetro con un pugno per il nervosismo, mentre l'Italia restò scioccata di fronte alla notizia. Pantani, accerchiato dai giornalisti mentre stava per lasciare la corsa, disse:

« Mi sono rialzato dopo tanti infortuni e sono tornato a correre... Questa volta però abbiamo toccato il fondo... Rialzarsi sarà per me molto difficile. »
(Marco Pantani)


Per il ciclista di Cesenatico quella avrebbe potuto essere la tappa dell'ulteriore consacrazione, vista la planimetria a lui favorevole: partenza da Madonna di Campiglio, arrivo all'Aprica, dopo la scalata del Mortirolo e oltre 50 km di salita. La tappa fu poi vinta dall'iberico Heras. Paolo Savoldelli, nonostante fosse subentrato a Pantani al primo posto in classifica del Giro, rifiutò di mettere la maglia rosa, simbolo del primato, rischiando una squalifica. La squadra del Pirata - "Mercatone Uno" - si ritirò insieme al proprio capitano dalla corsa rosa. Il valore di ematocrito riscontrato a Pantani fu del 52%, contro il 50% che è il massimo valore consentito dai regolamenti internazionali, oltre al margine di tolleranza dell'1%. Il valore riscontrato nello stesso Savoldelli era molto vicino a quello del Pirata, ma comunque entro i limiti consentiti.

Pantani visse l'accaduto in modo particolarmente drammatico, visto il suo carattere schivo ed introverso, e rinunciò a partecipare al successivo Tour de France, pur se la sospensione di 15 giorni comminatagli glielo avrebbe consentito. In seguito non tornò mai più ai livelli di quella stagione, se non a sprazzi negli anni successivi.

Può essere utile precisare alcuni fatti circa la questione Pantani-doping, poiché i media hanno spesso ingenerato confusione nell'esporre gli eventi. Pantani non risultò mai positivo a un controllo antidoping. L'unica associazione del Pirata con le pratiche di doping è relativa alle dichiarazioni di un ciclista reo-confesso, J. Manzano, che cita Pantani in un contesto in cui si accusano vari ciclisti di alto livello degli anni '90, organizzatori, tecnici e sponsor; si è accennato in tale occasione a Pantani relativamente a un presunto riconoscimento in una sala d'attesa non ben localizzata.

L'autopsia sul corpo del campione dopo la tragica morte ha escluso qualsiasi assunzione di sostanze dopanti al di fuori della cocaina stessa, assunta comunque in un periodo in cui non gareggiava (considerata sostanza dopante che può incrementare la resa atletica poco dopo l'assunzione, ma molto limitante per atleti in periodi di astinenza).


Gli anni successivi

Pantani partecipò al Tour de France del 2000. Anche se fuori dalla lotta per gran parte della corsa, Pantani mostrò alcuni lampi del suo talento, confrontandosi con l'apparentemente invincibile Lance Armstrong sulla terribile salita del Mont Ventoux. In una tappa bellissima, con un'incredibile cornice di pubblico, Pantani perse inizialmente terreno per poi recuperare e staccare addirittura Armstrong. L'americano poi lo riagguantò, e arrivarono appaiati al traguardo e da signore, Armstrong lasciò la meritata vittoria a Pantani. Successivamente, Armstrong, durante un'intervista dichiarò apertamente d'aver lasciato la vittoria al Pirata. La dichiarazione non andò giù a Pantani, che decise allora di attaccare il suo avversario nella durissima tappa di Courchevel: Pantani recuperò i fuggitivi (l'ultimo ad arrendersi fu Josè Maria Jimènez) e andò a vincere in solitaria, staccando Armstrong di ben 51 secondi, come nessun altro riuscì più a fare negli anni successivi. Fu questa bellissima vittoria l'ultima gemma della sua carriera. Il giorno dopo nella tappa di Morzine con il duro Col de Joux-Plane posizionato poco prima del traguardo, il Pirata attaccò alla prima salita, tentando di far saltare in aria un Tour già scritto, tenendo incollati milioni di spettatori speranzosi nel rifacimento dell'impresa di due anni prima sul Galibier. La scarsa collaborazione con i compagni di fuga e un attacco di dissenteria lo costrinsero al ritiro.Nel 2001 e nel 2002 partecipò al Giro d'Italia ottenendo però scarsi risultati.

Gli ultimi lampi di classe del Pirata furono al Giro d'Italia 2003 dove lottò testa a testa con i migliori giungento quattordicesimo nella classifica generale. Durante la tappa del Monte Zoncolan reagì allo scatto di Gilberto Simoni, che aveva staccato tutti. Pantani si mise all'inseguimento e l'unico a reggere il suo ritmo fu Stefano Garzelli. Per le energie spese però calò nel finale e arrivò quinto. Nella tappa di Cascata del Toce fece il suo ultimo scatto a 3 km dall'arrivo venendo ripreso da Simoni e finendo ottavo.

Nonostante l'episodio della squalifica a causa dei valori troppo alti dell'ematocrito, Pantani rimase popolare tra i suoi ammiratori, che preferivano pensare al grande scalatore del passato, ai suoi attacchi esplosivi sulle montagne che rendevano eccitante la corsa.

Nel giugno 2003 Pantani entrò in una clinica del Nord Italia per curarsi dalla depressione di cui da tempo soffriva. Nel 2003 iniziarono anche a girare le voci di una possibile tossicodipendenza favorita dalla grave depressione.

Pantani non ha comunque deciso da solo di assumere sostanze stupefacenti, dato che le sono state consigliate dal suo migliore amico. E' stata la sua fragilità psicologica, pari almeno alla sua immensa classe nello scalare le montagne, a indirizzarlo verso la strada della tossicodipendenza.

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Monumento a Pantani al Colle Fauniera (Colle dei Morti, Cuneo)

La fine

Il 14 febbraio 2004, Marco Pantani fu trovato morto in un residence di Rimini. L'autopsia rivelò che la morte fu causata da un arresto cardiaco, conseguente a un'overdose di cocaina. Alla notizia della sua morte, il suo collega ciclista Mario Cipollini disse:

« Sono devastato, è una tragedia di proporzioni enormi per tutti quelli coinvolti nel ciclismo. Non ho parole. »


La morte di Pantani lasciò sgomenti tutti gli appassionati delle due ruote, per la perdita di un punto di riferimento, di un corridore unico nel suo genere, amatissimo per le emozioni che regalava; uno degli sportivi italiani più popolari dell'ultimo trentennio, protagonista nel bene e nel male di tante imprese.

Nel 2007 il giornalista de L'Équipe, Philippe Brunel ha pubblicato un libro che getta luci inquietanti sulla morte del ciclista.

Palmarès

1994
1° Classifica finale a squadre al Giro d'Italia
1° Classifica Finale Giovani/Maglia Bianca al Tour de France
2° al Giro d'Italia (con 2 vittorie di tappa)
3° al Tour de France
1995
1 tappa al Giro della Svizzera
1° Classifica Finale Giovani/Maglia Bianca al Tour de France
2 tappe al Tour de France
3° posto al campionato del Mondo
1997
1° Eliminazione Circuito di Bologna
1° Classifica Finale Circuito di Bologna
1° Rominger Classic
1° Criterium di Pijnacker
1° Due ruote per Carpi
3° al Tour de France (con 2 vittorie di tappa)
1998
1 tappa alla Vuelta a Murcia
1° Classifica GP della Montagna alla Vuelta a Murcia
1° Criterium di Bologna
1° nella prima prova "Attraverso Losanna"
1° nella seconda prova "Attraverso Losanna"
1° Classifica finale "Attraverso Losanna"
1° Ole Ritter Classic
1° Criterium di Surhuisterveen
1° Criterium di Chateaulin
1° Criterium di L'Aquila
1° Criterium Luxemburgo
1° Rominger Classic
1° Classifica Finale Criterium Comunidad de Valencia (1° nell'inseguimento a squadre)
1° al Giro d'Italia (con 2 vittorie di tappa)
1° Classifica Finale GP della Montagna al Giro d'Italia
1° Premio Azzurra d'Italia
1° al Tour de France (con 2 vittorie di tappa), ultimo in grado di battere Armstrong
Plurivittorioso tra i professionisti italiani con 19 vittorie
Plurivittorioso tra i professionisti nel mondo con 19 vittorie ex-aequo con Erik Zabel
1999
1° alla Vuelta a Murcia (con 1 vittoria di tappa)
1° Classifica Gp Montagna alla Vuelta a Murcia
1 tappa alla Settimana Catalana
1 Classifica Finale Coppa Italia a Squadre
4 tappe al Giro d'Italia (poi escluso per ematocrito alto)
2000
1° Criterium di Stiphout
1° Criterium "Acht" van Chaam
2 tappe al Tour de France

Squadre

1992 Carrera Tassoni
1993 Carrera Tassoni
1994 Carrera Tassoni
1995 Carrera Tassoni Sportdit
1996 Carrera Blue Jeans Longoni
1997 Mercatone Uno Wega Girmi Magniflex
1998 Mercatone Uno Bianchi Girmi
1999 Mercatone Uno Bianchi Albacom
2000 Mercatone Uno Albacom
2001 Mercatone Uno Stream Tv Wega
2002 Mercatone Uno
2003 Mercatone Uno Scanavino Valentini

Le biciclette utilizzate

Carrera (1992/1996)
Wilier Triestina (1997)
Bianchi (1998/2001)
Wilier Triestina (2002)
Carrera (2003)

I suoi record

Detiene i record nelle seguenti scalate:

Mortirolo al Giro d'Italia 1994
Alpe d'Huez al Tour de France 1997

Dediche

I Litfiba hanno dedicato a Marco Pantani la canzone Prendi in mano i tuoi anni, pubblicata nel 1999 nell'album Infinito.
Gli Stadio hanno scritto appositamente per lui E mi alzo sui pedali integrando il testo della canzone con alcuni pensieri scritti dallo stesso Marco Pantani su fogliettini trovati sparsi nella stanza accanto al suo cadavere.
I Nomadi hanno dedicato al corridore romagnolo la canzone L'ultima salita presente nell'album Con me o contro di me uscito nel febbraio 2006.
Riccardo Maffoni ha dedicato a Marco la canzone Uomo in fuga, pubblicata nell'anno 2004 nell'album Storie di chi vince a metà.
Francesco Baccini ha scritto la canzone In fuga dedicata al pirata, pubblicata nell'album Stasera teatro.

Addio, Pirata Di Davide De Zan



Documenti e foto prese da Wikipedia
 
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