San Valentino, tutte le leggende e consigli per la festa degl'innamorati!!

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†MurderouS_AngeL†
view post Posted on 13/2/2008, 12:08




I Lupercali

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Gli antichi romani erano un popolo di contadini e pastori: piante e animali avevano un'importanza fondamentale presso le loro comunità. Gran parte delle divinità romane infatti avevano il compito di favorire ora il raccolto, ora la semina, ora la tosatura e così via di seguito.
Le celebrazioni in onore degli dei, quindi, si svolgevano in periodi legati ai ritmi della
terra e della vita agricola, per propiziare ora quello ora questo evento.
Il 15 febbraio, a Roma venivano inaugurati i "Lupercali", le festività in onore del Dio Luperco. Secondo la tradizione, egli sorvegliava le greggi e le proteggeva dall'assalto dei lupi.


Il culto di Luperco era molto importante ed i suoi sacerdoti, i luperci, godevano di un gran prestigio. Difatti, erano ammessi al sacerdozio in onore del dio soltanto i membri delle famiglie più importanti della città. I Lupercali si tenevano nei dintorni della grotta sacra a Luperco, che si trova ai piedi del Palatino, la grotta in cui secondo la leggenda una lupa trovò ed allattò i gemelli Romolo e Remo.
Qui, i sacerdoti sacrificavano al dio qualche capra ed un cane, e, coperti i fianchi con uno straccio di pelle, correvano intorno al colle colpendo i passanti. Molti di loro chiedevano di ricevere i colpi dei luperci, e tra loro in particolare le donne adulte, poiché si riteneva che così avrebbero potuto rimanere incinte.
Nel corso delle celebrazioni dei Lupercali, la comunità si purificava e si preparava ad accogliere la primavera ed i suoi frutti. Non solo, era una cerimonia tesa a propiziare la fecondità della terra, degli animali e dell'uomo alle porte della primavera, quando tutta la natura si risveglia.
I Lupercali rimasero una ricorrenza importante per i Romani anche dopo l'avvento del Cristianesimo. Quest'antico rito pagano fu celebrato fino al V° secolo dopo Cristo, quando subentrò una nuova festa, cristiana questa volta: San Valentino, la Festa degli Innamorati.

SAN VALENTINO: IL VESCOVO DEGLI INNAMORATI

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San Valentino nacque a Terni nel 175 dopo Cristo. In questa piccola città non lontana da Roma, egli si dedicò alla predicazione del Vangelo ed alla conversione dei pagani, mentre nell'Impero non cessavano le terribili persecuzioni contro i Cristiani.
Parte del suo tempo era riservata al conforto ed all'assistenza dei prigionieri che credevano in Cristo.
In vita, egli compì diversi miracoli, che fecero conoscere il suo nome ben al di là della sua città e fino a Roma. Si narra infatti che proprio grazie a lui il figlio di Cratone abbia ritrovato la salute. Per questo motivo, nel 197 Papa San Feliciano lo consacrò Primo Vescovo di Terni.
Nel 270, Valentino risiedeva a Roma dove la persecuzione contro i cristiani era più cruenta. Egli fu arrestato e condotto al cospetto dell'Imperatore Claudio, che cercò di indurlo a rinnegare la propria fede e ad adorare gli dei pagani. Valentino confutò tutte le obiezioni dell'imperatore, che pur non convertendosi rispettò il Santo e lo affidò ad un nobile romano.
La figlia del nobile aveva perduto la vista, ma Valentino compì un prodigio e le ridonò la luce. Quest'atto miracoloso indusse la famiglia della fanciulla a convertirsi al Cristianesimo, e molti altri romani seguirono il suo esempio.
Valentino in vita ebbe molto a cuore il destino degli innamorati, che in lui trovarono sempre un consigliere fidato ed un amico sincero. Si narra che fu lui il primo religioso a celebrare l'unione tra un pagano ed una cristiana.
Valentino non riuscì a sottrarsi ad un secondo arresto, durante le persecuzioni dell'imperatore Aureliano contro i vertici della Chiesa. I soldati romani, però, sapevano quanto il vescovo fosse amato dai credenti, e dovettero catturarlo e flagellarlo lungo la Via Flaminia, lontano dai centri abitati per non andare incontro ad una ribellione. Qui, nel 273 dopo Cristo Valentino conobbe il martirio e morì.
Le sue spoglie, recuperate da tre suoi discepoli, furono portate nella città ed ora riposano nella Basilica, dove migliaia di cristiani si recano a visitarle ogni anno.

SAN VALENTINO E LE SUE LEGGENDE

San Valentino si dedicò con amore alla cura del prossimo. In vita compì numerosi miracoli e molte sono le leggende che raccontano le gesta del Santo.

L'amore sublime:
Un centurione romano pagano di nome Sabino s'innamorò di Serapia, una giovane cristiana di Terni. Egli si recò dai suoi genitori, per chiederla in sposa, ma loro rifiutarono a causa della sua religione. Serapia, a sua volta innamorata del giovane romano, lo invitò a recarsi da Valentino. Sabino seguì i suggerimenti dell'amata e ricevette il battesimo dal Santo.
Fu allora che Serapia si ammalò di tubercolosi. I giorni passavano e la giovane non migliorava; fu deciso quindi di chiamare Valentino al suo capezzale. Sabino pregò il Santo, dicendogli che non avrebbe potuto vivere senza la sua compagna. Accogliendo la disperazione del giovane, Valentino levò le sue preghiere al Signore, ed i due giovani lasciarono la vita terrena, per vivere insieme nell'eternità.

La rosa della riconciliazione:
Passeggiando per il suo giardino, Valentino un giorno udì due fidanzati litigare. Invitando i due ragazzi alla ragione, egli porse loro una rosa affinché la stringessero facendo attenzione a non pungersi con le spine e pregando perché il loro amore fosse eterno. I due giovani si riconciliarono immediatamente e dopo non molto tempo, si recarono nuovamente dal Santo per celebrare il matrimonio ed invocare la sua benedizione.

I bambini:
Il giardino della casa di San Valentino era un luogo di gioia ed amore, dove spesso gli abitanti della città di Terni si recavano, per ricevere i preziosi consigli del santo.
Particolari ed abituali frequentatori del giardino erano i bambini della zona, che lì si recavano per giocare. Valentino, rallegrandosi della loro spensieratezza e della loro purezza, spesso si fermava ad osservarli, soprattutto per essere certo che non corressero pericolo alcuno.
Quando il sole iniziava a tramontare, egli si recava tra loro e a ciascuno regalava un fiore, che i bambini avrebbero dovuto portare alle loro mamme. Un piccolo stratagemma, per essere certo che i fanciulli si dirigessero subito a casa, senza far troppo tardi!

SAN VALENTINO: LA FESTA DEGLI INNAMORATI

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La notorietà di San Valentino trova le sue origini nei Paesi Anglosassoni dove il culto del Santo dell'Amore si affermò assai rapidamente.
In Francia ed in Inghilterra, si diffuse la legenda che narra dell'abitudine di San Valentino di regalare ai ragazzi ed alle ragazze che attraversavano il suo giardino qualche fiore. Fu così che due giovani s'innamorarono e vissero una felice vita matrimoniale.
Da allora, accadde spesso che le coppie in procinto di sposarsi ed i fidanzati si recassero dal Santo, tanto che egli fu ben presto costretto a riservare una giornata dell'anno per la benedizione nuziale generale. Il giorno stabilito fu il 14 febbraio, poiché, si narra, che in quel giorno egli si recò in Paradiso per celebrare le sue nozze. Inizialmente il 14 di ogni mese venne riservato a questa celebrazione, ma con il passare del tempo, si è ristretta al solo 14 di febbraio questa ricorrenza.
La leggenda si diffuse in tutto il mondo allora abitato, ed il 14 febbraio divenne una delle feste più amate dell'anno. Si accompagnò, poi, al rito religioso anche l'usanza di scambiarsi bigliettini, fiori e doni.

TI REGALO UN FIORE... MEGLIO SE E' UNA ROSA.

Come abbiamo potuto leggere nelle pagine precedenti, San Valentino dava molta importanza ai fiori, regalandoli a tutti coloro che andavano a trovarlo e persino ai bambini! Un'usanza questa che è stata fedelmente mantenuta dai valentini e dalle valentine di tutto il mondo, di ogni epoca. Infatti, i fiori sono il linguaggio privilegiato di un timido pretendente, di un amante appassionato, di un marito romantico. Un dono adatto ad ogni giorno dell'anno, ma sicuramente di rigore per il 14 febbraio. Il linguaggio dei fiori ha radici lontane. Nella mitologia, nella bibbia, nelle favole è sempre possibile scovare un accenno a questo o a quel fiore ed al suo specifico significato. Un'opera completa sull'argomento, fu portata in Europa nel '700 da Carlo II° di Svezia: "Il linguaggio dei fiori", un libro in versi di provenienza persiana. Ben presto l'opera si diffuse in ogni Paese, rivelando i segreti di un "non ti scordar di me", di un tulipano, di un'orchidea. Nonostante l'ampia scelta di contenuti e forme, gli innamorati non hanno mai avuto dubbi in proposito: la rosa è il fiore simbolo dell'amore per eccellenza.

LE ROSE

Nei sontuosi giardini dei re orientali, la rosa era già coltivata 5000 anni fa, ma ne sono state ritrovate dagli archeologi tracce fossili risalenti a ben 35 milioni di anni fa.
Secondo i Greci, la dea Cloris vedendo una giovane e bellissima ninfa morta, decise di trasformarla in un fiore. Allora Afrodite conferì ad esso assoluta bellezza, le tre Grazie vi aggiunsero splendore, gioia e fascino e Dionisio donò un dolce nettare.
Mentre Zefiro spazzò via le nubi, Apollo inondò il fiore di luce. La rosa fu data ad Eros, il dio dell'Amore, e chiamata "La Regina dei Fiori".


Presso i Romani, si racconta che la bellissima Rodante rifiutasse i numerosi pretendenti che chiedevano la sua mano. Costoro, un giorno, irruppero in casa provocando le ire della dea Diana, che trasformò Rodante in rosa ed i suoi pretendenti in spine.

Dunque, fin dall'antichità la rosa ha occupato tra i fiori un posto di prim'ordine, in tutti i suoi i colori in tutte le sue varietà.
Innamorati di tutto il mondo, allora, non dovete far altro che scegliere un colore e mandare questo prezioso fiore alla vostra metà, ma attenzione ogni rosa ha un significato e se non lo si conosce, si rischierà di fare brutta figura!
Per cui, ecco qualche suggerimento utile a chi desidera affidare alle rose il proprio messaggio.
Una rosa rossa è un chiaro ed esplicito messaggio d'amore, ma se volete dare un tocco di creatività al vostro dono, ci sono a disposizione tanti diversi colori per tante diverse storie d'amore.
Una rosa di color rosa significa grazia e gentilezza e può andar bene per il complimento di un timido ammiratore. Rose rosse e bianche indicano unione, perfette per una coppia consolidata. E per una storia appena iniziata, rose gialle: la gioia!

Un'aperta dichiarazione va accompagnata con qualche rosa arancione o rosso corallo, che rappresentano il desiderio di chi ama.
E' importante ricordare una distinzione fondamentale tra le rose bianche ed i boccioli bianchi: se i primi infatti significano che siete al settimo cielo, i secondi che siete troppo giovani per amare!!
Ed infine, se le vostre finanze languono, non dispiacerà certo una unica rosa: semplicità ed immediatezza, un messaggio chiaro e forte al cuore dell'amata.
Per gli originali, invece, che non desiderano ricorrere alle "solite" rose, ci sono i garofani, i tulipani ed i crisantemi rossi, che dicono "Ti Amo".
Un complimento alla bellezza può essere fatto con le margherite, mentre il lillà è riservato solo al primo amore. Un amore segreto e inespresso trova nella gardenia il suo messaggero, mentre le violette dichiarano apertamente i vostri sentimenti.
Qualunque siano i vostri gusti, non dimenticate quel piccolo ed antico gesto di donare alla persona amata un fiore, più o meno costoso, più o meno prezioso per dirle una volta di più quanto è importante per voi.

LA CENA? A LUME DI CANDELA!

La festa di San Valentino non può concludersi senza una romantica cena a lume di candela.
Da anni, i ristoratori di tutto il mondo si sono attrezzati, preparando per l'occasione menù speciali ed atmosfere sognanti, riservati alle coppie che entreranno nel loro locale.
Molti, però, preferiscono passare nella propria casa questa ricorrenza, preparando con le proprie mani una cena raffinata.
Vi forniamo quindi qualche suggerimento, per abbellire la vostra tavola e per "prendere per la gola" la vostra metà!

La tavola
Il successo di una cena risiede in gran parte nella preparazione della tavola, che accoglierà le pietanze.
In un'occasione speciale, come la serata di San Valentino, occorre armarsi un po' d'ingegno e creare una magica atmosfera. Basta un po' di fantasia ed ecco comparire un originale centro tavola, in cui domina assoluto il rosso. Uno o più pacchetti regalo (finti, veri?), qualche immancabile cioccolatino rivestito di carta stagnola ed il gioco è fatto!

Le ricette
Una cena sobria, per i palati delicati propone: risotto alla milanese, scampi alla piastra con contorno di broccoli e piselli al vapore e in chiusura crema pasticcera con lingue di gatto.
Per prima cosa bollire i broccoli ed i piselli (qualora non vogliate ricorrere a quelli surgelati!).
Preparate la crema pasticcera:
Bollite 3 dl di latte con una scorzetta di limone e la vaniglia. Separate 4 tuorli e versateli in una terrina, unite 100 gr di zucchero e mescolate fino ad ottenere 1 crema omogenea. Aggiungete 25 gr di farina e diluite il tutto a poco a poco con il latte bollente. Versate il composto in un pentolino di rame o in un tegame dal fondo concavo, lasciando cuocere a fuoco molto basso e mescolando. Fate attenzione: la crema non deve giungere ad ebollizione. Versate il composto in una terrina e mescolate fino a quando non diventa fredda. Versate in due coppette la crema, spruzzatela con cacao amaro e inserite in modo decorativo due lingue di gatto. Lasciate il dessert in frigorifero, e a piacimento servite con panna.
Tagliate a pezzettini la cipolla e fatela dorare in un tegame con una nocciola di burro. Dopo qualche minuto, aggiungete due o tre bicchieri di riso crudo, lasciar tostare il riso e aggiungete del brodo a poco a poco. Girare lentamente versando la polvere di zafferano, fino a quando il riso sarà cotto.
Servitelo con una spruzzatina di parmigiano in superficie.
Dopo aver speziato gli scampi, cuoceteli in una padella larga appena oliata per cinque minuti e serviteli con la verdura che ne esalterà il colore ed il sapore.
A questo punto, che dire: buon appetito!

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preso da qui
 
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