LAZIO, Story

« Older   Newer »
  Share  
†MurderouS_AngeL†
view post Posted on 6/5/2008, 09:52




image



Colori sociali
: Bianco e celeste
Simboli: Aquila
Inno: "Vola Lazio Vola", "Non Mollare Mai","Inno Alla Lazio (So gia' du' ore)"
Tony Malco, Francesco Scarcelli , Aldo Donati
Dati societari
Città: Roma
Paese: Italia
Confederazione: UEFA
Federazione: FIGC
Campionato: Serie A
Fondazione: 1900
Presidente: Claudio Lotito
Allenatore: Delio Rossi
Palmarès
Scudetti: 2
Trofei nazionali: 4 Coppe Italia; 2 Supercoppe d’Italia
Trofei internazionali: 1 Coppe delle Coppe; 1 Supercoppe d’Europa
Stadio
image
Olimpico di Roma
(72.698 posti)
Contatti
SS Lazio S.p.A.
Via di Santa Cornelia 1000
00060 Formello (ROMA)
tel. 06 9760 5111
fax 06 9040 0022[1]
www.sslazio.it

« La Lazio è un ente morale, molto di più rispetto ad una semplice società di calcio. »

(Giorgio Vaccaro)

« Mi dimetto da Presidente, ma con il cuore dalla Lazio non mi dimetterò mai. »

(Umberto Lenzini)


La Società Sportiva Lazio 1900, nota come S.S. Lazio o, più semplicemente, Lazio, è una società polisportiva fondata a Roma il 9 gennaio 1900.

Nata come società podistica agli inizi del secolo, ha incrementato nel corso degli anni il numero di discipline praticate, tanto da divenire la più grande polisportiva d'Europa.[2] La sezione più titolata è sicuramente quella calcistica, nata nel 1901, prima nella capitale e sesta in Italia per ordine di antichità tra quelle attualmente attive.[3]

Nel corso della sua storia ultracentenaria è arrivata due volte prima in campionato, tre volte seconda e sei volte terza. Tra i trofei più importanti ha vinto quattro Coppe Italia, due Supercoppe Italiane, una Coppa delle Coppe e una Supercoppa Europea.

Storica è la rivalità dei tifosi con i "cugini" della Roma con cui la Lazio condivide lo Stadio Olimpico. Gli ultras della curva hanno stretto un solido gemellaggio con i tifosi di Inter, Hellas Verona, Triestina e Chieti, e con gli ultras internazionali di Real Madrid, West Ham United, Chelsea ed Espanyol.

Attualmente, la Lazio è la sesta squadra d'Italia per numero di tifosi, dietro Juventus, Milan, Inter, Napoli e Roma.[4]

Il simbolo della squadra è l'aquila, mentre i colori sociali sono il bianco e il celeste.

Struttura della polisportiva

La sezione calcistica è compresa in una società polisportiva che conta attualmente, oltre al calcio, altre 36 discipline tra cui calcio femminile, calcio a 5, nuoto, pallanuoto, rugby, baseball, cricket, pallavolo, hockey su prato, triathlon, atletica leggera, canoa polo e, in epoche meno recenti, basket e ciclismo. Nuove sezioni sono state aggiunte recentemente, in particolare football americano e motociclismo[5]. La Polisportiva da oltre più di un secolo offre ai giovani e non solo di Roma e della regione la concreta possibilità di emergere nelle competizioni sportive. Obiettivo che da quasi vent’anni coinvolge anche chi, sfortunato, non può gareggiare negli sport classici: il 12 febbraio 1989 è stata creata la S.S. Lazio Handicap , associazione sportiva di atleti con disabilità che opera su tutto il territorio regionale.

* Lazio Baseball
* Lazio Colleferro calcio a cinque
* Lazio Cricket
* Lazio Rugby



* Lazio Pallamano
* Lazio Marines
* S.S. Lazio Calcio Femminile
* S.S. Lazio Pallavolo



* S.S. Lazio Nuoto
* S.S. Lazio Paracadutismo
* S.S. Lazio Handicap

Storia

La fondazione


image
La targa affissa a Piazza della Libertà (Roma, Prati)

La Società Sportiva Lazio nasce a Roma il 9 gennaio 1900 in Piazza della Libertà, tra il rione Prati e l’odierno quartiere della Vittoria. A fondarla sono nove giovani romani ispirati dall'ideale sportivo e dall'entusiasmo della I Olimpiade svoltasi ad Atene nel 1896. I colori sociali scelti sono infatti quelli della bandiera greca, mentre il simbolo è l'aquila dell'antica Roma[6].
Fondatori della società sono stati: Odoacre Aloisi, Arturo Balestrieri, Giacomo Bigiarelli, Luigi Bigiarelli (sottoufficiale dei bersaglieri), Alceste Grifoni, Giulio Lefévre, Galileo Massa, Alberto Mesones ed Enrico Venier. A loro ricordo nel 2000, in occasione del centenario, è stata affissa in Piazza della Libertà una targa per ricordare i loro nomi, voluta dall'allora presidente laziale Sergio Cragnotti.

I primi anni: Divisione Nazionale a gironi
image
La Lazio del 1907

La prima partita di calcio (seppure non ufficiale) viene disputata il 16 maggio 1902 in Piazza d'Armi, vicino a Piazza Mazzini, e vede la Lazio battere la Virtus (squadra nata da una polemica scissione dalla stessa Lazio) per 3-0 con tripletta del centrattacco Sante Ancherani[7].

Negli anni successivi la Lazio inizia a confrontarsi con altre realtà calcistiche italiane, in particolare del centro-Italia, anche se tali confronti non si svolgono mai a livello ufficiale[8].
Nel 1907 la Federazione Italiana Football (futura FIGC) sponsorizza il Campionato Romano di I Categoria, che si conclude con la vittoria della Lazio in finale sulla Virtus. Tale successo, tuttavia, non costituisce titolo per un'eventuale ammissione ufficiale alle fasi successive del campionato nazionale.

Con l’estensione del campionato nazionale da parte della FIGC al centro-sud, il Campionato Romano viene declassato a III Categoria, impedendo così nuovamente la partecipazione della Lazio al torneo nazionale. Nel 1913 la FIGC riforma il campionato e ammette alla Prima Divisione le squadre del centro-sud, che giocano in un girone autonomo. La finale scudetto viene giocata tra le vincitrici dei gironi nord e quelle del centro-sud.

È la Lazio la prima squadra campione del centro-sud. La finale scudetto venne disputata contro la Pro Vercelli, e viene vinta dai piemontesi per 6-0. In seguito la Lazio, prima dell'introduzione del Girone Unico, giunge alla finale nazionale per lo scudetto in altre due occasioni, nel 1914 sconfitta dal Casale, e nel 1923 sconfitta dal Genoa.

Nel 1927, il Partito Nazionale Fascista è nel pieno dello sforzo propagandistico per tentare di ridisegnare una nuova mappa dell’identità culturale italiana. Nei piccoli borghi vengono ricreate sagre e feste paesane, i grandi centri urbani vedono, tra l'altro, il sorgere delle squadre cittadine. Così, in modo analogo a quanto accadeva a Firenze, Napoli, e nel resto d'Italia, si decise di unificare le squadre di calcio romane in un unico club; cinghia di trasmissione della propaganda mussoliniana nel cuore dei ceti popolari romani.
A contrastare il tentativo di unificazione c'è il generale della Milizia Giorgio Vaccaro, che riesce a convincere i gerarchi a non includere la Lazio nella nuova associazione[9][10]. Dopo la guerra, Vaccaro diventerà anche presidente della Lazio nel 1965.

Gli anni trenta: l'esordio in Serie A

A partire dalla stagione 1929/30 viene istituito il campionato a girone unico.

L'esordio in Serie A dei biancocelesti avviene il 6 ottobre 1929 contro il Bologna campione in carica, allo stadio della Rondinella sulla via Flaminia. Gli inizi sono dei più beneauguranti, il risultato è infatti di 3 a 0 per la Lazio; ma il resto della stagione sarà tutt'altro che esaltante, con un quindicesimo posto raggiunto all'ultima giornata.

I primi del decennio sono gli anni della Brasilazio, una formazione imbottita di brasiliani che però non ottiene il successo sperato. Le sue, infatti, sono prestazioni altalenanti, i risultati a fine stagione sono un ottavo posto nel 1930/31 e un tredicesimo nel 1931/32. Nell'estate del '32 Sturmer sostituisce come allenatore il brasiliano Barbuy e nello stesso anno la Lazio batte la Roma per 2 a 1 nel derby casalingo, ottenendo il primo successo contro i "cugini". A dimostrazione di come la stracittadina fosse già molto sentita, il Littoriale descriveva così l'ingresso in campo:

« Sventolio di bandiere biancocelesti e giallorosse, un gigantesco telone con scritto «Forza Lazio» a caratteri cubitali. Si calcola che siano presenti venticinquemila spettatori per un incasso record di 218 mila lire, alle quali bisogna aggiungere le ventimila lire dei soci e degli abbonati. »


Nel campionato 1932/33 la squadra si piazzò al decimo posto, e lo stesso avvenne nel 1933/34. Con la presidenza Gualdi aumentano anche le ambizioni, vengono acquistati infatti Silvio Piola e Attilio Ferraris, e nella stagione 1936/37 la Lazio raggiunge il secondo posto alle spalle del Bologna (all’epoca una delle squadre più forti d’Europa), dopo aver terminato il girone d'andata in testa e aver visto sfumare lo scudetto a causa degli infortuni e di riserve non all'altezza dei titolari. In quel periodo la squadra è trascinata da Silvio Piola, uno dei migliori attaccanti della storia del calcio italiano. Piola a Roma gioca per nove stagioni e vanta tuttora il record di marcature in serie A con la Lazio; (143 su 274 sue reti in totale in Serie A tra Pro Vercelli, Lazio, Juventus e Novara, a cui dovrebbero aggiungersi i 27 gol segnati da Piola con la maglia del Torino nel Campionato di Guerra 1943/44 e i 16 con la Juventus del Campionato 1945/46, campionati entrambi non conteggiati a fini statistici.

In quello stesso anno la squadra fa anche le prime esperienze europee ad alto livello, partecipando alla Coppa Europa dove viene sconfitta solo in finale dal Ferencvaros.

Gli anni seguenti sono privi di grandi soddisfazioni, fatta eccezione per il derby del 1939 in cui i biancocelesti espugnano il campo Testaccio dei cugini romanisti con un secco 2 a 0. L'anno seguente cioè il campionato 1939/40 viene raggiunto un ottimo quarto posto dietro le grandi dell'epoca: Ambrosiana, Bologna e Juventus.

Gli anni quaranta

image
Una formazione degli anni '40

Gli anni quaranta sono l'epoca del Grande Torino e la Lazio si attesta su posizioni di mezza classifica. Nel 1943 il campionato viene sospeso per cause belliche. A livello locale viene organizzato il Campionato Romano, con il quale sembra tornare l'epoca pionieristica del calcio. Finita la guerra, nel campionato del 1945/46, diviso in due gironi, la Lazio non riesce a raggiungere la fase finale. Nel primo campionato a girone unico nel dopo-guerra 1946/47 la Lazio arriva al decimo posto. Anche quella del 1948/49 è una stagione difficile, con stipendi ridotti al minimo e giocatori che scioperano; a metà stagione, la Lazio si ritrova ultima nonostante l'illusione degli otto gol rifilati al Bologna. Tocca al presidente Zenobi ricostruire la società e i risultati non tardano ad arrivare. La Lazio conclude il campionato al tredecesimo posto, e in una partita casalinga memorabile costringe al pareggio il grande Torino che vinse lo scudetto nonostante la tragedia di Superga. L'anno seguente 1949/50 la Lazio disputa un bel campionato e si classifica quarta mostrando una difesa di ferro e grandi prestazioni del portiere Sentimenti IV, che era stato scartato dalla Juventus perché giudicato ormai vecchio. Il quarto posto in campionato viene confermato l'anno seguente (1950/51) alle spalle di Milan, Inter e Juventus.

Gli anni cinquanta

Nel frattempo, complice una defezione internazionale della Juventus, la Lazio si riaffaccia sul panorama internazionale giocando la Coppa Latina del 1950 (antesignana della Coppa dei Campioni). I risultati non sono quelli sperati, ma il misurarsi con altre realtà calcistiche contribuisce alla crescita sportiva del club.[11] Nel 1952 nuovo quarto posto in campionato a pari punti con la Fiorentina. Nel 1953 termina l'era Zenobi, sotto la quale la Lazio era riuscita a ridurre la differenza con le squadre del nord e vincere sette derby su otto. Gli succede Tessarolo, e vengono acquistati giocatori importanti ma a fine carriera, politica che non porterà grandi risultati, ma solamente problemi di bilancio. Nella stagione 1955/56 viene effettuata un'onerosa campagna acquisti: spiccano i nomi di Selmosson e Muccinelli. Il campionato si svolge tra alti e bassi e si conclude con un più che dignitoso terzo posto. L'estate successiva, con altri acquisti si cerca di consegnare all'allenatore Carver una squadra che possa vincere finalmente il titolo, ma, complice una partenza a rilento, sarà ancora terzo posto nonostante le vittorie per 3 a 0 su Milan e Fiorentina, le prime due classificate al termine del campionato. Tessarolo lascia così la società con un ingente deficit di bilancio. La gestione successiva si occupa soprattutto di ripianare i debiti, ma arriva comunque la conquista del primo trofeo ufficiale: la Coppa Italia del 1958,[12] con "Fuffo" Bernardini in panchina. La gioia dura poco, visto che in estate viene ceduto Selmosson alla Roma generando una vera e propria rivolta dei tifosi. Con lui partono anche altri giocatori di esperienza, e la Lazio si affida a calciatori promettenti e di prospettiva: il risultato sarà un undicesimo posto. Nel 1959/60 la Lazio, a causa delle perduranti difficoltà economiche, cede anche Humberto Tozzi, l'unico giocatore di livello rimasto.

Gli anni sessanta: il lungo periodo in Serie B
image
La Lazio della stagione 1967-68. Da sinistra in piedi: Governato, Zanetti, Cei, Sassaroli, Ronzon e Gioia; accosciati: Pagni, Cucchi, Fortunato, Marchesi e Morrone.

È sicuramente un decennio tra i più negativi della storia della Lazio: nel 1961 arriva la prima retrocessione in serie B, che condanna così la squadra al primo dei suoi 11 campionati nella serie cadetta (l’ultimo sarebbe stato nel 1987/88). Il ritorno nella massima serie sarebbe immediato se l'arbitro Rigato, nella partita decisiva contro il Napoli, vedesse il tiro di Seghedoni entrare nella porta prima di uscirne[13][14]. La squadra è quindi affidata all'allenatore argentino Juan Carlos Lorenzo, che nel 1963 termina il purgatorio della Serie B, e la Lazio conquista la promozione nella partita casalinga contro la Pro Patria davanti ad oltre 60.000 spettatori. Nel 1963/64 Lorenzo ottiene un buon ottavo posto con una squadra giovane, anche se l'anno seguente l'argentino passa sull'altra sponda del Tevere. Con Mannocci in panchina i biancocelesti raggiungono la salvezza, ma a fine stagione si riaffaccia la crisi finanziaria, così la presidenza viene rilevata da Umberto Lenzini, un personaggio che da lì a poco cambierà la storia della Lazio. La sua presidenza inizia però nel peggiore dei modi, dopo una stagione anonima arriva una nuova retrocessione in Serie B (1966/67), forse per la deludente campagna acquisti fatta in estate. Partita per vincere il campionato, la Lazio si ritrova a lottare nelle parti basse della classifica. Subentra come allenatore Lorenzo, di ritorno dalla Roma dove aveva decisamente fallito, che ottiene la salvezza. Nella stagione seguente (1968/69), anche grazie ad acquisti finalmente all'altezza, la Lazio torna in Serie A con due giornate d'anticipo.

Gli anni settanta: il primo scudetto

image
Giorgio Chinaglia, bomber della Lazio scudettata

Nel campionato 1969/70 la Lazio può contare sui gol di Giorgio Chinaglia e sul libero Pino Wilson, arrivati in estate un po' in sordina dall'Internapoli. La squadra raggiunge così una salvezza tranquilla. Nel 1970/71, dopo un girone di ritorno disastroso, la Lazio retrocede nuovamente in Serie B. L'ambiente ha bisogno di una svolta, è così che il presidente Umberto Lenzini pensa a Tommaso Maestrelli, allenatore del Foggia, uno tra gli allenatori in ascesa in quel periodo.

Una scelta azzeccatissima visto che la Lazio torna subito in Serie A. In estate, tra non poche polemiche viene ceduto Giuseppe Massa all'Inter, mentre nella Lazio arrivano Mario Frustalupi, Renzo Garlaschelli, Luciano Re Cecconi, Felice Pulici e Luigi Martini.
Si viene a formare un gruppo di giocatori tra di loro eterogenei ma dotati di estro e personalità, guidati e tenuti insieme da Tommaso Maestrelli (allenatore, psicologo e tuttofare), che dà alla squadra un gioco brillante, molto simile al calcio totale reso famoso dagli olandesi di quella generazione ai mondiali di Germania del 1974.

Nel 1972/73, appena rientrata in Serie A, si ritrova a lottare praticamente fino all'ultima giornata per lo scudetto. Prima dell'ultima partita del torneo era al comando il Milan con 44 punti, seguito da Lazio e Juventus appaiate ad un solo punto. La Juventus giocava contro la Roma all'Olimpico, mentre il Milan contro il Verona, la Lazio era a Napoli. Alla fine del primo tempo la Juventus perdeva contro la Roma, Napoli e Lazio pareggiavano e il Milan perdeva a Verona. Ma nel secondo tempo Cuccureddu rovesciava le sorti per la Juventus che vinceva 2 a 1 e si aggiudicava lo scudetto, mentre la Lazio veniva infilata da una rete del Napoli. I biancocelesti alla fine di questo rocambolesco campionato giunsero al terzo posto con non poca amarezza.

Il campionato 1973/74 riparte tra lo scetticismo dell'opinione pubblica, che non crede che la Lazio possa ripetersi. La tifoseria è ancora amareggiata per il finale dell'anno prima, ma è consapevole della forza della squadra che esprime un gioco spettacolare. L'unica aggiunta ad un meccanismo già collaudato è la giovane ala Vincenzo D'Amico proveniente dalle giovanili. La stagione è una vera e propria cavalcata, interrotta solo da qualche incertezza in alcune partite. La vittoria per 3 a 1 nello scontro diretto contro la Juventus e la prova di forza nel derby di ritorno vinto 2 a 1, portano saldamente la squadra in testa alla classifica.
La Lazio perde un'ultima partita con il Torino ma riesce comunque a laurearsi Campione d'Italia,[15] con una giornata d'anticipo, nell'incontro casalingo contro il Foggia in un Olimpico stracolmo.[16] Nonostante lo Scudetto e i relativi incassi, la società non gode di grande floridezza economica, e in estate è pressoché immobile sul mercato. Il campionato 1974/75 non è trionfale come quello precedente, e inoltre si viene a sapere che Maestrelli è afflitto da una grave malattia e ciò non può che influire negativamente sull'andamento. La stagione si conclude al quarto posto con Lovati in panchina, ma la mente di tutti i laziali è rivolta sicuramente altrove. Viene ceduto Frustalupi, punto di riferimento del centrocampo, la panchina affidata a Giulio Corsini, e Giorgio Chinaglia emigra in America al Cosmos. La Lazio rimane invischiata nella lotta per non retrocedere, ed è necessario il ritorno di Maestrelli perché venga evitata la Serie B.

Nel campionato 1976/77 Lenzini chiama Luis Vinicio sulla panchina e strappa Franco Cordova alla Roma. È una Lazio che fa forza sul proprio vivaio, oltre a Giordano e D'Amico, si mettono in luce anche Manfredonia e Agostinelli. A fine stagione la squadra arriva quinta, ma due lutti sconvolgono l'ambiente: quelli di Maestrelli e Re Cecconi, il secondo ucciso da un colpo di pistola mentre faceva uno scherzo simulando una rapina.[17]

Gli anni ottanta: un decennio tra Serie A e Serie B

image
La Lazio 1984-85

La stagione 1979/1980 è forse la più drammatica di tutta la storia laziale: durante il derby viene ucciso il tifoso laziale Vincenzo Paparelli, colpito da un razzo proveniente dalla curva romanista. Sul finire dell'anno scoppia lo "Scandalo calcioscommesse", e la Lazio viene retrocessa in Serie B insieme al Milan e alcuni suoi giocatori squalificati per delibera della CAF.[18]
l girone di andata della stagione 1980/81 nel campionato cadetto sembra promettere un rapido ritorno in Serie A: la squadra, guidata da Ilario Castagner, ed attrezzata in sede di mercato per competere nella massima serie, prende largamente il comando della classifica. Al girone di ritorno il meccanismo però si rompe (come anche il tendine di achille del portiere Moscatelli) e comincia un lento ed inesorabile declino fino al fatale rigore, fallito la penultima giornata da Stefano Chiodi contro il Vicenza, che condanna la Lazio alla permanenza in serie B. La squadra faticherà a riaversi: alla fine gli anni di B saranno tre.

Il 1981 è un anno travagliato anche per la società che dopo un periodo di grave incertezza manageriale, tra i fratelli Lenzini e Rutolo, passa nell'estate a Gian Chiaron Casoni.

Con la gestione Casoni la Lazio risale faticosamente la china. Il purgatorio finisce anche grazie al ritorno di Manfredonia e Giordano, graziati dalla vittoria modiale dell'82 dell'ultimo anno di squalifica. La Lazio torna in Serie A nel 1983 e Giorgio Chinaglia, tra gli artefici in campo dello scudetto del 1974, ne assume la presidenza.

La presidenza Chinaglia non sarà all'altezza delle aspettative suscitate nei tifosi. La Lazio di Giordano, Manfredonia, D'Amico, di un giovanissimo Michael Laudrup, in prestito dalla Juventus, ottenne una stentata salvezza nel 1984. Segue un'estate di polemiche con Giordano e Manfredonia in bilico tra Juventus e Roma e con i conti del bilancio in rosso fisso: prodromi di un campionato rovinoso. Nel 1985 la Lazio retrocede di nuovo in serie B; Giordano va al Napoli tra la polemiche e lasciano la squadra anche Manfredonia e Laudrup.

Anche questa volta gli anni di B saranno tre. Al temine del primo, nell'1986, la Lazio viene coinvolta nel cosiddetto “secondo scandalo calcioscommesse”: la squadra viene penalizzata di 9 punti per la stagione 1986/87 e rischia seriamente di finire in Serie C per la prima volta nella sua storia. Di nuovo il crocevia della stagione è la partita con il Vicenza all'Olimpico. È Giuliano Fiorini il protagonista della giornata che, a pochi minuti dal termine, butta la palla in rete consentendo alla squadra di raggiungere il terzultimo posto insieme al Taranto e al Campobasso contro i quali è costretta a spareggiare a Napoli nel giugno 1987 per non retrocedere. Alla fine, battendo il Campobasso (con un gol di Fabio Poli), la Lazio riesce a mantenere la Serie B.

Dopo la sofferta salvezza la società viene rilevata da Gianmarco Calleri, che, dopo la promozione in Serie A e il risanamento economico, la vende al finanziere Sergio Cragnotti.

Gli anni novanta: l'era Cragnotti e il secondo scudetto


image
Alessandro Nesta, ex capitano biancoceleste

Gli anni novanta si aprono con l'arrivo di Sergio Cragnotti che costruirà una delle realtà calcistiche più forti a livello mondiale [19]. Nella prima stagione del nuovo corso arrivano alla Lazio giocatori molto importanti che le daranno la possibilità di giocare la Coppa UEFA. L'anno successivo ne arriveranno degli altri tra cui l'indimenticato capitano Alessandro Nesta.
Nel 1994 la Lazio decide di puntare su un nuovo tecnico, ovvero Zdenek Zeman, con il quale la squadra capitolina inizia a fare un buon gioco e conclude il campionato in seconda posizione, arrivando anche ai quarti di finale in Coppa UEFA. Nella stagione successiva c'è un terzo posto, mentre quella dopo segnerà l'addio del tecnico boemo sulla panchina biancoceleste, che fa posto a Dino Zoff che concluderà con un positivo quarto posto.
Per la stagione 1997/1998 la Lazio ingaggia il tecnico Sven Goran Eriksson, il quale non passa una stagione senza vincere un trofeo. Il suo arrivo spinge ancor di più Cragnotti ad investire nel suo sogno, portare la Lazio a vincere il suo secondo scudetto. Arrivano quattro acquisti di una caratura notevole, e infatti lotta per lo scudetto fino a sette giornate dal termine. Centra però la Coppa Italia e giunge ad un passo dalla vittoria della prestigiosa Coppa Uefa, persa nella finale di Parigi contro la connazionale Inter.

La stagione successiva sembra tutto pronto per la conquista dello scudetto, la stagione va confermandolo, ma la Lazio ha un finale di stagione un po' infelice e il Milan ne approfitta, e la squadra capitolina conclude a malincuore seconda.

Tra i tanti anni di storia della Lazio non vi è dubbio che quello che i tifosi laziali ricorderanno come il più importante è proprio il 1999/2000, l'anno del centenario, del secondo scudetto e della terza Coppa Italia.

Durante il calciomercato estivo Cragnotti fa grandissimi acquisti, il campionato favorisce la Juventus che mantiene un certo distacco sui biancocelesti, ma sarà all'ultima giornata che allo stadio Renato Curi li torinesi perderanno l'ultima la partita contro il Perugia[20], assegnando lo scudetto alla Lazio. L'ultimo impegno della stagione vedrà una Lazio decisamente in festa conquistare la sua terza Coppa Italia.
In Europa però la storia è un'altra: la stagione inizia nel migliore dei modi, con la vittoria della prestigiosa Supercoppa Europea ai danni del mitico Manchester United. In Champions League però ai quarti di finale sarà il Valencia a sconfiggere i biancocelesti.

Il giorno che però i laziali ricorderanno con maggior piacere di tutta la stagione sarà il 9 gennaio del 2000, quando la Lazio, dopo aver battuto i rossoblù del Bologna, festeggerà il suo centesimo compleanno. La festa, ben organizzata dal presidente Cragnotti, vedrà partecipare numerose autorità e scenderà in campo egli stesso realizzando anche un gol.

Gli ultimi anni: il rischio del fallimento e l'era Lotito
La Lazio inizia nel migliore dei modi la nuova stagione, mettendo in bacheca un nuovo trofeo: la Supercoppa Italiana, sconfiggendo all'Olimpico per 4 a 3 l'Inter. L'inizio scoppiettante fa pensare ad un'altra grande stagione di vittorie in riva al Tevere, anche in realtà la Lazio chiude con un terzo posto in campionato, a 6 punti di distanza dai cugini della Roma vincitori dello scudetto. La dirigenza decide di sostituire Eriksson, con Dino Zoff, che era stato il suo predecessore.

La stagione successiva segna l'ultimo anno intero del presidente Sergio Cragnotti, e il calciomercato presenta un gran numero di cessioni ma anche buoni acquisti[21]. In campionato la Lazio riesce ad inserirsi nella lotta per lo scudetto, ma infine conclude solo sesta, mentre in Champions League esce praticamente subito

Dopo vari cambi di allenatori arriva Roberto Mancini, idolo dei tifosi biancocelesti, reduce dalla sua prima stagione da tecnico in una Fiorentina allo sbando. Nonostante i gravi problemi finanziari, la Lazio vola in campionato e infine centra un inatteso quarto posto. La stagione europea si rivelerà invece beffarda: la Lazio verrà fermata 4 a 1 dal Portoin semifinale e dirà addio al sogno di portare a Roma quella coppa persa nel 1998 a Parigi.
Tra i più importanti eventi della stagione c'è da segnalare l'addio del presidente Sergio Cragnotti a gennaio del 2003. Chiuderà la sua storia in biancoceleste come il più vincente presidente di tutti i tempi nella capitale, superando Dino Viola e Lenzini.

La stagione successiva la squadra capitolina conclude sesta, sprecando la possibilità di arrivare in migliore posizione perdendo la penultima partita contro il Brescia[22]. In Champions League esce nella fase a gironi, mentre è decisamente più fortunata l'avventura in Coppa Italia, che vince dopo una bella e schiacciante vittoria sui campioni d'Europa del Milan e dopo una finale spettacolare con la Juventus.

L'anno successivo salutano Roma [vari calciatori importanti e l'allenatore Roberto Mancini con tutto il suo staff; inoltre mancano i soldi per i rinnovi contrattuali di alcuni giocatori. Ciò che rimane alla Lazio è un pugno di mosche o poco più. L'amministratore Masoni, che aveva sostituito Baraldi, dichiara che se la Lazio non incasserà almeno 80 milioni di euro dall'aumento di capitale la Lazio è destinata a fallire.

Il 19 luglio il presidente Ugo Longo annuncia però che la Lazio ha trovato il suo nuovo presidente: si tratta di Claudio Lotito che dopo una faticosa trattativa porta alle casse laziali 21 milioni di euro, scatenando l'entusiasmo dei tifosi laziali.[23]

La società, nonostante l'arrivo del nuovo presidente e di nuova liquidità, rischia comunque di fallire a causa di un debito accumulato con l'erario di circa 110 milioni di euro. Per scongiurare questo rischio la dirigenza intraprende una trattativa con l'Agenzia delle Entrate che si conclude con l'ammissione della Lazio ai benefici del decreto legge 138 dell'agosto del 2002, convertito in legge 178/02[24]. In tal modo viene concessa una dilazione del debito in 23 anni.
Come allenatore viene scelto Domenico Caso, e la campagna estiva sarà solamente di puro rattoppamento. In questo clima di incertezza alcuni giocatori iniziano a chiedere di lasciare il club, e così inizia la difficile stagione della Lazio. Dopo una serie di partite abbastanza negative, il presidente Lotito opta per l'esonero del tecnico Domenico Caso, e incarica l'esperto Giuseppe Papadopulo di guidare la Lazio verso la salvezza, che viene centrata nelle ultime giornate.

Nonostante Papadopulo abbia centrato l'obiettivo salvezza, e a sorpresa anche l'Intertoto, non rimane sulla panchina laziale: Lotito decide per il suo esonero e il sostituto si chiama Delio Rossi, che fa arrivare vari giocatori importanti che porteranno la Lazio al sesto posto della classifica.

Nella settimana che accompagna l'ultima giornata del campionato 2005/2006 la Lazio viene coinvolta nell'affare "Calciopoli", uno scandalo calcistico riguardante la stagione 2004/2005. Per la squadra capitolina la penalizzazione sarà di 3 punti in campionato, e il sogno di giocare la Coppa UEFA centrata la stagione passata è definitivamente cancellato, siccome riceve una seconda penalizzazione di 30 punti validi per la stagione precedente.

In Coppa Italia il cammino della Lazio termina al terzo turno, ma in campionato centra un clamoroso terzo posto che permette alla squadra di centrare la qualificazione per l'ultimo turno preliminare di Champions League.

Il calciomercato estivo 2007, nonostante la qualificazione alla Champions League 2008, continua nella filosofia del risanamento economico.

Purtroppo il cammino dei biancocelesti si infrange al Bernabeu contro il Real Madrid. Tuttavia la Lazio era riuscita comunque ad ottenere buoni risultati tipo il 2-2 con il Real o la vittoria per 2-1 su il Werder Brema. In campionato la Lazio riesce ad ottenere buoni risultati grazie agli acquisti di gennaio: Bianchi dal Manchester City, Radu dalla Dinamo Bucarest, Rozehnal da Newcastle U. e il ritorno di Dabo sempre dal City, permettono alla squadra di vincere il derby per 3-2 allo scadere e di pareggiare 1-1 contro il Milan e l'Inter, dove in entrambi gli incontri avrebbe meritato qualcosa di più. Però a fine campionato, appena raggiunta la zona salvezza, i calciatori cominciarono un pò a snobbare le partite per dedicarsi sopratutto alla Coppa Italia, dove, dopo aver sconfitto Napoli e Fiorentina incontrano l'Inter. L'andata terminerà 0-0 (è la Lazio a dominare maggiormente l'incontro) e il ritorno verrà giocato il 7 maggio a l'Olimpico. Se la Lazio riuscisse nell'impresa, probabilmente avverrà una finale storica, ossia, Lazio-Roma il re dei match in Italia (sempre che la Roma riesca a sconfinggere il Catania).

Colori e simbolo
I colori della Lazio, cioè il bianco e il celeste, sono stati scelti in omaggio alla bandiera della Grecia, patria dello sport e dei Giochi Olimpici, al cui spirito i fondatori della Lazio si ispirarono[31].

Originariamente la squadra capitolina indossava una maglietta divisa in quarti di bianco e celeste, con pantaloncini e scarpe nere[32]. Soltanto dopo un po' la Lazio incominciò a indossare colori come quelli attuali. Per molte stagioni, infatti, la Lazio indossò maglietta celeste e pantaloncini bianchi, ma spesso con diverse forme o simboli[33]. Comunque questi colori hanno fornito alla squadra il soprannome Biancocelesti.

Il simbolo della Lazio è l’aquila romana, emblema delle legioni imperiali e, per metafora, immagine della potenza di Roma nel mondo [34], siccome essa è anche il simbolo di Zeus, "Signore dell' Olimpo".[35] Come è accaduto con i colori, la Lazio ha acquistato dal proprio stemma vari soprannomi: Aquilotti e Le Aquile. Il simbolo attuale raffigura un'aquila d'oro appoggiata sullo stemma bianco e celeste con il nome della squadra.

Tifosi

image
Tifosi laziali in Curva Nord

La tifoseria della Lazio è tra le più numerose di tutta Italia: attualmente è la sesta squadra per numero di tifosi[4].
La storia del tifo organizzato laziale comincia verso la fine degli anni '60, periodo di sollevazioni giovanili in cui piccoli gruppi di tifosi, più che altro nati come aggregazioni di quartiere, riempiono le gradinate dello Stadio Olimpico (Tuparamos, Aquile, Ultras, Vigilantes, NAB, CAST, Marines...), facendo sentire il loro incitamento alla Lazio in modo spontaneistico. Il gruppo degli Eagles' Supporters (ES), che li riunisce nel 1977 sotto un unico striscione di 54 metri (il più lungo d'Italia), concentra il tifo ultras della Lazio con un sostegno di massa colorato, rumoroso e incessante, nonostante le difficili stagioni che la società affronta sia a livello sportivo che finanziario. Durante la partita casalinga contro il Padova del 1987, in Curva Nord appare uno striscione lungo 10m di un nuovo gruppo: gli Irriducibili creati da Antonio "Grinta". Questi ultimi rivoluzioneranno il modo di tifare: niente più tamburi ma cori all'inglese. Su questo, ma più che altro per motivi politici e di gestione della curva, nascono contrasti con gli Eagles' Supporters, che si scioglieranno nel 1992 a causa dello scarso ricambio generazionale e delle continue aggressioni subìte dagli ultras emergenti. Con l'arrivo di Sergio Cragnotti la Lazio gioca in Europa, gli Irriducibili in questo periodo oltre che con interisti e veronesi stringono rapporti con i tifosi organizzati di Real Madrid, Chelsea e Paris Saint Germain. I laziali conquistano anche l'Europa: 4000 a Dortmund, Vienna e Madrid, 20000 a Parigi, 15000 a Birmingham, 10000 a Montecarlo per soli 3500 biglietti.

Gemellaggi
* Inter
* Verona
* Chieti
* Triestina



* Real Madrid
* Chelsea
* Espanyol

Il rapporto tra gli ultras dell'Inter e della Lazio è sicuramente il più saldo: esso è nato attorno alla metà degli Anni '80 e si è rinsaldato negli ultimi anni con la finale della Coppa Uefa 1998 a Parigi, e il 5 maggio 2002 all'Olimpico, quando molti tifosi laziali auguravano agli amici interisti la conquista del tricolore. Tra gli ultras della squadra capitolina e quelli dell'Hellas Verona invece, non c'è in realtà un vero e proprio gemellaggio, ma soltanto sintonia; stessa cosa vale riguardo al rapporto con i tifosi del Chieti. Tra gli ultras della Nord ed i tifosi della Triestina c'è un vero e proprio gemellaggio che risale agli Anni '80 quando le due squadre militavano entrambe in Serie B. Successivamente la squadra giuliana, in una partita allo Stadio Olimpico contro la Roma ha esposto i vassilli biancocelesti, saldando ancora di più il rapporto. A livello internazionale, i gemellaggi più importanti sono quelli con il Real Madrid, l'Espanyol e il Chelsea F.C.: il primo nasce nel 2001 durante una partita di Champions League tra le due squadre, mentre quello con il Chelsea nasce negli Anni '70[36]

Rivalità

* Roma
* Livorno
* Napoli
* Milan



* Arsenal
* Pescara
* Atalanta

La rivalità più accesa è sicuramente quella con la Roma: le due squadre, appartenenti alla stessa città, sono rivali da quando è stata fondata la Roma, cioè nel 1927. L'ostilità degli ultras con i tifosi del Napoli Calcio nasce dal gemellaggio che legava negli anni '80[37] napoletani e cugini romanisti.

Note
1. ^ I Contatti - SSLazio.it. URL consultato il 08-02-2008.
2. ^ Lazio, la più grande polisportiva d'Europa - e-margherita.it. URL consultato il 13-03-2008.
3. ^ Più antiche della Lazio, tra quelle in attività ad oggi secondo la data di fondazione delle squadre di calcio italiane - o di una sezione per il calcio -, sono il Genoa, fondato nel 1893, l'Udinese, fondata nel 1896, la Juventus, fondata nel 1897, l'Ascoli, fondata nel 1898, e il Milan, fondato nel 1899. Secondo la cronologia di fondazione sportiva di tutte le società che partecipano al calcio italiano, la squadra biancazzurra è la tredicesima società d'Italia per ordine di antichità dopo le due squadre prima indicate, la Ginnastica Torino, fondata nel 1844 come società ginnastica, l'Internazionale Torino (1891), la Ginnastica Sampierdarenese (1891 come società ginnastica), la Pro Vercelli (1892 come società ginnastica), il Football Club Torinese (1894), l'Andrea Doria (1895 come società ginnastica) e la Florence Foot-Ball Club (1899). Vedi anche gli articoli "Prima squadra di calcio italiana" ed "Origini del calcio italiano".
4. ^ a b Statistiche dei tifosi italiani: al primo posto la Juventus (28%), al secondo il Milan (23%), al terzo l'Inter (16%). Il Napoli è quarto (9%), davanti alla Roma (7%) ed alla Lazio (3%) - Repubblica.it. URL consultato il 12-01-2008.
5. ^ Lazio Polisportiva - sslazio2000.net. URL consultato il 13-03-2008.
6. ^ Il nome “Lazio” è stato, di fatto, una scelta obbligata da parte dei fondatori, in quanto il nome “Roma” non poteva essere utilizzato in quanto all’epoca era già usato da un’altra polisportiva, la Società Ginnastica Roma (fondata nel 1890). Per evitare confusioni, è stato quindi scelto un nome che, nell’intenzione dei fondatori, comprendeva un ambito più grande della Capitale, così da coinvolgere nelle attività della nuova società anche gli abitanti dell'intera regione.
7. ^ La Lazio rivendica l’introduzione del calcio - nella forma oggi conosciuta - nella Capitale. Le prime partite giocate a Roma secondo le regole dell’Association football stabilite dall’IFAB si tengono nel 1901 tra squadre composte da associati della Lazio, laddove altre formazioni estemporanee, di cui rimangono frammentarie tracce nelle cronache di fine secolo, giocano un calcio non aderente alle regole del gioco, quando non praticano forme ibride tra calcio e rugby
8. ^ Nel giugno 1907 la Lazio, capitanata dal citato Sante Ancherani, giunge in treno a Pisa per affrontarvi la locale squadra. Capita, invece, di giocare tre partite nella stessa giornata, tutte vinte: contro il Pisa (4-0), il Lucca (3-0) e il Livorno (1-0)
9. ^ Calcio Romanus Sum, di Piero Strabioni, E.n.n.e B.i., 2007
10. ^ Le radici delle due squadre capitoline, così diverse: una nata sulle ali dell'entusiasmo per le nuove Olimpiadi e l'altra per decreto del regime, inevitabilmente influenzeranno la storia delle rispettive tifoserie. La Lazio, infatti, fondata nel quartiere borghese di Prati, si allenava e giocava al campo Rondinella ai Parioli, laddove la Roma iniziò al Velodromo Appio, presso l’Acqua Santa, per passare poi nel quartiere popolare di Testaccio. Il goliardico appellativo di burini risulta essere d'origini decisamente recenti. Infatti, fino al 1927 (anno in cui il regime fascista creò la AS Roma, per dirla con le stesse parole del "messaggero" d'allora, "in ossequio al desiderio delle superiori gerarchie del Partito"), la Lazio resta de facto la principale squadra di calcio della capitale, con un largo seguito popolare. I beffardi luoghi comuni sulla natura "aristocratica" e provinciale dei laziali cominciano a circolare solo dopo tale data, allorché i biancocelesti, scampato il pericolo della fusione nella As Roma, vengono ingiustamente identificati come refrattari e reprobi anti-fusionisti
11. ^ La Coppa Latina vedeva ogni anno sfidarsi i campioni nazionali di Francia, Italia, Portogallo e Spagna. La Lazio, già priva dei nazionali (impegnati nel campionato del mondo in Brasile) Sentimenti IV, Remondini e Furiassi (sostituiti dai prestiti temporanei Sandroni e Fioravanti del Venezia e Trevisan della Triestina) sulla strada per Lisbona, sede di quell’edizione della Coppa, andò a giocare la Coppa Teresa Herrera a La Coruña contro i campioni di Spagna dell’Atlético Madrid. La partita fu vinta, ma una doccia troppo fredda dopo l’incontro causò una faringite ad alcuni giocatori. La squadra arrivò così a Lisbona in condizioni fisiche precarie e non poté evitare, malgrado l’impegno in campo, di essere battuta dallo stesso Atlético e dal Benfica, che poi vinse la Coppa.
12. ^ Nell' estate del 1958 la Federazione decise di ripristinare la Coppa Italia che dopo la guerra non era più stata organizzata
13. ^ Seghedoni tirò un potente calcio di punizione che si infilò in porta per poi uscire, forse a causa della rete allentata dalla pioggia. Tutti si accorsero che il pallone era entrato (clamoroso il gesto del portiere del Napoli con le mani tra i capelli), tranne l'arbitro Rigato che non convalidò la rete
14. ^ Rete o no? - enciclopediadelcalcio.com. URL consultato il 14-04-2008.
15. ^ Tuttavia, la Lazio non poté partecipare alla Coppa dei Campioni 1974/75 a causa di una squalifica di un anno subita dall’UEFA a seguito di incidenti avvenuti in un incontro di coppa della stagione 1973/74 contro l’Ipswich Town.
16. ^ Erano presenti 78.859 spettatori, record tuttora imbattuto per una partita disputata allo Stadio Olimpico
17. ^ Luciano Re Cecconi venne ucciso durante uno scherzo: durante la guarigione dopo un infortunio, lui e due amici si recarono presso la gioielleria Bruno Tabocchini, nel quartiere Flaminio della capitale, siccome proprio uno dei due amici doveva sbrigare una commissione. Quando i tre entrarono nel negozio, Re Cecconi esclamò per scherzo "Fermi tutti, questa è una rapina!". Purtroppo scelse il posto sbagliato ed il momento sbagliato: Tabocchini aveva subito di recente due rapine e il timore che la cosa potesse ripetersi lo aveva spinto a nascondere sotto la cassa una Walther calibro 7.65. Il gioielliere non riconobbe Re Cecconi, che aveva il bavero alzato; credette che era un rapinatore, e che che stava impugnando una pistola, e così fece subito fuoco colpendolo in pieno petto. Re Cecconi si accasciò e morì solo mezz'ora dopo.
18. ^ Squalifica a vita per Wilson, 5 anni per Cacciatori, 3 per Giordano e Manfredonia
19. ^ Nel 2003 lasciò però la società sull’orlo della bancarotta e con un debito fiscale di circa 40 milioni di euro, divenuto di 170 al termine della seguente gestione; in seguito fu protagonista di una serie di disavventure giudiziarie che portarono Cragnotti a un breve periodo di detenzione per custodia cautelare in vista del processo
20. ^ Qui la Juventus si ritrova nel bel mezzo di un diluvio incredibile che, a metà partita, costringe l'arbitro Collina a sospendere l'incontro. Il campo è allagato e non si capisce se la partita potrà essere conclusa, lo stesso arbitro appare indeciso. Dopo più di un'ora la partita riprende, e l'inaspettato gol di Alessandro Calori segnerà la fine delle speranze scudetto della Juventus.
21. ^ Di questo calciomercato è protagonista Mendieta, che fu acquistato per la cifra record di 43,8 milioni di euro dal Valencia: tutt'ora questa cifra è l'ottava più alta nella storia del calciomercato
22. ^ Tra le cose positive di questo campinato è da ricordare c'è il record di abbonamenti: 42.000
23. ^ Claudio Lotito è il nuovo presidente della Lazio - guide.dada.net. URL consultato il 12-02-2008.
24. ^ Lazio, chiusa la partita col fisco. Cacciato lo spettro del fallimento - la Repubblica.it. URL consultato il 29-03-2005.
25. ^ a b c d e L'attività durante il 1915-16, 1916-17, 1917-18 e 1918-19 fu ridotta a causa della prima guerra mondiale
26. ^ Italian Prima Squadra. SS Lazio. URL consultato il 2008-02-01.
27. ^ Gli allenatori della Lazio - UltrasLazio.it. URL consultato il 10-01-2008.
28. ^ I presidenti della Lazio - UltrasLazio.it. URL consultato il 10-01-2008.
29. ^ Palmares - SSLazio.it. URL consultato il 08-01-2008.
30. ^ Campionati, Coppe e Record - SSLazio.it. URL consultato il 08-02-2008.
31. ^ Lazio - AlbionRoad.com. URL consultato il 14-02-2008.
32. ^ Maglie - UltrasLazio.it. URL consultato il 14-02-2008.
33. ^ La storia ed il percorso della Nobile Maglia della Società Sportiva Lazio dal 1900 ad oggi - ultraslazio.it. URL consultato il 09-04-2008.
34. ^ Antica Roma - library.thinkquest.org. URL consultato il 13-03-2008.
35. ^ Evoluzione di un simbolo glorioso - ultraslazio.it. URL consultato il 13-03-2008.
36. ^ Gemellaggi e rivalità della Lazio- tifonet.it. URL consultato il 24-0-2008.
37. ^ Amici e nemici della tifoseria romanista - asromaultras.it. URL consultato il 13-03-2008.

qui
 
Top
0 replies since 6/5/2008, 09:52   156 views
  Share