Le bottiglie di plastica possono provocare il cancro?, Bottiglie in PC e PET - Differenze, pro e contro

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ramses75
icon7  view post Posted on 17/9/2008, 18:55





Acqua in bottiglia di plastica che si lascia in macchina:
Se sei una di quelle persone che lascia la sua bottiglia di plastica in macchina,
Durante I giorni caldi e bevi l'acqua dopo, quando torni in macchina,
Corri il rischio di ammalarti di cancro al seno! ... Sheryl Crow ha detto,
Nel corso del programma di Ellen, che in questa maniera aveva contratto il cancro al seno.
I medici hanno spiegato che il caldo fa sì che la plastica emetta tossine
Che portano a contrarre il cancro al seno. Le tossine della plastica sono le stesse
Trovate nei tessuti dei seni con cancro.
Di conseguenza, per favore, NON bere da quella bottiglia che hai lasciato in macchina e diffondi questa informazione a tutte le donne della/nella tua vita (che conosci)
Queste genere d'informazioni sono quelle che dobbiamo sapere affinchè tutte le donne siano a conoscenza e possono forse salvarsi da questa orribile malattia ....
 
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view post Posted on 17/9/2008, 19:12
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Diciamo che è mia abitudine da sempre avere una bottiglia di acqua in macchina.... :huh:
 
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=VOODOO=
view post Posted on 17/9/2008, 20:04




Comunque è una cosa da evitare sempre, uomo o donna che sia.
Piccola considerazione:
Quante ore restano le bottiglie di plastica nuove, imballate, sotto il sole prima di arrivare al supermercato... -_-
 
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valyria
view post Posted on 18/9/2008, 12:42




Esatto Voo, volevo dirlo io, mi hai preceduto... :)

che faccia male bere l'acqua della bottiglia lasciata al sole in macchina, a rigor di logica siamo tutti d'accordo (anche se poi magari la beviamo lo stesso) <_< , ma mi chiedo l'acqua del supermercato quanto ne ha preso di caldo???? :o:

Viva l'acqua del rubinetto, buona, fresca ed economica! :)

 
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hannibal_lecter
view post Posted on 18/9/2008, 13:09




Acqua in bottiglia di mais, non di plastica articolo del settembre 2007

Le bottiglie di PLA, ovvero di “plastica” ricavata dal mais invece che dal petrolio, potrebbero arrivare sugli scaffali il prossimo gennaio grazie all’interessamento di un imbottigliatore delle Alpi Marittime. L’acqua Sant’Anna sarà distribuita in bottiglie di PLA, biodegradabili al 100% in 80 giorni, e la cui produzione produce il 50% di emissioni in meno, rispetto al PET.

Negli Stati Uniti c’era già Biota, ad essere venduta in una bottiglia di PLA e l’esperienza è stata sfruttata con una collaborazione tra la Sant’Anna e la canadese Husky, specializzata nelle macchine che trasformano le fialette di PLA (meno ingombranti da trasportare) in bottiglie. Le bottiglie arrivano infatti alle sorgenti in forma compatta, vengono poi modellate da un getto di aria calda che le gonfia, dando loro la forma finale in cui le conosciamo. Le nuove bottiglie costeranno un po’ di più rispetto a quelle tradizionali, ma essere i primi a proporle sul mercato italiano potrebbe essere un buon vantaggio competitivo, specie in questi tempi in cui la sensibilità dei consumatori per gli impatti ambientali dei prodotti acquistati è in costante aumento.

questa potrebbe essere una soluzione valida sperando che prenda piede ...


Polietilene tereftalato ovvero il materiale in cui son prodotte le bottiglie di plastica per l'acqua .
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.



Progetto composti


Il polietilene tereftalato o polietilentereftalato (denominazioni commerciali: Arnite, Impet e Rynite, Ertalyte, Hostaphan, Melinex e Mylar films, e le fibre Dacron, Diolen, Tergal, Terital, Terylene e Trevira), fa parte della famiglia dei poliesteri, è una materia plastica composta da ftalati adatta al contatto alimentare.

In funzione dei processi produttivi e della storia termica può esistere in forma amorfa (trasparente) e semi-cristallina (bianca ed opaca).

I monomeri posson esser sintetizzati per esterificazione tra acido tereftalico e glicol etilenico (con formazione di acqua) o per transesterificazione tra glicol etilenico e dimetil tereftalato (con formazione di metanolo). La polimerizzazione è una reazione di policondensazione dei monomeri (con formazione di glicol etilenico reimmesso nel processo). Da entrambe le reazioni, (esterificazione e transesterificazione) si può formare del diglicole etilenico che può essere assorbito dal polimero e far abbassare le proprietà del polimero stesso a causa della sua degradabilità alla temperatura.

Il triossido d'antimonio (Sb2O3) è il catalizzatore di reazione che può migrare e ritrovarsi ancora nei prodotti finiti.

La compatibilità del PET per il contatto con gli alimenti è sancita dalla Direttiva 2002/72/CE della Commissione Europea e successive modifiche (2004/19/CE), comunque si continua ad effettuare indagini per la verifica di eventuali nuovi rischi per la salute nei prodotti usati come contenitori per alimenti (bottiglie per bevande in primis).

Oltre alla forma omopolimera, è possibile la copolimerizzazione, ad esempio con alcoli bifunzionali di peso superiore al glicol etilenico, o con isomeri dell'acido tereftalico. Si ottengono prodotti con diverse proprietà conseguenti a modifiche dell'habitus cristallino, utili in usi particolari del prodotto, per migliorare la termoformabilità o la stabilità dimensionale del polimero.

Viene utilizzata anche per le sue proprietà: elettriche, resistenza chimica, prestazioni alle alte temperature, autoestinguenza, rapidità di stampaggio

Viene indicato anche con le sigle PET, PETE, PETP o PET-P.

Esempi di applicazioni sono: sacchetti in polietilene, buste in polietilene, film in polietilene (es. MYLAR di DuPont), tubi in polietilene, polietilene espanso, lastre in polietilene, bottiglie in polietilene, bottiglie in PET, contenitori in PET.


Preforma in PET
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

image


La preforma in PET, comunemente nota come preforma, è un manufatto ottenuto dallo stampaggio di PET atto a diventare bottiglia, tramite apposito processo di soffiatura. Tipicamente la bottiglia in PET che si ottiene dalla preforma omonima è destinata a contenere bevande ad uso alimentare.
Indice

Caratteristiche

Una preforma è caratterizzata da un finish, la bocca, che non sarà modificato dal soffiaggio e rimarrà invariato nel contenitore soffiato; il finish si differenzia per il diametro e per la tipologia di filetto, ovvero l'insieme dei rilievi trasversali che sono presenti su di esso e che garantiscono la possibilità di avvitamento ad un tipo di tappo, in materiale plastico(tipicamente in HDPE o PP); e da una struttura tubolare, che sarà soffiata, la cui grammatura, ovvero il peso in grammi, e forma sono fondamentali per le caratteristiche finali della contenitore soffiato. Infatti più la preforma è pesante e più il contenitore risulterà resistente, mentre la forma, ovvero la lunghezza, influisce sulla distribuzione del PET nel contenitore finale e deve essere studiata in funzione della forma del contenitore stesso, pertanto una distribuzione sbagliata del PET potrebbe creare dei punti di accumulo o di mancanza di polimero alterando drasticamente le performance del contenitore.

La miscela di PET, utilizzata per produrre le proforme può essere addizionata di sostanze coloranti che conferiscono quindi il colore anche alla bottiglia soffiata, i colori più comuni sono (blu, rosso, giallo, ambra).


Idoneità al contatto alimentare

Dovendo essere utilizzata per la produzione di bottiglie ad uso alimentare, la preforma in PET deve superare una serie di test di idoneità al contatto alimentare, i quali si prefiggono di verificare che i costituenti molecolari del PET non migrino per contatto nell'alimento che vi è contenuto. Comunemente i costituenti del PET la cui migrazione viene controllata sono il Glicole Etilenico, il Glicole Dietilenico e l'Acido Tereftalico.
 
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angelo7878
view post Posted on 18/9/2008, 16:48




il cattivo stato di conservazione di un alimento - acqua compresa - è reato senza necessità di accertamento di alterazione avvenuta delle sostanze alimentari o di accertamento di danni già subiti da persone a seguito dell'ingestione di alimenti - compresa l'acqua - mantenuti in cattivo stato di conservazione

s'è già espressa in questo senso più volte la Corte di Cassazione, Sezioni penali, confermando sentenze di condanna di responsabili di tenuta al sole di bottiglie in plastica contenenti acqua destinata alla commercializzazione

per responsabili accertati in questo caso s'intendono responsabili di depositi

delle industrie produttrici,

dei distributori,

dei grossisiti,

dei grandi centri di vendita al dettaglio,

dei vari tipi di locali pubblici dove si somministra acqua da quelle bottiglie (sono compresi cioè i cortiletti di locali di ristorazione, di bar etc.)

le condanne sono consistite in ammende, sequestri di bottiglie e pagamento delle spese processuali

effettivamente è pericoloso

ma non in quantità ridotte come quelle costituite da bottiglie piccole conservate fuori confezione di vendita in automobile a lungo esposta al sole

almeno, così credo...
 
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rincoglionix
view post Posted on 18/9/2008, 18:24




Allora,

qua ci penso me. Che forse è Bitter (bottiglia di vetro).

Scherzi a parte il PET è stato scelto come materiale per le bottiglie alimentari per diversi motivi, tra cui l'impermeabilità alla CO2 (pensate alle bibite gassate). Inoltre è praticamente non biodegradabile, ove biodregradabilità vuol dire decomposizione dovuta all'azione di agenti quali acqua e batteri).
In Italia, e notate bene che gli stati non hanno lo stesso modo di produrre bottiglie di plastica, abbiamo IL leader mondiale di produzione di PET da bottiglia, il colosso MOSSI e GHISOLFI (uno di quei nomi a cui chi è del settore chimico fa l'inchino) che era a Tortona (Al), e ora penso sia negli States, e il cui polo Alessandrino ora, visto come va il mercato, sta investendo nelle biotecnolgie (che non sono solo OGM ma anche biodisel per intenderci).
Detto questo, appurato delle alterazioni (guardare post di Angelo), la CEE come la FDA fa campagne e controlli estenuanti sugli alimenti (bisogna vedere chi li ha prodotti però....non sempre sono in accordo coi colleghi), gli organi preposti sono ATTENTISIMI in merito e effettuano sovente controlli a tappeto.
Il PET, come ogni polimero, potrebbe degradare per effetto del calore e delle onde UV che riceviamo dal sole (viene il tumore alla pelle, fatta di polimeri, figuriamoci loro da soli, meschinetti). Per questo motivo i chimicacci polimerai come me prendono e mettono in polimeri che NON devovono degradarsi, e mai come in questi casi devono fare, additivi atti ad evitare che lo facciamo, come nelle bottiglie che usiamo comunemente. Se si riesce, coi polimeri, a fare film multistrato alimentari da 14 strati e più, e che per voi riisultano meno spessi di un foglio di carta, state sicuri che c'è un bel margine di sicurezza sulle bottiglie.

Vorrei fare altre due considerazioni, uno sul PET e l'altro su questi fenomeni allarmistici.

Il PET è un polimero che oltre a usarlo per bere lo indossate tutti. I poliesteri mescolati in fibre al cotone spesso sono PET. La differenza tra i due tipi di PET che quello da bottiglia non deve cristallizzare (altrimenti la bottiglia può rompersi) mentre quello per fibra deve farlo (per avere resistenza meccanica). L'accorgimento chimico sta nel peso molecolare e neglia additivi in mescola, diversi a seconda dei casi. Ma non vi voglio tediare oltre sulle differenze tra i due prodotti, quanto che si state a intimo a contatto (miande) anche se non lo sapete.

Ogni tanto escono annunci allarmistici/inmbonitori come questi, spesso dettati da manovre economico-politiche, vedi lancio di polimeri biodegradabili per bottiglie, cambio additivi per detergenti, caro petrolio e quant'altro.
Io, fortunatamente, almeno su queste cose non ci casco. Un polimero BIODEGRADABILE a contatto con gli alimenti io non ce lo voglio. E se mi provano ad imbonire che è TUTTO polimero biodegradabile mi metto a ridergli in faccia.
Adesso si fanno molti studi di LCA (analisi ciclo vita) dei contenitori e degli imballaggi, delle auto, dei PC, proprio per evitare che aumentino i rifiuti e quelli che siproducano siano interamente riciclabili. ma finché in tutte le cose non ci sarà buon senso (sgommate ai semafori, sprechi energetici e idrici, vecchie caldaie a gasolio e vecchi autobus (non è la mia diesel euro 4 senza fap che inquina ma loro), catalizzatori esausti ecc) non avrà senso fare sti discorsi.
Fatemi aggiungere che gli agenti potenzialmente cancerogeni stanno OVUNQUE, cibi compresi, anche quelli sani da bioculture. Sta tutto, e lo ripetono sempre i mostri sacri della medicina, dalla predisposizione dell'individuo.

Spero di non avervi tediato e aver detto tutto.
Sono qua per ulteriori chiarimenti e spunti

Rincoplastix, druido rincoglionito e plastificato

 
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view post Posted on 18/9/2008, 18:39
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CITAZIONE (rincoglionix @ 18/9/2008, 19:24)
Allora,

qua ci penso me. Che forse è Bitter (bottiglia di vetro).

Scherzi a parte il PET è stato scelto come materiale per le bottiglie alimentari per diversi motivi, tra cui l'impermeabilità alla CO2 (pensate alle bibite gassate). Inoltre è praticamente non biodegradabile, ove biodregradabilità vuol dire decomposizione dovuta all'azione di agenti quali acqua e batteri).
In Italia, e notate bene che gli stati non hanno lo stesso modo di produrre bottiglie di plastica, abbiamo IL leader mondiale di produzione di PET da bottiglia, il colosso MOSSI e GHISOLFI (uno di quei nomi a cui chi è del settore chimico fa l'inchino) che era a Tortona (Al), e ora penso sia negli States, e il cui polo Alessandrino ora, visto come va il mercato, sta investendo nelle biotecnolgie (che non sono solo OGM ma anche biodisel per intenderci).
Detto questo, appurato delle alterazioni (guardare post di Angelo), la CEE come la FDA fa campagne e controlli estenuanti sugli alimenti (bisogna vedere chi li ha prodotti però....non sempre sono in accordo coi colleghi), gli organi preposti sono ATTENTISIMI in merito e effettuano sovente controlli a tappeto.
Il PET, come ogni polimero, potrebbe degradare per effetto del calore e delle onde UV che riceviamo dal sole (viene il tumore alla pelle, fatta di polimeri, figuriamoci loro da soli, meschinetti). Per questo motivo i chimicacci polimerai come me prendono e mettono in polimeri che NON devovono degradarsi, e mai come in questi casi devono fare, additivi atti ad evitare che lo facciamo, come nelle bottiglie che usiamo comunemente. Se si riesce, coi polimeri, a fare film multistrato alimentari da 14 strati e più, e che per voi riisultano meno spessi di un foglio di carta, state sicuri che c'è un bel margine di sicurezza sulle bottiglie.

Vorrei fare altre due considerazioni, uno sul PET e l'altro su questi fenomeni allarmistici.

Il PET è un polimero che oltre a usarlo per bere lo indossate tutti. I poliesteri mescolati in fibre al cotone spesso sono PET. La differenza tra i due tipi di PET che quello da bottiglia non deve cristallizzare (altrimenti la bottiglia può rompersi) mentre quello per fibra deve farlo (per avere resistenza meccanica). L'accorgimento chimico sta nel peso molecolare e neglia additivi in mescola, diversi a seconda dei casi. Ma non vi voglio tediare oltre sulle differenze tra i due prodotti, quanto che si state a intimo a contatto (miande) anche se non lo sapete.

Ogni tanto escono annunci allarmistici/inmbonitori come questi, spesso dettati da manovre economico-politiche, vedi lancio di polimeri biodegradabili per bottiglie, cambio additivi per detergenti, caro petrolio e quant'altro.
Io, fortunatamente, almeno su queste cose non ci casco. Un polimero BIODEGRADABILE a contatto con gli alimenti io non ce lo voglio. E se mi provano ad imbonire che è TUTTO polimero biodegradabile mi metto a ridergli in faccia.
Adesso si fanno molti studi di LCA (analisi ciclo vita) dei contenitori e degli imballaggi, delle auto, dei PC, proprio per evitare che aumentino i rifiuti e quelli che siproducano siano interamente riciclabili. ma finché in tutte le cose non ci sarà buon senso (sgommate ai semafori, sprechi energetici e idrici, vecchie caldaie a gasolio e vecchi autobus (non è la mia diesel euro 4 senza fap che inquina ma loro), catalizzatori esausti ecc) non avrà senso fare sti discorsi.
Fatemi aggiungere che gli agenti potenzialmente cancerogeni stanno OVUNQUE, cibi compresi, anche quelli sani da bioculture. Sta tutto, e lo ripetono sempre i mostri sacri della medicina, dalla predisposizione dell'individuo.

Spero di non avervi tediato e aver detto tutto.
Sono qua per ulteriori chiarimenti e spunti

Rincoplastix, druido rincoglionito e plastificato

E bravo il nostro Conqui.... si vede che sei dell "settore" :clapping.gif:
 
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rincoglionix
view post Posted on 18/9/2008, 18:44




Conqui? Che centra? bevuto da bottiglia messa nel forno? magari di quelle che faccio io ;)
 
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view post Posted on 18/9/2008, 18:49
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CITAZIONE (rincoglionix @ 18/9/2008, 19:44)
Conqui? Che centra? bevuto da bottiglia messa nel forno? magari di quelle che faccio io ;)

Infatti non c'entra nulla, ho semplicemente fatto una gaff ... pardon :blush-anim-cl.gif: :lol:


CITAZIONE
bevuto da bottiglia messa nel forno? magari di quelle che faccio io ;)

Mai fatto ....



 
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rincoglionix
view post Posted on 18/9/2008, 19:34




Non per tirarmela più di tanto, anche perché per ora quello che valgo lo dimostra poco, ma sono uno dei pochi chimici italiani che ha fatto il master che ho fatto io. Per inciso un mio amico, che ha avuto il mio stesso relatore e ha fatto la prima edizione del master, si è occupato di bottiglie alla MG e ora ha cambiato ramo....

Sono felice e onorato di aver fatto quel che ho fatto e di esser arrivato dove sono arrivato. E ora spero di raccoglierne frutti.

Comunque se qualcuno ha dubbi/curiosità in merito sono qui.

Ciao.
 
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angelo7878
view post Posted on 19/9/2008, 13:34




Hanny, grazie della messa a punto del problema con il tuo post

Rincoglionix, grazie delle spiegazioni accurate e antiallarmistiche

fai ora qualche cosa in più se hai tempo e voglia:

aiutaci a distinguere tra bottiglie in PET e bottiglie non in PET, così alla vista come capita nella quotidianità, ad esempio nel fare la spesa

molte bevande - forse - non l'acqua minerale vengono commercializzare in bottiglie non PET, vero Rincoglionix?

Le bottiglie non PET sono rigide, vero Rincoglionix? Non sono così flessibili come quelle in PET?

Perché Rincoglionix ci scrivi di 14 strati come esempio per un film multistrato da fare con il PET?

Vuol dire che a uno, due, tre, quattro strati etc. anche il PET non è sicuro?

Come fa il consumatore a capire che la bottiglia PET che gl'interessa è stata prodotta in un multistrato sufficiente a impedire - o quasi - il rilascio di molecole dannose, di sostanze tossiche etc?

Infine vorrei precisare bene a tutti - più precisamente di quanto ho già fatto con il post di ieri - che la nostra magistratura condanna il responsabile del mantenimento in cattivo stato di conservazione di acqua minerale in bottiglie di plastica anche se le bottiglie sono in PET.

Ripropongo qui di seguito una notizia Ansa del maggio 2002 a proposito della condanna definitiva di un direttore di iper-mercato, l' "Euromercato" di Grugliasco (Torino), il quale in tutti e tre i gradi del giudizio si difendeva sostenendo che i contenitori esposti al sole con acqua minerale dentro erano in PET, cioè sicure.
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ITALIA: ALIMENTI;ACQUA MINERALE AL SOLE?MULTE A COMMERCIANTI

(ANSA) - ROMA, 1 MAG - Multe ai commercianti che espongono l'acqua minerale al sole - nelle bottiglie di plastica o in quelle di vetro - anche nel caso in cui l'esposizione solare non abbia alterato la qualita' del liquido. Lo sottolinea la Cassazione. E la condanna potrebbe essere anche piu' severa e arrivare all'arresto. La Suprema Corte ha infatti confermato la condanna penale di 600 mila lire di ammenda nei confronti di Giovanni G., direttore dell'iper-mercato ''Euromercato'' di Grugliasco (appartenente al gruppo 'GS') per aver tenuto 102 mila bottiglie di acqua minerale ''in contenitore PET in cattivo stato di conservazione, e in particolare per aver depositato le bottiglie all'aperto ed esposte alla luce solare''. In primo grado l'imputato era stato condannato a 15 giorni di arresto con pena detentiva sostituita dall'ammenda di 1.125.000 lire, oltre alla multa di 600 mila lire. La Corte di Appello di Torino ridusse la condanna alla sola multa, ma rigetto' l'istanza del dirigente della GS che chiedeva l'assoluzione ''perche' il fatto non sussiste''. Giovanni G. - anche nel ricorso in Cassazione - ha infatti sostenuto che ''manca la prova scientifica e tecnica della pericolosita' dell'esposizione al sole delle bottiglie di acqua minerale in PET''. Anzi - aggiungeva il direttore dell'iper-mercato - ''vi sarebbe semmai la prova della non dannosita' dell'acqua contenuta in PET, come dimostrato dal fatto che il pubblico ministero ha disposto, a seguito dell'esito delle analisi effettuate, la restituzione delle bottiglie che aveva fatto sequestrare''. In pratica ''la prova della non alterazione dell'acqua minerale - concludeva il manager - dovrebbe prevalere sulla norma che mira a prevenire l'alterazione del prodotto alimentare sanzionando le situazioni di pericolo''. Ma la Cassazione gli ha dato torto e ha detto che l'articolo 5 della legge 283 del 1962 punisce le modalita' di conservazione ''potenzialmente'' pericolose degli alimenti e la ''violazione del diritto dei consumatori all'affidamento e alla tranquillita' nei confronti del rischio di alterazione dei prodotti: nei casi di cattiva conservazione e indipendentemente dall'avvenuta alterazione del prodotto''. Se cosi' non fosse - avverte la Suprema Corte - sarebbe come dire che la mancata osservanza delle norme contro gli infortuni nei posti di lavoro dovrebbe portare alla condanna dei responsabili solo se qualcuno subisce incidenti. Invece no, le norme - rimarca piazza Cavour - offrono una tutela anticipata dai possibili pericoli. Spiegano inoltre i supremi magistrati che rispetto alle modalita' di conservazione dell'acqua fa ancora testo l'articolo 47 del decreto ministeriale del 20 gennaio 1927, perche' le normative succedutesi in questo campo, come il decreto 105 del 1992 e il 338 del 1998 sulla qualita' dei contenitori in PET, non si sono occupate della conservazione. Inutilmente, per tanto, Giovanni G. ha cercato di salvarsi dall'ammenda rilevando che ''l'elevata e controllata qualita' dei contenitori in PET, che debbono superare prove di sottoposizione a temperature elevate per lunghi periodi, fornisce quelle garanzie sulla conservazione del contenuto che in epoca ormai lontana dovevano essere diversamente tutelate mediante, appunto, le cautele previste dal decreto del 1927 che vietava l'esposizione al sole dell'acqua in bottiglie di vetro''. La Suprema Corte ha bocciato l'obiezione perche' ''e' dato notorio che nel 1927 non esisteva certo l'abitudine di far ricorso per le acque a contenitori in materiale plastico o in derivati dal petrolio, e che il contenitore piu' diffuso era quello in vetro''. Aggiunge la Cassazione che ''e' dato altrettanto notorio che il vetro e' un contenitore assolutamente neutro e sicuro rispetto alla possibilita' di alterazione del contenuto''. Per questo, secondo la Cassazione, ''sono assai piu' a rischio, da questo punto di vista, proprio i moderni contenitori, per i quali si e' reso necessario fissare caratteristiche chimiche e costruttive che eliminino la possibilita' del rilascio di particelle e sostanze in danno del prodotto da essi contenuto''. In pratica se per il vetro, che e' un materiale piu' sicuro del PET, valeva il divieto di esporre al sole l'acqua imbottigliata, a maggior ragione tale divieto deve valere se il contenitore ''e' in materiale plastico o in derivati dal petrolio''. Per tanto i magistrati di legittimita' arrivano alla seguente conclusione: ''Una volta constatato che la normativa del 1927 con riferimento a contenitori (come quelli in vetro) non suscettibili di subire modificazioni a seguito del contatto con luce e calore, disponeva ugualmente il divieto di esporre le bottiglie di acqua alla luce e al calore del sole, non si puo' sostenere, come invece sostiene Giovanni G. che quelle cautele sono oggi superate dalle garanzie di qualita' dei contenitori in PET''. Ricordano i supremi magistrati che ''l'acqua non trattata e non sterilizzata e' un prodotto alimentare 'vivo', ed in questo consiste il valore alimentare e commerciale delle acque minerali''. Come tutti i prodotti 'vivi' ''anche l'acqua e' soggetta a modificazioni che viene isolata dal suo ambiente naturale e 'forzata' in contenitori che impediscono i normali interscambi che avvengono tra l'acqua, l'aria e la luce''. E proprio la situazione di ''innaturalita''' in cui un ''prodotto 'vivo''' viene costretto - osserva la Cassazione - ''si pone alla base della necessita' di evitare modalita' di conservazione e commercializzazione che favoriscano il rischio di alterazione del prodotto e delle sue caratteristiche''. A fronte di questa considerazione la Cassazione - con la sentenza 15491 della Terza sezione penale - ha bollato come ''riduttiva'' la tesi avanzata dal direttore dell'iper-mercato piemontese di Grugliasco che ''escludeva la sussistenza di tale rischio guardando esclusivamente alla non alterabilita' del contenitore''. (ANSA). XNN
01/05/2002 19:17
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Ho estratto dal blog di Paolo Attivissimo, dalla pagina dedicata allo smascheramento di questa ennesima bufala che gira in Internet, il seguente testo:
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Antibufala: bevi dalla bottiglietta lasciata al sole e ti viene il cancro al seno, garantisce Sheryl Crow

Questo articolo vi arriva grazie alle gentili donazioni di "barrel" e "cavalieremita". L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.

Sta impazzando questo appello via e-mail:


Non so se sia vero, nel dubbio io ve la mando.

E già qui ci sarebbe da fermarsi per sottolineare l'imprudenza di chi manda in giro notizie senza controllarle, ma lasciamo stare.


Acqua in bottiglia di plastica che si lascia in macchina: Se sei una di quelle persone che lascia la sua bottiglia di plastica in macchina, Durante I giorni caldi e bevi l'acqua dopo, quando torni in macchina, Corri il rischio di ammalarti di cancro al seno! ... Sheryl Crow ha detto, Nel corso del programma di Ellen, che in questa maniera aveva contratto il cancro al seno. I medici hanno spiegato che il caldo fa sì che la plastica emetta tossine tossiche Che portano a contrarre il cancro al seno. Le tossine tossiche della plastica sono le stesse Trovate nei tessuti dei seni con cancro. Di conseguenza, per favore, NON bere da quella bottiglia che hai lasciato in macchina e diffondi questa informazione a tutte le donne della/nella tua vita (che conosci) Queste genere d'informazioni sono quelle che dobbiamo sapere affinchè tutte le donne siano a conoscenza e possono forse salvarsi da questa orribile malattia...
...

X FAVORE NON TENERE SOLO PER TE QUESTA INFORMAZIONE....



A nessuno suona leggermente implausibile prendere consigli oncologici da Sheryl Crow (ammesso che lei abbia mai detto quello che le viene attribuito)? E che la Crow sappia con assoluta certezza che il cancro al seno le è venuto per aver bevuto da una bottiglietta di plastica lasciata al sole?

Sta di fatto che Sheryl Crow ha effettivamente lottato contro il cancro al seno nel 2006, uscendone con successo. Ed effettivamente una ricerca conferma che a ottobre 2006 ha partecipato alla trasmissione Ellen DeGeneres Show, durante la quale ha suggerito di non lasciare al sole le bottigliette d'acqua perché la reazione chimica della plastica riscaldata e dell'acqua è cancerogena.

Ma è vero che l'esposizione al sole causa reazioni cancerogene? Secondo le ricerche condotte da Snopes.com e i dati di Plasticsinfo.org, il PET (la plastica comunemente usata per le bottigliette morbide e trasparenti) è inerte e non rilascia nulla che possa indurre il cancro, neppure se esposto al sole: eventuali molecole rilasciate sono ritenute prive di effetti tossici noti e sono presenti in dosi minuscole.

In sostanza, non c'è alcuna prova concreta che bere da una bottiglietta di PET lasciata al sole induca il cancro. Per cui il suggerimento di Sheryl Crow, dato probabilmente in buona fede, è una bufala.

Tuttavia esiste un altro tipo di plastica, il policarbonato, che viene utilizzato in vari prodotti destinati agli alimenti, come alcuni contenitori per bevande, posate in plastica e contenitori per conservare cibi: lo si riconosce perché i prodotti realizzati con questa plastica sono rigidi e recano il numero 7 (simbolo qui accanto) e la scritta "PC" sul fondo, mentre il PET è più morbido e reca il numero 1.

Secondo Healthtalk.com, questi contenitori in policarbonato e quelli che utilizzano resine epossidiche (per esempio le lattine di cibo) rilasciano il BPA, o bisfenolo A, che è stato rilevato nelle urine del 93% dei soggetti esaminati dall'ente governativo CDC (Center for Disease Control and Prevention). Inquietante, e segno che non c'è alcuna compiacenza delle autorità preposte.

Sulla pericolosità o non pericolosità del BPA non c'è ancora un consenso scientifico, e ci sono indicazioni di un suo possibile effetto cancerogeno oltre determinati dosaggi, per cui se volete essere prudenti, evitate i prodotti di plastica che recano il numero 7. Maggiori dettagli sul BPA sono disponibili presso l'Environmental Working Group. Nei commenti (grazie Marco) trovate inoltre altre considerazioni e link a informazioni utili sulla questione BPA, decisamente controversa: Bisphenol-a.org, US National Toxicology Program, European Food Safety Authority.


Edited by angelo7878 - 19/9/2008, 17:47
 
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rincoglionix
view post Posted on 19/9/2008, 16:28




Allora Angelo, grazie per lo spunto.

Innanzi tutto, per ciò che ne so io, tutte le bottiglie alimentari, in italia, dovrebbero essere in PET. Se noti bene su tutti i contenitori di plastica c'è un triangolo con dentro un numero. Il numero identifica il polimero. Non ne so molto sull'ordine di questo numero, e chi l'abbia proposto, ma quel numero dice di che polimero è il contenitore. Quindi i polimeri maggiormente impiegati negli imballaggi sono facilmene, a patto di sapere questo trucco, identificabili da ogni consumatore. Inoltre dovrebbe esserci la sigla. PET, PE o HDPE (poli etilene, molto usato nei sacchetti di plastica, bidoni ecc), PP (polipropilene, ricordate il moplen di BRAMIERI con cio si faceva tutto?), PVC (polivinilcloruro, lo si usa per contenitori non alimentari). Diciamo che ci possiamo fermare qua per quel che ci interessa. Quindi già un primo colpo d'occhio, cercando la sigla o il triangolino, dovrebbe farci o meno allarmare.

La resistenza alla "presa della mano" delle bottiglie non dipende solo dal tipo di PET (e qui potremmo fare trattazioni di fisica dei materiali e loro proprietà che risparmio), ma soprattutto dallo spessore. L'acqua che bevo, per esempio, ora ha le bottiglie flaccide. Semplicemente i tecnologi che soffiano le bottiglie hanno scoperto come gonfiare le proforme piccole per farle diventare grandi. Risultato meno materiale usato che equivale a minor inquinamento (ma maggior guadagnio diciamolo subito). Quindi la bottiglia "moscia", a patto che il contenitore rispetti le specifiche di legge, va bene come quello duro. Da una sensazione viscida, però ....

Per ciò che riguarda i film multistrato (ho parlato di polimeri in genere) essi sono fatti per permettere la perfetta conservazione dei materiali. E sono multi strato perché ognuno di essi ha una funzione specifica. Vuoi far passare l'aria ma non l'acqua, vuoi proteggere dal polimero, che fa la funzione di prima, ma che può rilasciare sostanze tossiche, le colle per unirli...e così si arriva a 14 strati. Avreste immaginato che le confezioni del caffé sono multistrato con un foglio sottilissimo di.....alluminio? Beh l'effetto del multistrato serve proprio a proteggere al meglio gli alimenti con il peso minore possibile. Alcuni strati, però, servono anche a presentare bene il prodotto (avete mai fatto caso che le confezioni di carne sembrano umidine dentro? ;) ).

Il PET, se viene usato da anni, è sicuro per l'applicazione di cui stiamo discutendo. Certo come ho detto anche io c'è PET e PET (per esempio da fibra e da bottiglia). Fermiamoci solo su quelli da bottiglia. Per dire se è BUONO, nel senso se siamo sicuri o meno che non rilasci porcherie, dovremmo analizzare ogni lotto di preforme. Ma non temere. Se in campo non alimentare le aziende pagano FORTI penali se vengono beccate a non rispettare le specifiche, in campo alimentare i controlli sono ancora più severi. Quindi verranno fatti da chi fa il polimero, da chi fa le preforme, e da chi le gonfia (e generalmente imbottiglia. é più economico trasportare preforme che bottiglie gonfie per ridurre i costi di trasporto al pezzo). Certo sono controlli standard. Ricordate il caso del tetrapack con l'inchiostro blu di qualche anno fa? Semplicemente, penso, o non son state rispettate le specifiche in fase di stampa o non si era analizzato l'effetto barriere per quell'inchiostro.

Vorrei soffermarmi sulla sentenza. Han fatto bene. Posto che il PET è sicuro, nelle condizioni di utilizzo,"la prudenza non è mai troppa" come mi disse anni fa mio padre quando vidi il fuoco in giardino spento e lui che continuava a sommergerlo d'acqua. Il tenere centinaia di casse d'acqua al sole vuol dire mostrare poca cura verso la salute collettiva anche se sono solo rischi supposti. Io gli avrei dato tentata strage. No scherzo ma comunque han fatto bene.

State comunque sicuri che sui polimeri si fanno studi enormi, centri, analisi, e ogni anno (o più volte non ricordo) tecnici di tutto il mondo si riuniscono in Svizzera per migliorare le norme di controllo su tutto (UNI EN ISO....proprio quei signori lì). La comunità scientifica e tecnica è sempre più attenta su queste problemtiche e via via che si scopre qualcosa corregge il tiro. Purtroppo potrebbe capitare che sia troppo tardi, e mi viene in mente la talidomide e i bambini focomelici....ma questa è un'altra storia.

Rinco

Mi viene in mente, per togliervi la curiosità, di farvi vedere come si fan le preforme. Ecco la "Ferrari" delle presse a iniezione, la Netstal, e quella degli stampi, la Plastisud, insieme al lavoro.
Solo la pressa costa 1 Mln di euro. Lo stampo costerà almeno 500000 €, e dicendo almeno costerà di più.

Video produzione preforme

Visto questo tipo di investimenti, potete ben immaginare che gli industriali vogliono evitare di pagare penali. E' nel loro stesso interesse fare investimenti per controllare e monitorare la bontà del prodotto.

Prodotto che potete vedere come viene finito in quest'altro video.

Video simulazione di soffiaggio delle bottiglie

Scusate se non ho messo direttamente il video ma non sapevo come si facesse. Spero di aver esaudito le curiosità di Angelo.


Rinco
 
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angelo7878
view post Posted on 20/9/2008, 14:31






Ottimi i tuoi post, Rincoglionix

image



c'è un

triangolo


(sui generis) su confezioni in plastica (per parlare terra terra)

in alternativa c'è un

esagono

o un

cerchio


e/o il numero uno in cifra

1 che contraddistingue il PET

oppure c'è la sigla PET senza cifra inscritta o non inscritta nella figura

e/o il numero sette in cifra

7 che contraddistingue il PC cioè il

policarbonato

oppure c'è la sigla PC senza cifra inscritta o non inscritta nella figura

del policarbonato abbiamo detto che è soggetto a rilascio di molecole tossiche, nocive

:)

 
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rincoglionix
view post Posted on 20/9/2008, 15:55




Dove? scusa me lo sono perso....
Anche perché lo si usa per fare i biberon e tutti i continentori alimentari che devono resistere a lungo intorno ai 100 gradi (biberon che si fan bollire, contenitori per vaporiere).
Nel dettaglio di cosa e come si usano con gli alimenti non ho molte conoscenze. Se gradite posso provare a cercare.


Rinco
 
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32 replies since 17/9/2008, 18:55   424 views
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