nota mia: negli acquisti fate attenzione a pane, cioccolato, formaggi, latticini, latte, merendine. dessert, biscotti etc.
cioè latte, latticini, prodotti derivati dal latte e prodotti
compositi, cioè quei prodotti che contengono anche latte e/o derivati del latte
Dalla Cina il latte alla melaMMina... non alla melaNina22.09.2008 | Autore: Y&S
Mentre in Cina si allarga lo scandalo del latte in polvere contaminato, ci interessa segnalare che si sta verificando, su più fonti di informazione, un piccolo errore legato proprio alla sostanza che ha intossicato, fino ad ora, 53.000 bambini cinesi.
Ciò che ha ucciso quattro bimbi da metà Settembre è la cosidetta melaMMina o melaMina, non “melaNina” come è stato riferito da diversi radio, giornali, telegiornali e siti web.
La melanina, contenuta nella pelle, è fondamentale per gli esseri umani poichè protegge dalle radiazioni ultraviolette del sole, oltre che permettere alla pelle di assumere il colore scuro dell’abbronzatura.
La melammina, invece, è una materia prima utilizzate nella fabbricazione di colle, vernici e plastiche. Mescolata al latte e alle farine fa sembrare più alto il valore proteico, ma provoca calcoli e insufficienza renale grave, con danni permanenti e a volte mortali.
Ovviamente la cosa non mette assolutamente in secondo piano la situazione in Cina. Che venga chiamata melanina o melamina, il problema è piuttosto grave: in totale si tratta di 53.000 bambini intossicati (80% sotto i due anni di età), di cui 40.000 circa sono (pare) fuori pericolo, altri 13.000 sono tuttora ricoverati, di questi un centinaio sono molto gravi. Dopo i primi quattro decessi, si spera che la situazione possa al più presto rientrare affinchè non vi siano altre piccole vittime.
Negli ultimi giorni si è diffusa la notizia che il problema del latte alla melammina non riguarderebbe l’Italia, in quanto è fatto divieto di importazione, dal 2002, di latte e derivati dalla Cina all’interno dell’Unione Europea.
Invece sono arrivate diverse smentite. Sui banconi dei supermercati vi sono diversi tipi di prodotti cinesi, importati dai rivenditori diretti o tramite catene straniere, contenenti latte: merendine, dessert, biscotti.
Resta pertanto il dubbio sulla qualità di questi prodotti, non essendoci certezze sulla provenienza del latte stesso.
La precauzione non è mai troppa, di conseguenza si consiglia di evitare certi prodotti.
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estratto da qui------------------------
ALIMENTI: COLDIRETTI SU LATTE CINESE, RISCHI ANCHE PER FALSI MADE IN ITALY
Roma
23 settembre 2008
(Adnkronos Salute)
A rischio non solo il latte cinese e i suoi derivati, "ma anche i prodotti lattiero caseari del falso Made in Italy realizzati in Cina, come ad esempio la caciotta e il pecorino 'naturali e italiani' fatti stagionare dal latte di mucche e pecore allevate nel distretto di Shanghai e confezionati nel gigante asiatico con tanto di bandiera italiana". Lo sostiene la Coldiretti in una nota, sottolineando che lo scandalo del latte cinese alla melamina "ha fatto emergere in tutta la sua drammaticità la mancanza di garanzie sanitarie e qualitative che offrono i prodotti taroccati Made in China. Se per il consumatore italiano le 'falsificazioni' presenti sul mercato cinese possono apparire stravaganti, come ad esempio nel caso del pecorino (Italian cheese) con raffigurata sulla confezione una mucca al posto della pecora, la situazione è diversa per gli stranieri che possono essere ingannati sulla reale origine del prodotto in vendita". "Occorre bloccare la mozzarella e gli altri formaggi taroccati che si moltiplicano sugli scaffali dei supermercati cinesi con il crescere della domanda interna - prosegue la Coldiretti - Provocano danni economici e di immagine incalcolabili alla produzione nazionale, perché rischia di radicarsi nei consumatori un'idea del Made in Italy che non ha nulla a che fare con il prodotto originale. L'emergenza del latte alla melamina deve dunque essere occasione per un impegno concreto contro l'agropirateria, a garanzia della trasparenza nel commercio ma anche della qualità e della salute dei cittadini. Anche se non esporta latte e suoi derivati in Italia, la Cina è il Paese che ha ricevuto dall'Unione europea il maggior numero di notifiche per prodotti alimentari irregolari, perché contaminati dalla presenza di micotossine, additivi e coloranti al di fuori dalle norme di legge, sulla base della Relazione sul sistema di allerta per alimenti e mangimi nel 2007. Su un totale di 2.933 notifiche, ben 390 - ricorda la Coldiretti - sono state rivolte alla Cina per pericoli derivanti dalle contaminazioni dovute soprattutto a materiali a contatto con gli alimenti per la migrazione, non solo di metalli pesanti, ma anche di ammine aromatiche, ftalati ed adipati". Numerosi anche i casi di presenza di residui farmaci veterinari o di micotossine. "Si tratta - precisa la Coldiretti - della conferma della presenza di gravi difficoltà da parte del gigante asiatico di adeguarsi alle norme di sicurezza alimentare nel rispetto degli impegni assunti a livello internazionale. Il latte in polvere contaminato è dunque solo l'ultimo caso, che getta un ombra sulla campagna di immagine sulla sicurezza avviata dal Governo cinese dopo la messa sotto accusa per i rischi alla salute di dentifrici, alimenti per animali domestici a causa della presenza irregolare di melamina tossica, anguille, pesce gatto, ma anche succhi e conserve con pericolosi additivi". Nel Paese asiatico si registrato un aumento del 27% delle morti per avvelenamento da cibo nel 2007, rispetto all'anno precedente, sostiene la Coldiretti. E le autorità sono intervenute con il ritiro delle licenze per la produzione a centinaia di industrie alimentari per problemi legati alla sicurezza. "L'Italia non importa latte e suoi derivati dalla Cina, ma nel 2007 - avverte la Coldiretti - sono quasi triplicate le importazioni di pomodoro concentrato per un quantitativo che equivale a circa un quarto dell'intera produzione di pomodoro coltivata in Italia. Se il pomodoro in scatola rappresenta circa un terzo del valore delle importazioni nazionali con 140 milioni di chili, dalla Cina arrivano anche aglio, mele e funghi in scatola. Di fronte all'estendersi dell'allarme sui rischi dei prodotti cinesi occorre immediatamente - conclude la Coldiretti - estendere l'obbligo di indicare in etichetta la provenienza di tutti gli alimenti per favorire i controlli, permettere l'immediato ritiro dal mercato dei prodotti eventualmente pericolosi e garantire così la sicurezza dei cittadini".
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estratto da qui