Bettie Page, Storia e Gallery

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view post Posted on 3/11/2008, 23:54




New York, primi anni ’50. Interno di una stanza miseramente arredata. Una procace ragazza in lingerie, lunghi capelli corvini e frangetta cortissima, giace incaprettata e imbavagliata su uno squallido divano-letto, il viso di porcellana congelato in un’espressione di supplica e terrore.
Sembrerebbe l’inizio di un copione noir, la bella ragazza caduta nella ragnatela del solito psicopatico, se non fosse per i flash che a intermittenza illuminano la scena, rivelando l’allestimento di un set fotografico.
La malcapitata ritratta nella foto si chiama Bettie Page ed è oggi una delle più celebrate icone dell’erotismo vintage. Moda, musica e fumetti pagano regolarmente il loro tributo alla “regina delle pin-up”, le cui foto pubblicate su diversi men’s magazine negli anni ’50, seducono oggi come allora un vasto pubblico di estimatori di ogni genere ed età. Ultimo arrivato tra gli omaggi alla ragazza con la frangetta il film The Notorious Bettie Page, scritto e diretto da Mary Harron e uscito nelle sale americane qualche mese fa.
Ricostruire la storia di Bettie Page non è un’impresa da poco. Fino a qualche anno fa era possibile reperire solo scarne notizie sulla sua biografia e la stessa Bettie, oggi ottantenne e fervente sostenitrice della crociata cristiana del telepredicatore Billy Graham, ha sempre evitato i giornalisti e chiunque fosse interessato al suo passato di modella. Sorprendentemente il silenzio è stato interrotto qualche mese fa, quando Bettie ha deciso di prendere parte a un evento a lei dedicato, che è stato documentato da un articolo sul Los Angeles Time.
L’articolo del quotidiano losangelino e il film della Harron portano così finalmente alla luce un capitolo della storia dello spettacolo che per lungo tempo è rimasto oscurato dalle ben più pubblicizzate vicende dello star system hollywoodiano e dalle conseguenze nefaste di un intervento censorio.
Oltre al ritratto di Bettie Page è oggi possibile anche ricostruire la fisionomia della corte in cui si muoveva la regina delle pin-up, un piccolo gruppo di artisti e produttori che nell’America bigotta e conservatrice di Eisenhower diede vita a una variegata produzione di materiale editoriale erotico “fetish/SM-oriented”, di fattura domestica e sapido gusto pop.

La ragazza del Sud va in città

Quella di Bettie Page è l’ennesima, piccola, grande storia americana. Nata il 22 aprile del 1923 nei pressi di Nashville, Tennessee, dopo un’infanzia segnata dalla separazione dei genitori e da molestie e abusi perpetrati anche all’interno dell’ambiente familiare, la giovane Bettie intraprende diversi percorsi professionali (insegnante, segretaria, attrice Off-Broadway), prima di iniziare la carriera di modella a New York.
L’incontro col destino (topos romanzesco che ricorre sovente nelle biografie dei personaggi divenuti famosi grazie a una buona dose di fortuna) avviene nel 1950 su una spiaggia deserta di Coney Island, quando Bettie incontra Jerry Tibbs, poliziotto appassionato di fotografia. È lui a scoprirne la fotogenia e a consigliarle il taglio di capelli che diventerà il tratto essenziale della sua iconografia.
A New York Bettie comincia a posare come modella per diversi camera clubs (locali in cui potevano esercitarsi gli aspiranti fotografi) e ben presto viene immortalata tra le cheesecakes dei men’s magazine Eyeful, Wink, Titter, Flirt e Beauty Parade, pubblicati da Robert Harrison (che, qualche anno più tardi, salirà ai disonori della cronaca in seguito alle diffamanti notizie sulle celebrità hollywoodiane riportate nel giornale scandalistico da lui diretto, Confidential).
Il termine cheesecake, letteralmente ‘torta al formaggio’, è metafora culinaria per descrivere i ritratti appetitosi di ragazze in costume o lingerie (i tempi sono ancora precoci per il nudo), degustabili in forma di disegno (celebri a proposito le copertine di Peter Driben, Earl Morgan e Billy DeVorss) e di fotografie. Eredi della tradizione del burlesque americano, le cheesecakes dei magazine di Robert Harrison erano allestite secondo il motto, coniato dallo stesso Harrison, “Girls, Gags & Giggles” (all’incirca: “ragazze, gags e risatine”): oltre alle tipiche pose individuali da pin-up, le ragazze interpretavano sketch comici risolti in quattro o cinque fotografie, in cui l’allusione pruriginosa veniva stemperata all’interno di situazioni da slapstick comedy. È all’interno di queste scenografie che Bettie Page si afferma per la prima volta come smaliziata e buffa interprete di un erotismo da barzelletta, vellicante e mai volgare.
Bettie Page è la pin-up dai mille volti e dal corpo sexy che viene grottescamente esaltato nella carnevalesca mascherata degli stereotipi femminili: con un paio di occhiali e un libro diventa l’intellettuale in pizzo e guepière che per distrazione finisce nel bagno degli uomini; qualche pagina più in là eccola, in costume e pattini a rotelle, fuggire dalle attenzioni di un grosso gorilla che finirà Ko sotto i suoi tacchi vertiginosi; infine, vestita di guanti e crinoline, è la cameriera francese intenta a spiare la padrona dal buco della serratura, con la lingua che spunta maliziosa tra le labbra.

La Klaw’s Factory

Parallelamente alle pose per le suddette riviste, Bettie comincia a lavorare come modella per il catalogo fotografico della Nutrix Production di proprietà dei fratelli Irving e Paula Klaw. Tutto il fascino di Bettie Page, una miscela inebriante di candore e perversione, è racchiuso in un consistente gruppo di foto in bianco e nero realizzate tre il 1949 e il 1957, in cui l’umorismo delle precedenti pose si mescola a un’estetica sadomasochista e feticista. Nel catalogo che Klaw spedisce via posta a clienti particolari l’immaginario SM è declinato in tutte le sue ironiche possibilità: dal catfight (zuffe di ragazze che si accapigliano e atterrano a vicenda), al bondage casalingo (a tal proposito sono interessanti gli strumenti di tortura – specialmente le macchine per la trazione a cui vengono appese le ragazze – inventati dagli stessi Klaw), passando per incaprettamenti vari e spanking (per i non avvezzi, “l’arte della sculacciata”).
Messi da parte i bikini fiorati e le crinoline, è l’armamentario feticista, nero e lucidissimo, a saturare lo sguardo: corsetti e corpetti strizzano il busto fino a farne debordare le forme, tacchi vertiginosi appuntano il corpo al suolo in precario equilibrio e maschere di pelle, fruste e frustini completano il quadro di una rappresentazione che ha per scenografia gli interni di stanze sciatte e disadorne, spesso foderate di moquette, dove spunta qua e là qualche panno di seta (ma più probabilmente raso), che regala all’allestimento una imprescindibile nota di eleganza pacchiana.
Sono queste foto in cui la pantomima della punizione viene sempre illuminata da un sorriso solare ad aver contribuito maggiormente al revival di Bettie Page. Mentre le cheesecakes di Harrison possono oggi risultare antiquate e naif, questi scatti per il catalogo Nutrix mantengono invece una portata sensuale ed erotica che riesce ancora ad accendere gli animi e a far affluire il sangue dove serve.
Anche se fondamentale per la successiva rinascita di Bettie come icona postmoderna, il repertorio SM costituisce solo una parte del lavoro della nostra presso i Klaw.
D’altronde Irving Klaw (New York, 1910–1966) è stato il fotografo e l’editore che più ha valorizzato e fotografato Bettie Page. Nelle foto da lui scattate – la maggior parte ambientate negli interni sopra descritti – la venustà statuaria e polposa di Bettie sposa l’ingenuità virginale di un sorriso che, serafico e accattivante al tempo stesso, tradisce l’intima certezza di un fascino irresistibile. Insieme a Hugh Hefner, uno dei primi pornografi dell’età moderna, Klaw è stato anche la figura catalizzante di tutta una serie di artisti che contribuirono enormemente allo sviluppo dell’arte erotica. Tra questi ricordiamo i più importanti: Eric Stanton (insuperabile disegnatore di fantasie di dominazione femminile), Gene Bilbrew (illustratore della rivista Exotique – 1955-1959 - diretta da Leonard Burtman) e, last but not least John Willie, aka “il Rembrandt del pulp” , editore e illustratore della rivista Bizzarre (pubblicata sporadicamente tra il 1946 e il 1959), dalla cui matita sono nati personaggi come la “vittima per eccellenza”, Sweet Gwendoline.
A un primo sguardo, dunque, l’ambiente Nutrix appare come una Factory artistica di sapore casereccio. Oltre ai fumetti e alle foto, Irving Klaw si occupò anche della produzione di un paio di film, Varietease (1954) e Teaserama (1955), nei quali, tra deboli sketch comici e castigati spogliarelli, si esibisce lo star system del burlesque e del cabaret della Grande Mela.

Jungle Girl

Nel 1954, durante una vacanza a Miami spesa tra bagni di sole, surf e bibite esotiche, Bettie incontra Bunny Yeager, ex pin-up e aspirante fotografa. Il loro incontro dà vita a una sessione fotografica che è il tripudio di un’estetica kitsch tipicamente anni ’50, fatta di stoffe maculate e animali esotici. Una foto a colori, su tutte, rimane memorabile: Bettie completamente nuda (anche se il pube è accortamente coperto da una gamba), in ginocchio tra due leopardi tenuti a guinzaglio, nello scenario di una vegetazione tropicale (si tratta, per l’esattezza, del parco – oggi chiuso – Africa USA di Boca Raton, Florida). Altre foto della stessa sessione la ritraggono invece in spiaggia, vestita con un costume maculato da lei stessa realizzato.
Il passo successivo è per Bettie la conquista del paginone centrale di Playboy. Presto fatto: foto natalizia, a colori, del numero di gennaio del 1955, in cui posa vestita solo con il cappello di Babbo Natale. È l’apice del successo.

Il terremoto Kefauver e la folgorazione sulla via di Nashville

L’isola di libertà sessuale nel cuore dell’America puritana era destinata a essere sommersa dall’intervento della censura. La commissione del senato, presieduta dal democratico Estes Kefauver, che indagava il legame di causa-effetto tra i fumetti a tematica criminale e horror e la violenza giovanile, ben presto portò in tribunale Irving Klaw e i suoi collaboratori. Per Klaw fu l’inizio della fine della sua attività. Per Bettie, allora trentacinquenne, fu uno shock morale e spirituale. Come riportato nella sua ultima intervista, il 31 dicembre del 1958, sulla strada di Nashville, Bettie viene folgorata dal tocco luminoso del Signore, come il soldato Paolo sulla via di Damasco. Da questo momento recide ogni rapporto con la sua precedente vita e da cristiana rinata si dedica allo studio della Bibbia e al lavoro di consulente presso la Billy Graham Crusade.

Da regina delle pin-up a icona postmoderna: The Bettie Page Revival

Come Marilyn, Rita Hayworth e altre divine dello star system della Hollywood classica (pensiamo anche a Lana Turner, Ava Gardner e Jayne Mansfield), Bettie Page è divenuta oggi un’icona postmoderna, e di conseguenza le sue celebri foto sono stata serializzate e trasformate in oggettistica amena (magliette, accendini, carte da gioco, contenitori per il pranzo, asciugamani da spiaggia e giocattoli di ogni tipo).
La commercializzazione dell’immagine di Bettie Page è, invero, solo uno degli aspetti di un revival cominciato verso la fine degli anni Settanta, precisamente nel 1978, quando la Belier Press ristampò alcune foto appartenenti alle sessioni fotografiche private dei camera clubs. Nonostante tempi e mode fossero cambiati (e con essi anche lo stereotipo di bellezza femminile), la nuova generazione rispose con entusiasmo cultuale a quelle foto in bianco e nero che suggerivano il fascino nostalgico di un’epoca lontana.
Così, a partire dagli anni Ottanta la cultura pop non ha mai smesso di celebrare la regina delle pin-up. Primo capitolo del revival è stato sicuramente il comic-book di Dave Stevens, The Rocketeer, in cui l’icona di Bettie Page è protagonista (e da cui in seguito è stato tratto un film, The Rocketeer (1991), con Jennifer Connelly).
È proprio nell’ambito dei fumetti che troviamo i tributi pop più significativi: è degli anni Novanta la pubblicazione della Dark Horse Comics di una serie di storie che vede Bettie al centro di bizzarre avventure stile B-movies, come Jumpin’ Jungle Jive, Sandbar Skirmish, Jungle Adventures Story, Cartoon On Bettie Page, Mars Wants Bettie, oppure la serie Bettie Page Queen of The Nile, firmata da Jim Silke.
Altri contributi revivalistici sono Betty in Bondage (1992) di Teo Jonelli per la Shunga Comix, oppure Betty by The Hour (1997), di Trillo Maicas y Bernet per la Eros Comik – quest’ultima distributrice anche del fumetto cult Tor Love Bettie, che racconta una storia d’amore tra Bettie e il wrestler e poi attore di Ed Wood, Tor Johnson.
Il revival non si esaurisce sulla carta stampata: musica, cinema e moda hanno fatto – e continuano a fare - la loro parte celebrando a più riprese il look di Bettie.
E non dimentichiamo l’indelebile segno lasciato dalla sua frangetta, divenuta modello di riferimento soprattutto della scena “neo country-rockabilly”.
Sarà il richiamo a una libertà sessuale di sapore pagano e fiabesco per la quale Bettie Page è ora la dea da idolatrare ora la bambola di carta con cui giocare; sarà il modello di femminilità florido che si oppone agli attuali ideali plastici o anoressici; fatto sta che le cifre della popolarità di Bettie Page parlano chiaro: secondo la società che gestisce la sua immagine, la CMG Worldwide (che controlla anche le immagini di Marilyn Monroe e della principessa Diana), negli ultimi cinque anni il sito ufficiale di Bettie Page, www.bettiepage.com, è stato visitato 588 milioni di volte.

fonte:frameonline.it


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Shin80
view post Posted on 4/11/2008, 10:14




Lei era veramente bella.
Notate come la corporatura fisica delle donne era diversa anni fa, più piena, l'incarnato più denso. E la struttura osea differnete, con i fianchi più larghi rispetto alla vita.
Ha due cosce spettacolari...
Perchè non le fanno più così? :cry:
 
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the music
view post Posted on 4/11/2008, 11:49




una donna stupenda
 
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Ramses_75
view post Posted on 4/11/2008, 19:38




Molto bella davvero...... :shifty: :shifty:
 
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view post Posted on 4/11/2008, 21:27
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CITAZIONE (Shin80 @ 4/11/2008, 10:14)
Perchè non le fanno più così? :cry:

E chi te lo ha detto che non le fanno più???? :lol:
 
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=VOODOO=
view post Posted on 4/11/2008, 22:17




CITAZIONE (Shanty* @ 4/11/2008, 21:27)
CITAZIONE (Shin80 @ 4/11/2008, 10:14)
Perchè non le fanno più così? :cry:

E chi te lo ha detto che non le fanno più???? :lol:

:quototc7.gif: ...secondo me Pat ci assomiglia fisicamente :whistling2.gif: :woot:
 
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Shin80
view post Posted on 5/11/2008, 10:03




CITAZIONE (Shanty* @ 4/11/2008, 21:27)
CITAZIONE (Shin80 @ 4/11/2008, 10:14)
Perchè non le fanno più così? :cry:

E chi te lo ha detto che non le fanno più???? :lol:

Trovamene una fatta così o come Jada Fire tra quelle nate dopo il 1980...ne trovi una su mille...

CITAZIONE
secondo me Pat ci assomiglia fisicamente

Se non vedo non ci credo...mostrare please!!
:stikazzi1ct8hu5qa2.gif: :stikazzi1ct8hu5qa2.gif:
 
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valyria
view post Posted on 5/11/2008, 15:19




Bellissima

E' il genere di corpo femminile che più mi piace in assoluto, proprorzionato e con curve armoniose

 
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Shin80
view post Posted on 13/12/2008, 11:54




Betty si è spenta ieri a Lo Angeles al'età di 85 anni...
:(
 
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the music
view post Posted on 13/12/2008, 14:00




CITAZIONE (Shin80 @ 13/12/2008, 11:54)
Betty si è spenta ieri a Lo Angeles al'età di 85 anni...
:(

:crybaby.gif: :crybaby.gif: :crybaby.gif:
 
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Cercatore86
view post Posted on 16/1/2009, 17:28




M'è dispiaciuto tantissimo...
 
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fabioyyyy
view post Posted on 1/2/2010, 12:32




Grandissima, inimitabile Bettie!!!
Mi è dispiaciuta moltissimo la sua scomparsa.
Certo dal Cielo è compiaciuta perchè mi sto segando alla sua bellissima memoria... grazie Bettie!
 
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11 replies since 3/11/2008, 23:54   2271 views
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