Inchiesta giornalistica sulla morte di Vito Scafidi nel liceo scientifico C. Darwin di Rivoli e proposte per una gestione migliore della manutenzione edilizia straordinaria e urgente delle scuole
Presento una mia ricerca sulle origini e cause della recente tragedia accaduta nel liceo scientifico Darwin di Rivoli il 22 novembre verso le 11 della mattina.
Vito Scafidi, studente diciassettenne è morto per l’urto e il peso di ciò che gli è precipitato addosso all’improvviso dall’alto dell’aula scolastica assegnata alla sua classe.
Un compagno di classe è ancora ricoverato presso il Centro Traumatologico Ospedaliero di Torino, ha subito diversi interventi chirurgici, i medici non sanno ancora dire se recupererà la funzionalità motoria dal bacino in giù.
Una compagna di classe ha riportato lesioni ad alcune vertebre della spina dorsale e, forse, tornerà a una vita normale dopo la guarigione.
Ci sono tanti altri studenti feriti non gravemente, una famiglia ora è costretta a fare a meno di quella quota di futuro che aveva affidato alla nascita del figlio Vito.
Un prezzo altissimo da pagare, per il quale nessuna famiglia avrà mai le risorse necessarie, un prezzo il cui esattore appare indefinibile, inafferrabile.
studenti del liceo scientifico C. Darwin di Rivoli, aula della classe IV F 2007-2008 (Vito Scafidi era in IV D)
primavera - l’uscita degli studenti del liceo scientifico C. Darwin di Rivoli
l’ingresso principale del liceo scientifico C. Darwin di Rivoli
durante un intervallo delle lezioni - un cortile interno del liceo scientifico C. Darwin di Rivoli
finestra rotta di un'aula del liceo scientifico C. Darwin di Rivoli
Qualche giorno dopo la tragedia di Rivoli c’è stato il crollo di una parte del controsoffitto nel reparto di neonatologia, precisamente nella stanza adibita a nursery, dell’ospedale Sant’Antonio Abate di Erice, località Casa Santa (Trapani).
Per fortuna nessuno era presente in quella sala al momento del crollo avvenuto il 28 novembre.
La notizia è questa:
Crollo al Sant’Antonio Abate
28/11/2008
ERICE - Il maltempo ha buttato giù il controsoffitto di una stanza del reparto di Neonatologia...
Il maltempo sta colpendo duramente la provincia di Trapani. All’Ospedale Sant’Antonio Abate di Trapani è crollata una parte del soffitto di una sala del reparto di Neonatologia dove viene fatto il bagno ai neonati. Ma al momento del crollo, fortunatamente, non c’era nessuno. Nella stanza interessata non c’erano né operatori, né neonati. Si sono staccati i pannelli del controsoffitto che coprono i tubi ed i fili elettrici ed passanti dell’aria condizionata. C’è già una prima ricostruzione dell’accaduto. Il vento avrebbe aperto e chiuso violentemente le imposte di una finestra determinando un forte contraccolpo che ha portato al crollo. Il maltempo ha anche abbattuto sui binari della Palermo-Trapani un grosso tronco che ha interrotto la linea fino all’intervento degli operai di Trenitalia e dei Vigili del Fuoco.
Estratta da qui:
http://www.trapaniok.it/legginotizia.php?id=12930quel giorno soffiava un fortissimo vento di scirocco nel trapanese
e ancora un crollo...
Maltempo, crolla finestra in un liceo a Canicattì: feriti due studenti
La pioggia e il vento causano danni a centro commerciale
28 novembre 2008
Due studenti del liceo Ugo Foscolo di Canicattì sono rimasti leggermente feriti per il distacco di una finestra causato dal forte vento. I ragazzi sono stati accompagnati in ospedale per essere medicati e hanno una prognosi di tre giorni. Il maltempo sta provocando danni in tutta la Sicilia.
Il centro commerciale "Le vigne", a Castrofilippo (Ag), è stato dichiarato inagibile e chiuso al pubblico, per i danni causati dalla pioggia e dal forte vento. Il maltempo ha fatto cadere una parete e sollevato la tettoia del centro. A Catania invece un autocarro carico di mandorle si è ribaltato a causa del forte vento e della pioggia sulla tangenziale, nei pressi dello svincolo di San Giorgio. A parte la paura gli occupanti dell'automezzo non hanno riportato conseguenze. Fonte: Ansa
Estratta da qui:
http://www.siciliainformazioni.com/giornal...ti-studenti.htmquel giorno soffiava un fortissimo vento in tutto l’agrigentino
In origine era un seminario su quella collina di Rivoli, costruito tra il 1934 e il 1938 (?).
Così è rimasto fino a un lento trasferimento a Torino compiutosi nel 1974.
La Provincia di Torino prende in affitto progressivamente parti del complesso fino all’insieme complessivo.
Il liceo scientifico statale C. Darwin subentra a partire dal 1972. Così accade per l’istituto tecnico statale C. Romero.
Nel 1982 il complesso dell’ex seminario viene acquistato dalla Provincia di Torino.
Torno a quel ragazzo che non c’è più.
Nella notte tra il 21 novembre e il 22 novembre era spirato un vento fortissimo nel torinese compreso Rivoli all’imbocco della Val di Susa.
Vento che preme e penetra parzialmente ostacolato anche all’interno dei vari edifici del complesso dov’è situato il liceo scientifico C. Darwin.
Correnti d’aria passano attraverso finestre che forse non sono tutte in buon stato di manutenzione.
Vento che mette in tensione pericolosa strutture ed equilibri già precari.
C’è stato ancora al mattino del 22 novembre un colpo di vento, una forte corrente d’aria, nell’aula di Vito Scafidi. Mancavano pochi minuti alla fine dell’intervallo delle lezioni, verso le 11. Uno o più studenti aprono almeno una finestra dell’aula per rinnovare l’aria che vi si respira prima che inizino le successive ore di lezione. Subito sbatte forte la porta dell’aula per la corrente d’aria che si genera.
E’ un attimo, il controsoffitto fa “vela” alla corrente d’aria che lo investe. Viene spinto verso l’alto, forse s’inarca, si curva, si piega, si crepa. Torna su se stesso indebolito, fiaccato e gravato da materiali edili di risulta lasciati nel controsoffitto e da un pesante tubo in ghisa non più in uso e lasciato sospeso tra il soffitto e il controsoffitto durante lavori di rifacimento degli scarichi al piano di sopra.Lavori idraulici eseguiti quando il controsoffitto crollato era già stato realizzato.
Quel pezzo di tubo di ghisa, molto pesante cade sul controsoffitto che crolla sugli studenti.
Come stava appeso quel tubo in ghisa?
Come era fissato quel controsoffitto ai muri intorno e al soffitto?
Sugli attacchi del tubo non so dire, certo è che al momento dei lavori idraulici andava rimosso insieme ai materiali edili di risulta lasciati invece depositati sul controsoffitto.
Il controsoffitto aveva una botola d’ispezione? No!!!
Com’era stato realizzato? In tavelloni di laterizio secondo il tipo “Perret”.
Cioè? Ciascun tavellone è costituito da un laterizio forato di notevole larghezza e moderato spessore, a seconda delle dimensioni può raggiungere il peso massimo di 25 chili.
Il tipo “Perret” sta ad indicare qualità, modi e misure dell’intelaiatura metallica da montare insieme ai tavelloni e ad indicare modi e regole per sostenere il tutto alle pareti circostanti e al soffitto.
Per comporre una superficie di almeno 35 metri quadrati, quella che arbitrariamente attribuisco all’aula di Rivoli, saranno stati necessari diverse decine di tavelloni per un peso di molti quintali.
Questo tipo di controsoffitto, specie negli interventi su uffici e scuole, è in disuso da moltissimo tempo. Almeno da 30-40 anni, se non di più. Da allora, i controsoffitti si fanno normalmente con componenti industriali in pannelli su struttura metallica, e ispezionabili (per uffici, scuole); oppure in cartongesso (nelle case d'abitazione o laddove non esiste l'esigenza di ispezionare impianti sovrastanti il controsoffitto).
Il manufatto crollato faceva parte di un intervento molto vecchio. Il progettista, se c'era, forse è già defunto o vecchissimo. Se c'era. Così come è probabile che non si sia più in grado di risalire alla impresa che realizzò i lavori.
La causa è stato il cedimento dei "pendini" in tondini di ferro o in filo di ferro, probabilmente vecchissimi, che sostenevano un tubo di scarico in ghisa non più in uso, celato sopra il controsoffitto. In sostanza, per prevenire l'incidente, o le persone avrebbero dovuto avere la vista "a raggi x", oppure avrebbero dovuto esserci sondaggi e successivi disegni che rilevassero lo stato di fatto effettivo dei manufatti.
Molto probabilmente il controsoffitto non aveva abbastanza barre d'acciaio all'interno, non era costruito a regola d'arte. Il che ci riporta all'interrogativo: è un difetto di esecuzione o anche progettuale? E a seguire: esisteva un progetto? Esistono disegni che documentino quell'intervento?
La risposta, secondo quanto dicono i giornali, è "no". Anzi, pare che non esistano del tutto i disegni della scuola o non esistono le planimetrie delle tubazioni. Questo pare più strano: perchè, quanto meno per l'ottenimento del cosiddetto NOP (Nulla Osta Provvisorio dei Vigili del Fuoco) almeno i disegni delle piante e di qualche sezione dell'edificio dovrebbero esserci.
Una indagine sulla resistenza antincendio delle strutture di quella scuola, avrebbe comportato un esame del tipo e dello spessore degli orizzontamenti. Quindi si sarebbe visto che, sotto il solaio (da verificare sia lo spessore che il ricoprimento dei ferri, probabilmente dovrebbe garantire almeno REI 60 fra un piano e l'altro), c'era un controsoffitto tipo "Perret".
A quel punto, ci si sarebbe posti il problema se mantenerlo: anche se esso era ininfluente rispetto alla tenuta antincendio del solaio soprastante.
Anche perchè un conto è un controsoffitto leggero (es. strutture in sottili profili con pannelli in fibra minerale), un altro conto è un "Perret" ben più pesante che se ti rovina in testa fa più danni.
A maggior ragione se si scopre che non è realizzato a "regola d'arte". E ancor più a maggior ragione se, fatte alcuni sondaggi, si scopre che sopra quel Perret c'era un grosso tubo inutilizzato tenuto da fil di ferro (come riferiscono i giornali).
Guardando manuali di architettura, si vede che i sostegni di un buon Perret sul solaio devono essere almeno a passo un metro, e sostengono una orditura di ferri longitudinali a loro volta a passo un metro, a cui sono collegati i ferri fra le tavelle. Quel controsoffitto era fatto così? E più in generale: nel caso di quel solaio, di quel tipo particolare, le connessioni del controsoffitto erano adeguate? Pare strano che possa crollare di schianto quasi in un blocco solo, se era fatto così, pur con un urto violento e pesante.
Ho tratto da qui il testo in corsivo:
http://bizblog.splinder.com/post/19139203Le mie conclusioni:
la manutenzione dell’edilizia scolastica è una necessità troppo vasta e seria per essere affidata in esclusiva a un Ente Locale come la Provincia con parziali contributi economici da parte dello Stato e per essere una voce di spesa sulla quale risparmiare;
la manutenzione straordinaria e urgente - almeno questa! - andrebbe affidata a ciascuna scuola con responsabili affiancati da rappresentanti di studenti e insegnanti e genitori incaricati solo della sicurezza dei loro edifici, per una migliore e tempestiva segnalazione delle situazioni di rischio e dei malfunzionamenti;
tutte le segnalazioni andrebbero registrate e ne andrebbe data la ricevuta;
ciascuna scuola dovrebbe essere fornita di una specifica dotazione economica per fare fronte alle necessità manutentive edilizie straordinarie e urgenti;
il sistema d’assegnazione lavori andrebbe ultra semplificato a fronte di manutenzioni urgenti;
ogni Ufficio Scolastico Regionale del Ministero della Pubblica istruzione dovrebbe firmare Convenzioni con l’Ordine degli Architetti, con quello degli Ingegneri delle Province della regione, con i Collegi Provinciali dei Geometri per l’esecuzione di controlli periodici a regola d’arte in ogni scuola relativamente all’interesse della straordinarietà e dell’urgenza e per ottenere prezzi calmierati;
un’altra Convenzione andrebbe stipulata con le rappresentanze datoriali delle imprese edili per l’esecuzione dei lavori straordinari e urgenti;
il sistema dei controlli tecnici dei lavori in corso e dei lavori consegnati va profondamente modificato per essere efficace e tempestivo.
Edited by angelo7878 - 2/12/2008, 16:22