La nipotina che non ti aspetti - Parte 1 , di sam19 --- Categ. Incesto ---

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view post Posted on 15/1/2009, 15:06
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Premetto che come tutti i miei racconti, anche questo è realmente accaduto.
Ho 39 anni, da circa 10 sono legato alla mia compagna che ne ha 30, una donna che sessualmente non mi ha fatto mancare mai niente. Lei non è il massimo della trasgressione, certo, non è molto portata per certi giochini, ma a parte questo fra noi l’intesa è discreta. Sessualmente non ho mai avuto gusti o perversioni particolari, amo il sesso ben fatto, sono maiale quanto basta ma mai avrei immaginato di trovarmi in un turbine di sesso e trasgressione come quello che sto per raccontare. La mia compagna, Maria, è la più piccola di tre sorelle. Le sue due sorelle maggiori sono sposate, più o meno felicemente, ed hanno un figlio a testa. Sono due donne normali, e anzi, tutt’altro che attraenti, a differenza di Maria che invece è una bella figa, tanto che credevo fosse stata adottata.
Anni fa, quando io e Maria non eravamo ancora insieme, le due sorelle maggiori decisero di farsi ingravidare dai rispettivi mariti nello stesso periodo, in modo che i bambini sarebbero potuti crescere insieme. Così fu. La maggiore delle sue sorelle, Lucia, diede alla luce una bambina, Valentina, e tre mesi dopo la seconda sorella, Gianna partorì un maschietto, Roberto. Quando conobbi Maria, i suoi nipotini avevano 7 anni, e tutta la famiglia di lei, comprese le sorelle coi rispettivi mariti, viveva in un casale in campagna, diviso in tre appartamenti. Osservavo i due nipoti crescere, il maschietto era più tranquillo, mentre la femmina si capiva già che era molto sveglia. Infatti, anche nei loro giochi innocenti, notavo una spiccata propensione al comando di Valentina su Roby, supremazia che lui accettava quasi con remissività.
Gli anni passavano e i due nipoti crescevano, a dire il vero non ci vedevamo spessissimo, poi loro ormai avevano i loro giri, i loro amichetti, per cui quando si andava dai parenti, loro spesso non c’erano. Insomma, persi un po’ i contatti con loro, i rapporti si raffreddarono un po’ rispetto a quando erano piccoli, si sa com’è quando si cresce. Tuttavia i due nipoti erano sempre molto affettuosi con me quando andavo a trovarli, sarà perché ero il loro zio più giovane, forse perché sono sempre stato molto giovanile nei modi, nel vestire e nell’aspetto, un po’ sregolato, e probabilmente ai loro occhi avevo un certo fascino.
Un giorno di un anno fa successe un episodio molto strano: ero seduto su una sedia insieme a tutta la famiglia a vedere una partita della Nazionale di calcio in tv, quando Valentina non trovando un posto libero, venne a sedersi in braccio a me. Man mano che passava il tempo, cercava una posizione Adv più comoda e stabile, fino ad arrivare inevitabilmente con la sua fighetta in corrispondenza del mio cazzo che ormai era già quasi in erezione. Ero a diretto contatto con lei, ci separava solo la stoffa dei miei bermuda e le sue candide mutandine. Non so quanto volontariamente, Valentina iniziò un lento strusciarsi sul mio paletto ormai duro. Non pensavo che lo facesse apposta, d’altra parte aveva 16 anni, pensavo fosse troppo ingenua, invece lei era lì, si muoveva, avanti e indietro. Ad un certo punto non ci vidi più e rischiando di essere beccato da tutti, insinuai una mano sotto la sua gonnellina, e lentamente mi avvicinavo all’inguine. Sentii un calore che non mi aspettavo. Lei divaricò leggermente le gambe e così facendo, oltre ad agevolarmi il passaggio verso la sua fica, non fece altro che far aderire ancora meglio la sua fessura al mio uccello. La mia mano si fermò, quasi per timore. Lei si strofinava, lentamente, mi faceva impazzire e all’improvviso venni. Sborrai nei boxer, ero rosso e sudato, ma non potei resistere oltre. Lentamente la sollevai, mi alzai ed andai in bagno, fingendo un improvviso mal di stomaco. La piccola peste corse via allegra scomparendo per un po’ nei prati intorno al casale.
Rimasi molto turbato da quell’episodio, non capivo nemmeno se lei lo aveva fatto apposta o se era stato un gioco innocente, né se si era accorta di ciò che mi era successo… e nei giorni e mesi seguenti cercai di evitare i contatti ravvicinati con la ragazzina. Cercai in tutti i modi di raffreddare i rapporti con lei proprio per evitare il ripetersi di un qualcosa che mi avrebbe rovinato e che probabilmente dentro di me rifiutavo. Infatti per molto tempo non successe niente, ma la piccola cresceva, diventando sempre più bella. Le sue forme si delineavano, un seno piccolo e dritto ed un culetto da favola erano chiari segnali che sarebbe diventata una gran figa. Anche il maschietto cresceva, e diventava un gran bel ragazzo alto, biondo e muscoloso.
Poche settimane dopo l’episodio della sedia, successe ciò che cambiò per sempre il mio rapporto con loro. Entrambi avevano compiuto 16 anni.
Era l’estate del 2007, in città faceva molto caldo e così io e la mia compagna decidemmo di passare un po’ di giorni in campagna dai suoi, al casale. L’aria lì è più fresca e la notte si riesce a dormire bene senza l’afa opprimente della città. Un giorno, dopo pranzo, decisi di andare di sopra a sdraiarmi sul letto a riposare. Maria non mi seguì, rimanendo ad aiutare sua mamma a rimettere a posto la cucina. Mi addormentai, e dopo un paio d’ore mi svegliai. Non sentivo rumori, tutto taceva. Scesi di sotto e non trovai nessuno, né i miei suoceri, né Maria. Andai fuori a cercarli, mi guardavo intorno e non vedevo nessuno. Era pomeriggio inoltrato, l’aria era calda ma sopportabile. Decisi allora di andare di sopra, nell’appartamento di Lucia, la sorella maggiore, a vedere se per caso fossero lì a spettegolare o a fare altro. La porta, come sempre, non era chiusa a chiave. Entrai piano e non sentii niente, nessun rumore. Stavo per andare via quando sentii una leggera risatina, poi un sospiro e mi avvicinai piano, sentivo dei rumori provenire dalla camera da letto di mia cognata: erano ansimi, pensai subito che fosse lei che si scopava il marito, in silenzio. Volevo andarmene, ma poi decisi di spiare un po’, e ciò che vidi mi lasciò a bocca aperta: sul lettone di mia cognata c’era Valentina, mia nipote, a gambe spalancate, che si faceva scopare da Roby, suo cugino. Il respiro iniziò a mancarmi, non sapevo cosa fare, e intanto quei due scopavano come due porcellini. Poco dopo mi ripresi e mi accorsi che il mio uccello gradiva molto la scena. Lei ansimava forte, lui la pompava di brutto. D’un tratto Roby tirò fuori il cazzo dalla figa ancora acerba di Vale, e qui rimasi sorpreso. Aveva solo 16 anni, ma un cazzo dalle dimensioni notevoli. Lei si mise a 4 zampe e iniziò un pompino un po’ maldestro, si vedeva che in questo non era molto pratica. Si guardarono e si dissero qualcosa, dopodichè lei si girò di spalle e lui la prese da dietro. Vedevo il cazzo di Roby entrare ed uscire, era davvero grosso per la sua età, ma comunque meno del mio, sembrava. Vale ansimava, lo incitava, gli diceva:

– Dai, spingi, più forte, ancora! Si, si!! –
– Sei proprio una vacca… altro che Alessandra! –
– Si, bravo… quella è una povera idiota… come hai fatto a scopartela… scopa me…. Siiiii…. Cosìììì….

Alessandra era una loro compagna di classe, evidentemente Roby aveva avuto una storia con lei, e a Vale questo non era piaciuto… Mia nipote continuava ad essere stantuffata da Roby, ansimando e gemendo come una gattina in calore, fino a che emise un lungo sospiro e si abbandonò al suo orgasmo. Dopo pochi secondi anche Roby venne, schizzandole una notevole quantità di sborra sul culo e sulla schiena. Si accasciarono sul letto ridacchiando, era chiaro che non era la prima volta. Ad un tratto lei si alzò e disse:

– Vado a lavarmi, rivestiti e sparisci, prima che tornano tutti! - .
– OK… vado… alla prossima, eh?.... –
– Si, si…. Vai, sparisci ora prima che torni mia madre!

Eccitato e sconvolto da ciò che avevo visto, corsi in camera e mi sparai una sega schizzando sborra ovunque. Dopo un po’ tornarono tutti, erano andati in paese a comprare della carne, e non volevano svegliarmi. Nei giorni seguenti studiai le mosse di quei due, a volte li vedevo sparire in bici e immaginavo cosa combinassero, ma non potevo seguirli, fino a che un giorno li beccai di nuovo. Erano nel capanno degli attrezzi di mio suocero, il loro nonno. Vale era appoggiata al grande tavolo da lavoro e Roby se la fotteva a pecorina. Stavolta ero esattamente dietro di loro, potevo ammirare il culo perfetto di mia nipote e le palle di Roby che le sbattevano sulla fica. Lei ansimava forte e godeva:

– Scopami, fammelo sentire fino in fondo, dai, fammi venire, voglio venire! Si! Ancora, si, sbattilo dentro!! - .
– Si…. Siiii… muoviti come sai fare tu, dai…. Fammi sborrare….

Vale aveva la gonna tirata su e le mutandine abbassate fino alle caviglie. Potevo vedere il luccichio dei suoi umori vaginali colare lungo le cosce aperte, lei ansimava sempre più forte e venne aggrappandosi a quel tavolo e spingendo forte il suo culetto verso il cazzo di Roby. Dopo si sfilò l’uccello dalla fica, si girò e iniziò a spompinarlo, sempre un po’ maldestramente, e quando lui stava per venire lo tolse dalla bocca, lo segò velocemente e si lasciò schizzare in faccia, senza però ingoiare. Subito dopo si ricomposero, lei si pulì il viso dalla sborra, passò un fazzoletto fra le cosce, si tirò su le mutandine ed uscì per prima. Io mi allontanai, non potevo masturbarmi, ma quella sera presi Maria con una foga mai avuta prima.
Ormai quello che succedeva fra i due cugini era come un tarlo nel mio cervello, e non riuscivo a rimanere così passivo. Immaginavo Vale, avevo l’immagine di lei che si impalava quel cazzo adolescenziale e mi eccitavo, fino a desiderarla. Un pomeriggio, il penultimo giorno della mia permanenza al casale, ebbi l’occasione che aspettavo. Roby era a fare una partita di calcetto in paese, ed i suoi ci invitarono ad andare a vederlo giocare. Tutti accettarono, meno la Valentina, che disse che non ne aveva voglia. Io decisi di restare a casa con la scusa che volevo riposarmi e godermi il penultimo giorno di ferie oziando. Così fu. Tutti andarono via ed io rimasi solo con la ragazzina. Lei era di sopra, io ero in giardino stravaccato su una sdraio. Quando tutti furono andati via, salii da lei e la trovai in camera sua, sul suo letto, a leggere. Indossava il solito vestitino estivo, che le arrivava fino alle cosce. Iniziai a parlare un po’ di cavolate, del tipo come mai non esci, cosa stai ascoltando e cose così. Poi, vincendo una certa timidezza, mi sedetti a bordo del letto dove lei era sdraiata a pancia sotto e iniziai ad accarezzarle le gambe. Lei non si scomponeva, e senza distogliere lo sguardo dal giornale che stava leggendo, mi parlava del più e del meno, rispondendo alle mie stupide domande. Cercavo di salire sempre più con la mano, quando ero arrivato quasi ai glutei, lei mi fulminò dicendo:

– Hei! Dove vai con quella mano? - . allora decisi di uscire allo scoperto.
– Sai - le dissi – stai crescendo proprio bene, e credo di non essere l’unico a pensarla così qui, non credi? - .
– Che intendi dire? – rispose lei senza staccare gli occhi dal giornale.
– Bè, a me non puoi nascondere niente, ho visto cosa combini con Roby. - . Lei sogghignò, e disse:
– Vuoi raccontarlo ai miei? - senza scomporsi nemmeno un po’.
– Non so - dissi io, fingendo mistero.

A quel punto le sue gambe si allargarono, non di tanto, ma quanto bastava affinché io potessi ammirare le sue mutandine bianche, che lasciavano intravedere nettamente la fessura della giovane fica. Allungai la mano ancora un po’, e giunsi a contatto col suo fiore. Le accarezzavo la fica da sopra la stoffa delle mutandine, e sentivo che si inumidivano secondo dopo secondo. Decisi di osare, abbassai la testa e mi tuffai sulla sua vagina. Lei sempre rimanendo a pancia sotto posò il giornale e affondò la testa nel cuscino, respirando sempre più affannosamente. Le scostai le mutandine ed iniziai a leccare la sua passera dolcemente. Aveva una micetta bellissima, rosa, morbida e profumata, con un po’ di peli incolti.
Poi le infilai un dito dentro, poi due, e lei sobbalzò con un singhiozzo. Potevo vedere la pelle d’oca dei brividi che il mio lavoro di dita e lingua le stavano causando, e capii che gradiva molto. Mi tirai su e le sfilai gli slip. Lei non opponeva resistenza, così la girai e la misi a pancia su. Mi guardava con uno sguardo che non potrò mai dimenticare, un po’ interrogativo, un po’ curioso, un po’ eccitato, e apriva le gambe mostrandomi in piena luce un fiore di fighetta bagnatissima. Mi tolsi i bermuda e i boxer, e il mio cazzo svettò in tutta la sua lunghezza. Lei ebbe uno sguardo sorpreso:

- E’ un po’ più grande di quello di Roby, non trovi? –

Lei fissando il mio uccello fece di si con la testa, si avvicinò e iniziò a toccarlo piano. Le misi una mano sulla testa e le dissi:

– Dai, fammi vedere come fai con Roby…– .

Iniziò a spompinarmi, la guidavo e sotto i miei suggerimenti iniziò a leccarlo meglio di come faceva al cuginetto. Leccava la cappella come fosse un gelato, poi se lo infilava in bocca succhiando., pensavo di non poter resistere molto, ero quasi pronto a riempire quella boccuccia di sborra calda, quando lei se lo sfilò dalla bocca, si sdraiò e allargando le cosce mi disse:

– Mettimelo dentro, dai, non ce la faccio più, ho voglia di sentirlo dentro - .

Le infilai il mio cazzone in fica, entrò con qualche difficoltà ed iniziai a pomparla piano. Lei gemeva e guaiva come una cagnetta in calore, ebbe due orgasmi ravvicinati, dopodichè si sfilò il cazzo, si girò di spalle e volle essere presa alla pecorina. La accontentai, e ripresi a stantuffarla da dietro.

– Si, ancora, hai un cazzo fantastico, è meglio che con Roby, mi sento piena, lo sento tutto, dai!! Spingi più forte stronzo maiale, così! Godo, godo tantissimo, ah, ah!! Si! - .
– Ti piace il cazzone dell zio, eh? Te lo darò ogni volta che vorrai…
– Si…. Siiiii…. Scopami…. Fammi venire…. Altro che i miei amici…. Questo sì che è un cazzone!

Venne ancora una volta, e si accasciò sfinita sul letto. Mi disse che con Roby non veniva mai più di una volta, con me invece erano già tre orgasmi. Mi disse anche che l’aveva fatto con altri due suoi compagni di classe, ma non era la stessa cosa. Evidentemente con un uomo adulto era diverso…
Si fermò qualche istante, io ero ancora in tiro e presi a strofinarle la cappella sulla figa. Scivolò lentamente sotto di me, mi fece sdraiare e si posizionò in un 69. Mi spompinava in modo meraviglioso, e con la sua fica in faccia grondante di umori, non ci misi molto a venire. Passavo con la mia lingua sulle sue grandi labbra, sul clitoride, la penetravo e leccavo anche il suo culo. La portai ad un altro orgasmo con la lingua e le dita e lei, quando si accorse che stavo per esplodere, si tolse il mio cazzo dalla bocca, mi segò velocemente e si lasciò schizzare un mare di sborra bollente in faccia. Mi baciò sulla guancia, poi mi lasciò sul letto ed andò a lavarsi. Io feci altrettanto, gli altri potevano tornare in qualsiasi momento. Ero confuso, stordito da ciò che era appena successo, e non sapevo cosa sarebbe accaduto nei giorni e nei mesi seguenti. Non volevo pensarci, ma ciò che accadde nelle settimane seguenti di quell’estate non lo avrei mai immaginato, e l’avrei visto di lì a poco. (Continua).
 
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view post Posted on 23/3/2024, 11:22

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Bellissimo racconto
 
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