Roma E' agli arresti domiciliari lo stupratore di una giovane donna a Capodanno, Che cosa pensare tenendo presente che per la carcerazione preventiva vigono previsioni di legge?

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angelo7878
view post Posted on 25/1/2009, 16:50






25 gennaio 2009

la ragazza di Genzano: «Ma che giustizia è mai questa?»

Stupro Capodanno, lo sfogo della vittima:
«Incredibile, io disperata e lui già a casa»


La madre: «Vorremmo capire, ma non ci riusciamo.
I domiciliari? Che significa? Ci sentiamo abbandonati»


ROMA

In strada, a Genzano, lo «struscio» sereno e caotico del sabato pomeriggio. Ma lei, la ragazza di Capodanno, è chiusa in casa. Con il suo dolore e la sua delusione. «Ma che giustizia è mai questa? Come è possibile che sia già tornato a casa?», si chiede disperata. Per lei la serenità, il divertimento, le uscite con gli amici e il lavoro da barista, «e tutti i sacrifici fatti da sempre per essere indipendente e non pesare sui genitori», come ha raccontato la zia con orgoglio, rappresentano un passato che non può tornare. Almeno per il momento.

È trascorso meno di un mese dalla terribile notte al veglione alla Fiera di Roma, dall’aggressione selvaggia accanto ai bagni chimici portata a termine da un ragazzo con un tatuaggio sul collo, conosciuto qualche ora prima fra la musica techno e le luci della discoteca. E adesso è arrivato un altro duro colpo per la ragazza di Genzano. «Mi hanno abbandonata — protesta —, lasciata sola. Ma come? Prima lo arrestano, danno la notizia a tutti, poi gli permettono di tornare a casa come se nulla fosse...». La giovane dai lunghi capelli scuri è arrabbiata, offesa, delusa. L’altro ieri, dopo aver appreso dalla polizia la notizia dell’arresto del violentatore reo confesso, Davide Franceschini, aveva commentato «lo voglio proprio vedere, voglio vederlo in faccia».

A quella rabbia ora si è aggiunta altra rabbia. «Non bastava quello che ha dovuto subire — interviene la mamma —, adesso ci si mette anche la giustizia. Ma quale giustizia? Quella che permette a uno stupratore di uscire dal carcere dopo che ha confessato? Ma cos’è stato, una specie di messinscena? E noi?». In strada i ragazzi scherzano, ridono. Piove, fa freddo, ma stanno tutti a passeggio. Lei no. Deve rimanere in casa. Protetta dalla sua famiglia, che le sta vicina, e dai suoi amici. «Sono stati splendidi, non l’hanno lasciata un momento, le sono sempre stati accanto», conferma la zia. «Quello ha rovinato lei e un’intera famiglia!», grida da lontano la nonna della giovane. «Vorremmo capire, ma non ci riusciamo — aggiunge la mamma —. Gli arresti domiciliari? Che significa per uno che ha fatto una cosa terribile come questa? È vero, ci sentiamo abbandonati... ».

Dopo il lavoro, ieri pomeriggio, la madre della ragazza ha fatto la spola fra la casa dei parenti e l’abitazione dove la figlia è rimasta dopo essere stata dimessa dall’ospedale San Camillo. Più di una settimana di ricovero per le gravi ferite riportate nell’aggressione. Ma quelle nell’animo sono vive. E lo resteranno. «Mia nipote è sempre stata una ragazza allegra, solare, amante della musica — racconta ancora la zia —; una brava ragazza, insomma, che ha anche lavorato tantissimo. Si è sempre data da fare. Adesso è a terra. Abbattuta, delusa. Speriamo che il sindaco Alemanno mantenga la sua promessa e le dia presto un nuovo lavoro». Ma tutto il paese è con lei.

Non c’è bar, negozio, luogo di ritrovo di Genzano dove la notizia dei domiciliari a Franceschini non sia arrivata. Sui muretti delle comitive come attorno ai tavolini, i sentimenti sono gli stessi: indignazione, incredulità. «È una vergogna, solo una vergogna — attacca un abitante del centro, al tavolino di un bar —; quella ragazza deve essere tutelata in qualche modo. Non è possibile che per uno stupratore sia sufficiente mostrarsi pentito per quello che ha fatto, dare la colpa all’alcol e alla droga che ha preso, per poter tornare a casa poche ore dopo aver confessato. Ma che sta succedendo in Italia?».
Rinaldo Frignani
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estratto da qui
 
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