Roma Le critiche del sen. Antonio Di Pietro al Presidente della Repubblica manifestano, un'inclinazione autoritaria del segretario dell'IdV secondo il giornalista Piero Ostellino

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angelo7878
view post Posted on 28/1/2009, 18:19






28/01/2009


Roma, bufera su Di Pietro

Il Colle: "E' offensivo"


Il leader dell'Idv alla manifestazione di stamattina a Roma a favore di Apicella: "Il silenzio uccide, il silenzio è un comportamento mafioso per questo io voglio dire quello che penso". Ma il Quirinale replica: "Pretestuose e da considerare le offensive le espressioni usate dallo stesso on. Di Pietro per contestare presunti 'silenzi' del capo dello Stato". La controreplica: "Mai offeso Napolitano"

E' il sequestro (vedi nota mia in fondo) in piazza di un manifesto che riportava una scritta critica nei confronti del presidente della Repubblica ("Napolitano dorme, l'Italia insorge") a scatenare Antonio Di Pietro a piazza Farnese. "Vogliono farci lo scherzetto di piazza Navona ma in una piazza civile c'è tutto il diritto a manifestare?", si chiede protestando per il sequestro del manifesto. In una piazza "può essere accolto chi non è d'accordo con alcuni silenzi" del Capo dello Stato), prosegue. Poi aggiunge: "A lei che dovrebbe essere arbitro possiamo dire che a volte il suo giudizio è poco da arbitro e da terzo". Di Pietro afferma poi che questa critica è "fatta del tutto rispettosamente". Quindi conclude: "Il silenzio uccide, il silenzio è un comportamento mafioso per questo io voglio dire quello che penso".

LA REPLICA

La presidenza della Repubblica è totalmente estranea alla vicenda dello striscione nella manifestazione svoltasi oggi in Piazza Farnese a Roma a cui fa riferimento l'on. Di Pietro, si legge in una nota dell'ufficio stampa del Quirinale che definisce "del tutto pretestuose comunque da considerare le offensive espressioni usate dallo stesso on. Di Pietro per contestare presunti 'silenzì del capo dello Stato, le cui prese di posizione avvengono nella scrupolosa osservanza delle prerogative che la Costituzione gli attribuisce.

FINI

"E' lecito e naturale il diritto di critica politica, ma questa non può mai travalicare il rispetto che si deve al presidente della Repubblica, che rappresenta tutta la Nazione al di là del fatto che sia stato eletto o meno all'unanimità": lo ha detto nell'Aula della Camera il presidente Gianfranco Fini al termine del dibattito suscitato dalla manifestazione di solidarietà manifestata a Giorgio Napolitano dal capogruppo del Pdl Fabrizio Cicchitto per le affermazioni nei suoi confronti pronunciate stamani a piazza Navona da Antonio Di Pietro.

CAMERA

"Manifestiamo solidarietà al presidente Napolitano davanti al volgare attacco" di cui è stato fatto segno da Antonio Di Pietro: lo ha detto nell'Aula della Camera il capogruppo del Pdl Fabrizio Cicchitto incassando applausi non solo dai deputati del Pdl ma anche da quelli del Pd, dopo aver letto dichiarazioni pronunciate dal leader dell'Idv nei confronti del capo dello Stato. Contro Cicchitto è insorto Fabio Evangelisti dell'Idv, protagonista, peraltro, di un duro battibecco con il presidente della Camera Gianfranco Fini. "E' un vecchio giochino - ha detto il dipietrista - della retorica estrapolare parti di un discorso per usarle a piacimento, il che è vergognoso. Di Pietro non ha offeso ma ha fatto un intervento rispettoso. La nostra solidarietà al Capo dello Stato non è pelosa ma vera". Evangelisti è stato applaudito solo dai deputati dell'Idv. Marina Sereni del Pd ha rilevato come "la difesa del presidente della Repubblica da parte dell'Aula che lo ha eletto è non solo d'obbligo ma rappresenta un'ovvietà". "Non possiamo ricostruire le parole di Di Pietro - ha aggiunto . ma il presidente della Repubblica rappresenta la Nazione ed il popolo. Chi lo attacca ha la nostra condanna: a qualsiasi parola egli faccia ricorso". Piena solidarietà a Napolitano è stata manifestata anche da Michele Vietti dell'Udc.

DI PIETRO

"Mai inteso offendere Napolitano", afferma Antonio Di Pietro in una nota. "Mi amareggia molto, per l'oggettiva disinformazione che contiene e perché mi mette in bocca ciò che non ho detto, il comunicato del presidente della Repubblica in merito al mio intervento di questa mattina. Ho detto e ribadisco - prosegue Di Pietro - che, a mio avviso, è stato ingiusto e ingiustificato non avere permesso ad alcuni manifestanti di tenere esposto uno striscione non offensivo, ma di critica politica".
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estratto da qui
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nota mia: non sembrerebbe vero che lo striscione contro il Presidente della Repubblica sia stato sequestrato da personale della polizia in Piazza Farnese a Roma, almeno secondo il seguente comunicato della Questura di Roma:

Di Pietro/ Questura Roma: Striscione Napolitano non sequestrato
"Ma riposto su richiesta degli agenti di Polizia"


Roma, 28 gen. (Apcom) - Lo striscione con la scritta 'Napolitano dorme - il popolo insorge', apparso questa mattina a Piazza Farnese, durante la manifestazione a sostegno del giudice Apicella, non è stato sequestrato. Lo riferisce in una nota il questore di Roma, Giuseppe Caruso.

La Questura spiega poi che il personale della Polizia presente nella Piazza, infatti, appena individuato lo striscione, è prontamente intervenuto e, a richiesta, lo stesso striscione è stato subito riposto.
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estratto da qui
 
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angelo7878
view post Posted on 29/1/2009, 16:49






29 gennaio 2009


Una brutta deriva

di Piero Ostellino

Alla manifestazione di ieri, promossa dall'Italia dei valori, c'era uno striscione che diceva: «Napolitano dorme, l'Italia insorge». Di Pietro ha detto che «i cittadini chiedono che si smetta di proporre leggi che violano la Costituzione », aggiungendo che «il silenzio uccide come la mafia». E si è così rivolto al capo dello Stato: «A lei che dovrebbe essere arbitro, possiamo dire che a volte il suo giudizio ci appare poco da arbitro e poco da terzo?». Poi, di fronte alla reazione del Quirinale, ha precisato che - denunciando «il silenzio che uccide » - non intendeva riferirsi al presidente della Repubblica. Insomma: una pezza peggiore del buco.

Forse, qualcuno dovrebbe spiegare al capo dell'Idv - che o non la conosce bene o pretende di stravolgerla quando non gli piacciono le leggi approvate dal Parlamento e firmate dal presidente della Repubblica - cosa dice la nostra Costituzione. Il nostro ordinamento - come tutti quelli delle democrazie liberali - è un sistema di pesi e contrappesi. I poteri - legislativo, esecutivo, giudiziario, cui si aggiungono le funzioni della Corte costituzionale e le prerogative del capo dello Stato - si contrappongono e mantengono in equilibrio il sistema, ad evitare che un potere prevalga sull'altro.

Il presidente della Repubblica non è dunque un arbitro che sbaglia un fuorigioco, ma l'autorità che può rinviare alle Camere le leggi del Parlamento per vizio di costituzionalità. Se il presidente non vi ravvisa vizi di costituzionalità non può fare altro che firmarle. In caso di rinvio alle Camere, il Parlamento le può (ri) approvare tali e quali - sfiorando un conflitto istituzionale - e, a quel punto, al presidente non resta che prenderne atto o rifiutarsi ancora di firmarle, aprendo, a sua volta, una crisi istituzionale. Spetta, infatti, alla Corte costituzionale giudicare - con parere motivato - se sono o no costituzionali, impedendone di fatto e in diritto la promulgazione.
La capacità di iniziativa che la Costituzione attribuisce al presidente della Repubblica riguarda, dunque, la «forma» (giuridica), non il «contenuto» (politico) delle leggi. Il capo dello Stato può rinviare una legge al Parlamento non perché non gli piace, è ideologicamente di diverso avviso, bensì solo se vi ravvisa un vizio in punto di diritto. Lo stesso limite ha la Corte costituzionale. Se il presidente e la Corte non eccepiscono, le leggi sono legittime. Accusare il presidente di non fare l'arbitro - che è già in sé una castroneria, costituzionalmente parlando - e di firmare leggi che non dovrebbe firmare vuol dire accusarlo di violare la Costituzione, cioè di sovversione.

Giorgio Napolitano sta esercitando la sua funzione non solo in modo esemplare, con intelligenza e moderazione, che sono, poi, le sue qualità umane, oltre che politiche, ma nel pieno rispetto della Costituzione. Di Pietro - con la pretesa che il capo dello Stato si arroghi un diritto che non ha - manifesta una inclinazione autoritaria. Una brutta deriva, la sua, peraltro non estranea alla sua cultura, che qualcuno dovrebbe spiegargli. In punto di Costituzione.
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estratto da qui

 
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