Il bosco – 6 la consapevolezza

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LeTulipNoir
view post Posted on 15/2/2010, 00:55




Il bosco – 6 la consapevolezza

I miei muscoli contratti allo spasimo, improvvisamente cominciarono a cedere, sentendomi così esausto, che mi si annebbiò quasi la vista. Anche Lei, allo stesso modo, si lasciò andare sulle braccia, poggiando il volto mascherato sul pavimento come esaurita di ogni forza e rimanendo in una posizione di estrema offerta, quasi come se non avesse null'altro ancora da offrire come sacrificio di sé.

Io mi ritirai lentamente e caddi seduto sulle mie gambe, mentre Lei continuava a rimanere in quella posizione. La curva bellissima del suo corpo, del suo sesso, erano come un dipinto di un grande maestro, la poesia di quelle curve era degna di un ritratto famoso, pur non potendo mai essere ritratta in quel modo. Strana ironia, che la bellezza risieda negli occhi di chi sa o vuole vederla...

Da quella maschera d'oro, una lacrima lentamente sgorgò cadendo sul pavimento liscio, accarezzandolo con lentezza. Io mi trovavo a guardare quella scena senza forze, la bocca ancora dolorante per quello spasimo, incapace di tirare fuori un ulteriore tentativo di suono. Vidi allora la figura rossa, accanto alla ragazza, che lentamente si voltò verso di lei. Vidi che le braccia coperte dalla tunica lentamente si alzarono verso il cappuccio, e prendendolo delicatamente, lo tirarono indietro, scoprendo finalmente quel volto che per tutto il tempo era rimasto coperto. Riconobbi il profilo gentile, il piccolo naso e le labbra carnose, i lunghi capelli neri e ricci che finivano dentro la tunica.

Lentamente si abbassò, con fare lento, inginocchiandosi dove stava. Il viso che reclinava verso la maschera d'oro, il braccio destro che si avvicinava a quel volto coperto. Con le dita sfiorò il lacciolo che teneva la maschera, e con due dita scostò quel sorriso forzato dal viso di Lei. Gli occhi chiusi, i lineamenti delicati, i capelli castano scuri. La mano di Lei lentamente accarezzò quel viso con un fare così delicato, con il dorso del dito che le raccoglieva quella lacrima con così tanto amore che mi resi conto che un altro fuoco mi prese improvvisamente dentro, quello di una emozione violentissima, come se di colpo fossi stato colto da una consapevolezza del tutto. Una lacrima sgorgò anche dai miei occhi, esattamente nello stesso momento in cui vidi che sgorgò dagli occhi di lei.

Lentamente si alzò. Si girò, e venne verso di me. Si abbassò di fronte a me, con quella maestosità che hanno solo le regine e le grandi sacerdotesse. Mi ritrovai a pochi centimetri da quegli occhi di nuovo penetranti, abisso di un buco nero troppo oltre la mia comprensione. Successe allora quello che non mi aspettavo. Alzò la mano, e, lentamente, accarezzò anche la mia guancia ruvida di sudore e tre giorni di viaggio.

Il suo gesto mi sorprese a tal punto che quello che accadde subito dopo mi lasciò letteralmente senza fiato. Il mio destino era nelle sue mani, mai come in quel momento mi rendevo conto che ero in suo potere, come era in realtà da quando ero entrato in quella casa. Ma adesso tale concetto diventava certezza, come quando si tocca con mano quello che gli occhi prima avevano solamente guardato da lontano. Mi guardava, e scorsi nelle pieghe dei suoi occhi una leggera increspatura, che le addolcì lo sguardo. Mi guardava intensamente, e per un attimo scorsi una luce che non avevo mai visto in quegli abissi, una tenerezza verso di me.

“Grazie”, disse con una voce che adesso era quasi gentile, con una delicatezza che mi lasciò di stucco, ma non quanto il movimento che fece subito dopo. Si avvicinò, e con dolcezza, chiuse quegli occhi stupendi quanto penetranti, e sfiorandomi leggermente mi diede un bacio, così delicato che sentii solamente il solleticare del calore delle sue labbra sulle mie.

Si tirò di nuovo indietro, e con un gesto accompagnato dal suo sguardo, mi sfiorò di nuovo leggermente la fronte. Come un segnale, io, marionetta, mi accasciai di nuovo senza forze, senza volontà, con la mia mente che lentamente abbandonava di nuovo quel palcoscenico. Tutto si fece buio di nuovo, e dolce, e caldo, come un sogno tra cuscini di piume...


Continua...
 
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