Rapporto rigido tra credo e sessualità nel mondo islamico

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view post Posted on 10/9/2006, 19:04
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Tra progresso e arretratezza, con qualche sorpresa, il rapporto rigido tra credo e sessualità nel mondo islamico.

Alcuni anni fa incontrai, a cosa di una mia amica parigina, una bellissima signora egiziana, che per comodità chiameremo Fatima, era una prostituta di alto bordo. In una lunga conversazione, aiutata dalla presenza rassicurante della nostra ospite, lei mi raccontò frammenti piccoli e grandi della sua vita. Ma non capivo quello che volesse dire quando ripeteva che prostituirsi aveva significato mettere a tacere la sofferenza per “una mancanza lontana” che l’accompagnava fin da quando era bambina. Approfondendo con cautela arrivai al punto: da bambina le avevano tagliato il clitoride, da ragazza l’avevano mandata sposa a un uomo violento, di sessant’anni, da donna era scappata con un giovane occidentale altrettanto violento che l’aveva portata via dall’Egitto, era scappata di nuovo e si era messa a fare la prostituta. Nei rapporti a pagamento monotoni e senza coinvolgimento aveva finalmente raggiunto l’anestesia dei desideri.
La eco della “mancanza lontana” non la tormentava più.
Ho ripensato spesso a questo episodio oggi che la guerra dell’Occidente contro il terrorismo fondamentalista islamico mi porta a riflettere su tante notizie che provengono da lontani paesi mussulmani, diventati vicini perché ci impongono, con i terribile eventi che li percorrono, il confronto con la loro cultura, indipendentemente dalle questioni belliche. Tanto è vero che tutti ormai sappiamo distinguere un chador stile iraniano, nero come la pece, lungo fino ai piedi, calzato sul capo fino a coprire la fronte e annodato sotto il mento; da un burqa afgano, totalmente coprente e colorato con la gabbietta ricamata a maglie fitte davanti agli occhi.
Tutte noi occidentali, identifichiamo nel velo l’oppressione della donna musulmana, la mortificazione della sua femminilità e seduzione.
L’oppressione della sua sessualità.
Ma siamo altrettanto informate dalle guerriglie d’opinione che si svolgono sui teleschermi e sui giornali del fatto che le donne straniere velate di casa nostra e le italiane convertite all’Islam, rifiutano - talvolta violentemente - queste nostre opinioni su di loro.
Esse dicono: siamo velate per scelta, per proteggerci dagli sguardi maschili, per non sentirci defraudate dagli sguardi rapaci degli uomini, della propria femminilità e seduzione. C’è un dialogo difficile tra noi e loro; lo so per aver fatto lunghissime discussioni con una mia amica e collega di lavoro, italianissima di Roma, convertitasi 7 anni fa all’Islam, proprio perché tutte le argomentazioni finiscono per ruotare intorno alla sessualità e, inevitabilmente si perdono nei mille rivoli dei pregiudizi reciproci, delle domande trattenute, delle risposte inevase. E dell’orgoglio taciuto, da parte di noi occidentali, per le libertà sessuali di cui godiamo.
Così il ricordo di Fatima la prostituta, che non è certamente una storia esemplare, perché non è esemplare dell’Islam l’escissione del clitoride, mi è servito da filo conduttore di una riflessione. Le mutilazioni sessuali - dicevo - non sono una caratteristica dei paesi islamici del medio oriente, né di quelli del lontano oriente dove si concentra la massima espansione dell’Islam. Le mutilazioni sessuali sono originarie dell’Africa. Poiché, a differenza della religione cristiana, quella islamica non ha tentato a di cambiare le usanze, i costumi sessuali dei paesi in cui si è radicata. La più diffusa forma di mutilazione nei paesi africani musulmani, l’infibulazione, è stata e continua a essere considerata come una pratica né da vietare, né da promuovere.
Ma l’Islam all’infibulazione “preferisce” l’escissione del clitoride: il taglio. Religiosi islamici, se interrogati a proposito, dicono: Maometto non ha mai detto che alle donne dovesse essere mutilato il loro principale organo del piacere, ma il profeta ha scritto nel Corano che “nulla deve sporgere” nei corpi sessuati, nulla deve richiamare in un corpo maschile le caratteristiche femminili, e viceversa.
 
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