Rosso, colore della fine, il sesso diventa violenza, racconto breve no hard estratto da un quotidiano di free press

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angelo7878
view post Posted on 18/6/2007, 14:27





Rosso, colore della fine
il sesso diventa violenza


un racconto di Tiziana Pedone pubblicato domenica 17 giugno sul quotidiano di free-press Epolis Milano

Il giorno in cui io morii
pensai che, tutto sommato,
ne fosse valsa la pena.
Quale morte può essere
più sublime, se non quella
per amore? Soprattutto per
una come me.
Il trillo del telefono violentò
il silenzio facendomi sobbalzare.
Passai la lingua sulle labbra
prima di rispondere.
“Sì?” dissi in un sussurro.
“Sei libera questa sera?”. La
voce maschile era bassa, legger
mente roca.
Sospirai.
“Certo tesoro, mi terrò libera
per te” - risposi con quel tono
sensuale, che gli piaceva tanto.
Mi pagava anche per quello.
“Preparati, ho voglia di divertirmi
“. Disse piano, prima di
chiudere la comunicazione. Mi
guardai allo specchio. Trentadue
anni portati bene, pensai
osservando la mia nudità. Ero
ancora piuttosto tonica. Bella,
anzi. Sorrisi soddisfatta.

MISI IL ROSSETTO ROSSO scarlatto
e vaporizzai il profumo
che lui mi aveva regalato. Mi
piaceva quella fragranza. La
trovavo perfetta. Aprii infine il
cassetto della biancheria intima.
Dovevo scegliere con attenzione
quello che avrei indossato.
Avevo un capo per ogni gusto,
ma la chiave era la seduzione.
Sfiorai delicatamente la
sottoveste di seta e la feci scivolare
come una carezza sulla
mia pelle, ancora umida e profumata
dalla doccia. I miei
clienti erano particolarmente
esigenti. E mi pagavano molto
bene. Pretendevano di guardarmi,
provavano il desiderio di
possedermi. Era giusto. E io ero
ben contenta di far credere loro
che anche per me ci fosse lo
stesso desiderio. Il “bambolotto”
era un tipo piccoletto, con le
mani sempre perfettamente cu-
rate, dalla pelle rosa e glabra. A
pensarci bene, era parecchio
tempo che non lo vedevo. Forse
sua moglie lo aveva chiuso in
casa, legato mani e piedi. Poveraccio.
“Rambo” veniva da me
per illudersi di rappresentare
ciò che avrebbe desiderato essere
nella vita. Madre Natura
non era stata affatto generosa
con lui. Non che fosse brutto,
ma era molto lontano dal manifestare
una certa virilità. Però,
quando guardavamo una
delle cassette dei film di Stallone,
lui si caricava. E dopo dava
il meglio di sé. Il più focoso rimaneva
il medico. Voleva che lo
chiamassi “dottore”. E su di me
faceva tutto quello che avrebbe
voluto fare alle sue pazienti. Ma
che, per ovvii motivi, si tratteneva
dal mettere in opera. “Mi
fa tanto male qui”, dovevo dirgli.
E lui si dava un gran daffare
per curarmi. Spostai lo sguardo
dalla sala alla camera da letto.
Era tutto in ordine e preciso, come
desiderava lui. Le candele
sprigionavano un delicato profumo
al vetiver. La luce era intima
a creare un’atmosfera di
mistero. E io? Naturalmente
ero perfetta. Dopo qualche minuto
sentii bussare. Era lui.

GLI APRII con il sorriso sulle
labbra scarlatte.
“Ciao caro. Mi sentivo tanto
sola senza di te”. Questa doveva
essere la costante. Il resto poteva
subire delle variazioni. Lo
sospinsi delicatamente verso la
nostra soffice alcova. Era lì che
lo facevamo quando lui arrivava.
“Stai bene pettinata così. Sei
più sexy - disse accarezzandomi
un seno. “Grazie.” Stappai lo
champagne e ne riempii due calici.
Brindiamo a noi caro”.
“Mi piace l’impronta delle tue
labbra sul bicchiere”. Con la
punta della lingua iniziò a stuzzircarmi
il lobo dell’orecchio.
Sorrisi di piacere. Sapevo che il
rosso lo eccitava. Per questo
avevo abbondato con il rossetto
e con lo smalto sulle unghie.
Stavo per procedere con le mie
effusioni più intime quando,
all’improvviso, lui mi bloccò la
mano. “Aspetta!”􀁻􀂊
“Cosa c’è caro?”.
“C’era un altro uomo prima
di me? Uno con cui sei andata a
letto? Rispondimi!” I suoi occhi
lampeggiarono sinistri. “Tesoro
questo è un lavoro per me e tu
sei un cliente come gli altri”.
“Ma io ti ho amata! Puttana!”.
Urlò impazzito, prima di chiudermi
la bocca con un bacio.
Qualcosa mi colpì alla testa.
Non so se tutto il rosso davanti
agli occhi, fosse solo quello delle
mie unghie o delle sbavature
del mio rossetto sul suo volto.
Oppure si trattava di altro. Ma,
un attimo prima di morire, pensai
che anche io ero stata amata.
Morire per amore ha senso. Soprattutto
per una come me.
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Baba Yaga
view post Posted on 18/6/2007, 15:16




che dire ? ci sono clienti che perdono la testa per le loro " puttane " e poi succedono anche queste cose .

consola il fatto , invece , che ci sono anche clienti che si innamorano di loro , capiscono il dramma che stanno vivendo e le tolgono dalla strada rischiando anche vendette da parte dei papponi .

il mondo è fatto così .

 
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angelo7878
view post Posted on 18/6/2007, 15:19






yes Baba, la realtà ha sempre più facce di quante crediamo
 
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2 replies since 18/6/2007, 14:27   1117 views
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