Stasi libero: "Fuori dall'incubo ma disperato"
Alberto Stasi torna libero. Lo ha stabilito il gip Giulia Pravon, nel corso dell'udienza di convalida del fermo, richiesta dal pubblico ministero Rosa Muscio. E in cui è stata rigettata la tesi della procura di Vigevano. Per il 24enne accusato di aver ucciso la fidanzata Chiara Poggi, il 13 agosto scorso a Garlasco, non esiste, a detta del magistrato, un quadro probatorio tale da giustificare la sua permanenza in carcere. Non sarebbero stati individuati a suo carico "gravi indizi di colpevolezza". Indizi sui quali il Pm Rosa Muscio aveva fondato la sua richiesta di convalida giustificata anche dal pericolo che il ragazzo potesse fuggire e allontanarsi da Garlasco. Stasi sarà dunque, da venerdì 28, giorno del rilascio, un indiziato a piede libero.
Stasi: "Sono uscito da un incubo, non dalla disperazione- Frastornato ma non al punto da evitare chi lo attende fuori dal carcere, Stasi descrive così la sua attuale condizione, il suo stato d'animo, per poi proseguire: "Sono convinto che finché non troveranno il vero assassino i sospetti continueranno a gravare su di me". Poi l'auspicio e un pensiero per Chiara: "E' chiaro che essere uscito da lì mi fa sentire meglio, ma vorrei tanto che questa storia finisse una volta per tutte, anche se la disperazione per la morte di Chiara non mi abbandonerà mai".
Alberto ha lasciato il carcere di Vigevano- Il ragazzo è uscito dal carcere intorno alle 11.30 della mattina di venerdì. A bordo dell'auto, guidata dal suo avvocato Giuseppe Colli, c'erano anche i suoi genitori e un assistente dell'avvocato. A detta di chi l'ha visto, il giovane Stasi, lasciatosi dietro il penitenziario, è apparso piuttosto frastornato.
I familiari di Chiara: "Né contro né con Stasi" - "Per i Poggi non è importante trovare un colpevole, ma il colpevole" - ha riferito l’avvocato di famiglia, Gian Luigi Tizzoni, di Rita Preda. La madre di Chiara, sempre per bocca del suo avvocato, aggiunge: "Non volevo e non voglio che stia in carcere un innocente - ha aggiunto la donna al telefono col suo avvocato - voglio che sia fatta giustizia. La nostra famiglia non è né contro né con Stasi - ha poi precisato - abbiamo fiducia nell’operato della magistratura". Tizzoni non ha voluto sbilanciarsi nel commentare la decisione del gip Giulia Pravon che ha rimesso in libertà Stasi: "È stata una decisione studiata - ha detto il legale - di cui il gip si assume la responsabilità. L’indagine continuerà con la nostra collaborazione".
I genitori di Alberto: "Felicissimi" - "La famiglia Stasi è felicissima per la decisione del Gip Giulia Pravon di rimettere in libertà Alberto non convalidando il fermo presentato dal Pm". E' quanto afferma l'avvocato Giuseppe Colli, uno dei legali di Alberto Stasi. "La famiglia Stasi è felicissima. Siamo molto soddisfatti, prima di fare qualunque commento preferiamo leggere bene le carte".
Si era sfogato con la madre: "Volevo bene a Chiara"- Giovedì scorso, prima cioè che il gip si pronunciasse sulla sua scercerazione, Alberto aveva incontrato la madre, in carcere. Quasi in lacrime, come riporta oggi il Corriere della Sera, il ragazzo le aveva confidato di sentire molto la mancanza di Chiara, soprattutto di aver nutrito per lei un grande affetto: "Le volevo bene davvero" aveva detto commosso mentre la madre annuiva: "Lo so".
Taormina: "E' una nuova Cogne"
- L'analogia tra l'andamento delle indagini a Garlasco e quelle di Cogne salta agli occhi: "Fin quando andremo avanti a colpi di frammenti e piccole tracce non andremo da nessuna parte", commenta l'ex legale di Annamaria Franzoni, l'avvocato Carlo Taormina. La differenza è che "per Cogne c'è stata una condanna. Eppure anche a Garlasco ci sono solo indizi. Anzi, se vogliamo, ci sono ancor meno prove rispetto a Cogne. Fin quando si continua a correre appresso ai frammenti minuscoli di qualsiasi sostanza organica si continuerà nella spettacolarizzazione e nel sacrificio della liberta' delle persone". A Garlasco, aggiunge Taormina, c'è stato di sicuro "un enorme errore investigativo. Quale? Si sarebbe dovuto procedere subito con la richiesta di archiviazione per Stasi, mettendogli alle calcagna un investigatore. Se fosse stato colpevole - e non lo ritengo - sarebbe crollato. Stanti le condizioni attuali, invece, finisce tutto nel vuoto".
Francesco Bruno : "Cercare nuove piste"- Vagliare nuove piste, cercare da altre parti. E' questo l'invito del criminologo. "Questa decisione fa onore alla magistratura - dichiara Bruno - d'altra parte non mi pareva ci fossero elementi in grado di stabilire la colpevolezza di Alberto. Per me quelli in mano degli inquirenti non erano neanche indizi". "Le tracce sulla bicicletta - continua il criminologo - potevano avere benissimo un'altra origine, non ci vuole niente a lasciare tracce di Dna su un oggetto di uso comune. Non dimentichiamo poi che i due ragazzi stavano insieme e avevano quindi molte occasioni di contatto". "Credo - aggiunge Bruno - che finora ci sia stato un ricercare a senso unico, si è indagato solo su una delle persone che erano a contatto con la vittima, ma ci sono tante altre ipotesi da vagliare". "Non dobbiamo dimenticare - conclude Bruno - che la scientifica ha il compito di fornire elementi su cui poi spetta agli investigatori lavorare. I rilievi forniti dai Ris possono si confermare ipotesi investigative, ma se questo non avviene bisogna cercare da altre parti".
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