Il Teschio di Cristallo

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>VOODOO<
view post Posted on 13/10/2007, 21:15






Delle dimensioni di un cranio umano, un teschio "vivente".

è stato ritrovato da Frederick Mike Mitchell-Hedges, durante una esplorazione in Belize, nella città maya di Labaanatum; nel 1964 il teschio passa nelle mani di Frank Dorland, esperto di cristalli, che esegue dei test presso i laboratori della Hewlett-Packard a Santa Clara in California.

Cosa emerge: il teschio è stato scolpito lungo l'asse principale del cristallo. Si tratta di una tecnica estremamente avanzata, che utilizza l'asse di simmetria e che diminuisce notevolmente il rischio di frantumazione del pezzo. Il teschio cambia di colore, sensazioni di caldo e freddo si avvertono toccando il quarzo.

Secondo Dorland "... il cristallo stimola una parte sconosciuta del cervello, aprendo una porta psichica sull'assoluto". In una dichiarazione alla stampa, lo studioso rivela: "... i cristalli emettono continuamente onde elettromagnetiche; dal momento che il cervello fa la stessa cosa, è naturale che vi sia interazione".

Già nell'antichità al cristallo venivano riconosciute proprietà spirituali; questo stesso minerale affascinò anche le culture antiche: i greci lo chiamavano Crystallos, o “ghiaccio chiaro”. In Egitto, fin dal 4000 a.C., le fronti dei defunti venivano adornate con un “terzo occhio” di quarzo cristallino per permettere all’anima di vedere la strada per l’eternità.

Tradizionalmente, il materiale preferito da veggenti e sensitivi per le loro sfere è il cristallo di rocca purissimo.

L’oggetto più straordinario che si conosca, composto da questo materiale, è il cosiddetto Teschio di Cristallo scoperto da Mitchell-Hodges, la cui origine è variamente attribuita: Atzechi, Maya o addirittura ai mitici abitanti di Atlantide.

Anche il suo rinvenimento fu molto controverso ed è stato al centro di diversi dibattiti: secondo certe fonti, fu trovato nel 1927 da una diciassettenne, Anna, figlia adottiva dell’avventuriero e vagabondo F.A. Mitchell-Hodges, mentre scavava fra le rovine di Lubaantun, la “Città delle pietre cadute”, nelle giungle dell’Honduras britannico.



Dopo tre anni di scavi nell’antico sito archeologico Maya, Anna portò alla luce il teschio di cristallo di rocca, a grandezza naturale, che giaceva fra le macerie di un altare e di un muro attiguo; una mandibola appartenente allo stesso manufatto venne ritrovata a circa otto metri di distanza tre mesi dopo.



La squadra di Mitchell-Hodges eseguì estesi scavi nella zona e diede un enorme contributo al nostro attuale patrimonio di reperti e conoscenze sulla civiltà precolombiana del Nuovo Mondo.

Mitchell-Hodges era anche noto come un fervente assertore della veridicità della leggenda di Atlantide; fu anzi in primo luogo la convinzione che fosse possibile confermare l’esistenza di una connessione fra le civiltà di Atlantide e dei Maya a spingerlo a sfidare le giungle dell’America centrale.

Il cristallo di rocca, purtroppo, non può essere datato con i sistemi convenzionali; tuttavia i laboratori Hewlett-Packard, che studiarono il misterioso cranio, hanno stimato che il suo completamento avrebbe richiesto un minimo di trecento anni di lavoro a una serie di artigiani dotati, inoltre, di enorme talento. In termini di durezza questo tipo di cristallo è solo leggermente inferiore al diamante.

Perché questo pezzo di pietra, tra l’altro non originario del posto, era considerato di un tale valore che il popolo che lo lavorò - quale che fosse - impiegò più di tre secoli per levigarlo pazientemente?

Il mistero del teschio di cristallo si infittì ancor di più quando fu ritrovata la parte inferiore e quando, unendo i due pezzi, si vide che la mandibola si articolava col resto del teschio, creando l’effetto di un cranio umano che apre e chiude la bocca.

è possibile che il teschio fosse manovrato in tal modo dai sacerdoti del tempio e che fosse usato come oracolo e strumento di divinazione. Si racconta che il lobo frontale del teschio a volte si appanni, acquistando una tinta lattiginosa; altre volte esso emette un’aura spettrale simile all’alone della luna: queste manifestazioni potrebbero essere il frutto di una fantasia sovreccitata, oppure stimolata dal potere intrinseco del cranio stesso.

Di fatto coloro che hanno avuto contatti prolungati nel tempo col teschio riferiscono di esperienze sensoriali inquietanti che comprendono suoni ed odori eterei, fino ad arrivare all’apparizione di spettri ...

L’impatto visivo del teschio è, sicuramente, ipnotico anche per uno scettico.

Quali che siano le sue proprietà, a ogni modo, non sembra proprio che chi lo possieda venga colpito da maledizioni, anzi: Mitchell-Hodges, che non si staccò dal teschio per più di trenta anni, è scampato a tre accoltellamenti e ad otto ferite d’arma da fuoco!

Prima di morire, il 12 giugno 1949, lasciò scritto nel suo testamento che il teschio doveva essere assolutamente consegnato alla figlia adottiva, che lo aveva trovato.

ALTRI TESCHI RINVENUTI IN ZONE ARCHEOLOGICHE




fonte: www.cerchinelgrano.info
 
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>VOODOO<
view post Posted on 16/10/2007, 23:02






Il falso teschio di cristallo
Non sarebbe autentico il manufatto conservato al British Museum



I famosi teschi di cristallo sono da sempre ritenuti oggetti misteriosi. In particolare essi vengono da molti considerati OOPARTs, ovvero Out Of Place ARTifacts, che potremmo tradurre come "Manufatti fuori luogo", ovvero oggetti che per la loro tecnologia avanzata non possono avere l'età che solitamente viene loro attribuita. Secondo alcuni, infatti, i teschi sarebbero di origine precolombiana ma la loro perfetta fattura difficilmente si concilia con le tecnologie dell'epoca. Per questo motivo i soliti fantaarcheologi hanno ipotizzato che essi siano stati realizzati da qualche antica civiltà superiore o addirittura extraterrestre.
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Esistono complessivamente 12 teschi di cristallo appartenenti a privati o a musei. Uno di questi è custodito dal 1897 presso il British Musem di Londra.

Numerosissime sono le leggende che sono nate intorno ai singolari reperti. Ad esempio, secondo una leggenda attribuita alla civiltà Maya, ma di dubbia origine, tutti i teschi esistenti sarebbero destinati a riunirsi per dare inizio a una nuova era in una data che corrisponderebbe alla fine del cosiddetto "Conto Lungo" del calendario Maya (attualmente fissata per il 21 dicembre 2012).

Molto più scarse sono invece le notizie attendibili circa la loro origine. Gli studi scientifici eseguiti su questi reperti sono infatti pochi e spesso hanno fornito risultati controvversi.

Un recente studio ha però portato nuove informazioni sul teschio custodito al British Musem.

Il professor Ian Freestone, dell'università del Galles di Cardiff, avrebbe infatti le prove che il teschio di cristallo custodito al British Museum non è un artefatto atzeco come si era finora creduto, ma sarebbe stato invece fabbricato in Europa nel XIX secolo.

Una serie di test hanno infatti rivelato che il teschio del British Museum è stato tagliato e lavorato con un tipo di mola che veniva comunemente usata dai gioiellieri europei del XIX secolo, ma che di certo non era in uso nell'America di epoca precolombiana.

I ricercatori hanno realizzato alcuni calchi in resina del teschio e hanno rilevato che la sua superficie presenta minutissimi graffi circolari intorno ai bulbi oculari, ai denti e al cranio che indicano che la scultura era stata tagliata e lavorata con una mola rotante. Tale tecnologia non era sicuramente disponibile in epoca precolombiana. Inoltre il teschio è stato ricavato da un solo pezzo di cristallo di rocca le cui dimensioni, secondo Freestone, sono molto difficili da ottenere dalle miniere messicane. Molto più probabilmente il cristallo proviene dal Brasile.

Molti cultori della New Age che credono alle leggende relative ai teschi di cristallo rimarranno sicuramente delusi da questi nuovi studi. Molti di essi sono infatti assolutamente convinti dell'autenticità dei teschi e del fatto che questi siano destinati a riunirsi per cambiare il destino dell'umanità. A riprova di ciò, il dottor Colin McEwan del British Museum ha dichiarato: "Abbiamo ricevuto lunghe petizioni riguardo al danno che stiamo facendo al teschio in quanto lo imprigioniamo e non gli permettiamo di concludere il suo destino".

Il professor Freestone ha ammesso di essere perfettamente consapevole delle difficoltà di convincere chi vuole a tutti i costi credere alla natura misteriosa del teschio. Ma ha anche aggiunto che il teschio "qualunque cosa se ne possa pensare, è un oggetto fantastico. Anche se venne realizzato in Germania alla fine del diciannovesimo secolo".

fonte: www.cicap.org
 
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